CONAD - demonizzare la responsabilita sociale d'impresa?]





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Subject: [res] Re: [gas] CONAD - demonizzare la responsabilita sociale d'impresa?
Date: Fri, 11 Feb 2005 12:53:38 +0000
From: Nicoletta Landi <nicolettalandi at fastmail.fm>
To: magius <magius at inventati.org>
CC: res at liste.retelilliput.org <res at liste.retelilliput.org>
References: <opslzvibi7bhruzu at host111-47.pool80181.interbusiness.it>

Sempre di pìù è chiaro che tutti i discorsi sulla "responsabilità sociale di impresa" come tutte le varie certificazioni ISO "sociali" sono solo una presa per i fondelli, utili solo a ritagliarsi una quota di mercato nel succoso target "equo e solidale"...

Io invece sono d'accordo ma non in TOTO.
Vorrei fare un paragone: le aziende biologiche.
Solo una minima parte viene controllata.
Quando salta fuori un'azienda bacata, allora diciamo: il biologico e'
solo una presa per i fondelli?
Il riciclaggio.
Quando viene fuori che un Comune ha ributtato tutto insieme, diciamo che
il riciclaggio e' una presa per i fondelli?

Io credo che un conto sono gli strumenti, un conto sono i controlli, un
conto e' la presa di coscienza e infine ci sono i risultati.
E' molto difficile esprimere un parere, se non si tiene conto delle 4
dimensioni di questo discorso. Ed e' difficile tenere conto di tutto.
Per me lo e'.

Ad es. gli strumenti, possono essere efficaci, inefficaci, possono
essere buoni ma utilizzati male.
La legge italiana e' un ottimo esempio. Siamo in uno Stato dove la
giustizia e' una presa per i fondelli?
Forse. Il problema e' che tra chi scrive la legge ed il risultato finale
ci sono diversi passaggi intermedi.
E in ciascuno ci sta l'essere umano con le sue tentazioni. Dal
legislatore, al giudice, al poliziotto, al criminale, al complice.

Dove voglio arrivare?
Ad una banalita'. Credo che noi tutti crediamo nell'aumento di
consapevolezza. Che si tradurra' in un'amministrazione pubblica che
avvia appalti etici, in un'impresa che produrra' in modo sostenibile, in
un cittadino che accettera' di vivere in sobrieta' comprando un decimo
ma solo da imprese decenti, in un riciclaggio, in una scelta biologica,
e via via.
Ogni strumento avvia ad un dibattito e forse poi ad un aumento di
consapevolezza.
Cosi' lo strumento del biologico ha attivato il dialogo del biologico.
Chi ci crede veramente non si accontenta dell'etichetta ma sacrifica
parte del suo tempo per andare fino in fondo, e scartare tutti quelli
che del biologico fanno solo pubblicita'.
E cosi' io credo dovra' essere per tutte le iniziative di
responsabilita' sociale d'impresa.

Purtroppo siamo chiamati a vigilare e ad interrogarci. Se non lo faremo,
saremo schiavi edlla nostra ignoranza.
Ci sono tanti diversi "bollini" di responsabilita' sociale d'impresa.
Un'autodichiarazione su un sito web e' nulla.
Un'autocertificazione interna e' qualcosa.
Una certificazione privata rilasciata da un ente terzo e' qualcosa di
piu' (vedi sa8000)
Una certificazione o un processo di riconoscimento presso una rete di
soggetti multistakeholder, composta da sindacati a governo a ong (vedi
Ethical trade Initiative in Inghilterra) e' qualcosa di piu'
E via via cosi'.

QUindi, condivido che molte imprese utilizzano con i consumatori
ignoranti, alcuni bollini, tali e quali come alcune banche si
appropriano di finanza etica, in modo assolutamente bastardo.
Ma noi non siamo consumatori ignoranti.
Ed io credo che dovremo invece studiare, incoraggiare (e se e' giusto
premiare) gli strumenti al fine di rinforzarli a nostro interesse.
Demolizzarli tendera' invece a metterci da una parte della barricata e a
rimanerci.

So che questo discorso apparira' spigoloso per un'attivista, e allo
stesso tempo troppo morbido con le imprese.
Accetto le botte, ma solo da amici sinceri :)

nicoletta