Intervista a Beppe Grillo
- Subject: Intervista a Beppe Grillo
- From: "Francesco Castracane" <fra.castracane at libero.it>
- Date: Mon, 13 Feb 2006 00:34:34 +0100
Apparsa su Liberazione del 5 febbraio 2006 Intervista a Di Gianni Ventola Danese Le proteste contro la Tav hanno ricordato a tutti che i cittadini sono più avanti di
chi li amministra e che è ancora possibile contrastare questo capitalismo
autodistruttivo. Proprio in questi giorni James Lovelock, uno dei più autorevoli scienziati che si dedicano
allo studio degli ecosistemi, ha dichiarato che è troppo tardi per salvare il
pianeta e che dobbiamo prepararci alla catastrofe. La Fiat
sigla un contratto per produrre e vendere automobili in India. Perché mi trovo
qui, ora, a intervistare un comico su degli argomenti
che riguardano l’energia, l’ambiente, la libertà, la
democrazia… cosa c’è che non funziona? È vero, purtroppo sono comici, associazioni di volontariato, padri comboniani, gente che non era deposta a questo compito,
però noi siamo come partigiani, che un po’ in disparte combattiamo
questa guerra della conoscenza. La conoscenza televisiva non ha più senso.
Quasi tutti i giornali sono in mano all’economia, e allora cerchiamo di
fare un po’ i carbonari, ci riuniamo in palazzetti,
siamo 10mila alla volta, e col prezzo del biglietto riesco poi a finanziare
tutti i processi. È un patto occulto che abbiamo fatto io e le persone. Ho
aperto un blog dove ci sono quasi 85mila persone che
ogni giorno si collegano, è un diario che metto in rete e dove ogni giorno
inserisco delle notizie interpretate, viste, verificate da me e dalle quali poi
nasce un dibattito, la gente esprime pareri, è una piattaforma libera, libera
con dei criteri ovviamente di non trasgressione, di mettere il proprio nome e
cognome, di non scrivere parolacce, però libera, molto libera, ognuno dice le
proprie esperienze ed è utilissimo per la gente, per me, per i comuni, ho tutte
le informazioni sulle città dove vado prima quindi il sindaco si legge le
informazioni lasciate dai suoi cittadini e capisce quali sono i problemi veri e
reali della gente, è un servizio straordinario, ma non bisogna dirlo, bisogna
lasciar credere che sia una stronzata, come Prodi che
ne aveva aperto uno di blog
e che poi l’ha chiuso in 20 giorni perché, come lui stesso ha affermato,
non ha avuto il tempo di parlare coi suoi elettori. Loro vanno da Costanzo,
vanno ai telegiornali, vanno da Vespa, pensano che l’informazione sia
quella lì, invece quel tipo di informazione è morta. E
allora non diciamoglielo, noi li “bypassiamo”… Ecco il
punto, ma “bypassando” la politica non finiamo così di finire nel paradosso di Berlusconi
che ha detto, tra le tante, che il problema dei prezzi alti se lo devono
risolvere le massaie… Mah… la politica cos’è? Io sto facendo politica… la
politica, per esempio, è riuscire a organizzare un
milione di email e inviarle a chi di dovere in
Parlamento in modo che si possano modificare creare o proporre una legge, per
esempio come succede negli Stati Uniti [fa riferimento al movimento “Move on”, www.moveon.org, N.d.R.]. Questo è “bypassare”
l’intermediario. Chi è il politico? ormai il
politico non c’è più, nessuno è più un politico. Il governo non governa mica, lei pensa di essere governato? Il governo fa
le leggi, invece le leggi dovrebbe farle il Parlamento, e invece è la Moratti che fa la legge sull’istruzione, ma non dovrebbe
fare nessuna legge, la Moratti dovrebbe andare nei
provveditorati e rimetterli in sento, deve governare,
non fare le leggi. Questo è un governo che non governa, assente, non c’è,
quindi noi ce lo prendiamo, ci autogoverniamo. La rete dunque non sarebbe tanto una tecnologia, quanto
piuttosto una grande esperienza di comunicazione
umana… Certo, e poi è l’approccio
a essere diverso, non è come stare seduto su una
poltrona davanti alla tv e ricevere tonnellate di disinformazione. Significa
scegliere, selezionare, interpretare, e magari interagire attivamente contro chi dice falsità, e tutto questo sarà sempre più facile,
quando le tecnologie saranno più soffici, meno invasive, più semplici e
