Re: Scarpe da ginnastica etiche, finalmente!



sono una giornalista dell'Ansa di Palermo e ricevo le vostre mail. Vorrei sapere
qualcosa in più sulle scarpe etiche per scriverci, eventualmente, un pezzo. I
media se ne sono già occupati? datemi notizia


Scrive Francesco Castracane <fra.castracane at libero.it>:

> 
>  Guerra al potere della Nike
> 
> [L'articolo di Barbara Ardu', pubblicato su Repubblica il 10 ottobre 2004,
> parla di AdBusters, associazione no profit che da 14 anni combatte contro lo
> strapotere della pubblicita' e delle multinazionali. Recentemente si e'
> messa a produrre scarpe simili alle Converse, ma rigorosamente no logo. Un
> progetto sostenibile  anche dal punto di vista vegetariano: le scarpe
> infatti non utilizzano materiali provenienti dall'uccisione di animali.]
> 
> Sembrano delle Converse, le scarpe da pallacanestro dei giocatori americani
> di una volta. Con tanto di logo sulla parte destra. Solo che nel cerchietto
> che ancora oggi fa la differenza tra i ragazzini italiani che fanno la fila
> davanti ai negozi, non c'e' il nome della storica marca, passata nel
> frattempo nella mani della Nike. Ne' tantomeno quelle sigle mozzate che
> fanno la fortuna degli imitatori, cinesi o napoletani che siano. C'e' invece
> un cerchietto bianco, con un disegno fatto a mano e marcato bene, con la
> chiara intenzione di distinguersi.
> 
> Si chiamano BlackSpot Sneaker. Sono scarpe no logo, prodotte in Portogallo,
> vendute in tutto il mondo tramite un sito Internet che ha una sola missione:
> fare la guerra alla Nike e al suo patron Phil Knight. Obiettivo dei piu'
> ambizioni, irraggiungibile solo a pensarci un po' su. Sogno e scommessa di
> Kalle Lasn, fondatore della Adbusters Media Foundation, un magazine e un
> sito Internet. "Uno dei piu' significativi movimenti sociali dei prossimi
> vent'anni", come si definisce l'organizzazione che da quattordici anni si
> batte contro lo strapotere della tv, della pubblicita' e delle grandi
> company, che tutto appiattiscono e tutto rendono uguale.
> Kalle Lasn ha deciso di fare la guerra alla Nike scendendo sullo stesso
> piano delle grandi multinazionali. Invece del boicottaggio, delle denunce
> contro lo sfruttamento degli operai nelle fabbriche asiatiche, Lasn deciso
> di produrre lui stesso, ma in modo corretto. Niente sfruttamento degli
> operai, niente delocalizzazioni selvagge. Una guerra ad armi piu' o meno
> pari, perche' Lasn rinuncia al profitto.
> 
> Per un intero anno Lasn ha cercato una localita' dove poter impiantare
> l'industria. Ha escluso tutti i posti dove non vengono rispettati i diritti
> sindacali e infine ha scelto una zona rurale del Portogallo dove da 400 anni
> c'e' una grande tradizione nella produzione di scarpe. Li' ha trovato la
> fabbrica che cercava, gestita dalla stessa famiglia da tre generazioni. E ha
> avviato il progetto, "senza fini di lucro", e' scritto a grandi lettere nel
> sito che pubblicizza e vende le BlackSpot Sneaker.
> La scarpa che produce e' stata disegnata da John Fluevog, conosciuto nel
> settore per le sue idee innovative. E' prodotta totalmente in materiale
> naturale, e' biodegradabile al 70 per cento, la suola e' rinforzata perche'
> duri nel tempo e la produzione non richiede l'uso di agenti chimici.
> 
> Gli operai, tutti del posto, lavorano in una fabbrica modello. La qualita'
> dell'aria e' buona, il suono delle macchine e' attutito, i livelli di
> sicurezza ottimi, secondo quanto dichiarato dai sindacati. A cui i
> lavoratori non sentono il bisogno di iscriversi: solo l'1% vi aderisce. La
> pausa pranzo e' di un'ora e mezzo. Ne' c'e' un gran ricorso agli
> straordinari, pagati comunque bene. D'altra parte se in Portogallo il
> salario medio e' di 365 euro al mese, quello dei lavoratori della fabbrica
> di scarpe e' tra i 420 e i 700.
> 
> La guerra alla Nike e' appena agli inizi. A giugno c'erano stati ordini per
> 8000 pezzi, per lo piu' da parte della grande comunity che ruota attorno
> all'organizzazione creata da Kalle Lasn. Ora ci sarebbero gia' 200 punti
> vendita pronti a mettere sui loro scaffali le BlackSpot Sneaker. L'obiettivo
> dichiarato e' anche solo quello di rosicchiare un 1 per cento di quota di
> mercato alla Nike. "Sarebbe gia' un successo - sostengono sul sito delle
> BlackSpot Sneaker - perche' questo significherebbe che il meccanismo e'
> buono e potrebbe produrre i suoi effetti su altri mercati, dal cibo alla
> moda, alla comunizazione". In base a un solo principio che e' quello che
> ispira Kalle Lasn da sempre: "Vivere in un mondo dove a creare il futuro
> sono le persone e non le multinazionali".
> 
> Per info sulle carpe di adbusters -
> http://adbusters.org/metas/corpo/blackspotsneaker/
> 
> 
> --
> Mailing list Consumo Critico dell'associazione PeaceLink.
> Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html
> Archivio messaggi:
> http://www.peacelink.it/webgate/consumocritico/maillist.html
> Area tematica collegata: http://italy.peacelink.org/consumo
> Si sottintende l'accettazione della Policy Generale:
> http://www.peacelink.it/associazione/html/policy_generale.html
> 
>