CS17-2005: 15/02/2005
/bigger>/bigger>/fontfamily>Olimpiadi
invernali di Torino 2006: Amnesty International
contesta la presenza di Finmeccanica tra gli sponsor
ufficiali
/bigger>/bigger>/fontfamily>/center>/bigger>/bigger>/fontfamily>La
Sezione Italiana di Amnesty International ha scritto
oggi al presidente del Toroc (il Comitato
organizzatore dei XX Giochi Olimpici invernali di Torino 2006), Valentino
Castellani, per esprimere il proprio disappunto sull’accordo raggiunto
con il Gruppo Finmeccanica, che sarà tra gli sponsor
ufficiali delle Olimpiadi.
“La partecipazione di Finmeccanica, in qualità
di partner del Programma artistico e culturale dei Giochi” – scrive
Amnesty Italia
– “ci sembra proietti un’ombra sgradevole su
un’edizione dei Giochi che, con il concorso di tutti, si sta cercando di
effettuare in un quadro complessivo di rispetto della persona e
dell’ambiente”.
L’utilizzo di fondi Finmeccanica, principale
gruppo italiano del settore armiero, si pone in
contrasto con i principi della Carta d’intenti, elaborata dal Comitato
dei valori, di cui Amnesty International fa parte:
tali principi si rifanno alla tutela del diritto alla vita, alla salute, alla
libertà e alla sicurezza.
Amnesty Italia
sottolinea il rischio che imprese legate al Gruppo Finmeccanica
da rapporti di parentela o di semplice collaborazione commerciale a livello
nazionale ed internazionale, esportino verso altri paesi armi che possono
essere utilizzate per commettere gravi violazioni dei diritti umani e del
diritto internazionale umanitario. Soprattutto, vi è la possibilità che in una
serie di casi sotto analisi, proprio armi fabbricate da Finmeccanica
e dalle società controllate dal Gruppo possano essere
state utilizzate per colpire indiscriminatamente la popolazione civile o nel
contesto di conflitti interni e internazionali.
“L’appartenenza di Finmeccanica a questo
settore industriale” – conclude la lettera - non ci consente quindi
di considerare positivamente il suo ingresso fra gli sponsor ufficiali del Toroc e ci auguriamo che il Comitato organizzatore ritorni
sui suoi passi, per dimostrare che alle parole e agli impegni contenuti nella
Carta d’intenti corrispondono anche comportamenti conseguenti”.
Amnesty International precisa che non intende
proporre o sostenere alcuna forma di boicottaggio, né di interruzione del
commercio delle armi in quanto tali, bensì contrastare i trasferimenti di armi
quando si possa ragionevolmente presumere che il governo acquirente le impiegherà
per violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale.
Malgrado l’Italia sia dotata di una legge apparentemente chiara e
rigorosa, la 185/90, garanzia per lo Stato e le industrie di alti standard di
controllo, un’applicazione poco coerente al dettato normativo e allo
spirito dei divieti contenuti nella legge hanno reso possibili in alcuni casi
esportazioni verso paesi dove è alto il costo umano dei conflitti e delle
violazioni dei diritti umani.
FINE DEL
COMUNICATO
Roma, 15 febbraio 2005
Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell.
348-6974361, e-mail: press at amnesty.it
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