I: rassegna stampa: Il ministero della Salute: l'epidemia "è inevitabile, ma ci stiamo preparando"



La possibile epidemia di influenza aviaria ad alta patogenicità è una
faccenda da prendere molto seriamente, lo testimonia lo stato di panico
rilevabile dalle dichiarazioni dello stesso ministro della sanità che
purtroppo, secondo il nostro parere, ha perso di lucidità scegliendo come
unica opzione la prenotazione di una certa quantità di vaccino antinfuenzale
che, ribadiamo, è ancora allo studio nei laboratori di ricerca di mezzo
mondo. AltrAgricoltura ritiene che i provvedimenti del ministro della salute
non siano sufficienti e non affrontino la gravità del problema rappresentato
da una possibile pandemia. Nel comunicato di ieri dichiaravamo la necessità
di agire al di là della ipotetica affidabilità ed efficacia del vaccino
antinfluenzale e di puntare da subito a trovare i passaggi istituzionali per
realizzare una strategia di lungo periodo che andasse all'origine del
problema della diffusione di virus mortali, per gli avicoli, oggi e domani
per l'uomo se il virus riuscisse a propagarsi intraspecie per via aerea.
L'origine del pericolosissimo fenomeno di trasmissione del virus influenzale
stà nella struttura stessa del sistema industriale di produzione degli
alimenti zootecnici, ed in specifico avicoli; solo cambiandolo si eviterà
che eventi dannosi di origine naturale si trasformino, per intervento
dell'uomo, in catastrofi e tragedie umanitarie.
La strategia è quella di introdurre negli allevamenti criteri restrittivi
fondati su biodiversità e biosicurezza, cambiando radicalmente il sistema
industriale del settore avicolo, che oltrettutto essendo in crisi economica
da anni, e vivendo di sovvenzioni pubbliche ad ogni crisi sanitaria, non ha
neanche più l'alibi di opporsi in nome di una produzione di ricchezza
sociale.
Un percorso lungo ma anche praticabile e velocizzabile a partire dalle
piccole realtà comunali che possono, con ordinanza del sindaco, a tutela
della salute pubblica, imporre il blocco degli accasamenti di polli nelle
aree vocate all'allevamento e sollecitare una prima serie di provvedimenti
regionali e statali che portino nella direzione di:

· Codificare  il numero di animali per Km quadrato stabilendo, in concerto
con le regioni province e comuni, un carico zootecnico distribuito a livello
nazionale che rispetti regole di biosicurezza;
· Varare un piano di rilancio della zooctenia  avicola che abbia il suo
cuore nella difesa della biodiversità delle specie allevate e nel sostegno
di metodi di allevamento rispettosi dell’ambiente e degli animali;
· mettere in sicurezza gli allevamenti industriali varando un piano
sanitario urgente che oltre all’etichettatura stabilisca regole certe per
gli allevanti lasciati oggi alla gestione del “buon cuore” degli industriali
del settore;
· Ridurre, da subito, almeno del 50 %, gli accasamenti del pollame fino a
dicembre e prevederne  il blocco nei mesi di più pericolosi, da gennaio a
marzo ;
· Promuovere in sede nazionale e Comunitaria l’adozione di politiche di
controllo reale ed efficace sui sistemi di sicurezza sanitaria e sociale
applicati nei paesi terzi, da cui dipendiamo per le importazioni di materie
prime o trasformati alimentari, esigendo l’omologazione dei sistemi verso l’
alto per autorizzare l’interscambio di prodotti;
· Sostenere da subito con ammortizzatori sociali le aziende che scelgono
strategie di riconversione produttiva adottando processi di qualità
incentrati sul rispetto dell’ambiente e del benessere animale.

a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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tratto dal "Corriere.it" - 13 settembre 2005
Virus dei polli, «colpirà 16 milioni di italiani»
Il ministero della Salute: l'epidemia è inevitabile, ma ci stiamo
preparando. Le previsioni: 150 mila vittime. Commissari nelle Asl
DAL NOSTRO INVIATO

Allarme virus polli anche in Italia
SAN GIULIANO (Malta) - Sedici milioni di infetti, due milioni di ricoveri,
150 mila morti solo in Italia: è la previsione degli esperti per la prossima
annunciata pandemia di influenza, quella che potrebbe essere innescata dall’
ormai noto virus dei polli H5N1, isolato per la prima volta a Hong Kong nel
1997. Una previsione basata su modelli statistici, che prendono in
considerazione le passate epidemie influenzali, l’asiatica del 1958 e l’Hong
Kong del 1967, soprattutto.

