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rassegna stampa: Campagna pubblicitaria di Wal-Mart contro i critici
- Subject: rassegna stampa: Campagna pubblicitaria di Wal-Mart contro i critici
- From: "Altragricoltura" <altragrico at italytrading.com>
- Date: Mon, 24 Jan 2005 13:43:14 +0100
Wal-Mart , la più grande catena distributiva del mondo, continua la sua incessante azione di conquista dei mercati. Una delle gambe su cui poggia la sua forza economica è lo spregio dei diritti dei suoi lavoratori e questa politica industriale la espone a continui scontri con il mondo del lavoro indebolendo ciò che più vale nel suo business: l'immagine, il marchio! Allo scopo di tamponare gli effetti negativi che vengono poi colti dai "consumatori" che conseguentemente si disaffezionano al marchio Wal - Mart lancia una campagna pubblicitaria per rifarsi un'immagine positiva! Riuscirà ancora una volta ad ingannare gli "affezionati" clienti? Per promemoria vi proponiamo alcuni articoli sull'operato di Wal - Mart (p.s.: ricordiamoci che questo colosso della distribuzione non è poi così lontano dalla nostra realtà essendo in trattattiva per l'acquisto di ESSELUNGA)e sull'analoga politica che altre catene distributive emulano con effetti disastrosi per lavoratori e fornitori. a cura di AltrAgricoltura Nord est ---------------------------- tratto da RSINEWS.IT - 17/01/05 Campagna pubblicitaria di Wal-Mart contro i critici Inserzioni su più di cento quotidiani Usa e nuovo sito web. Il gigante della grande distribuzione statunitense Wal-Mart, sotto accusa per le sue politiche anti-sindacali e di violazione dei diritti dei lavoratori, ha deciso di passare al contrattacco in difesa della propria reputazione, con "un'iniziativa di comunicazione senza precedenti", nel tentativo di recuperare credibilità tra l'opinione pubblica. Il 13 gennaio, Wal-Mart ha iniziato una campagna pubblicitaria, sotto forma di una lettera aperta del presidente e amministratore delegato Lee Scott, con inserzioni di una pagina in più di cento giornali, in cui si afferma: "Wal-Mart sta lavorando per ognuno di voi. Alcuni dei nostri critici lavorano solo per se stessi". In un comunicato, Lee Scott afferma che "in questi giorni circolano molte leggende metropolitane su Wal-Mart, ma i fatti sono fatti. Wal-Mart è buona per i consumatori, buona per le comunità e buona per l'economia Usa". La pubblicità afferma che quest'anno Wal-Mart ha programmato la creazione di oltre 100.000 nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti, che la paga media dei dipendenti è quasi il doppio del minimo stabilito a livello federale e tutti godono di un'assicurazione sanitaria, che costa 40 dollari per i singoli e meno di 155 per le famiglie, indipendentemente dal numero dei componenti. Inoltre, afferma Wal-Mart, il 74% dei dipendenti assunti ad orario, lavorano a tempo pieno, contro il 20-40 per cento del settore della vendita al dettaglio. Contemporaneamente alle inserzioni pubblicitarie, la compagnia ha inaugurato un nuovo sito Internet, in cui risponde a tutte le critiche e alle denunce, dando la propria immagine della compagnia, Stato per Stato. La principale causa legale che attende Wal-Mart è la class action per discriminazione sessuale, autorizzata il 22 giugno scorso da un giudice di San Francisco, che riguarda un milione e seicentomila donne, che lavorano o hanno lavorato per la compagnia dal 26 dicembre 1998. Vi sono poi oltre quaranta denunce per violazioni dei diritti dei lavoratori. Lo scorso ottobre, un giudice dello Stato di Washington ha autorizzato una class action contro Wal-Mart, che coinvolge circa 40.000 dipendenti ed ex-dipendenti nello Stato di Washington, dal 10 settembre 1995 ad oggi. La compagnia è accusata di aver adottato uno schema di abusi sistematici, tra cui straordinari non pagati, pause pranzo e di riposo negate, falsificazione dei dati sugli straordinari effettuati. Lo scorso maggio, Wal-Mart è stata condannata a pagare 3,1 milioni di dollari di multe, per aver violato la normative sulla protezione delle acque, il Clean Water Act, i 24 siti di nove Stati Usa. Si tratta della multa più elevata sinora comminata per questo tipo di violazioni ad una singola