Re: NO AL PONTE DI MESSINA





IL GRANDE BLUFF DEL PONTE E LO SPRECO DI DANARO PUBBLICO.

Lo sapevate che Beppe Grillo è anche opinionista dell’edizione italiana 
dell’autorevolissimo Wall Strett Journal? Leggete cosa scrive oggi: “Sparare 
sul ponte di Messina è come sparare sulla Croce Rossa, lo capisce anche un 
idiota che non serve a nessuno, anche se è utile agli interessi di qualcuno. 
Dopo le leggi ad hoc, si fanno pure le opere ad hoc. (…) I 3,88 miliardi di 
euro (l’offerta avanzata dall’Impregilo per aggiudicarsi la mega commessa, 
ndr.) sono nostri, perché spenderli per un'opera inutile? I nostri dipendenti, 
incapaci di gestire il nostro debito pubblico, prima di spendere i nostri 
soldi per il ponte dovrebbero giustificarne il ritorno, l'utilità, gli impatti 
ambientali, la fattibilità.” 
L’esito della gara che assegna la commessa a Impregilo era scontato. Il 
gruppo, che ha presentato una clamorosa offerta al ribasso, già 
giudicata “anomala”, è  - guarda caso -patrocinato dallo stesso studio legale 
della Società Stretto di Messina. Se  poi andate a guardare il bilancio di 
Impregilo (disponibile per tutti su Internet) scoprirete che è un colabrodo e 
che la società è in cerca di tappi per turare le falle. Altro che affidamento 
per grandi capacità tecniche…!

L'affidamento contrattuale, in ogni modo, c’è stato, ma “ovviamente, non 
significa che l'opera sarà realizzata secondo i piani e i dati formali 
previsti dall'offerta vincente" - scriveva ieri il "Sole24ore". "Mille – 
aggiungeva - sono gli ostacoli che possono frapporsi ancora nella 
realizzazione dell'opera". Per procedere all’aggiudicazione definitiva, 
bisognerà, infatti, aspettare almeno fino a gennaio. 

Ma il ponte – quello vero - non si farà. In fondo, in fondo non ci crede più 
nessuno. E’ sparito dal Dpf, la nuova pesante finanziaria di Tremonti. 
All’interno dello stesso Polo – propaganda a parte - non è visto di buon 
occhio e nessuno lo difende apertamente. Pensano solo ad una “prima pietra” 
elettorale. La “Fabbrica” di Prodi lo ha definitivamente cancellato dal 
programma per il prossimo governo. L’Unione è contraria al 99% (finalmente 
anche D’Alema si è schierato). La Regione Calabria ha detto “no”. Il Comune di 
Villa San Giovanni si oppone da anni. Al Comune di Messina la maggioranza dei 
consiglieri è contraria e la “neonata” lista rosso-verde preannuncia già 
l’occupazione dei cantieri, se mai dovessero sorgere. Nel Consiglio Comunale 
di Reggio Calabria – sindaco e giunta latitanti per l’occasione -  appena 
qualche settimana fa si è consumato un vero e proprio processo alla Stretto di 
Messina Spa. Procedimenti giudiziari, che riguardano la troppo rapida e 
leggera concessione dell’ok alla valutazione di impatto ambientale, sono in 
corso. L’Unione Europea deve ancora esprimersi su diverse e delicate questioni 
che riguardano la legittimità della “legge obiettivo”. Pendono ricorsi sulla 
legittimità della stessa procedura di gara per l’assegnazione 
del “contractor”, inficiata da doppie appartenenze ed intrecci di interessi. 

Soltanto il dott. Pietro Ciucci esulta, accompagnato da un inspiegabilmente 
trionfalista ing. Lunardi, cui la finanziaria ha tagliato fondi per strade 
(vedi Anas) e grandi opere. Ma nemmeno la Borsa – cinica e volubile - ha 
applaudito: soltanto uno 0,69% di miglioramento per le Impregilo ordinarie 
nella giornata di festa per la vittoria del 12 ottobre ed un crollo del -5,27% 
(dopo essere scesi al -10%) alle ore 20.00 del 13. Titolo sospeso per eccesso 
di ribasso. “Gli operatori parlano di scetticismo sull’effettiva costruzione 
del ponte o sui costi del progetto.” (Reuters, Borsa italiana). Nessuno 
ritiene possibile che con il ribasso del 12% sul costo annunciato dalla 
Stretto di Messina l’opera sia realizzabile. Tutti invece paventano una 
clamorosa speculazione. Per contro Astaldi, che ha perso la gara, promette 
battaglia e sale in borsa. “Soldi on-line” commenta: “Pollice verso per 
Impregilo… Ne vedremo delle belle?” 

