rassegna stampa: Crime File - Kimberly-Clark, Scottex, Kleenex e la distruzione delle foreste boreali.



a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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tratto da "greenpeace.org" - 09/11/2006
Crime File - Kimberly-Clark, Scottex, Kleenex e la distruzione delle foreste
boreali.
 La multinazionale Kimberly-Clark - il principale produttore di fazzolettini
e carta igienica noto per il marchio Kleenex - si vanta di essere un'impresa
responsabile verso l'ambiente e di rispettare rigorosi standard ambientali.
Ma dietro i teneri cuccioloni delle sue pubblicità, si nasconde una realtà
ben diversa e inquietante: una parte della materia prima utilizzata dalla
Kimberly-Clark proviene dalle ultime foreste primarie.

Circa un terzo della cellulosa vergine utilizzata per i propri prodotti
europei e un quinto della propria produzione internazionale proviene dalle
foreste boreali del Canada. Circa il novanta per cento delle operazioni di
taglio in questa regione avviene con il taglio a raso che prevede la
completa eliminazione della vegetazione, anche in aree di foresta primaria o
di foresta di alto valore biologico. Eppure la Kimberly-Clark continua a
promuoverne la distruzione, perfino in presenza di valide alternative.

Le imprese tagliano le foreste primarie a una velocità impressionante con la
tecnica del taglio a raso - clearcut - che consiste nell'abbattimento di
tutti gli alberi in vaste aree di foresta. Questo processo provoca
l'abbattimento e la rimozione della quasi totalità della biomassa forestale
in aree molto estese - a volte oltre 100 ettari di terreno.

Le foreste boreali del Canada si estendono dalla costa atlantica alla quella
pacifica su una superficie vasta 19 volte l'Italia e rappresentano circa un
quarto delle foreste intatte del pianeta. Offrono riparo a numerose specie
minacciate, come il caribù e il ghiottone, ma anche lupi, aquile e orsi.
Sono inoltre abitate da numerosi popoli indigeni che reclamano i propri
diritti sulle terre.

La protezione di queste foreste, nelle quali è conservato il maggiore
patrimonio terrestre di anidride carbonica sequestrata, rappresenta un passo
essenziale per fermare l'effetto serra.
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Balle di cellulosa. Le bugie della Kimberly-Clark e le foreste primarie nei
prodotti usa-e-getta.
 L'impresa multinazionale Kimberly-Clark, nota per il marchio Kleenex, è il
più importante produttore di fazzolettini e carta igienica. La
Kimberly-Clark ha sempre dichiarato di essere un'impresa responsabile verso
l'ambiente e di rispettare rigorosi standard ambientali. Ma adesso una
ricerca di Greenpeace mette in luce una realtà diversa.

In numerosi incontri, comunicazioni e pubblicazioni - rapporti ambientali,
lettere alle associazioni ambientaliste, articoli - la Kimberly-Clark ha
dichiarato di non fare uso di fibre provenienti dalle foreste pluviali
temperate della costa occidentale del Canada, a dimostrazione di un
approccio responsabile verso l'ambiente.

Una approfondita ricerca condotta da Greenpeace tra il 2005 e il 2006
dimostra invece che le cose stanno diversamente: attraverso i propri
fornitori di cippati - trucioli di legno impiegati per fabbricare la
cellulosa e la carta - la Kimberly-Clark utilizza un grande quantitativo di
fibre provenienti dalle foreste pluviali temperate.

I fornitori di cippati hanno sede prevalentemente negli Stati Uniti, a
Washington, ma si riforniscono regolarmente da agenti che inviano loro
tronchi provenienti dalle foreste pluviali temperate della Columbia
Britannica e dell'Isola di Vancouver.

Greenpeace ha inoltre provato che la Kimberly-Clark impiega fibre
provenienti dalle foreste federali statunitensi.

I prodotti fabbricati con fibre che sono ben lontane dalle politiche
ambientali vantate dalla Kimberly-Clark vengono poi venduti nei mercati di
tutto il mondo a imprese e consumatori e convinti di acquistare prodotti al
di sopra di ogni sospetto.
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La Foresta del Grande Orso – A Backgrounder
Lunedì, 24 luglio 2006
Il piano per la Foresta del Grande Orso (Great Bear Rainforest Solution) è
stato annunciato
congiuntamente il 7 febbraio 2006 dal governo della Columbia Britannica
assieme ai popoli nativi della costa (First Nations), alle comunità locali,
alle imprese forestali e alle associazioni ambientaliste.
L'accordo della Foresta del Grande Orso:
1. 2 milioni di ettari saranno protetti dal taglio.
Sono così suddivisi:
a. Aree già poste sotto protezione: 443.000 ettari
b. Nuove aree protette, pari a 1,3 milioni di ettari
c. Aree in cui il taglio è escluso, pari a 297.000 ettari
2. L'adozione a partire dal 2009 nelle residue aree di un sistema di
gestione forestale più attento alla foresta basato sull'approccio
ecosistemico ("Ecosystem Based Management")
3. Diversificazione dell'economia della zona basata su attività più vicine a
principi di protezione dell'ambiente.

