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rassegna stampa: ortofrutta, la crisi? Non coinvolge la quarta gamma
- Subject: rassegna stampa: ortofrutta, la crisi? Non coinvolge la quarta gamma
- From: "Altragricoltura" <altragrico at italytrading.com>
- Date: Tue, 22 Feb 2005 12:46:25 +0100
Il tempo è tiranno e quindi sempre più nella famiglia mononucleare si pasteggia a insalatina prelavata, macedonia preconfezionata e via di seguito. Ebbene nel bel mezzo della crisi che colpisce l'intero settore dell'ortofrutta mettendo in ginocchio i contadini dei più famosi distretti produttivi (Vittoria, in Sicilia - Lusia e Chioggia in Veneto per esempio,)con la conseguente prospettiva che la nostra campagna diventi un deserto di fabbrichette oltrettutto vuote, si scopre che se la materia prima non vale un centesimo l'etto, il trasformato, in un bel "packaging" con pubblicizzata "brand", pronto all'uso vale uno o due euro l'etto! Si verifica così che si forza la natura stessa del cibo (fresco, con un suo equilibrio tra durata e proprietà nutrizionali ottimali definite in natura) fino ad allungarne indefinitivamente, se possibile, il tempo di vita e farlo assomigliare sempre più ad una qualunque merce in cui il momento della produzione è svalorizzato e schiacciato a favore della trasformazione/distribuzione/marketing. Questo processo iniquo nei confronti dei contadini produttori, che non vedono pagato il loro lavoro, produce iniquità anche per i cittadini che consumano un cibo a prezzi astronomici, infinitamente più alti del valore intrinseco ai processi di trasformazione e, al di là delle chiacchere del marketing, anche con parecchi problemi di sicurezza alimentare poichè la quarta gamma (sopratutto le insalatine)stà in piedi, nel 90% dei casi, con l'aggiunta di ritardanti e conservanti, che nel tempo si accumulano nell'organismo con effetti negativi per la salute. Che dire di questa innovazione tecnologica applicata all'alimentazione? Bisognerebbe quantomeno adoperare cautela prima di venderla come toccasana ai problemi del settore quantomeno perchè sul campo si verifica che l'ascesa verticale del tasso di crescita della 4 gamma non ha fermato il precipitare oltre ogni soglia assorbibile e tollerabile delle produzioni contadine sul campo. Ed infine ...il cibo non è merce! a cura di AltrAgricoltura Nord Est ----------------------------------- Tratto da "Terra e Vita" n. 8 - 18/2/2005 La crisi? Non coinvolge la quarta gamma (ortaggi selezionati, lavati, tagliati, asciugati e confezionati, pronti per essere consumati. I consumi nel 2004 sono aumentati del 28%. E cresceranno anche nel 2005. Questo prodotto ortofrutticolo non gode soltanto di un ottimo momento di mercato. Permette anche di realizzare agevolmente la tracciabilità e di avvantaggiarsi dell’impiego dei marchi. Ampi margini di crescita, anche nel 2005. La quarta gamma schiaccia sull’ acceleratore, dopo un 2004 decisamente sugli scudi. I numeri emersi a Vegetalia parlano chiaro e sono tutti all’insegna dell’ottimismo. Nel corso dell’anno scorso, infatti, sono state consumate ben 42.600 tonnellate di frutta e verdura pronte al consumo, per un valore pari a 375 milioni di euro. In termini percentuali, il 28% in più rispetto al 2003. Il biglietto da visita di questo particolare prodotto ortofrutticolo (ortaggi selezionati, lavati, tagliati, asciugati e confezionati, pronti per essere consumati) è dunque lusinghiero. Soprattutto se si pensa che il comparto dell’ortofrutta non gode affatto di buona salute. E dopo il boom del 2004, per l’anno in corso ci si attende un altro balzo in avanti. A prevederlo è Paolo Bruni, presidente di Fedagri-Confcooperative: «È difficile fornire dati certi sul trend, ma senza fare azzardi prevediamo almeno una ventina di punti percentuali in più rispetto all’anno scorso». Avanti tutta, dunque. Anche perché gli spazi sul mercato sono decisamente