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Se un altro mondo è possibile anche un'altra agricolt ura sarà pur possibile.
- Subject: Se un altro mondo è possibile anche un'altra agricolt ura sarà pur possibile.
- From: "Altragricoltura" <altragrico at italytrading.com>
- Date: Thu, 28 Jul 2005 17:15:57 +0200
Si profilano all'orizzonte le politiche del 2006. In piena crisi di tutto il comparto agricolo non si profila invece nessun cambiamento nelle linee programmatiche, per l'agricoltura e l'alimentazione, degli schieramenti politici in campo. In occasione delle "primarie" indette a sinistra per individuare chi sarà, in scheda elettorale, il candidato opportuno per rappresentare il centro sinistra, il nostro associato Guglielmo ha presentato un testo programmatico sull'agricoltura da proporre a "sinistra", in appoggio alla candidatura di Bertinotti. Il fine ultimo è la possibilità di riprendere l'iniziativa in agricoltura e vedere se si riesce a fare assumere anche alla politica istituzionale un punto di vista diverso e contrario a quello delle lobbies economiche e di potere che gestiscono la produzione di cibo malsano, insicuro e a prezzi cari per il cittadino europeo e fanno business sulla morte per fame e l'impoverimento di chi nel sud del mondo è cittadino-invisibile al nostro sistema economico. Il tentativo ci sembra quello di trovare un testimone che aiuti a concretizzare uno spazio percorribile dalle diverse istanze sociali che negli anni si sono opposte alle politiche agricole imposte dal WTO, dal Gatt, dalla Banca Mondiale, dal governo degli Stati Uniti. Ve lo proponiamo perchè ci sembra un buono spunto di riflessione sullo stato attuale delle politiche agricole in italia e occasione per riaprire un dibattito sulle prospettive ed iniziative possibili. a cura di AltrAgricoltura Nord Est --------------------------------------------- Se un altro mondo è possibile anche un'altra agricoltura sarà pur possibile. Il movimento che in questi anni “ha mangiato il duro pane” della critica a questo modello produttivo agricolo europeo e alle perverse logiche liberiste che sottintendendono la PAC (e ancor più il suo recente disaccoppiamento, la sua logica del sostegno dei prezzi all’esportazione, il dumping fatto in passato e che senza vergogna si continua a fare ai mercati e alle economie dei paesi poveri), oggi nei fatti non ha voce nel tavolo programmatico dell ’"Unione". Forse perché la portata della nostra critica a quel modello di Europa liberista e il nostro programma in agricoltura, a partire dalla sovranità alimentare e del ciclo corto, risultano indigeribili ai salotti vecchi e nuovi della politica italiana. Un parlare e un agire che temiamo tutti, resti finalizzato a lasciare tutto come prima sui temi di fondo, esempio la coesistenza degli OGM, il sostegno per le filiere che generano contributi all’esportazione creando dumping nei mercati dei paesi poveri. Ed è per questo che il tavolo programmatico deve essere arricchito dalla voce del “Movimento” che ha fatto e detto cose interessanti nel settore negli ultimi decenni. A partire dall’analisi sulla delocalizzazione agricola nel sud del mondo, denunciando come esempio la cattiva globalizzazione del cibo per opera delle multinazionali nostrane (vedi Parmalat) e di quelle internazionali, tipo Taison e Nestlè, alle battaglie vere contro gli OGM, alla battaglia per la sovranità alimentare e il ciclo corto, obbiettivi che dichiarati a Genova, nel 2001, risultano essere le uniche prospettive strategiche per il futuro agricolo. Sappiamo bene quanto pesano le politiche agricole in termini economici e complessivi e quindi che il boccone è troppo ghiotto per lasciare spazio facilmente alla politica, ai movimenti, ai cittadini. Sappiamo anche che sul futuro programma dell"Unione" pesano, prepotenti, gli interessi delle potenti lobbies dell’agroindustria che se non si chiamano più Parmalat, da domani, si chiameranno la futura Parmarolo, e tante altre o peggio ancora se assumono l’aspetto dei potenti terminali regionali per i pagamenti della PAC, cioè gli organismi pagatori regionali, vere e proprie macchine di distruzione della nostra agricoltura . Il “Movimento” in mille forme e identità, con la sua rete, continua la sua battaglia e vuole