rassegna stampa: L'AUTOSUFFICIENZA ALIMENTARE SUL BALCONE DI CASA.



a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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tratto da "Green Planet" - 11 dicembre 2006
L'AUTOSUFFICIENZA ALIMENTARE SUL BALCONE DI CASA.
Si chiama "Il balcone dell'indipendenza" l'ultimo fascicolo della serie
«millelire» (cioè, un euro) della casa editrice Stampa Alternativa. Autrice:
Marinella Correggia.

«A cinque metri d'altezza sul tubo di scarico mozzo appoggiato a un antico
muro italiano sporge una piantina di pomodori chissà come arrivata là e che
ha dato quattro rossi frutti. Se ce l'ha fatta lei, figurarsi cosa si può
ottenere da un balcone, o da qualcosa in più». Esordisce così Il balcone
dell'indipendenza, l'ultimo fascicolo della serie «millelire» (cioè, un
euro) della casa editrice Stampa Alternativa: dove l'autrice, Marinella
Correggia, rende conto di come un semplice balcone di casa può diventare un
piccolo orto, «un luogo per esercitare quote di indipendenza produttiva e
per alleggerire il pianeta, perfino abitando in città».

Correggia, nota ai lettori di questa rubrica perché è una delle
collaboratrici più assidue, parla di alimenti: ortaggi, frutti, erbe
aromatiche. Su piccola scala, certo, ma solo chi ha provato sa quanto
possono essere produttivi vasi e cassette. «Piante che nascono e crescono,
frutti che maturano, erbe che curano, frutti messi a essiccare, pace esseno,
cibi che cuocono nel forno solare, rifiuti cenerentola che diventano
concime, acqua stoccata anziché buttata, mangiatoie e abbeveratoi per
uccelli che restano liberi. Vita pulsante dove succede sempre qualcosa. Fare
di un risicato balcone un luogo dove esercitare un po' di indipendenza,
ecologia ed empatia è un piacere che coinvolge i cinque sensi riducendo
stress e/o driveri (termine piemontese intraducibile che indica noia di
vivere sfociante in spreco e insoddisfazione)». In epoca di crisi climatiche
e penuria energetica, dice Marinella Correggia, sta a tutti noi cominciare a
cambiare i comportamenti quotidiani, comprare meno, «accorciare la distanza
tra chi produce e chi consuma»: «alleggerire il proprio peso sul mondo e
star bene non è poi un privilegio di pochi, almeno in Italia» dove il 70%
della popolazione dispone di uno spazio esterno, dal balcone in sù
(terrazzo, giardinetto, giardino condominiale, orto della zia...).

Cosa si può coltivare su un balcone?
Un po' di tutto. Dipende, certo, dal clima e dall'esposizione, ma anche su
un balcone ombroso si possono coltivare lattughe o biete che non richiedono
pieno sole, fare il compost. Una delle obiezioni è l'inquinamento, certo: un
balconcino ai piani bassi e in mezzo al traffico forse non è consigliato. Ma
se appena un po' ventilato, procedete... Il libro contiene preziose
istruzioni: come organizzare gli spazi e sfruttare anche l'altezza (con
graticci e cassette sospese o pergolati), come attrezzare il muro, perfino
costruire minuscole serre; attrezzare la ringhiera, il pavimento (dal bidone
per raccogliere acqua piovana a quello per compostare).

Poi il tipo di terra, e i semi: «Faremo un'opera benemerita diventando
custodi di semi e piante antichi, o anche solo vecchi, che la
globalizzazione sementiera ha messo a repentaglio. Il modo migliore per
custodirli è seminarli.

Un balcone come rifugio della biodiversità vegetale», scrive Marinella; «le
varietà antiche sono anche molto più rustiche e facili da accudire». certo,
si può acquistare le piantine; ma far germogliare i semi da ben altra
soddisfazione: «Mangi un pomodoro di varietà antica? metti a essiccare i
semini e nella stagione giusta li interri in vaso. Assapori ottime prughe
selvatiche trovate in campagna? metti a essiccare i preziosi noccioli e poi
li interri. Le eccedenze saranno scambiate con altri coltivatori-cultori di
balconi e orti». Avanti dunque con indivia riccia, lattuga da taglio,
pomodoro a frutti piccoli da far arrampicare sul graticcio, bietola da
costa, carote piccole, cavolo cinese, cavolo rapa, erba cipollina, cetriolo
da far arrampicare su graticcio o su uno spago, crescione, dragoncello e
tutta la famiglia delle aromatiche, peperoncino (che è anche ornamentale!),
ravanelli, rucola. Per non parlare delle «infestanti» che spesso arrivano da
sé, come la portulaca («da tagliuzzare nell'insalata di pomodori o cucinare
al vapore con le patate»), l'ortica o la parietaria («in minestra, per chi
non è allergico, o bollita con patate e cipolle e poi frullata per condire
la pasta»).

Gli alberi da frutto?
Esistono varietà nane di meli, ciliegi, peri, peschi e agrumi che si
adattano alla vita in vaso (perfino l'olivo produce in vaso...). Poi spiega
come funziona una cucina solare o come essiccare frutti e ortaggi, fare il
compost. Perfino come cuocere al sole il «pane esseno» (pagina 23, provare
per credere). Quanto costa tutto questo? Quanto volete, dal quasi zero di
chi usa materiali rimediati al tanto di chi «arreda» balcone o terrazzo con
strutture sofisticate.

Bisogna dire che è un investimento «fruttifero». In fondo, quella descritta
da Marinella Correggia è la versione «da balcone» di un fenomeno diffuso e
importante, l'agricoltura urbana. (fonte: Rubrica Terra Terra - Il
Manifesto)
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