rassegna stampa: «CARREFOUR A CACCIA DI AZIENDE»



a cura di AltrAgricoltura nord Est
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tratto da "Green planet" - 29/04/2005
«CARREFOUR A CACCIA DI AZIENDE»
Parla Luc Vandevelde, presidente del colosso francese: «Pronti a nuove
acquisizioni in Italia». «Dobbiamo consolidare la nostra presenza al Sud».
«Wall Mart? Non credo che comprerà in Europa»
MILANO • «L'Italia è un Paese strategico per il gruppo Carrefour, abbiamo
investimenti diretti e alleanze forti con partner di rilievo come Finiper,
continueremo a crescere investendo su più fronti e facendo acquisizioni
mirate » . Luc Vandevelde, presidente del gruppo transalpino primo in Europa
e al secondo posto nel mondo nel business della grande distribuzione, parla
con soddisfazione dell'Italia, un mercato che finora ha gratificato
l'impegno del colosso francese che ha mostrato un'andatura un po' incerta
negli ultimi mesi. Tanto che il vecchio management, capitanato da Daniel
Bernard, ha passato la mano a fine 2004 a una nuova squadra guidata appunto
da Vandevelde e dall'amministratore delegato Josè Luis Duran.

Quali sono gli obiettivi di Carrefour per il mercato italiano?
Intanto continueremo a fare acquisizioni mirate di imprese della
distribuzione moderna che abbiano un buon posizionamento a livello locale.
In Italia vogliamo consolidare le nostre posizioni, che ci vedono tra i
leader sia a livello nazionale sia in diversi ambiti locali. Dobbiamo però
sviluppare meglio la nostra presenza, consolidarci nel mezzogiorno. Anche al
Nord ci sono buoni margini per crescere ancora.

Quindi siete a caccia di realtà da acquisire.
È una delle opportunità che valutiamo di volta in volta e che cogliamo a
seconda dei casi. Stiamo seguendo un modello di sviluppo multicanale, ossia
vogliamo crescere in tutti i formati che abbiamo, dagli ipermercati ai
negozi di minori dimensioni che sono molto vicini ai consumatori. È questa
l'opzione strategica che caratterizza anche il gruppo a livello
internazionale.

Non spaventa la crisi dei consumi?
La crisi della spesa è comune un po' a tutta l'Europa. Fa eccezione il
mercato inglese. L'Italia costituisce semmai un interessante laboratorio di
osservazione sulle formule commerciali.
In questo senso è importante la partnership strategica che abbiamo siglato
con il gruppo Finiper, che fa capo a Marco Brunelli.
Nell'alimentare Finiper ha ottenuto ottimi risultati cui guardiamo con
estremo interesse. Al tempo stesso Carrefour in Italia è all'avanguardia sul
non alimentare. La sfida dei mercati, a livello globale, può essere vinta
offrendo risposte chiare e innovative alle domande dei consumatori.

Ma qual è il male oscuro della spesa delle famiglie?
Credo che sia soprattutto una crisi di fiducia che attraversa in maniera
trasversale molti mercati. In Giappone, ad esempio, i prodotti di lusso
hanno una diffusione molto ampia eppure le famiglie sono molto attente alla
spesa. Ci vorrà indubbiamente del tempo per una ripresa, che penso sarà
selettiva.

In che senso?
Non credo che i consumi alimentari, nel complesso, possano aumentare più di
tanto. Anzi, per quanto riguarda l'Italia e Europa occidentale lo scenario è
ormai consolidato; ci sono più margini in Asia o in America latina. Più
dinamici invece i mercati non alimentari.

Perchè?
C'è molta più innovazione. Prodotti ed esigenze dei consumatori si evolvono
con una certa rapidità. Basti pensare all'evoluzione della convergenza
multimediale negli elettrodomestici, ad esempio. Interessante è anche lo
sviluppo della telefonia.

L'alimentare quindi ha un orizzonte stabile?
La sfida si giocherà sulle preparazioni alimentari.
Carrefour sta investendo molto in questa direzione perchè le famiglie
passano sempre meno tempo in casa per cucinare, ad esempio. Il modo di
consumare gli alimentari sta cambiando rapidamente e radicalmente ed è un
processo che interessa vari Paesi.
Quindi l'industria deve rilanciare sull'innovazione altrimenti avrà delle
difficoltà. Credo poi che aumenteranno le concentrazioni tra i gruppi
distributivi.

I rapporti con i grandi gruppi industriali restano conflittuali?
Sarebbe preferibile una maggior collaborazione verticale per creare più
valore per il consumatore. Alcuni gruppi però hanno dei problemi, legati
alla loro capacità innovativa. Unilever e Nestlè attraversano una fase
complessa. Johnson & Johnson sta invece seguendo una strategia di
posizionamento sui vari mercati più equilibrata. Ci vorrà tempo per
comprendere appieno le sinergie dell'alleanza tra Procter & Gamble e
Gillette. Un ruolo chiave sarà poi giocato dai prodotti con marchio del
distributore, dove possiamo gestire noi marketing e margini.
Sono destinati ad aumentare massicciamente.

E Carrefour dove va?
Anche Carrefour è in piena riorganizzazione. Siamo usciti da alcuni mercati
per concentrarci su altri. Apriremo negozi per un milione di metri quadrati
e acceleriamo sulle diverse formule commerciali. Gli ipermercati in generale
non hanno tenuto il passo della dinamica dei consumi. C'è bisogno di un
ripensamento, di formule più vicine e più sinergiche con i supermercati. Di
estremo interesse sono anche i convenience store, negozi piccoli ma molto
attraenti per i consumatori.
In questo momento, poi, puntiamo sul Amercia latina, Est Europa e mercati
asiatici: la Cina in particolare offre grandissime prospettive di sviluppo,
i consumi galoppano. È come un continente dove gli investimenti sono appena
all'inizio.

Vi trovate di fronte il concorrente di sempre, il gruppo americano Wal Mart.
Non c'è una concorrenza diretta. C'è spazio per tutti. In generale poi le
formule commerciali sono differenti.

Crede che Wal Mart aumenterà la presenza in Europa?
I risultati in Germania sono stati meno che mediocri, mentre è positivo il
bilancio dell'inglese Asda, che però è un caso a sè.
Non credo che nel breve Wal Mart possa rilevare in Europa un gruppo talmente
leader da giustificare un investimento.

Carrefour entrerà in Usa?
Direi di no. Non avrebbe senso. Un investimento diretto per essere
significativo richiederebbe un'enorme quantità di risorse. Puntiamo a
crescere creando valore.

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Il peso dell'Italia
Il gruppo Carrefour in sintesi
LE VENDITE : 72.668
La stima in milioni di euro sui ricavi del gruppo Carrefour a livello
mondiale
I RICAVI IN ITALIA: 6,6
La stima è relativa alle vendite nel nostro Paese registrate nel corso
dell'esercizio 2004
I PUNTI VENDITA: 1.140
Le strutture commerciali che fanno capo a Carrefour Italia escluse le
alleanze
LA QUOTA DI MERCATO: 15,2%
Stima effettuata da Iri Infoscan sulla centrale acquisti che fa capo a
Carrefour Italia
(Il sole 24 ore, 29 aprile)
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