La stampa 10
Settembre 2006
GERBIDO
CONVEGNO-PROTESTA DI SETTE ASSOCIAZIONI
«Scelta
vantaggiosa
solo per chi costruirà
e gestirà l’impianto
Onerosa per i
Comuni»
«No
all’inceneritore
Costa e
inquina»
«Con il fuoco l’uomo ha imparato a
cucinare i cibi, segnando un passaggio importante nella sua evoluzione. Ora
brucia le risorse, segnando un passo indietro verso la preistoria!». Il
variegato fronte anti-inceneritore è partito da questo assunto, dal suo punto di
vista incontestabile, per ribadire il «no» senza appello al futuro inceneritore
del Gerbido. Lo ha fatto ieri mattina, in occasione della «Quinta giornata
mondiale contro l’incenerimento dei rifiuti e per le alternative», durante il
convegno organizzato in corso Stati Uniti 23 da sette sigle: Agire Locale
Torino, Medicina Democratica, Greenpeace Torino, Pro Natura, Forum
Ambientalista, Associazione Il Girasole e Associazione A.V.D.A.
Interventi diversi, conclusioni pressochè univoche. Mentre l’iter
per la realizzazione del termovalorizzatore entra nel vivo, Trm ha depositato lo
Studio di impatto ambientale, aumenta di tono la protesta di quanti contestano
la decisione come soluzione al problema dei rifiuti: «Scelta sicuramente comoda
ed economicamente vantaggiosa per chi costruirà e gestirà l’impianto ma molto
onerosa per i Comuni e quindi per i cittadini che vedranno aumentare il costo
del servizio». Anche ieri, le accuse si sono sprecate. Una per tutte, la non
volontà di trovare soluzioni alternative: «In dieci anni nessuna iniziativa ha
preso in considerazione la possibilità di non realizzare impianti di
incenerimento e di trovare soluzione al problema dei rifiuti per altre vie che
non fosse quella, utilizzata finora, di smaltire quasi tutti i rifiuti in
discarica». Nel mirino, la mancanza di strategie e programmi per ridurre alla
fonte la quantità di rifiuti, le valutazioni di carattere economico, i passaggi
procedurali che scandiscono l’iter verso l’inceneritore. E naturalmente le
emissioni. Conclusione: «Con l’inceneritore si introduce una nuova fonte di
inquinamento destinata a perdurare per decine di anni, nella zona sede
dell’impianto ma anche nel territorio limitrofo». \