compagnia ed è la seconda, in tre anni, che Wal-Mart si è trovata a dover pagare. La precedente fu di un milione di dollari, nel 2001, per violazioni in 17 siti, in diversi Stati. Il 6 aprile scorso, Wal-Mart ha subito una dura sconfitta nel referendum sull'insediamento di un centro commerciale di 60 acri a Inglewood, 113.000 abitanti, nei pressi di Los Angeles, il cui fulcro avrebbe dovuto essere un grande punto vendita della compagnia. Il progetto è stato bocciato con il 66 per cento di "no" e il 34 per cento di "sì". Contro il progetto erano scesi in campo anche il leader dei consumatori statunitensi, Ralph Nader, e il reverendo Jesse Jackson. La California sta ponendo restrizioni agli insediamenti di grandi centri commerciali, sia per il loro impatto ambientale ed urbanistico, sia per le conseguenze sociali che hanno sul commercio locale. Wal-Mart vorrebbe aprirne 40 in questo Stato ma il voto di aprile rischia di comprometterne i progetti. ------------------- tratto da rsinewe.it - 11/10/2004 Wal-Mart, class action per 40.000 La compagnia accusata di illegalità sugli straordinari. Un giudice della King County Superior Court, Terry Lukens, ha autorizzato una class action contro Wal-Mart, che coinvolge circa 40.000 dipendenti ed ex-dipendenti del colosso americano della distribuzione al dettaglio nello Stato di Washington, dal 10 settembre 1995 ad oggi. Lo ha annunciato l'8 ottobre lo studio legale Tousley Brain Stephens LLC, che ha avviato questa causa nel 2001. Wal-Mart è accusata di aver adottato uno schema di abusi sistematici, tra cui straordinari non pagati, pause pranzo e di riposo negate, falsificazione dei dati sugli straordinari effettuati. I legali osservano che Wal-Mart ha una politica molto restrittiva sugli straordinari ma che il carico di lavoro per i dipendenti è eccessivo, per essere completato entro le 40 ore ordinarie. I lavoratori si trovano quindi a dover scegliere tra la perdita del posto o l'effettuazione di ore straordinarie non retribuite e il salto delle pause previste per il pranzo e il riposo. Secondo gli avvocati, questi comportamenti illegali fanno parte della cultura di Wal-Mart, che incentiva i propri manager dei punti vendita a contenere i costi a tal punto che a farne le spese sono i dipendenti di livello più basso. Wal-Mart ha dichiarato che "respinge con fermezza queste accuse" ma che non ha ancora deciso se presentare appello con la decisione del giudice Lukens. "La politica di Wal-Mart è quella di pagare i propri dipendenti per ogni minuto che lavorano. I manager che richiedono o tollerano il lavoro fuori orario violano la politica della compagnia". Wal-Mart è da anni al centro di molte vertenze legali per la sua politica sindacale e la violazione dei diritti dei lavoratori. La causa maggiore che la attende è la class action per discriminazione sessuale, autorizzata il 22 giugno da un giudice di San Francisco, e che riguarda un milione e seicentomila donne, che lavorano o hanno lavorato per la compagnia dal 26 dicembre 1998. -------------------- tratto da rsinewe.it - 14/05/2004 3,1 milioni di dollari di multa a Wal-Mart per inquinamento. Ha violato il Clean Water Act in nove Stati Usa. Wal-Mart - il gigante Usa dei supermercati e centri commerciali, oggetto di polemiche per le sue politiche antisindacali e di sfruttamento - è stato condannato a pagare 3,1 milioni di dollari di multe, per aver violato la normative sulla protezione delle acque, il Clean Water Act, i 24 siti di nove Stati Usa. Lo ha annunciato il 12 maggio il dipartimento della Giustizia statunitense. Le violazioni riguardano la gestione delle acque di scarico nei nuovi centri in costruzione. Secondo quanto riferisce il dipartimento della Giustizia, Wal-Mart ha accettato di istituire maggiori controlli. E' la multa più elevata sinora comminata per questo tipo di violazioni ad una singola compagnia ed è la seconda, in tre anni, che Wal-Mart si trova a dover pagare. La precedente fu di un milione di dollari, nel 2001, per violazioni in 17 siti, in diversi Stati. Nella negoziazione con il dipartimento della Giustizia, Wal-Mart ha accettato di investire 250.000 dollari per un progetto ambientale di protezione delle acque in uno