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I: rassegna stampa: Il ministero della Salute: l'epidemia "è inevitabile, ma ci stiamo preparando"
- Subject: I: rassegna stampa: Il ministero della Salute: l'epidemia "è inevitabile, ma ci stiamo preparando"
- From: "Altragricoltura" <altragrico at italytrading.com>
- Date: Wed, 14 Sep 2005 08:03:14 +0200
La possibile epidemia di influenza aviaria ad alta patogenicità è una faccenda da prendere molto seriamente, lo testimonia lo stato di panico rilevabile dalle dichiarazioni dello stesso ministro della sanità che purtroppo, secondo il nostro parere, ha perso di lucidità scegliendo come unica opzione la prenotazione di una certa quantità di vaccino antinfuenzale che, ribadiamo, è ancora allo studio nei laboratori di ricerca di mezzo mondo. AltrAgricoltura ritiene che i provvedimenti del ministro della salute non siano sufficienti e non affrontino la gravità del problema rappresentato da una possibile pandemia. Nel comunicato di ieri dichiaravamo la necessità di agire al di là della ipotetica affidabilità ed efficacia del vaccino antinfluenzale e di puntare da subito a trovare i passaggi istituzionali per realizzare una strategia di lungo periodo che andasse all'origine del problema della diffusione di virus mortali, per gli avicoli, oggi e domani per l'uomo se il virus riuscisse a propagarsi intraspecie per via aerea. L'origine del pericolosissimo fenomeno di trasmissione del virus influenzale stà nella struttura stessa del sistema industriale di produzione degli alimenti zootecnici, ed in specifico avicoli; solo cambiandolo si eviterà che eventi dannosi di origine naturale si trasformino, per intervento dell'uomo, in catastrofi e tragedie umanitarie. La strategia è quella di introdurre negli allevamenti criteri restrittivi fondati su biodiversità e biosicurezza, cambiando radicalmente il sistema industriale del settore avicolo, che oltrettutto essendo in crisi economica da anni, e vivendo di sovvenzioni pubbliche ad ogni crisi sanitaria, non ha neanche più l'alibi di opporsi in nome di una produzione di ricchezza sociale. Un percorso lungo ma anche praticabile e velocizzabile a partire dalle piccole realtà comunali che possono, con ordinanza del sindaco, a tutela della salute pubblica, imporre il blocco degli accasamenti di polli nelle aree vocate all'allevamento e sollecitare una prima serie di provvedimenti regionali e statali che portino nella direzione di: · Codificare il numero di animali per Km quadrato stabilendo, in concerto con le regioni province e comuni, un carico zootecnico distribuito a livello nazionale che rispetti regole di biosicurezza; · Varare un piano di rilancio della zooctenia avicola che abbia il suo cuore nella difesa della biodiversità delle specie allevate e nel sostegno di metodi di allevamento rispettosi dell’ambiente e degli animali; · mettere in sicurezza gli allevamenti industriali varando un piano sanitario urgente che oltre all’etichettatura stabilisca regole certe per gli allevanti lasciati oggi alla gestione del “buon cuore” degli industriali del settore; · Ridurre, da subito, almeno del 50 %, gli accasamenti del pollame fino a dicembre e prevederne il blocco nei mesi di più pericolosi, da gennaio a marzo ; · Promuovere in sede nazionale e Comunitaria l’adozione di politiche di controllo reale ed efficace sui sistemi di sicurezza sanitaria e sociale applicati nei paesi terzi, da cui dipendiamo per le importazioni di materie prime o trasformati alimentari, esigendo l’omologazione dei sistemi verso l’ alto per autorizzare l’interscambio di prodotti; · Sostenere da subito con ammortizzatori sociali le aziende che scelgono strategie di riconversione produttiva adottando processi di qualità incentrati sul rispetto dell’ambiente e del benessere animale. a cura di AltrAgricoltura Nord Est -------------------------------------------- tratto dal "Corriere.it" - 13 settembre 2005 Virus dei polli, «colpirà 16 milioni di italiani» Il ministero della Salute: l'epidemia è inevitabile, ma ci stiamo preparando. Le previsioni: 150 mila vittime. Commissari nelle Asl DAL NOSTRO INVIATO Allarme virus polli anche in Italia SAN GIULIANO (Malta) - Sedici milioni di infetti, due milioni di ricoveri, 150 mila morti solo in Italia: è la previsione degli esperti per la prossima annunciata pandemia di influenza, quella che potrebbe essere innescata dall’ ormai noto virus dei polli H5N1, isolato per la prima volta a Hong Kong nel 1997. Una previsione basata su modelli statistici, che prendono in considerazione le passate epidemie influenzali, l’asiatica del 1958 e l’Hong Kong del 1967, soprattutto. «Prerogativa del nuovo virus - riferisce Ovidio Brignoli, vicepresidente della Società italiana di medicina