ampi. «Esiste ancora un 60% dei consumatori – ha detto ancora Bruni a Vegetalia – che non fa uso di prodotti di quarta gamma». Tutti potenziali clienti. Basterà superare la barriera di diffidenza che in molti casi, almeno secondo quanto sostengono le ricerche di mercato, riguardano sospetti e dubbi legati alla freschezza, all’igiene, alla salubrità, alla pulizia e alla provenienza dei prodotti. Il margine di crescita, tuttavia, è enorme. SICUREZZA La IV gamma inoltre, secondo Bruni, «permette di rendere efficace la tracciabilità e di operare importanti strategie di marca: data la natura dei prodotti che vengono commercializzati già lavati, tagliati e confezionati è molto più semplice fornire in etichetta tutte le informazioni relative al prodotto, così da assicurare al consumatore maggiori garanzie sulla scelta di consumo». Sicurezza alimentare e nuovi packaging, poi, garantiscono secondo Bruni ulteriori margini di crescita, «in grado di fidelizzare i clienti». Le ragioni del successo di questo prodotto ortofrutticolo vanno individuate, come sottolinea Umberto Galassini della Bonduelle, l’industria francese leader del settore, «nella elevata qualità della materia prima, nella sicurezza alimentare garantita, nella bontà del prodotto e soprattutto nel risparmio di tempo assicurato dai prodotti già lavati e tagliati rispetto alla prima gamma». E secondo Sebastiano Porretta, presidente dell’ Associazione italiana di tecnologia alimentare, «la IV gamma è trendy, proprio perché ha indovinato le esigenze di mercato e la necessità di un consumatore che ha sempre meno tempo». Anche la geografia dei consumi, su base nazionale, supporta la tesi di Porretta. L’impennata del 28% dei consumi nell’arco del 2004, infatti, non è assolutamente omogenea. I picchi di consumo maggiore sono individuati in quelle aree della Penisola dove il tempo per cucinare è minore. E la tradizione delle verdure preparate in casa ha dovuto cedere il passo alla praticità di trovare tutto già pronto. Il trend dei consumi ha infatti registrato un +44% al Nord, mentre un più modesto 15% (ma comunque significativo) al Sud. La zona centrale dell’Italia, invece, si colloca in mezzo, con una crescita del 30 per cento. QUALI ORTAGGI «La parte assolutamente prevalente degli acquisti – rivela ancora Bruni – è costituita da insalate miste, che rappresentano il 41% della spesa dei prodotti considerati, seguono le insalate tenere con il 37%, le verdure da cuocere e le insalate monotipo entrambe con il 7% e infine gli ortaggi cotti, lessati». «Ultimamente si stanno sperimentando nuovi prodotti ortofrutticoli – sottolinea l’agronomo Antonio Ambrosio – che per il mercato italiano significano peperoni, cipolle a rondelle, patate a spicchi, sorgino, erbe aromatiche, mantenendo il focus sulle verdure». Ogni Paese, inoltre, ha una propria predilezione. «Nel Regno Unito, ad esempio, a fianco di insalate semplici e miste e delle carote hanno conquistato una nicchia di mercato i cavoli e i crauti, mentre la Francia è molto più legata alla tradizione e l’ 88% del mercato delle verdure di IV gamma è dato ancora da lattughe e insalate miste. Altro caso è quello di Germania e Belgio: la Germania è leader per quanto concerne il consumo di insalate e di verdure fresche in lattina, mentre i consumatori in Belgio ricercano insistentemente i cavoli, le carote e le cipolle, a fianco ovviamente dell’insalata». E i prezzi calano Quattro italiani su dieci acquistano dunque prodotti di IV gamma. Rivolgendosi per lo più alla grande distribuzione. «L’80-90% delle confezioni di ortofrutta pronte al consumo – ricorda Bruni – si trova sugli scaffali della gdo e dei supermercati, mentre il restante dieci per cento è venduto direttamente dai fruttivendoli». La maggior parte di quanti si servono dei confezionati (60%), ne fa un uso almeno settimanale, mentre il 25% consuma IV gamma solamente una volta