aiuteranno a migliorare la qualità della vita come io penso, noi non avremo più
il computer con la tastiera con dei controsensi pazzeschi, ci sarà uno schermo
e poco più… tecnologie che ci vengono più dalla Corea che
dall’Italia. Noi abbiamo un ministro Stanca che veramente è un venditore,
un ex magazziniere della IBM che non fa altro che
raccontare balle, sono una cosa strepitosa le balle che racconta, che siamo per
le innovazioni tecnologiche terzi in europa…
smentito tutti i giorni sul blog da grandi ingegneri
della comunicazione come Roberto Vacca, tra lui e Tronchetti veramente…
sono come i due fratelli De Rege [coppia di comici in
voga negli anni Trenta, N.d.R.]. Ecco, la rete appunto. La libertà di Internet
come è adesso corre dei rischi? Non ha paura lei che un domani la rete possa snaturarsi un po’ come ha fatto la televisione? Certo, c’è questo
pericolo. Sono i pericoli che vengono dalla pubblicità, dagli spammer, della merda che ti arriva quando non te l’aspetti, il pericolo c’è
già, però ci saranno sempre criteri per aggirarla, la rete si autodefinisce, si
autoseleziona, ha questo di grande. Tuttavia
c’è la legge Urbani che cerca di tarpare le
ali… il diritto d’autore, la pirateria… io sono a favore di
qualsiasi tipo di pirateria, tutte le mie cose sono in Internet, chiunque può
scaricarsele, è chiaro che se uno mette su un negozio e poi le vende girano un
po’ i coglioni, ma la rete deve rimanere
libera, ognuno deve essere libero di scaricarsi un film, vedersi una partita
gratuitamente, senza pagare nulla, questo è il mio pensiero, anzi, dev’essere garantita dal diritto di nascita, cioè io
vengo al mondo, mi danno la cittadinanza, l’Unesco
mi deve dare il diritto gratuito di accesso alla comunicazione in rete. Quando nasco devo già avere la mia e-mail… Mi sta
dicendo che quelle condizioni di convivialità che aveva
prospettato Ivan Illich e che la rete sta creando,
sono state confuse nel discorso dei poteri forti con il concetto di
“pirateria”? Proprio così… e mi fa
piacere che menziona Illich, uno dei più grandi
pensatori di questo secolo, passato un po’ in
sordina, i ragazzi non lo conoscono, un uomo straordinario che aveva già
previsto tutto… in Nemesi medica
tutto aveva previsto, che la medicina creava la malattia, A
proposito di mobilità. Cosa pensa delle grandi opere?
La Tav, il ponte sullo stretto? Sono i sogni di chi non ha più sogni. L’alta velocità non serve per andare più
veloci, serve per andare a lavorare più distanti, quando oggi
l’urbanistica moderna va in una direzione opposta, tende a inglobare, all’implosione, non all’esplosione
verso l’esterno, quindi tutte le cose veloci sono fallite clamorosamente:
il Concorde, l’aereo più veloce del mondo, il tunnel sotto la Manica, il
ponte sullo Stretto, sono tutte cose fallite. Adesso c’è la corsa al più
grosso, l’airbus, sempre più passeggeri…
C’è questo Pil che ormai non ha più senso,
questa crescita esponenziale che poi porta a una controproduttività prevista da Illich… Ecco, il Pil… gli
ultimi dati dicono che il nostro Pil è in calo e
destra e sinistra si stracciano le vesti. Il vero rischio non è questo pensiero
unico? Ma invece se il Pil cala dovremmo
dire “caspita! È calato il Pil!” e uscire
ed essere gioiosi, perché un terzo del Pil è fatto
con delle catastrofi, cioè un ponte che va giù fa
andare su il Pil, se io uccido la mia donna di
servizio il Pil va su, se mi ammalo il Pil va su, se sfascio la macchina contro un guardrail il Pil va su! Siamo più ricchi per merito della sfiga! Se togliessimo la sfiga la
nostra ricchezza è rimasta ferma agli anni Cinquanta. È una concezione
economica basata sul paradosso, ma in origine nella formula del calcolo del Pil dell’economista che la ideò, e che vinse anche il
premio Nobel, non si parlava di prodotto interno lordo, ma di
“costo” interno lordo, infatti il Pil esprime un costo, non un prodotto… Quindi lei concorda con Serge Latouche che, anche sulle
pagine di questo giornale, ha sostenuto che lo sviluppo non sarebbe mai
sostenibile? Certo! Anche se io non sono così categorico, lo
sviluppo ci può essere più o meno ma dipende da cosa intendiamo per sviluppo.
