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Re: Scarpe da ginnastica etiche, finalmente!
- Subject: Re: Scarpe da ginnastica etiche, finalmente!
- From: larasirignano at neomedia.it
- Date: Sun, 21 Nov 2004 18:38:14 +0100
sono una giornalista dell'Ansa di Palermo e ricevo le vostre mail. Vorrei sapere qualcosa in più sulle scarpe etiche per scriverci, eventualmente, un pezzo. I media se ne sono già occupati? datemi notizia Scrive Francesco Castracane <fra.castracane at libero.it>: > > Guerra al potere della Nike > > [L'articolo di Barbara Ardu', pubblicato su Repubblica il 10 ottobre 2004, > parla di AdBusters, associazione no profit che da 14 anni combatte contro lo > strapotere della pubblicita' e delle multinazionali. Recentemente si e' > messa a produrre scarpe simili alle Converse, ma rigorosamente no logo. Un > progetto sostenibile anche dal punto di vista vegetariano: le scarpe > infatti non utilizzano materiali provenienti dall'uccisione di animali.] > > Sembrano delle Converse, le scarpe da pallacanestro dei giocatori americani > di una volta. Con tanto di logo sulla parte destra. Solo che nel cerchietto > che ancora oggi fa la differenza tra i ragazzini italiani che fanno la fila > davanti ai negozi, non c'e' il nome della storica marca, passata nel > frattempo nella mani della Nike. Ne' tantomeno quelle sigle mozzate che > fanno la fortuna degli imitatori, cinesi o napoletani che siano. C'e' invece > un cerchietto bianco, con un disegno fatto a mano e marcato bene, con la > chiara intenzione di distinguersi. > > Si chiamano BlackSpot Sneaker. Sono scarpe no logo, prodotte in Portogallo, > vendute in tutto il mondo tramite un sito Internet che ha una sola missione: > fare la guerra alla Nike e al suo patron Phil Knight. Obiettivo dei piu' > ambizioni, irraggiungibile solo a pensarci un po' su. Sogno e scommessa di > Kalle Lasn, fondatore della Adbusters Media Foundation, un magazine e un > sito Internet. "Uno dei piu' significativi movimenti sociali dei prossimi > vent'anni", come si definisce l'organizzazione che da quattordici anni si > batte contro lo strapotere della tv, della pubblicita' e delle grandi > company, che tutto appiattiscono e tutto rendono uguale. > Kalle Lasn ha deciso di fare la guerra alla Nike scendendo sullo stesso > piano delle grandi multinazionali. Invece del boicottaggio, delle denunce > contro lo sfruttamento degli operai nelle fabbriche asiatiche, Lasn deciso > di produrre lui stesso, ma in modo corretto. Niente sfruttamento degli > operai, niente delocalizzazioni selvagge. Una guerra ad armi piu' o meno > pari, perche' Lasn rinuncia al profitto. > > Per un intero anno Lasn ha cercato una localita' dove poter impiantare > l'industria. Ha escluso tutti i posti dove non vengono rispettati i diritti > sindacali e infine ha scelto una zona rurale del Portogallo dove da 400 anni > c'e' una grande tradizione nella produzione di scarpe. Li' ha trovato la > fabbrica che cercava, gestita dalla stessa famiglia da tre generazioni. E ha > avviato il progetto, "senza fini di lucro", e' scritto a grandi lettere nel > sito che pubblicizza e vende le BlackSpot Sneaker. > La scarpa che produce e' stata disegnata da John Fluevog, conosciuto nel > settore per le sue idee innovative. E' prodotta totalmente in materiale > naturale, e' biodegradabile al 70 per cento, la suola e' rinforzata perche' > duri nel tempo e la produzione non richiede l'uso di agenti chimici. > > Gli operai, tutti del posto, lavorano in una fabbrica modello. La qualita' > dell'aria e' buona, il suono delle macchine e' attutito, i livelli di > sicurezza ottimi, secondo quanto dichiarato dai sindacati. A cui i > lavoratori non sentono il bisogno di iscriversi: solo l'1% vi aderisce. La > pausa pranzo e' di un'ora e mezzo. Ne' c'e' un gran ricorso agli > straordinari, pagati comunque bene. D'altra parte se in Portogallo il > salario medio e' di 365 euro al mese, quello dei lavoratori della fabbrica > di scarpe e' tra i 420 e i 700. > > La guerra alla Nike e' appena agli inizi. A giugno c'erano stati ordini per > 8000 pezzi, per lo piu' da parte della grande comunity che ruota attorno > all'organizzazione creata da Kalle Lasn. Ora ci sarebbero gia' 200 punti > vendita pronti a mettere sui loro scaffali le BlackSpot Sneaker. L'obiettivo > dichiarato e' anche solo quello di rosicchiare un 1 per cento di quota di > mercato alla Nike. "Sarebbe gia' un successo - sostengono sul sito delle > BlackSpot Sneaker - perche' questo significherebbe che il meccanismo e' > buono e potrebbe produrre i suoi effetti su altri mercati, dal cibo alla > moda, alla comunizazione". In base a un solo principio che e' quello che > ispira Kalle Lasn da sempre: "Vivere in un mondo dove a creare il futuro > sono le persone e non le multinazionali". > > Per info sulle carpe di adbusters - > http://adbusters.org/metas/corpo/blackspotsneaker/ > > > -- > Mailing list Consumo Critico dell'associazione PeaceLink. > Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html > Archivio messaggi: > http://www.peacelink.it/webgate/consumocritico/maillist.html > Area tematica collegata: http://italy.peacelink.org/consumo > Si sottintende l'accettazione della Policy Generale: > http://www.peacelink.it/associazione/html/policy_generale.html > >
- References:
- Scarpe da ginnastica etiche, finalmente!
- From: "Francesco Castracane" <fra.castracane at libero.it>
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