NUOVI MONDI MEDIA PRESENTA "CACCIATORI DI CORPI" DI SONIA SHAH





CACCIATORI DI CORPI
La verità su farmaci killer e medicina corrotta

LA SCONVOLGENTE QUESTIONE A CUI SI ISPIRA "THE CONSTANT GARDENER"

di Sonia Shah

Prefazione di John Le Carré

Formato 17,5x21cm | pagg. 280 | euro 17,50 | | ISBN: 8889091444| novità di
Febbraio

<<Questo libro>>, scrive John Le Carré nella prefazione, <<è un atto di
coraggio da parte di chi lo ha scritto e dei suoi editori. Da quando ho
pubblicato 'Il Giardiniere Tenace' ho ricevuto dagli specialisti del
giornalismo d'inchiesta diverse bozze di libri determinati a sollevare il
velo che copre il lato oscuro dell'impresa più lucrativa del mondo.
Ciononostante, ogni volta che mi rivolgevo ad agenti letterari o a lettori
editoriali, la risposta era sempre la stessa: 'troppo rischioso'>>.

 Affinché i farmaci - talvolta anche quelli inutili, semplici fotocopie di
medicinali già esistenti e ancor più spesso pericolosi - vengano approvati
e quindi immessi sul mercato, le case farmaceutiche devono dimostrare di
averli sperimentati sull'uomo.
Ed è così che i giganti del farmaco sgomitano alle porte dell'India, del
Brasile, della Russia, della Cina e persino delle cliniche e dei campus
universitari americani ed europei, alla ricerca di cavie umane, spesso
inconsapevoli, su cui testare nuovi prodotti. Farmaci per abbassare il
colesterelo, per combattere la depressione e per alleviare la disfunzione
erettile maschile, ma anche medicinali killer come il Contergan che,
prescritto alle donne incinta, fece nascere ondate di bimbi focomelici o il
recentissimo anticolesterolo Lipobay, ritirato perché ha causato decine di
morti.

Con chiarezza, abilità narrativa e una puntuale casistica a supporto, Sonia
Shah ci prende per mano in un'impareggiabile e sconvolgente indagine,
frutto di anni di ricerche sul campo da un capo all'altro del mondo -
dall'Africa alla Russia, dall'India ai paesi dell'Est europeo.

La vita di molti di noi continua grazie alla medicina moderna, una vera e
propria arte scientifica che, nonostante sia progredita in modo
discontinuo, ha sempre fatto affidamento su solide basi di ricerca clinica.
I medicinali che permettono di sopravvivere a un taglio cesareo praticato
d'urgenza, quelli che consentono di respirare nonostante l'asma allergica e
quelli che correggono i deficit ormonali, tanto per citare alcuni casi, ci
vengono somministrati oggi in modo sicuro ed efficace.

In realtà sappiamo tutti perchè. Questi farmaci emergono da un'innumerevole
serie di esperimenti falliti, ognuno condotto su decine e decine di corpi
umani vivi, alcuni probabilmente danneggiati in modo irreparabile.
Il fatto che la ricerca medica comporti un prezzo umano alto da pagare è
una verità che non amiamo riconoscere, che non ci piace, che suona in modo
sinistro. Eppure, siamo costantemente alla ricerca di pillole che alleviino
i nostri malesseri o stimolino il nostro rendimento. Da tempo, persino da
quando gli scienziati britannici alla metà dell'Ottocento iniziarono a
coprire col segreto il loro lavoro di macelleria sugli animali
vivisezionati, viviamo questa contraddizione.

Il problema vero è che il peso dei possibili abusi tende a ricadere su
quanti si ritrovano più poveri e socialmente vulnerabili. Secondo Usa
Today, i protagonisti del "Big Pharma" mondiale come Pfizer,
GlaxoSmithKline, Wyeeth, Merck e altri, che oggi già conducono fra il 30 e
il 50% dei propri esperimenti al di fuori degli Stati Uniti e dell'Europa
Occidentale, intendevano arrivare entro il 2006 ad effettuare all'estero il
67% della loro sperimentazione. "Il trasferimento all'estero della
sperimentazione sui farmaci sta iniziando ad accelerare", confermava il
Washington Post nel maggio del 2005.

Se la tendenza delle grandi multinazionali del farmaco a condurre la
sperimentazione clinica sull'uomo nei paesi poveri o in via di sviluppo è
ancora allo stadio iniziale, c'è comunque poco da essere ottimisti: sta
crescendo più in fretta che mai. Molti leader politici dei paesi in via di
sviluppo, di fronte all'incombere di gigantesche crisi sanitarie, sono
spinti a stringere accordi per aumentare il numero delle sperimentazioni,
anziché diminuirlo.

Le conseguenze, ci fa notare Sonia Shah, vanno al di là delle sorti
individuali delle persone coinvolte negli esperimenti, più inquietanti sono
le possibili ripercussioni per i sistemi sanitari nel loro complesso.
Infatti, mano a mano che cresce l'importanza della sperimentazione clinica,
una porzione crescente delle già scarse risorse a disposizione viene
distolta dall'assistenza ai pazienti.

A rincarare la dose, le decisioni politiche degli stessi governanti:norme
restrittive nella legislazione sui brevetti e scarsa attenzione
all'osservanza dei principi etici nella sperimentazione. Insomma, sembra
proprio che ad incoraggiare l'oscuro business multinazionale sempre più
spesso ci pensino, fatalmente, coloro che per primi se ne dovrebbero
guardare.

Scrive l'autrice: "Nelle strade di Lagos e nelle sale ove si tengono i
convegni internazionali sull'AIDS, i rappresentanti dei paesi in via di
sviluppo accusano gli scienziati occidentali di usarli come 'cavie' per i
loro esperimenti. I cacciatori di corpi non si curano di questo grido di
protesta che si alza sempre più forte; ma - conclude la Shah - lo fanno a
proprio rischio e pericolo".

Sonia Shah è una rinomata scrittrice e giornalista d'inchiesta. Scrive per
The Washington Post, The Boston Globe, New Scientist, The Nation. In Italia
ha pubblicato "Oro nero. Breve storia del petrolio" (Mondadori, 2005).



Ufficio Stampa Nuovi Mondi Media
Francesca Puglisi
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