al mese. «Il restante 15%, invece, ne fa un uso ancora più raro». Il 6% degli italiani, però, consuma esclusivamente prodotti di IV gamma. L’introduzione dei brend, dei marchi, nel settore della IV gamma è relativamente recente. A spiegarlo è ancora Galassini. «Solo nel 2000 – dice – in Italia la IV gamma era caratterizzata esclusivamente da produttori locali: Bonduelle è stata la prima marca ad apparire sul mercato italiano, fino ad allora caratterizzato per lo più da brend inventati o da Cirio, ma solo come seconda marca». Situazione completamente diversa nel 2003: «Si diffondono i brend dei grandi gruppi, come Carrefour ed Esselunga. Per questi marchi “ufficiali” il mercato passa dal 27% della fine del 2000 al 55% del 2003-2004». Il 2003 è l’anno in cui si assiste anche ad una crescita maggiore del volume delle vendite. «Più 14 per cento – continua Galassini – mentre inferiore è la crescita a volume, con qualche boom dovuto a fattori esterni, come il caldo e l’aumento dei prezzi sul fresco: così, ad esempio, il mese di settembre 2003 ha registrato una crescita del 50% sullo stesso mese del 2002, con riferimento all’insalata». Sempre sul fronte dei prezzi, il mese di dicembre 2004 ha registrato una tendenza inversa sull’andamento dell’intero anno: «I dati Nielsen che abbiamo a disposizione individuano una flessione del 3,5% su consumo e distribuzione nonostante l’aumento delle promozioni ai consumatori». Nel 2004 i consumi sono aumentati del 28%. E cresceranno anche nel 2005. ---------------------------------------------------------------------------- ---- Anche la frutta L’impiego della frutta nella quarta gamma è in forte espansione, anche se i numeri non sono così forti come in altre realtà (Regno Unito e Stati Uniti, in forte fermento). «Le possibilità per ampliare i margini di mercato sono enormi – ha detto a Vegetalia Enrico Casadei del Gruppo Sipo – proprio in virtù del fatto che la frutta risponde in pieno alla logica dell’elevato contenuto di servizio che la IV gamma in sé riassume». La finalità – prosegue Casadei – è quella di rendere accessibile il consumo di specie di frutta che altrimenti avrebbero difficile edibilità, ampliando magari in uno spazio temporale maggiore il consumo di tipologie merceologiche che sul fresco hanno una durata limitata. La scommessa dei produttori italiani, infatti, è quella di andare oltre il tradizionale consumo di frutta in IV gamma, concentrato principalmente nei mesi primaverili ed estivi. Il confezionamento di frutta pronta all’uso riguarda sia prodotti singoli (ananas, cocco, melone, kiwi ed anguria) che i cosiddetti “misti”. «Varietà esotiche come mango, papaia ed ananas affiancano frutta mediterranea come melone, mela, arancia, uva, kiwi e pesca nettarina». Il mercato italiano, secondo gli ultimi dati, vede in prima posizione il consumo di ananas (33%), seguito da cocco (22%), misto mediterraneo (20%), misto esotico (11%) e melone (4%). Ma mentre nella nostra Penisola il consumo di frutta di IV gamma è incentrata principalmente come “fine pasto”, in altri Paesi la tendenza è quella di acquistare la frutta come snack (Regno Unito) o come sostitutivo del pasto (negli Stati Uniti, evidentemente dopo la campagna di comunicazione massiccia contro l’obesità…). Attenzione, però, al processo produttivo. «Durante ogni fase della lavorazione della frutta – ammonisce Casadei – è necessario mantenere inalterata la catena del freddo ed operare tutti gli accorgimenti necessari per la sanitizzazione degli alimenti, come il lavaggio della frutta e degli strumenti di taglio. Si deve lavorare praticamente in un ambiente asettico, altrimenti è molto facile accelerare i processi di deterioramento». (M.B.) Il fattore “A” “A” come assortimento. È quarta gamma sia la vaschetta monoprodotto, sia quella contenente mix di insalate, più o meno diversamente colorate, quella con insalate più carote, quella