«Prerogativa del nuovo virus - riferisce Ovidio Brignoli, vicepresidente
della Società italiana di medicina generale, a San Giuliano (Malta) dove è
in corso la Seconda conferenza europea sull’influenza - è la possibilità di
trasmissione all’uomo direttamente dai volatili, polli innanzitutto, senza
passaggi intermedi in altri animali, come per esempio i maiali. Al momento,
all’H5N1 manca l’ultimo requisito per creare una pandemia, cioè una
diffusione su larga scala: il contagio da uomo a uomo. Soltanto in un caso è
stato documentato questo passaggio, un evento pericoloso in quanto la
probabilità che il virus provochi una pandemia fra gli esseri umani dipende
proprio dalla capacità di adattarsi al nostro organismo».
Di fronte allo spettro di un’emergenza globale, si stanno attivando piani in
tutto il mondo. Italia in ritardo, secondo l’Oms, ma ora in prima linea. «L’
epidemia è inevitabile - commenta Pietro Crovari, presidente della
Commissione pandemia influenzale del ministero della Salute italiano -. Ci
stiamo preparando».
Il ministero italiano ha predisposto un piano, presentato in anteprima a
Malta e mutuato da quello del 2002: è aggiornato secondo le indicazioni dell
’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e in base all’esperienza
maturata negli ultimi mesi in Estremo Oriente e sarà reso pubblico sul sito
del ministero entro fine settembre. E’ un piano che individua i sistemi di
sorveglianza, capaci di intercettare gli eventuali primi casi, stabilisce i
provvedimenti di emergenza in caso di pandemia, organizza la distribuzione
dei farmaci e dei vaccini e indica le autorità responsabili. «Le fasi sono
due - continua Crovari -. La prima è preliminare e si basa sulla
sorveglianza da parte dei medici di medicina generale e dei dipartimenti di
emergenza degli ospedali che dovrebbero identificare eventuali casi
"sospetti". Di fronte a un dubbio entrano in gioco sofisticate indagini di
laboratorio che, grazie alla cosiddetta Pcr (un esame basato sulla reazione
a catena della polimerasi, che identifica il codice genetico del virus
ndr ), possono individuare il virus nel giro di 3 ore».
La seconda fase scatterebbe nel caso di pandemia che, da noi, spetta al
ministro della Salute o addirittura al Presidente del consiglio annunciare.
Per questa evenienza sono previsti anche l’intervento della Protezione
civile e il coinvolgimento della sanità militare e sono state ipotizzate le
autorità di riferimento che dovrebbero decidere sulla somministrazione dei
farmaci per la profilassi ed eventualmente dei vaccini. In periferia ci
potrebbe essere un «commissario per l’influenza» per ogni Asl, capace di
gestire ogni singola realtà locale e in grado di collegarsi con le autorità
centrali, regionali o statali. «Per rallentare la diffusione abbiamo oggi a
disposizione soltanto i farmaci antivirali come l’oseltamivir - commenta
Aurelio Sessa, membro della Commissione pandemia influenzale del ministero -
che serve per il trattamento precoce di chi è colpito dal virus e per la
prevenzione "ad anello" dell’infezione fra le persone che gli stanno
intorno». Le scorte attuali, predisposte dal ministero, si aggirano attorno
a 154 mila dosi. Devono aumentare fino a 2,5 milioni di dosi per coprire
quel 5 per cento della popolazione italiana considerata a rischio. Il
problema è soltanto quello dei finanziamenti che dovranno essere stabiliti
dal prossimo Consiglio dei ministri. Indispensabili perché le aziende
produttrici pianifichino la produzione, per ora insufficiente. Tutto questo
in attesa del vaccino, già allo studio.
Adriana Bazzi
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tratto da "Corriere salute"
Pronto un opuscolo con le informazioni per i pazienti Aviaria, «rischio
150mila morti in Italia» In Indonesia un nuovo decesso rinfocola i sospetti
di possibile contagio interumano. E i medici di base lanciano l'allarme
STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
GIAKARTA - Forse un nuovo caso di contagio tra uomini con il virus
dell'influenza aviaria. E' accaduto a Giakarta, in Indonesia, dove una donna
è morta sabato probabilmente dopo aver contratto la malattia. Secondo quanto
riferito dalle autorità locali, la donna, di 37 anni, è deceduta dopo
essersi ammalata di polmonite e aver sofferto di problemi respiratori di
origine influenzale. Le prime analisi hanno riscontrato la presenza
nell'organismo della donna del virus H5N1, all'origine dell'influenza
aviaria. Alcuni campioni di sangue sono stati inviati ad Hong Kong per
ulteriori esami. Qualora i sospetti dei medici fossero confermati, questo
decesso sarebbe il quarto in Indonesia causato dall'influenza aviaria.
«Stiamo inviando una squadra di esperti per effettuare dei controlli sulle
persone che hanno avuto contatti con la donna e per venire a conoscenza
delle attività che svolgeva prima di ammalarsi», ha detto il ministro della
Salute, Siti Fadillah Supari. Dalla fine del 2003, il virus H5N1 ha
provocato in Asia la morte di 63 persone. L'influenza aviaria si è diffusa
in 22 delle 33 province dell'arcipelago indonesiano, dove ha ucciso 9,5
milioni di volatili. Steven Bjorg, responsabile dell'ufficio di Giakarta
dell'Organizzazione mondiale per la sanità (Oms), ha detto di ritenere
probabili nuovi casi di contagio tra gli uomini. «Dobbiamo attenderci nuovi
casi perchè la diffusione del virus tra la popolazione dei volatili è
endemica». Nel luglio scorso, le autorità indonesiane avevano confermato i
primi decessi provocati nel Paese dal virus H5N1. In un sobborgo di di
Giakarta, era morto un uomo insieme con le sue due figlie.
IN ITALIA POSSIBILE DISASTRO - Il virus responsabile dell'influenza aviaria,
se dovesse esplodere una pandemia, causerebbe fino a sedici milioni di
contagi, due milioni di ricoveri e 150 mila morti solo in Italia, che
rischierebbe di trasformarsi in una nazione in ginocchio. La stima arriva
dagli esperti riuniti a Malta per la seconda Conferenza europea
sull'influenza, in programma fino a mercoledì. «Molti esperti,
Organizzazione mondiale della sanitá in testa - afferma Ovidio Brignoli,
vicepresidente della Societá italiana di medicina generale (Simg) - sono
ormai convinti che la prossima pandemia influenzale sia solo una questione
di tempo. Anche se non si può prevedere la sua gravitá, alcuni modelli
statistici ci suggeriscono che nel nostro Paese dovremmo far fronte ad
un'emergenza di tali dimensioni». Un'emergenza che avrebbe ripercussioni
sull'economia e potrebbe mandare in tilt i trasporti e gli stessi servizi
sanitari.