dei nove Stati dove ha commesso le violazioni. -------------------- tratto da rsinews.it - 07/04/2004 Discount Lidl, una Wal-Mart europea di serie B. Pessime relazioni con lavoratori e fornitori. Un network sindacale si organizza. Lidl, la multinazionale tedesca dei discount, vuole diventare una Wal-Mart euopea di serie B, imitandone le pessime relazioni sindacali e il clima d' intimidazione in cui lavorano i dipendenti. E' questa l'accusa lanciata dai sindacati tedeschi e dalla Global Unions, che sottolineano come il management tratti con eguale durezza lavoratori e fornitori. La situazione è particolarmente calda in Germania ma la politica della Lidl è simile in tutti i Paesi europei dove opera. Tra i comportamenti del management che i dipendenti devono subire vi sono anche ispezioni ai vestiti, alle borse e alle proprie auto, al termine del turno di lavoro, per combattere eventuali furti da parte dei lavoratori. Anche nei Paesi in cui la compagnia ha dovuto adattarsi alle regole delle normali relazioni sindacali, il clima lavorativo è brutto e i dipendenti sono impauriti. La scorsa settimana i sindacati europei del commercio si sono riuniti a Tampere, in Finlandia, per avviare azioni coordinate, al fine di convincere la compagnia tedesca che si deve adattare alle normali regole di comportamento delle imprese in Europa. I sindacati europei richiamano il documento congiunto sulla responsabilità sociale delle imprese, sottoscritto nel novembre 2003 dai rappresentanti dei lavoratori e delle aziende del settore del commercio, EuroCommerce e UNI-Europa Commerce. Intanto, ieri Wal-Mart, il colosso Usa dei supermercati, ha subito una dura sconfitta nel referendum sull'insediamento di un centro commerciale di 60 acri a Inglewood, 113.000 abitanti, nei pressi di Los Angeles, il cui fulcro avrebbe dovuto essere un grande punto vendita della Wal-Mart. Il progetto è stato bocciato con il 66 per cento di "no" e il 34 per cento di "sì". Contro il progetto sono scesi in campo anche il leader dei consumatori statunitensi, Ralph Nader, e il reverendo Jesse Jackson. La California sta ponendo restrizioni agli insediamenti di grandi centri commerciali, sia per il loro impatto ambientale ed urbanistico, sia per le conseguenze sociali che hanno sul commercio locale. Wal-Mart vorrebbe aprirne 40 in questo Stato ma il voto di ieri rischia di comprometterne i progetti. ------------------- tratto da rsinews.it - 10/02/2004 Il prezzo dei prezzi bassi Un rapporto di Oxfam denuncia lo sfruttamento di milioni di lavoratrici tra i fornitori delle grandi marche dell'abbigliamento e dell'alimentare. Milioni di donne che lavorano nel mondo in via di sviluppo, in aziende fornitrici di grandi catene dell'abbigliamento, di supermercati e grandi magazzini, sono sottoposti a condizioni di sfruttamento, sempre peggiori, per sostenere la guerra dei prezzi nei Paesi sviluppati. Lo denuncia un rapporto dell'organizzazione non governativa Oxfam, "Trading Away Our Rights: Women Working in Global Supply Chains ", reso pubblico l'8 febbraio. Il rapporto, condotto dall'associazione in 12 Paesi, è basato su più di mille interviste di lavoratrici, proprietari di stabilimenti e fattorie, rappresentanti di marchi internazionali, importatori, esportatori, funzionari sindacali e governativi. Il rapporto cita imprese come l'inglese Tesco, le spagnole El Corte Ingles-Induyco, Inditex-Zara, Cortefiel e Mango, le statunitensi Taco Bell e Wal-Mart, che esternalizzano la propria produzione e sfruttano la propria posizione dominante nel mercato, per trasferire costi e rischi sulla catena dei fornitori, utilizzando la propria forza per costringere i fornitori a soddisfare "just-in-time" gli ordinativi, a prezzi più bassi. Secondo Oxfam, "c'è un divario sempre più ampio tra la retorica generale sulla responsabilità sociale delle imprese e la realtà del loro modello di business. Molte compagnie hanno codici di condotta, che prevedono il dovere di rispettare gli standard di lavoro anche da parte dei fornitori, ma spesso è proprio la loro spietata strategia d'acquisto a rendere impossibile che ciò avvenga". -----------------------------------
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