generale, a San Giuliano (Malta) dove è in corso la Seconda conferenza europea sull’influenza - è la possibilità di trasmissione all’uomo direttamente dai volatili, polli innanzitutto, senza passaggi intermedi in altri animali, come per esempio i maiali. Al momento, all’H5N1 manca l’ultimo requisito per creare una pandemia, cioè una diffusione su larga scala: il contagio da uomo a uomo. Soltanto in un caso è stato documentato questo passaggio, un evento pericoloso in quanto la probabilità che il virus provochi una pandemia fra gli esseri umani dipende proprio dalla capacità di adattarsi al nostro organismo». Di fronte allo spettro di un’emergenza globale, si stanno attivando piani in tutto il mondo. Italia in ritardo, secondo l’Oms, ma ora in prima linea. «L’ epidemia è inevitabile - commenta Pietro Crovari, presidente della Commissione pandemia influenzale del ministero della Salute italiano -. Ci stiamo preparando». Il ministero italiano ha predisposto un piano, presentato in anteprima a Malta e mutuato da quello del 2002: è aggiornato secondo le indicazioni dell ’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e in base all’esperienza maturata negli ultimi mesi in Estremo Oriente e sarà reso pubblico sul sito del ministero entro fine settembre. E’ un piano che individua i sistemi di sorveglianza, capaci di intercettare gli eventuali primi casi, stabilisce i provvedimenti di emergenza in caso di pandemia, organizza la distribuzione dei farmaci e dei vaccini e indica le autorità responsabili. «Le fasi sono due - continua Crovari -. La prima è preliminare e si basa sulla sorveglianza da parte dei medici di medicina generale e dei dipartimenti di emergenza degli ospedali che dovrebbero identificare eventuali casi "sospetti". Di fronte a un dubbio entrano in gioco sofisticate indagini di laboratorio che, grazie alla cosiddetta Pcr (un esame basato sulla reazione a catena della polimerasi, che identifica il codice genetico del virus ndr ), possono individuare il virus nel giro di 3 ore». La seconda fase scatterebbe nel caso di pandemia che, da noi, spetta al ministro della Salute o addirittura al Presidente del consiglio annunciare. Per questa evenienza sono previsti anche l’intervento della Protezione civile e il coinvolgimento della sanità militare e sono state ipotizzate le autorità di riferimento che dovrebbero decidere sulla somministrazione dei farmaci per la profilassi ed eventualmente dei vaccini. In periferia ci potrebbe essere un «commissario per l’influenza» per ogni Asl, capace di gestire ogni singola realtà locale e in grado di collegarsi con le autorità centrali, regionali o statali. «Per rallentare la diffusione abbiamo oggi a disposizione soltanto i farmaci antivirali come l’oseltamivir - commenta Aurelio Sessa, membro della Commissione pandemia influenzale del ministero - che serve per il trattamento precoce di chi è colpito dal virus e per la prevenzione "ad anello" dell’infezione fra le persone che gli stanno intorno». Le scorte attuali, predisposte dal ministero, si aggirano attorno a 154 mila dosi. Devono aumentare fino a 2,5 milioni di dosi per coprire quel 5 per cento della popolazione italiana considerata a rischio. Il problema è soltanto quello dei finanziamenti che dovranno essere stabiliti dal prossimo Consiglio dei ministri. Indispensabili perché le aziende produttrici pianifichino la produzione, per ora insufficiente. Tutto questo in attesa del vaccino, già allo studio. Adriana Bazzi ---------------------------------- tratto da "Corriere salute" Pronto un opuscolo con le informazioni per i pazienti Aviaria, «rischio 150mila morti in Italia» In Indonesia un nuovo decesso rinfocola i sospetti di possibile contagio interumano. E i medici di base lanciano l'allarme STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO GIAKARTA - Forse un nuovo caso di contagio tra uomini con il virus dell'influenza aviaria. E' accaduto a Giakarta, in Indonesia, dove una donna è morta sabato probabilmente dopo aver contratto la malattia. Secondo quanto riferito dalle autorità locali, la donna, di 37 anni, è deceduta dopo essersi ammalata di polmonite e aver sofferto di problemi respiratori di origine influenzale. Le prime analisi hanno riscontrato la presenza nell'organismo della donna del virus H5N1, all'origine dell'influenza aviaria. Alcuni campioni di sangue sono stati inviati ad Hong Kong per ulteriori esami. Qualora i sospetti dei medici fossero confermati, questo decesso sarebbe il quarto in Indonesia causato dall'influenza aviaria. «Stiamo inviando una squadra di esperti per effettuare dei controlli sulle persone che hanno avuto contatti con la donna e per venire a conoscenza delle attività che svolgeva prima di ammalarsi», ha detto il ministro della