Protezione:
- La Foresta del Grande Orso – la costa settentrionale e centrale della
Columbia Britannica – si estende su 6,4 milioni di ettari, un'area più vasta
della Svizzera.
- L'area della Foresta del Grande Orso sottoposta a status di protezione
coprirà:
• Otto volte la superficie del Lussemburgo
• Tre volte la superficie della Foresta Nera
• Un'area paragonabile a quella del New Jersey
• Un'area quattro volte più vasta dell'isola canadese di Prince Edward
- Un buon 33% della foresta del Grande Orso sarà escluso dal taglio. Altre
regioni che godono di una protezione così elevata sono la Grande Barriera
Corallina (33% di aree protette) e il Costa Rica (25% di aree protette).

Un apporto scientifico indipendente:
Un aspetto particolarmente innovativo dell'accordo nella Foresta del Grande
Orso, e che sarà di
particolare interesse per i nostri visitatori, è stato l'apporto scientifico
indipendente ai termini dell'accordo.
Tale apporto è stato finanziato in parti uguali dal governo, dalle imprese
forestali e dalle associazioni ambientaliste, con la partecipazione delle
comunità locali, dei popoli nativi e dei sindacati.
Il lavoro di questo team scientifico indipendente è descritto presso questo
sito web: www.citbc.org.

La gestione ecosistemica della foresta:
Il team scientifico indipendente ha sviluppato un dettagliato manuale di
pianificazione della gestione forestale e delle pratiche di prelievo legnoso
nella regione.
Questo “Ecosystem-based Management Handbook” è stato adottato da tutte le
parti, e può essere scaricato presso il sito
http://www.citbc.org/c-ebm-hdbk-fin-22mar04.pdf.
Le imprese forestali hanno già avviato alcune piccole modifiche nelle
pratiche di taglio in determinate aree, ma la gestione ecosistemica della
foresta ancora non è praticata nella Foresta del Grande Orso.
La gestione ecosistemica della foresta specifica come gestire il rischio
nell'ecosistema della regione, tanto su vasta scala che su piccola scala
(dall'intero paesaggio, ai bacini idrografici, fino alle singole unità di
taglio). L'obiettivo è di mantenere un basso livello di rischio verso
l'integrità dell'ecosistema, consentendo al tempo stesso una gestione
flessibile. In questo modo, le imprese forestali sono in grado di scegliere
se praticare il prelievo in forma leggera sull'intero paesaggio, o se
lasciare intatte diverse aree e concentrare
il prelievo in un bacino idrografico. Saremo in grado di sapere se la
gestione ecositemica è realmente tale, quando sarà adottata e la
pianificazione mostrerà come è stata affrontata la valutazione e il bilancio
del rischio, e cosa le imprese forestali hanno deciso di lasciare prima di
pianificare cosa prelevare.
Greenpeace resta preoccupata del fatto che le imprese forestali siano ancora
sprovviste di un piano aziendale per l'implementazione della gestione
ecosistemica, prevista per il 2009. Le aree protette non sono sufficienti da
sole ad assicurare il futuro della Foresta del Grande Orso.
La nostra ricerca mostra che, in molti tipi di ecosistema della regione,
abbiamo protetto all'incirca il 23% delle foreste primarie o mature. Il team
scientifico indipendente raccomanda che per assicurare l'integrità ecologica
della regione, questa soglia debba raggiungere il 70% di ogni tipo di
ecosistema di foresta primaria e allo stesso tempo in tutta la regione.

Economia basata sulla protezione:
Una componente centrale dell'Accordo sulla Foresta del Grande Orso è un
innovativo finanziamento di 120 milioni di dollari volto a finanziare
progetti di conservazione e al tempo stesso attività economiche alternative
a vantaggio delle comunità nei territori nativi. A oggi le associazioni
ambientaliste hanno raccolto 60 milioni di dollari tra donazioni
filantropiche e fondi del governo provinciale della Columbia Britannica.
Purtroppo, senza impegno di ulteriori 30 milioni di dollari da parte del
governo federale canadese, l'intero piano rischia di essere inefficace.
Altri dati:
- La Foresta del Grande Orso è il territorio tradizionale di 25 popoli
nativi (First Nations)
- Molte specie di piante ed animali sono endemici della Foresta del Grande
orso: Grizzly, l'unico orso bruno dal mantello bianco (lo ‘Spirit’ bear),
l'Astore, l'Urietta marmorizzata, l'Aquila calva, volpi, trote e salmoni di
grande valore.
- Il 20% dei salmoni del pianeta vivono nella Foresta del grande Orso.
- La pianificazione per l'ambiente acquatico è solo agli inizi nella Foresta
del Grande Orso.
- L'allevamento dei salmoni è causa di forti preoccupazioni da parte degli
ambientalisti così come da parte dei popoli nativi della regione.
Per maggiori informazioni:
Amanda Carr (+1-604-839-8760), di Greenpeace Canada, parteciperà al viaggio
nella Foresta del Grande Orso. Per domande specifiche sul team scientifico
indipendente è possibile contattare:
Chuck Rumsey (+1-250-704-9081 o +1-604-630-9181). È membro del Coast
Information Team ed è
stato l'auotre principale della: An Ecosystem Spatial Analysis for Haida
Gwaii, Central Coast and North Coast, British Columbia
(http://www.citbc.org/c-esa-fin-04may04.pdf).
Greenpeace pone l'accento sugli impatti cumulativi dell'industria forestale
sul paesaggio
forestale, che sottolinea come la vera misura del successo sarà data dal
cambiamento delle
pratiche di prelievo sul campo e in foresta a partire dal 2009.
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N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a:

altragricoltura at italytrading.com

Altre notizie sul sito: www.altragricolturanordest.it
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