dare voce a un'altra prospettiva del settore agricolo del nostro paese, senza OGM, capace di dare cibo sano e gustoso a prezzi ragionevoli, difesa del territorio, del clima e della biodiversità , della cultura, dei saperi, dei sapori e delle identità, energia elettrica e calore da fonti rinnovabili e dalla terra, nuovi posti di lavoro qualificato ed a giusto reddito a chi lavora la terra. Per queste ragioni sentiamo il bisogno politico di impegnarci e sostenere un programma del settore, alle prossime primarie dell’unione, con un candidato che ha l’ambizione di realizzare il nostro sogno che è quello di cambiare la politica agricola. Sosteniamo Fausto Bertinotti, a partire dai nostri obiettivi per dare voce alle aspettative nel comparto agricolo in Europa e in Italia. In Europa 1. Liberare l'agricoltura europea dal ruolo di ostaggio degli Usa per la voluta e strategica mancanza di proteine. L'Europa, che ha fatto la triste scelta dello sviluppo di cereali (esempio riso) a basso prezzo destinati al mercato mondiale in regimi di dumping, è fortemente deficitaria di vegetali ricchi di proteine e amidi e soprattutto di piante oleose: nella campagna commerciale 2003-04, il suo tasso di autosufficienza per colza, girasole e soia raggiungeva solo il 22% E ciò per evidenti ragioni: durante i negoziati del Gatt del 1993, ha ottemperato alle esigenze di Washington accettando (follemente) di limitare a 5,482 milioni di ettari la superficie da coltivare a piante oleose, così da garantire all'agro-business americano uno sbocco illimitato per i suoi panelli di soia, che entrano nella Comunità esenti da ogni diritto doganale. E' dunque agli Stati Uniti e ai paesi latino-americani che, per l’approvvigionamento della parte proteica, i contadini europei devono rivolgersi. Ciò è contrario al concetto della sovranità alimentare e alla nostra idea del ciclo corto. 2. Creare vaste alleanze sociali per imporre il concetto della sovranità alimentare, buttando al macero tutti gli orpelli delle quote produttive, retaggio di un passato di Politica Agricola Comunitaria che ha già fatto troppi danni, in particolare per il nostro paese, basti pensare alla terribile e vergognosa questione delle quote latte e la criminale gestione fatta nel nostro Paese. Ogni paese sia libero di produrre per i suoi bisogni e per i suoi mercati di riferimento che possono essere locali, come internazionali, come nel caso delle produzioni di eccellenza qualitativa, le DOP, esempio il grana, e nelle DOC il vino e le produzioni ad alto valore sociale come il Biologico. 3. Sostenere le fragili economie agricole dei popoli poveri del pianeta eliminando i privilegi alle esportazione, vergogna immorale che l’Europa dei mercati e dei banchieri ha sostenuto e sostiene. 4. Attuare politiche agricole di sostegno strutturali, in senso solidaristico, fra i vari paesi dell’Europa: case, ponti, stalle, magazzini, impianti di trasformazione, mercati locali, meccanizzazione dolce, sostegno alle agricolture virtuose a basso impatto ambientale, ed a lotta integrata, agricoltura biologica, come pre-condizione a qualsiasi aiuto o contributo. 5. Un’Europa agricola che miri a garantire diritti e reddito per gli operatori, per i lavoratori, rispetto e benessere per gli animali, qualità e sicurezza alimentare per i cittadini consumatori e nel contempo apra le sue porte alle produzioni equo e solidali dei prodotti agricoli del sud del mondo, capaci di arricchire le nostre tavole e nel contempo essere fonte di reddito per i paesi in via di sviluppo. 6. Togliere sostegno alle filiere agricole che non producono alimenti, ma che in base a falsi diritti acquisiti (le Quote di carta) vivono di sussidi garantiti fino al 2013, che sbancano i bilanci comunitari e svuotano le tasche dei cittadini lavoratori che pagano le tasse. 