Comunicato stampa - INFLUENZA AVIARIA: crisi dei modelli di consumo e crisi del settore avicolo



Comunicato stampa:

INFLUENZA AVIARIA: crisi dei modelli di consumo e crisi del settore avicolo

C’è voluta una paventata pandemia da virus influenzale H5N1 per portare a
galla la fragilità strutturale dell’intero comparto delle produzioni
avicole.
La campagna mediatica che ha preso avvio dalle documentate segnalazioni dell
’Organizzazione Mondiale della Sanità ha spinto i governi ad adottare un
legittimo principio di precauzione teso a sottrarre i territori europei all’
avanzata del ceppo virale, attualmente mortale per la popolazione avicola e
alle sue possibili trasformazioni in pandemia per l’uomo, ed i cittadini
giustamente preoccupati  hanno scelto di evitare l’uso di produzioni massali
che percepiscono come origine del loro disagio per ora emotivo.
L’informazione diffusa e condivisa ha reso evidente a tutti che il brodo di
coltura sul quale da anni ha attecchito  il virus dell’influenza dei polli,
nelle sue diverse “edizioni “annuali, è l’intensivo sistema di allevamento
industriale.
Talmente è evidente la cosa che anche il governo regionale della Lombardia
ne è consapevole e saggiamente ne trae le conseguenze ordinando con il
DECRETO DIREZIONE GENERALE SANITA' N. 15371 DEL 20/10/2005  il fermo
obbligatorio dell’allevamento dei tacchini per un periodo di sei mesi!
Le sottostanti parole dell’autorità sanitaria della Regione Lombardia
introducono nel dibattito politico ed economico nuovi elementi di
valutazione sulle origini della crisi e quidi nuovi orizzonti possibili per
sanare e rilanciare l’intero settore avicolo:
“...CONSIDERATO che la densità degli allevamenti avicoli è tra i fattori che
aumentano il rischio di diffusione del virus influenzale e che i tacchini
rappresentano la specie più sensibile a tale agente infettante;
RITENUTO indispensabile definire i parametri che identifichino una
determinata area come “area densa”;
STABILITO di ridurre il rischio sanitario di diffusione del virus
influenzale diminuendo la densità avicola delle aree definite come “dense”;"
(vedi pag. 1 del Decreto).

"...Il manifestarsi di focolai di infezione di influenza aviaria può essere
correlato a diversi
fattori:
• caratteristiche biologiche del virus (largo spettro d’azione, persistenza
nell’ambiente e in
serbatoi naturali sia selvatici che domestici, patogenicità
specie-specifica, ecc.)
• presenza di aree ad elevata densità di allevamenti avicoli
• contemporanea presenza di numerose specie sensibili
• caratteristiche organizzative e strutturali dell’industria avicola
(strette connessioni
funzionali fra allevamenti, elevato numero di contatti a rischio, ecc.)"
(vedi pag. 4 del Decreto).

In poche righe, per la prima volta, l’ente pubblico riconosce nell’
inadeguatezza del sistema industriale la prima concausa del pericolo
pandemico e prende i primi provvedimenti.

Dal 1999, quando con le epidemie di influenza a bassa patogenicità furono
travolti allevamenti in Veneto e Lombardia, via via giungendo, in un
crescendo di episodi epidemici, fino all’attuale rischio di epidemia ad alta
patogenicità abbiamo segnalato che il punto limite di “sviluppo” del modello
industrialista di produzione del pollo era stato raggiunto, e che saremmo
passati da una crisi di settore alla successiva, dragando il fondo del
barile dei contributi pubblici, dilapidandoli senza riuscire a garantire più
salute, sicurezza alimentare, buon cibo ai cittadini e lavoro dignitoso e
garantito agli operatori del settore.
 Oggi tutti, forze politiche e sindacali, grandi imprenditori, soccidari,
lavoratori del settore, cittadini/consumatori sono chiamati ad affrontare
questa dura realtà ed imboccare, finché c’è ancora tempo, la strada del
cambiamento, individuando quale ristrutturazione deve investire questo
importante settore che deve produrre cibo e non pericolo e malattia per l’
intera comunità.
La strada da imboccare è quella della riconversione produttiva del settore,
interrompere la produzione della merce pollo al primo prezzo, sostituirla
con la costruzione di una filiera controllata che produce cibo di grande
qualità sostanziato dal rispetto degli equilibri ambientali, del benessere
animale, del lavoro umano, della sicurezza e benessere della comunità.
Oggi è prioritario evitare che risorse importanti per l’economia e la
coesione sociale del paese siano bruciate in un sostegno cieco ed
improduttivo ad un ciclo di produzione industriale che porta in se il germe
di tante preoccupazioni e pericoli, è prioritario destinare queste risorse
alla ricostruzione dalle fondamenta dell’intero settore realizzando:

· La riduzione, da subito, degli accasamenti del pollame, almeno del 50 %
fino a dicembre e prevedendone  il blocco nei mesi di più pericolosi, da
gennaio a marzo ;
· La messa in sicurezza gli allevamenti industriali varando un piano
sanitario urgente che oltre all’etichettatura stabilisca regole certe per
gli allevamenti lasciati oggi alla gestione del “buon cuore” degli
industriali del settore;
· La Codifica della riduzione del numero di animali per Km quadrato nei
singoli comuni, stabilendo, in concerto con le regioni, province e comuni,
un carico zootecnico certo distribuito a livello nazionale che istituisca
aree cuscinetto di biosicurezza e rispetti regole di biosicurezza;
· Il varo di un piano di rilancio della zooctenia avicola che abbia il suo
cuore nell'incremento e difesa della biodiversità delle specie allevate,
nella valorizzazione di specie rurali autoctone, nel sostegno di metodi di
allevamento rispettosi dell’ambiente e degli animali;
· La promozione, in sede nazionale e Comunitaria, dell’adozione di politiche
di controllo reale ed efficace sui sistemi di sicurezza sanitaria e sociale
applicati nei paesi terzi, da cui dipendiamo per le importazioni di materie
prime o trasformati alimentari, esigendo l’omologazione dei sistemi verso l’
alto per autorizzare l’interscambio di prodotti;
· Il sostegno, da subito, con ammortizzatori sociali, delle sole aziende che
scelgono strategie di riconversione produttiva adottando processi di qualità
incentrati sul rispetto dell’ambiente e del benessere animale.

Queste semplici regole che partono dalla società civile sono le uniche cose
sensate che immediatamente possiamo auspicare rientrino nel dibattito
politico e quindi siano realizzate dagli enti locali, dal governo regionale
e nazionale a difesa dei cittadini.

Padova 27/10/2005
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Version: 7.0.344 / Virus Database: 267.12.3/141 - Release Date: 18/10/2005