La parola sviluppo io l’ho sentita la prima volta
quando mi è sceso il testicolo a dodici anni, e il medico ha detto a mio
padre “suo figlio si è sviluppato”. Queste sono parole che ora non
hanno nessun senso proprio perché ne hanno cambiato il loro senso originale.
Oggi ci sono varie teorie straordinarie, quella della decrescita felice, quella
di Wackernagel sulle impronte ecologiche che calcola
quanti ettari di terra ci vogliono per fare un chilo di benzina o un etto di
carbone o sei etti di pane… perché non si parla
mai di dematerializzazione? Si parla di fare delle
centrali in più e mai di come progettare e costruire le cose utilizzando 4 o 5
volte meno energia, fare una centrale in più è come avere un buco nella vasca,
perdi acqua e quindi aumenti le dimensioni del rubinetto… tappa il buco prima! Il problema è che siamo devastati da gente
che non governa, di una ignoranza abissale, siamo in
mano a questi piccoli uomini pieni di debiti che hanno sposato persone
facoltose. Mi può
dire se ha mai pensato di entrare in politica, quella finta, come dice lei,
quella dei palazzi, magari per farla diventare vera? No, no… il mio concetto di
politica è diverso… io ho fatto vedere come si faceva un litro di latte e
quello era l’ambientalismo, facevo vedere come
si fa un chilo di automobile, quanta energia ci vuole
per estrarre un litro di benzina… questo è l’ambientalismo,
non proteggere l’albero o la foca monaca, sono anni e anni che faccio
politica ed è per questo che ho successo, perché faccio finta di non
farla… Insomma, una
candidatura a ministro dei trasporti non la interesserebbe? No, assolutamente, anche perché
il ministro dei trasporti non conta un bel niente, contano
gli industriali, sono loro che ci cambiano la vita. Se andiamo a vedere i 50
uomini più potenti del mondo non troviamo un politico,
non c’è un uomo di governo, non un capo di stato, sono 50 manager di
altrettante multinazionali, sono quelli che cambiano In questo
quadro c’è ancora chi ha paura dei comunisti… Ma oggi i comunisti sono società
per azioni con sede alle isole Cayman e non sai chi sono. Sono tutti gli imprenditori sovvenzionati dallo Stato,
non c’è un grande imprenditore che non sia
sovvenzionato dallo Stato, sovvenzioni per il latte, per
l’agricoltura, per l’automobile, per qualsiasi cosa, riescono a
prendere sovvenzioni per aprire in Cina la stessa fabbrica sovvenzionata in
Italia. Sono questi i comunisti. Berlusconi è un
comunista, è lui il vero comunista e nel suo entourage c’è almeno una
trentina di ex comunisti addirittura alcuni di Lotta
Continua… Ferrara, Bondi, Bossi, tutti ex
comunisti. È lui il vero comunista, quello che vuole togliere la tassa di
successione, ma vada a parlare coi grandi industriali
americani… Bill Gates
ha detto “noi la tassa di successione la vogliamo, ci serve, perché il
nostro patrimonio deve ritornare alla società che ce lo ha dato”. Questi
sono i grandi capitalisti. I capitalisti che chiedono 14 aliquote e in base al
reddito uno paga, non due! La democrazia non è due! Fare due partitini,
il partito unico democratico moderato… come negli Stati Uniti.
Quando c’è stata la sfida tra Kerry e Bush non c’era nessuna
differenza, Bush diceva “Dio è con noi” e
Kerry diceva “noi siamo con Dio”, questa
era la differenza, ed ecco perché hanno scelto di nuovo Bush.
La nostra è una democrazia pirata, finta! Se lei va a vedere i 150 paesi
democratici, 146 sono democratici per i cavoli loro, cioè
per volontà della Banca mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, ma se
guardiamo ai diritti umani pochissime sono le democrazie. Quindi
la democrazia è diventata una roba da esportare con gli aerei e le bombe, ecco
cosa è diventata la democrazia. Fraternitè, egalitè… l’uguaglianza?
10 multinazionali hanno un patrimonio come un miliardo di persone, 88 famiglie
hanno un patrimonio come tutti i cinesi, questa è uguaglianza? Fraternitè?
10 multinazionali si dividono i 70% dell’energia, l’80%
dell’intrattenimento, il 60% dei semi per l’agricoltura,
l’80% dei mezzi di comunicazione. La libertè? Andiamo a vedere un
po’ negli Stati Uniti com’è la libertè con la legge
antiterrorismo, ti possono arrestare senza alcun tipo di causa e di cognizione
e tenerti dentro fin quando vogliono. È questo è il
sogno americano? |
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