Lettera Ibfan Italia a FAIRTRADE - TRANSFAIR ITALIA su adesione ad Eurochocolate 2006



A: FAIRTRADE - TRANSFAIR ITALIA
c.a. del Presidente, Paolo Pastore
coordinamento at transfair.it

Roma, 8 luglio 2006

Carissimi,

siamo rimasti sorpresi ed amareggiati nel venire a sapere che Fairtrade - Transfair Italia parteciperà alla prossima edizione di Eurochocolate, dal 14 al 22 ottobre prossimo a Perugia, accettando l’invito degli organizzatori di quella stessa manifestazione che ha tra gli sponsor principali la Perugina, uno dei marchi più importanti della multinazionale Nestlè in Italia.

Sorpresi ed amareggiati per diversi motivi:

Intanto per l’iniziativa in sé, che lungi dall’essere un momento di richiamo ad una necessaria riduzione dei consumi (valore fondamentale anche per chi opera nel campo del commercio equo e solidale) si trasforma in un’inutile quanto farsesca sagra del piacere fine a sé stesso, che lascia ancor più costernati pensando alla facilità con la quale si consuma un prodotto, il cioccolato, che porta con sé una pesante storia di diritti negati e di sfruttamento di tanti braccianti del Sud del mondo.

Non vi crea disagio aderire ad un’iniziativa così intrinsecamente superficiale, nella quale si esaltano le ragioni del gusto ma si dimenticano quelle dei lavoratori?

Eurochocolate nasce per portare all’opinione pubblica le ragioni di chi è vittima nelle piantagioni di cacao o ne parla, in spazi ben delimitati, perché parlare di etica è ormai un obbligo anche per le imprese e apre spazi di mercato? Perché a pochi chilometri di distanza, a Gubbio, si tiene un’altra iniziativa che fa proprio dell’etica il proprio perno centrale? Dunque Eurochocolate come Altrocioccolato, non pensate si corra anche il rischio di prestarvi a questo tentativo di mistificazione della realtà?

E cosa dire delle imprese che saranno le regine di Eurochocolate, che con il cacao ed il cioccolato fanno lauti profitti sulla pelle di lavoratori e braccianti che non vedono rispettato alcun diritto basilare? Cosa dire del loro modo di fare impresa, anche dal punto di vista della responsabilità sociale? Cosa, della vostra presenza a fianco di alcuni colossi multinazionali tristemente noti, di una Nestlè contro la quale esiste da anni un pesante boicottaggio mondiale per le scorrette politiche di commercializzazione del latte artificiale ed alla quale voi stessi, neanche troppo tempo fa, avevate pesantemente contestato una certificazione fin troppo facilmente concessa dagli inglesi? Come dobbiamo leggere, oggi che decidete di aderire ad una manifestazione nella sostanza sponsorizzata dalla Perugina-Nestlè, le parole del vostro comunicato dell’ottobre 2005 nel quale, a chiare lettere, indicavate come “Fairtrade TransFair……. non ritiene comunque che questo sviluppo debba coinvolgere aziende sottoposte a campagne internazionali di boicottaggio , come quelle che riguardano Nestlè”?

E cosa ne pensano le altre organizzazioni del commercio equo e solidale, alcune delle quali abbiamo già saputo porsi in contrapposizione a questa vostra scelta? Come è stata presa questa decisione così importante e perché, possiamo saperlo anche noi consumatori critici di prodotti equosolidali ma anche boicottatori della Nestlè, che mai vorremmo trovarci un giorno a consumarne prodotti di una qualsiasi, assurda ed incompatibile linea “equosolidale”?

Avete considerato che sindacalisti Nestlé stanno morendo in Corea del Sud, Filippine e Colombia soltanto perché difendono i diritti dei lavoratori? E a voi questo non dice niente, va sacrificato in nome di qualche centinaio di tavolette che verranno vendute o di una maggiore visibilità nei confronti dell’opinione pubblica? Non pensate di svuotare di significato anche un’iniziativa come Altrocioccolato, laddove l’equo e solidale era e resta di casa?

Come spiegherete questa scelta agli organizzatori, come la spiegate a noi che siamo nel cartello di associazioni che anche quest’anno promuovono l’iniziativa, al di fuori dei facili profitti, lontano dai grandi media e da un’equità multinazionale ancora tutta da immaginarsi?

E le altre botteghe del mondo cosa ne dicono, cosa ne pensano?

Da parte nostra, non possiamo non auspicare un vostro ripensamento ed una rinuncia a partecipare ad Eurochocolate, insieme ad una forte presa di posizione nei confronti della manifestazione e dell’organizzazione, di chi intende mettere sullo stesso livello sfruttatori e sfruttati, utilizzare l’etica per il profitto, concedere spazio a multinazionali boicottate in tutto il mondo ed incapaci di una qualsiasi responsabilità sociale d’impresa.

Sono le scelte che fanno la differenza, in questi momenti si decide da che parte stare e quale modello alternativo si vuole costruire. Vi invitiamo ad un’attenta riflessione, vi aspettiamo per discuterne assieme.

I più cordiali saluti.

Il Portavoce
Adriano Cattaneo