con i funghi... Per non parlare delle caratteristiche della confezione, da quelle formato famiglia, a quelle per single, a quelle monodose per un veloce pranzo fuori casa, a quelle dotate di forchettina o di salsine, a quelle dotate di apertura easy peel... Tutto questo non può che sostenere il successo di mercato della quarta gamma, perchè se da una parte le opzioni produttive sono numerose, dall’altra sono anche alla portata della medesima azienda produttrice, la quale dunque può avvantaggiarsi della marcia in più della flessibilità e dell’innovazione. Ognuna delle circa venti aziende italiane specializzate nella produzione e nella lavorazione della quarta gamma può fornire illuminanti esempi di quanto può diventare ampio il fattore “A”. Dato che altrove in queste tre pagine citiamo altre aziende, qui possiamo vedere, sempre a mo’ di esempio, come percorre la strada dell’assortimento il Gruppo Sipo, una società che opera da anni a Fasano, nel Brindisino, e che nei giorni scorsi ha inaugurato un nuovo grande stabilimento a Bellaria, in provincia di Rimini. Questa azienda propone al mercato quarta gamma in busta, cioè per il consumo famigliare, poi in vassoi, in ciotole di polietilene richiudibili... Nelle buste si possono trovare insalate adulte, più croccanti, normalmente coltivate in pieno campo, come indivie, radicchi, cicorie...; oppure insalate più tenere, i cosiddetti sfalciati, ossia piante più delicate e giovani, coltivate in serra e che richiedono una filiera dedicata, come songino, insalatine... I vassoi poi possono contenere un monoprodotto, o mix di verdure, o verdure con legumi da 200 grammi idonei per 3-4 persone. Le ciotole di polietilene della Sipo hanno chiusura ermetica e richiudibile, sono monoporzione, idonee per i single o per il consumo fuori casa, provviste di forchettina di plastica, di bustine di sale e di bustine con olio e aceto per il condimento. Infine, la Sipo offre anche quarta gamma di funghi di grotta, pronti per il consumo cioè lavati e asciugati (così che non debbano essere rilavati dal consumatore, cosa che rovinerebbe il fungo), quarta gamma con prodotto biologico, quarta gamma con frutta fresca. Quest’ultima è il “Titbit” lanciato al Macfrut del 2004: frutta selezionata e tagliata, presentata in assoluta assenza di conservanti, coloranti e liquido di governo; la conservabilità è assicurata dal minor contenuto di ossigeno all’interno della confezione, dagli elevati standard igienico-sanitari osservati durante la produzione, dal rispetto della catena del freddo. (Giorgio Setti) Utile anche alla salute Le insalate pronte della IV gamma non solo incoraggiano i consumi di prodotti ortofrutticoli, ma soprattutto offrono alle aziende nuovi ambiti dove esprimersi ed investire le proprie risorse. E oggi sono circa 80 le aziende che in Italia si occupano di quarta gamma, anche se il 90% del fatturato è ancora concentrato in una ventina di tali aziende. È ciò che è emerso durante il convegno sullo sviluppo della ricerca agroalimentare organizzato recentemente a Rimini dalla srl romagnola “Il Melograno”. I consumatori, dal canto loro, hanno ben accolto questo nuovo modo di consumare verdura: si stima che nei prossimi due anni le vendite al dettaglio di questi prodotti cresceranno, tanto che l’80% degli acquirenti ne fruirà. La ricerca genetica sta operando allo scopo di ottenere cultivar gustose, nutrienti e soprattutto benefiche per la salute dell’uomo. A dimostrarlo sono stati i dati illustrati da Giorgio CantelliForti e Silvana Hrelia della facoltà di Farmacia dell’università di Bologna, che hanno dipinto un’ agricoltura nazionale tra le migliori d’Europa sia per basso o assente contenuto di residui di fitofarmaci che per l’alto valore nutrizionale. Secondo i due relatori, infatti, oggi in Italia molto si sta facendo per ottenere selezioni capaci di apportare all’organismo tanto i nutrienti