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rassegna stampa: Le bugie della RAI sull'Influenza Aviaria
- Subject: rassegna stampa: Le bugie della RAI sull'Influenza Aviaria
- From: "Altragricoltura" <altragrico at italytrading.com>
- Date: Sat, 25 Feb 2006 12:57:25 +0100
a cura di AltrAgricoltura Nord Est ---------------------------------------------------- tratto da "Biozotec.it" - n. 72 del 16/2/06 Le bugie della RAI sull'Influenza Aviaria In questi periodo, a causa della solita cattiva informazione data dai media, i consumi di carni avicole sono scesi drasticamente, si parla di meno 70%. A questo disastro si sono aggiunti, in questi ultimi giorni, i commenti della RAI che individuano gli allevamenti rurali come i più a rischio di Influenza Aviare. Si stanno umiliando migliaia di agricoltori che ancora credono nel lavoro della terra. In pratica i prodotti avicoli d'eccellenza allevati all'aperto con metodi antichi, sarebbero un pericolo per i consumatori. Produzioni tradizionali come il Brianzolo in Lombardia, il Perniciato in Emilia, la Valdarnese in Toscana, la Padovana e la Polverara in Veneto, la Bianca di Saluzzo in Piemonte, il Gigante nero in Liguria, la Siciliana in Sicilia e le altre decine di produzioni di elevata qualità sono di colpo denigrate . Ma queste affermazioni, drammatiche se vere o sciagurate se false, che fondamento di verità hanno? Ma è proprio vero che gli allevamenti rurali sono i più a rischio? Per valutare questo pericolo facciamo un po' di conti su quanto è successo dal dicembre 1999 all'aprile 2000 quando il virus dell'Influenza Aviare (H7N1) ha colpito le campagne venete e lombarde portando alla morte quasi 14 milioni di capi. Per brevità confrontiamo i focolai scoppiati negli allevamenti lombardi di galline ovaiole. Consideriamo come allevamenti rurali e/o biologici quelli con meno di 3.000 galline accasate mentre indichiamo come industriali quelli con più di 3.000 galline. I dati dell'epidemia parlano chiaro: 72 focolai di Influenza negli allevamenti industriali della Lombardia e solo 4 casi in tutti gli altri allevamenti lombardi rurali e/o biologici. Se rapportiamo i dati relativi ai focolai con il numero delle aziende (fonte ISTAT, Censimento Agricoltura 2000 ) risulta che sono stati colpiti il 43% degli allevamenti industriali di galline ovaiole contro un bassissimo numero di allevamenti rurali: 4 su 17.000. Con i dati messi a disposizione dagli Istituti Zooprofilattici e dall'ISTAT si possono riproporre moltissimi esempi di questo tipo e in qualsiasi modo le informazioni oggettive vengano elaborate, danno sempre lo stesso risultato: gli allevamenti a rischio sono quelli industriali mentre gli allevamenti rurali sono i più sani e salubri. Non è certo una novità: la debolezza genetica , degli animali allevati dall'industria, e un metodo d'allevamento innaturale (eccessiva concentrazione di animali) rendono gli allevamenti intensivi molto vulnerabili a qualsiasi virus. Come il buon senso poteva far intuire, le produzioni rurali, con razze a lento accrescimento e con libertà di pascolo , sono ancora le uniche a produrre qualità e le più sicure per i consumatori. ----------------------------------------------------------- N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a altragricoltura at italytrading.com Altre notizie sul sito: www.altragricolturanordest.it -- No virus found in this outgoing message. Checked by AVG Free Edition. Version: 7.1.375 / Virus Database: 267.15.12/265 - Release Date: 20/02/2006
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