rassegna stampa - Influenza aviaria: sono gli allevamenti intensivi il vero problema.



Vi giriamo un comunicato di Legambiente.
a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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Today news
Influenza aviaria: nessun rischio di contagio mangiando pollo!
12/10/2005 13:47 - Una psicosi che ha abattuto i consumi del 30%. Ma sono
gli allevamenti intensivi il vero problema.
“Non c’è nessun rischio di contagio mangiando pollo, ma è il contatto
diretto con l’animale infetto ad essere pericoloso. E gli allevamenti
europei sono al momento indenni dal virus dell’influenza aviaria (A H5 N1)”.
Lo ribadisce Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente a fronte
del massiccio calo (30%) dei consumi di pollame da parte dei cittadini
italiani.
Quello che l’Oms teme dopo i recenti contagi è che il virus possa passare ad
una fase di diretto contagio umano creando i presupposti per una pandemia
mondiale, proprio per l’estrema variabilità della virulenza. “Il punto –
continua Ferrante – è un altro. Bisogna trovare un piano di risposta che
veda la concertazione delle forze politiche sociali ed economiche sui metodi
di allevamento. I modelli di allevamento attualmente praticati sono incapaci
di controllare l’insorgere di questi virus”.
Forse non tutti sanno, sottolinea Legambiente, che in Veneto e Lombardia l’
influenza aviaria a bassa patogenità è ormai presente da 6 anni e quindi
endemica. Il piano delle rispettive Regioni di concerto con il Ministero
della sanità ha scelto di tenere sotto controllo l’influenza vaccinando gli
animali invece di puntare sull’eliminazione del problema.
“Insomma, - aggiunge il direttore di Legambiente – quello che si è tentato è
la coesistenza tra le necessità del business e il pericolo. Questo è, a
parere nostro, un preciso indicatore di come i modelli di allevamento siano
il fulcro del problema. Ad oggi il governo italiano (così come quello
europeo), ha previsto l’uso di un antivirale che difficilmente sarà pronto
nei tempi necessari e che per la sola prenotazione di 36 milioni di dosi che
non assicureranno mai una protezione del 100%, la spesa è stata di 5 milioni
di Euro!”.
La denuncia di Legambiente è chiara: “Non è accettabile – conclude
Ferrante - che si eviti di mettere mano alle cause del problema, che si
scelga di intervenire puntando a limitare i danni per non affrontare le
cause strutturali che danno origine al pericolo, esponendo gli italiani una
e vera e propria lotteria il cui premio è la speranza di non ammalarsi”.
Ecco perché Legambiente condanna duramente la gestione degli allevamenti
intensivi, proponendo diverse misure di prevenzione. Codificando, a esempio,
il numero di animali per chilometro quadrato stabilendo, insieme alle
regioni, le province e i comuni, un carico zootecnico distribuito a livello
nazionale che rispetti regole di biosicurezza. Mettere in sicurezza gli
allevamenti industriali varando un piano sanitario urgente che oltre all’
etichettatura stabilisca regole certe per gli allevanti lasciati oggi alla
gestione del “buon cuore” degli industriali del settore. Ridurre, da subito,
almeno del 50 %, la quota di uova per la prossima produzione del pollame
fino a dicembre e prevederne il blocco nei mesi di più pericolosi, da
gennaio a marzo.
Promuovere in sede nazionale e Comunitaria l’adozione di politiche di
controllo reale ed efficace sui sistemi di sicurezza sanitaria e sociale
applicati nei paesi terzi, da cui dipendiamo per le importazioni di materie
prime o trasformati alimentari, esigendo l'omologazione dei sistemi verso l’
alto per autorizzare l'interscambio di prodotti. Sostenere da subito con
ammortizzatori sociali le aziende che scelgono strategie di riconversione
produttiva adottando processi di qualità incentrati sul rispetto dell’
ambiente e del benessere animale.
Queste semplici regole sono le uniche cose sensate che immediatamente può
fare il governo nazionale e regionale a difesa dei cittadini.
L’Ufficio stampa 06.86268355-79-99
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N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a
altragricoltura at italytrading.com
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No virus found in this outgoing message.
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Version: 7.0.344 / Virus Database: 267.11.14/131 - Release Date: 12/10/2005