LIBRO BIANCO - I medici di famiglia italiani, in accordo con le autoritá
sanitarie del nostro Paese, hanno messo a punto un libro bianco e un
opuscolo, destinati rispettivamente ai medici e ai cittadini e disponibili
entro la fine di settembre. Strumenti di informazione e supporto
scientifico, senza creare alllarmismi.
«Il libro bianco - spiega Aurelio Sessa, componente della Commissione
pandemia influenzale del ministero della Salute - vuole essere uno strumento
per informare a tutto campo proprio chi gestisce clinicamente l'influenza:
dalle strategie preventive ai farmaci anitivirali alle varie misure di
sorveglianza e controllo per circoscrivere il più possibile un'eventuale
emergenza. L'obiettivo è mettere qualsiasi operatore sanitario in condizioni
di saper cosa fare».

OPUSCOLO - Rivolto ai cittadini è invece l'opuscolo di 16 pagine, che verrá
distribuito negli ambulatori dei medici di famiglia. Contiene le
informazioni base in caso di emergenza, con l'invito a evitare il «fai da
te» e rivolgersi tempestivamente al proprio medico se dovessero presentarsi
sintomi sospetti. «Nessuno intende creare allarmismo - sottolinea Brignoli -
è indubbio però che in caso di pandemia è necessaria la collaborazione di
tutti: l'esperienza della Sars nel 2003 ha dimostrato come l'efficacia del
risultato finale dipenda in larga misura dal coordinamento sovranazionale di
tutti gli interventi sanitari dei singoli Stati».
Al momento al virus responsabile dell'influenza aviaria, l'H5N1, «manca
l'ultimo requisito - spiega Brignoli - in grado di creare una pandemia
umana: il contagio interumano. Solo in un caso, ad oggi (a meno che non sia
confermato il nuovo caso in Indonesia), è stato documentato questo tipo di
trasmissione, evento pericoloso in quanto le probabilità che si verifichino
mutazioni adattive del virus aumenta di pari passo al numero di infezioni
umane».
FARMACI E VACCINI - Per scongiurare l'emergenza, in attesa di un vaccino per
cui ci vorranno almeno 4 mesi dall'isolamento del virus responsabile della
pandemia, «si dovrá far ricorso ai farmaci antivirali - prosegue il medico -
in grado di ridurre di un paio di giorni la sintomatologia, impedendo
l'ulteriore replicazione di questo virus». Al momento, sottolineano gli
esperti, l'Italia è pero all'ultimo posto con il Marocco
nell'approvvigionamento dei farmaci: 154.500 confezioni, sufficienti solo
per lo 0,3% della popolazione. L'acquisto di circa 6 milioni di dosi, pari
al 10% degli italiani, è previsto da un decreto legge che il Consiglio dei
ministri dovrebbe approvare nella prossima riunione. «Bene - commenta
Brignoli - In questo modo il nostro Paese si allineerá a Canada,
Inghilterra, Francia e  Germania, rendendo più facile il nostro lavoro».
12 settembre 2005
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N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a
altragricoltura at italytrading.com



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