Partirà, forse, con il 2006 la progettazione, che sarà fatta dallo studio 
danese Cowi, e non si sa quale sarà l’esito di un disegno esecutivo che sconta 
mille difficoltà di ordine tecnico (alcune insormontabili, a detta dei 
maggiori esperti) e ben 35 costosissime prescrizioni di ordine ambientale. 
Intanto, però,  partono altri appalti per monitorare un’opera che non verrà 
mai realizzata. 

E i soldi? Questo è il punto. I soldi non ci sono. Il primo 40% del 
fabbisogno, pari a 2,5 miliardi, sarebbe dovuto arrivare attraverso l'aumento 
di capitale della Stretto di Messina già deliberato, ma questo è stato 
realizzato nel 2003 solo per la prima tranche di 300 milioni. Oltre questi – 
che sono soldi pubblici della Fintecna (ex Iri), interamente controllata dal 
Ministero dell’Economia e delle Finanze,  ed in parte già spesi per propaganda 
e prebende -  non c’è niente altro nel borsellino che amministra Ciucci. Ma si 
tratta di distribuirli e spenderli fino all’ultimo euro. Poi?… Poi si chiude. 
Ecco il grande bluff a danno dei contribuenti. Alcuni si preoccupano per le 
eventuali penali da pagare in caso di cancellazione del progetto e sostengono –
 avanzando un ricatto -  che non si può tornare indietro. Non è vero. Ci vorrà 
tempo prima dell’aggiudicazione definitiva e prima della presentazione di un 
progetto definitivo, che si dovrà confrontare con le valutazioni e 
l’opposizione delle istituzioni locali, con la conformità con un piano 
finanziario al ribasso, con una nuova eventuale valutazione di impatto 
ambientale.

E’ dunque necessario – come sostengono le associazioni ambientaliste ed i 
comitati - che la forte mobilitazione contro un progetto assurdo, dannoso ed 
inutile, prosegua e si ampli. E’ necessario che la Regione Calabria dia esito 
concreto ed immediato al suo no. E’ necessario che il maggior numero possibile 
di Comuni calabresi e siciliani, messi all’angolo dalla “legge obiettivo”, 
dichiarino pubblicamente il loro no, come ad esempio ha fatto la sindaca di 
Cosenza, Eva Catizone. E’ necessario che ogni cittadino dotato di buon senso 
faccia sentire la propria voce per impedire che si continui a sprecare danaro 
pubblico e la si smetta di prendere in giro gli italiani.


Osvaldo Pieroni, Palmi 14 ottobre 2005
















Citazione Gianluca Trovati <gtrovati at caritasitaliana.it>:

> Scusate l'intromissione!! Ma credo che ogni cittadino possa dire la sua su
> questo progetto che interessa uno dei luoghi più belli dell'Italia....
> 
> O dobbiamo accettare tutto....?
> 
> Diciamo NO al ponte di Messina
> Uno dei luoghi più belli dell'Italia in pericolo per un progetto da 6
> miliardi di Euro!! 
> 
> Cosa ne pensate??
> 
> Giangi
> 
> Il contratto del ponte.
>  
> Il contestato progetto di costruzione di un ponte tra
> Messina e il tacco dello stivale italiano ha fatto un passo
> in avanti dopo che la società Stretto di Messina ha
> stabilito il vincitore dell'appalto da 3,88 miliardi di
> euro. Impregilo, la più grande impresa edile italiana,
> guida il gruppo che ha ottenuto il contratto per realizzare
> il più lungo ponte sospeso del mondo: 3,7 chilometri.
> Includendo l'inflazione e i costi di finanziamento, il
> progetto costerà sei miliardi di euro, ha dichiarato la
> società parastatale Stretto di Messina. Il progetto,
> pensato già in epoca romana, ha raccolto forti consensi e
> una decisa opposizione. Il primo ministro Berlusconi ha
> usato il progetto nella sua campagna elettorale del 2001.
> Gli ambientalisti hanno promesso di ostacolare la
> realizzazione del progetto. Ma tanti sono convinti che
> comunque il ponte non sarà mai realizzato.
>  
> International Herald Tribune, Francia 
> http://www.iht.com/articles/2005/10/12/business/bridge.php
> 
> 
> «Nella casa che tu hai voluto
> che sia mia,
> in questo piccolo angolo
> del mondo,
> rimarrò volentieri,
> spalancando
> il mio cuore
> a chiunque.»
> 
> Jeannette Byamungu Kitambale


Osvaldo Pieroni
Presidente corsi di Laurea in DES
Scienze Sociali per lo sviluppo la Cooperazione e la Pace
Università della Calabria
87036 Arcavacata di Rende
0984 492565

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