rassegna stampa: MONSANTO, ALTRO ATTACCO ALL'ARGENTINA PER LE LICENZE SULLA SOIA



a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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tratto da "Green Planet" - 25/03/05
MONSANTO, ALTRO ATTACCO ALL'ARGENTINA PER LE LICENZE SULLA SOIA
Secondo produttore di transgenici e terzo produttore di soia nel mondo,
l'Argentina subisce un attacco sempre più duro da parte della Monsanto,
perchè paghi le licenze sull'uso dei semi di soia, ma la multinazionale non
possiede nessun brevetto valido in argentina per la soia.
La Monsanto vuole guadagnare cio' che ritiene di sua proprietà: i privilegi
per l'uso del suo brevetto sulla soia transgenica.
Affermazione di certo temeraria, visto che Monsanto non ha alcun brevetto
per la soia valido in Argentina. Questo però non le ha impedito di
minacciare il paese di far pagare una "multa" di 15 dollari per ogni
tonnellata di soia argentina esportata in Europa.
Questo caso è paradigmatico perché mostra chiaramente sia le strategie -
legali e illegali - di giganti del  genetico sia i rischi a cui si espongono
i paesi che permettono le coltivazioni transgeniche.
Monsanto detiene il brevetto europeo numero 301749, concessa originariamente
a marzo 1994 alla compagnia Agracetus. E' aberrante perché funziona come un
"brevetto di specie": concede al suo proprietario il monopolio esclusivo su
tutte le varietà e i semi di soia modificata geneticamente, senza tener in
considerazione i geni utilizzati o la tecnica impiegata.
Quando Agracetus ottenne questo brevetto, il gruppo ETC (al tempo RAFI),
Greenpeace, altre organizzazioni e la stessa Monsanto intentarono una causa
contro Agracetus sostenendo, tra gli alri argomenti - con un documento di
appello di 292 pagine, che era un brevetto assurdo perché non c'era né
"novità" né "invenzione" e che "doveva essere revocata in toto" a causa del
controllo che concedeva a una sola impresa.
Due anni dopo, Monsanto comprò Agracetus, brevetto incluso, e immediatamente
cambiò idea riguardo a questi avvenimenti.
In pratica, Monsanto acquisì il monopolio mondiale della soia transgenica, e
visto che il suo brevetto non ha validità legale in nessun paese, per
ottenere gli stessi risultati lo fa illegalmente. In Argentina, per esempio,
il brevetto non ha mai avuto validità, visto che non sono mai stati portati
a termine, in modo adeguato, i passaggi previsti dal registro nazionale.
Questo non ha però impedito a Monsanto di aver riscuotere le proprie
regalie, inclusa una percentuale nel prezzo a cui vengono venduti i semi. In
questo paese solo il 18% della soia transgenica viene comprata dai
distributori. Il resto viene venduto senza certificazione o è un prodotto
che gli stessi agricoltori tengono come riserva per la semine successive.
La maggioranza degli agricoltori del mondo ha l'abitudine di conservare i
semi. Non solo i coltivatori dei campi, per i quali questa metodologia è
ovvia, ma anche molti altri agricoltori commerciali. Questa tradizione è
riconosciuta dalle Nazioni Unite come parte dei diritti degli agricoltori,
come un piccolo riconoscimento per il lavoro che da 10.000 anni aiuta i
coltivatori a migliorare gli alimenti dell'umanità.
In Argentina, gli agricoltori hanno il diritto di conservare e ripiantare le
sementi, il che è stabilito anche dalla Legge sulle sementi. Dunque, i
reclami di Monsanto sono illegali e già dal 1999, la multinazionale ha
stabilito (attraverso due suoi distributori) il concetto di "regalie estese"
: chi compra la soia transgenica certificata può conservarne una parte ma,
per poterla utilizzare, deve abbonare una percentuale all'industria, il che
ovviamente contravviene alla Legge argentina sulle sementi.
Nel febbraio 2004 il segretario dell'Agricoltura ha presentato una proposta
ancor più scandalosa: la redazione di una Legge di "regalie globali",
chiamato Fondo di Compensazione Tecnologica. Secondo questo meccanismo tutti
gli agricoltori dovranno pagare una percentuale al momento della vendita.
Questa percentuali verrà riscossa dal governo, e poi consegnata alle imprese
di sementi. Di fatto, il governo applicherà tasse per garantire gli
interessi delle multinazionali contro gli stessi agricoltori, contro i
diritti stabiliti dalle nazioni unite e contro la Legge sulle sementi del
paese.
In seguito alla massiccia protesta degli agricoltori, la legge è ancora
sospesa. Monsanto minaccia ora di imporre una tassa più alta, da applicarsi
nei porti di entrata delle destinazioni di esportazione della soia.
Monsanto ha già ottenuto che il governo brasiliano e quello paraguaiano
legalizzassero e si coalizzassero per la riscossione delle regalie per la
soia, introdotta di contrabbando dall'Argentina.
Secondo Carlos Vicente, di GRAIN Argentina, "la formula sembra riguardare le
coltivazioni che rendono più denaro (cotone, soia, mais), trovare un punto
di accesso, contaminare la fornitura di semi e poi prende il controllo
totale (..) la storia di quello che è accaduto in Argentina è un grave
allarme di quello che accade quando si permette di far fare radici alle
culture transgeniche".
Con i transgenici, sia attraverso il cammino legale, come in Argentina, dove
Monsanto prima ha lasciato estendersi le coltivazioni e poi ha preso misure
drastiche, sia quello illegale, come il contrabbando o la contaminazione con
geni imparentati con altre radici, andiamo verso una violazione globale, che
intacca i diritti degli agricoltori.
Non è solo una questione giudica ma coinvolge direttamente tradizioni
fondamentali per l'agricoltura e l'alimentazione di tutta l'umanità.-
Nuovi Mondi Media, 25 marzo 2005
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