principali quanto sostanze necessarie al metabolismo umano come le vitamine e gli antiossidanti. Gli specialisti chiamano alimenti funzionali o nutraceutici quegli alimenti che possiedono un ipotetico ruolo regolatore del nostro metabolismo e che dunque sono sia nutrienti che farmaceutici. Gli ortaggi in gran parte assolvono a questa funzione. In risposta alle diffuse lamentele degli acquirenti, inoltre, che mal sopportano i prezzi proposti al dettaglio per questa tipologia di ortaggi pronti e che vedono in questi articoli rincari ingiustificati, gli operatori del settore hanno ricordato che il prodotto finale di IV gamma possiede un alto valore aggiunto, sia tecnologico che nutritivo, e che dunque il loro prezzo è giustificato dalla qualità delle materie prime utilizzate e dal costo delle lavorazioni condotte in campo e presso le aziende confezionatrici. «Con la IV gamma – ha spiegato Claudio Coli del ‘Melograno’ – puntiamo a garantire ai consumatori ottimi prodotti, che si distinguano per alto valore nutritivo e per prezzi fissi, prezzi che appaiono alti, ma che sono spiegati dal fatto che non tutti i prodotti coltivati possono essere destinati a questa tipologia di preparati. Le materie prime scelte hanno seguito specifiche procedure di coltivazione e di confezionamento, atte a garantire la massima qualità e igiene». Onere di tutto il settore produttivo sarà spiegare sempre più efficacemente ai consumatori le proprie scelte ed i motivi che stanno alla base dei prezzo osservabili al dettaglio. La IV gamma può essere per l’Italia una buona occasione per valorizzare ulteriormente i prodotti locali, per stimolare il consumo di verdura e per contrastare la concorrenza dei grossi produttori esteri, che grazie alla globalizzazione dei mercati hanno guadagnato molti spazi presso la gdo. A testimoniare le potenzialità di questa evenienza è stato Maurizio Brasina, di Coop Italia, che ha ricordato come i propri fornitori di IV gamma seguano «specifici protocolli di lavorazione stilati da Coop Italia per garantire una certa qualità finale. E sono tutti soddisfatti degli esiti: buon lavoro, ottima qualità ed effettivi guadagni».(Valentina Tampellini) Un’anticipazione sulla IV gamma del prossimo futuro viene ancora da Sebastiano Porretta: «Le aziende di trasformazione – ha detto a Vegetalia – si stanno movendo su più fronti: da nuovi packaging, più pratici sia come forma che come dimensioni dal momento che si va verso un mondo di single, ai cosiddetti sistemi anti-fog. Si tratta di imballaggi attivi che contengono al loro interno delle molecole in grado di assorbire l’ossigeno, in modo tale da evitare la formazione di nebbiolina che non permette al consumatore di vedere all’interno della confezione». Anti-fog per la trasparenza in tutti i sensi, ma anche per aumentare la durata dei prodotti confezionati: l’ossigeno, infatti, costituisce una causa di diminuzione della conservazione dell’ortofrutta. Non solo. «Per assecondare i gusti e le necessità della clientela che si serve della IV gamma – prosegue Porretta – si sta sviluppando anche l’impiego, sempre più diffuso, dei condimenti». E per quanti consumano il pasto fuori casa? Non c’ è problema, saranno sempre più diffuse le confezioni con incluse le posate di plastica. (Autore: Matteo Bernardelli) --------------------------------- Tratto da "Agenzia plurisettimanale della Confederazione italiana agricoltori" - Anno XI n. 49 - 21/02/2005 Titolo: L’agricoltura frena l’inflazione: prezzi all’origine sempre più giù. Nelle campagne è ormai crisi. Redditi agricoli in forte discesa Secondo la Cia, nello scorso mese di gennaio le quotazioni sui campi dei prodotti sono risultate più basse di cinque anni fa, con cali tra l’8 e il 12 per cento. Occorre più trasparenza per i consumatori. Fondamentale il doppio prezzo (produzione e consumo) per bloccare i rincari. I prezzi agricoli all’origine, sempre più in discesa, hanno contribuito ancora una volta alla frenata dell’inflazione. Solo nello scorso mese di gennaio si sono avute flessioni tra l’8 e il 12 per cento. E’ quanto sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori in merito ai dati diffusi oggi dall’Istat. A gennaio -rileva la Cia- l’agricoltura italiana ha visto ridursi ulteriormente i prezzi pagati sul campo. Per alcuni prodotti, in particolare ortofrutticoli, si sono avute riduzioni anche del 25 e 30 per cento. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Addirittura, nelle campagne, sono state registrate quotazioni più basse di cinque anni fa. E ciò ha ulteriormente ridotto i redditi degli imprenditori agricoli e riducendo la stessa iniziativa aziendale. Se la tendenza al ribasso fosse stata seguita anche dagli altri soggetti della filiera agroalimentare, il contenimento dell’inflazione -avverte la Cia- sarebbe stato maggiore. Invece, si è andata allargando ancor più la forbice tra prezzi all’origine e quelli praticati al consumo. Sta di fatto che dal campo alla tavola ci sono prodotti che crescono di oltre venti volte. Per tale ragione, la Cia ribadisce la validità della Petizione Popolare rivolta al presidente del Consiglio affinché sui cartellini di vendita dei prodotti agroalimentari venga riportato il doppio prezzo (produzione e consumo). Si tratta –afferma la Cia- di una misura in grado di riportare trasparenza sul mercato. Un valido deterrente per frenare e contrastare ogni tentativo di speculazione e di rialzo ingiustificato, tutelando così i consumatori e contribuendo al calo del trend inflattivo. ---------------------------------------- Tratto da "Coldiretti.it" N. 116 - 18 Febbraio 2005 PREZZI: CARO-ORTAGGI; COLDIRETTI, IL VADEMECUM PER DIFENDERSI "Verificare l'origine nazionale per essere sicuri della stagionalità, preferire le produzioni locali che non essendo soggette a lunghi tempi di trasporto garantiscono maggiore freschezza, privilegiare gli acquisti diretti dagli agricoltori, nei mercati e nei punti vendita specializzati dove è più facile individuare l'origine e la genuinità dei prodotti". Sono questi i consigli della Coldiretti per garantirsi acquisti di verdura di qualità al giusto costo e non cadere nelle trappole del mercato dove i dati di Federconsumatori confermano che si verificano vere e proprie impennate dei prezzi tra il campo e la tavola. Per evitare l'eccessiva moltiplicazione dei prezzi che rischiano di spingere i consumatori a rinunciare agli acquisti con una grave crisi per il settore servono - sostiene la Coldiretti - più controlli sui margini commerciali tra produzione e consumo come è stato proposto in Francia dove il Senato ha approvato un dispositivo di regolazione dei prezzi di frutta e verdura applicabile nei periodi di "crisi". Questo strumento di gestione delle crisi è basato - spiega la Coldiretti - su un coefficiente moltiplicatore tra il prezzo di acquisto e quello di vendita; dovrebbe permettere di correggere le frenate dei consumi legate ai prezzi che al dettaglio sono giudicati eccessivi rispetto ai prezzi alla produzione e facilitare la trasmissione al dettaglio dei ribassi dei prezzi alla produzione. In un Paese come l'Italia che ha la leadership europea nella produzione di frutta e verdura, bisogna favorire una ripresa dei consumi e consentire a tutti i cittadini di approfittare delle proprietà di prodotti indispensabili per la salute e per questo - sostiene la Coldiretti - vanno anche incoraggiati accordi per favorire i consumi di alimenti sani nei posti pubblici: dalle scuole agli ospedali, dalle caserme ai luoghi di lavoro. Un obiettivo che la Coldiretti sta perseguendo grazie ad un protocollo firmato con la sanità militare e al progetto educazione alla Campagna Amica nelle scuole. ------------------------------------------------
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