Salute, Siti Fadillah Supari. Dalla fine del 2003, il virus H5N1 ha provocato in Asia la morte di 63 persone. L'influenza aviaria si è diffusa in 22 delle 33 province dell'arcipelago indonesiano, dove ha ucciso 9,5 milioni di volatili. Steven Bjorg, responsabile dell'ufficio di Giakarta dell'Organizzazione mondiale per la sanità (Oms), ha detto di ritenere probabili nuovi casi di contagio tra gli uomini. «Dobbiamo attenderci nuovi casi perchè la diffusione del virus tra la popolazione dei volatili è endemica». Nel luglio scorso, le autorità indonesiane avevano confermato i primi decessi provocati nel Paese dal virus H5N1. In un sobborgo di di Giakarta, era morto un uomo insieme con le sue due figlie. IN ITALIA POSSIBILE DISASTRO - Il virus responsabile dell'influenza aviaria, se dovesse esplodere una pandemia, causerebbe fino a sedici milioni di contagi, due milioni di ricoveri e 150 mila morti solo in Italia, che rischierebbe di trasformarsi in una nazione in ginocchio. La stima arriva dagli esperti riuniti a Malta per la seconda Conferenza europea sull'influenza, in programma fino a mercoledì. «Molti esperti, Organizzazione mondiale della sanitá in testa - afferma Ovidio Brignoli, vicepresidente della Societá italiana di medicina generale (Simg) - sono ormai convinti che la prossima pandemia influenzale sia solo una questione di tempo. Anche se non si può prevedere la sua gravitá, alcuni modelli statistici ci suggeriscono che nel nostro Paese dovremmo far fronte ad un'emergenza di tali dimensioni». Un'emergenza che avrebbe ripercussioni sull'economia e potrebbe mandare in tilt i trasporti e gli stessi servizi sanitari. LIBRO BIANCO - I medici di famiglia italiani, in accordo con le autoritá sanitarie del nostro Paese, hanno messo a punto un libro bianco e un opuscolo, destinati rispettivamente ai medici e ai cittadini e disponibili entro la fine di settembre. Strumenti di informazione e supporto scientifico, senza creare alllarmismi. «Il libro bianco - spiega Aurelio Sessa, componente della Commissione pandemia influenzale del ministero della Salute - vuole essere uno strumento per informare a tutto campo proprio chi gestisce clinicamente l'influenza: dalle strategie preventive ai farmaci anitivirali alle varie misure di sorveglianza e controllo per circoscrivere il più possibile un'eventuale emergenza. L'obiettivo è mettere qualsiasi operatore sanitario in condizioni di saper cosa fare». OPUSCOLO - Rivolto ai cittadini è invece l'opuscolo di 16 pagine, che verrá distribuito negli ambulatori dei medici di famiglia. Contiene le informazioni base in caso di emergenza, con l'invito a evitare il «fai da te» e rivolgersi tempestivamente al proprio medico se dovessero presentarsi sintomi sospetti. «Nessuno intende creare allarmismo - sottolinea Brignoli - è indubbio però che in caso di pandemia è necessaria la collaborazione di tutti: l'esperienza della Sars nel 2003 ha dimostrato come l'efficacia del risultato finale dipenda in larga misura dal coordinamento sovranazionale di tutti gli interventi sanitari dei singoli Stati». Al momento al virus responsabile dell'influenza aviaria, l'H5N1, «manca l'ultimo requisito - spiega Brignoli - in grado di creare una pandemia umana: il contagio interumano. Solo in un caso, ad oggi (a meno che non sia confermato il nuovo caso in Indonesia), è stato documentato questo tipo di trasmissione, evento pericoloso in quanto le probabilità che si verifichino mutazioni adattive del virus aumenta di pari passo al numero di infezioni umane». FARMACI E VACCINI - Per scongiurare l'emergenza, in attesa di un vaccino per cui ci vorranno almeno 4 mesi dall'isolamento del virus responsabile della pandemia, «si dovrá far ricorso ai farmaci antivirali - prosegue il medico - in grado di ridurre di un paio di giorni la sintomatologia, impedendo l'ulteriore replicazione di questo virus». Al momento, sottolineano gli esperti, l'Italia è pero all'ultimo posto con il Marocco nell'approvvigionamento dei farmaci: 154.500 confezioni, sufficienti solo per lo 0,3% della popolazione. L'acquisto di circa 6 milioni di dosi, pari al 10% degli italiani, è previsto da un decreto legge che il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare nella prossima riunione. «Bene - commenta Brignoli - In questo modo il nostro Paese si allineerá a Canada, Inghilterra, Francia e Germania, rendendo più facile il nostro lavoro». 12 settembre 2005 ---------------------------------------------- N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a altragricoltura at italytrading.com -- No virus found in this outgoing message. Checked by AVG Anti-Virus. Version: 7.0.344 / Virus Database: 267.10.18/91 - Release Date: 06/09/05
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