7. Aprire decisamente la strada della NUOVA PAC. Un necessario scossone al baraccone della Politiche Agricole Comunitarie a cui hanno già detto basta gli agricoltori francesi e olandesi con il voto al referendum sulla costituzione europea, a cui si aggiungono da ormai cinque lunghissimi anni le lotte dei movimenti. Un’uscita a sinistra da una situazione non più difendibile che lasciata in questo stato di cose, dà spazio ai liberisti, come Tony Blair, per imporre la logica pura del mercato e delle sue non-regole e ancor più la cancellazione delle attese etiche e ambientali del popolo europeo nel settore primario. E perché Vogliamo In Italia e nelle nostre Regioni 1. Dire no agli Ogm, per il sacrosanto diritto del rispetto del principio di precauzione e per rispettare la volontà della stragrande maggioranza dei cittadini del nostro paese e come anche della maggioranza delle regioni italiane e respingere la “coesistenza” proposta da Alemanno. 2. La riqualificazione qualitativa delle filiere produttive agricole italiane a partire da una politica che accentui l’associazionismo nelle O.P. (organizzazioni Produttori) rendendoli partecipi alla stesura dei piani di sviluppo rurali, veri strumenti di politica regionale, capaci di introdurre elementi qualificanti per un percorso virtuoso della nostra agricoltura che da un lato miri a potenziare, qualificare, valorizzare le produzioni tipiche e biologiche e dall’altra elevi il grado di ecocompatibilità delle produzioni agricole convenzionali, introducendo come pre-requisito la lotta integrata come precondizione ad ogni intervento di sostegno. Il modello è quello della provincia di Trento che ha reso obbligatorio per legge la lotta integrata. 3. Difendere il patrimonio agricolo delle colline e delle montagne, valorizzazione gli habitat naturali, il potenziamento degli strumenti a loro difesa come i parchi, le aree protette, la difesa e l’ aiuto ai piccoli comuni quale patrimonio culturale e ricchezza irrinunciabile per il nostro futuro. 4. Democratizzare i Consorzi di bonifica ed i Consorzi di tutela ( dove ancora si vota per censo, come nel medioevo!) in quanto gestori di beni sociali e collettivi come l’acqua, la terra, l’aria, le Dop. La loro salvaguardia richiede una revisione profonda e urgente, in senso democratico e partecipativo, delle strutture che sono state costruite per la loto tutela in quanto gestori di beni sociali e collettivi. 5. Potenziare e rendere possibile la ricerca finalizzata all’innovazione e al potenziamento delle attività nei vari comparti agricoli, alla tutela della bio-diversità, alla codifica e alle selezioni delle sementi quale settore chiave del nostro futuro e in quanto patrimonio nazionale di bio-diversità. 6. Regolamentare, aiutare, convertire, stabilire, indirizzare l’agricoltura italiana al suo nuovo compito epocale che l’attende: la produzione di energia termica per dare una risposta al bisogno crescente di energia da fonti alternative ai fossili. Energia rinnovabile da biomasse, dalle fermentazioni etiliche, dalle spremiture dei cereali, colza, girasole, mais ecc., per ottenere biodisel che è un prodotto energetico liquido trasportabile e prontamente sostituibile al gasolio. Tutte attività che ci vengono richieste e imposte prima dal cambiamento del clima e in secondo luogo dal protocollo di Kyoto. In ambito europeo, gli esperti del settore prevedono, entro il 2010, la possibilità di più di 1 milione e mezzo di nuovi posti di lavoro nel campo delle energie alternative, un nuovo settore produttivo capace per quanto possibile di essere una vera alternativa alle politiche energetiche dei signori della guerra e non meno importante capace di realizzare anche sul terreno difficile dell’energia il ciclo corto. 7. Sostenere le filiere corte dal campo alla tavola, i gruppi d’acquisto, aprire con le regioni, le province e i comuni una grande stagione di iniziative, la creazione di punti di incontro fra campagna e città rappresentato da spacci comunali, gestiti da cooperative sociali o da cooperative di agricoltori, che puntino ad essere veri strumenti di canalizzazione delle produzioni a ciclo corto, alternative di mercato alle politiche di selezione, dominio e profitto sul cibo che attua la grande distribuzione organizzata. Guglielmo Donadello Comitato agricolo nazionale per il sostegno della candidatura di Fausto Bertinotti ------------------------------------------------------------------------- N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a altragricoltura at italytrading.com -- No virus found in this outgoing message. Checked by AVG Anti-Virus. Version: 7.0.338 / Virus Database: 267.9.6/59 - Release Date: 27/07/05
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