decreto Alemanno rimarrà una bozza





ECCO LA BOZZA DEL DECRETO SUGLI OGM

"Chi non adotti misure per assicurare la coesistenza tra le varie forme di
agricoltura  e le ponga in pericolo è punito con l'arresto da sei mesi a un
anno o con l'ammenda da 2.600 a 25.900 euro".

Alemanno presenta bozza del decreto: Ogm, il carcere a chi contamina

Fino a un anno di carcere per chi contamina i prodotti alimentari con gli
ogm.
Lo prevede il decreto del ministro delle Politiche agricole, Gianni
Alemanno, la cui bozza verrà presentata in Consiglio dei ministri.
"Chiunque non adotti misure per assicurare la coesistenza tra le varie forme
di agricoltura - si legge - e in qualsiasi modo le ponga in pericolo... è
punito con l'arresto da sei mesi a un anno o con l'ammenda da 2.600 a 25.900
euro".

L'obiettivo del decreto proposto da Alemanno, come si legge nel primo
articolo della bozza, è di "garantire la libertà di iniziativa economica e
il diritto di scelta dei consumatori".

Il principio di coesistenza

L'articolo 2 del decreto riguarda la "salvaguardia del principio di
coesistenza", in base al quale le forme di agricoltura diverse "sono
praticate senza che l'esercizio di una di esse possa compromettere lo
svolgimento delle altre".
La coesistenza delle tre agricolture è realizzata in modo "evitare la
presenza di ogni forma di contaminazione".
Per tutelare i consumatori si stabilisce che i prodotti transgenici siano
coltivati "all'interno delle filiere di produzione separate rispetto a
quelle convenzionali e biologiche".
Nell'articolo 3  si specifica che per prevenire danni economici e
contaminazione vengono individuate "una o più aree omogenee", tenendo conto
"delle caratteristiche produttive dei territori interessati e delle presenza
di produzioni di qualità regolamentata".
E' compito delle regioni e delle province autonome, come spiega l'articolo 4
definire "le intese, le condizioni e le modalità di realizzazione della
coesistenza delle zone di confine tra i rispettivi territori", con la
partecipazione delle organizzazioni professionali agricole e di quelle
presenti nel consiglio nazionale consumatori e utenti.

Responsabilità e sanzioni
Nell'articolo 5 si precisa che chiunque voglia coltivare ogm "è tenuto a
darne comunicazione alla pubblica amministrazione, a elaborare un piano di
gestione aziendale per la coesistenza sulla base di linee guida definite
dalle regioni e dalle province autonome" e a tenere registri aziendali con
le misure adottate.
Chi trasgredirà queste misure, ponendo in pericolo le diverse forme di
agricoltura "è punito con l'arresto da sei mesi a un anno o con l'ammenda da
2.600 a 25.900 euro", come prevede l'articolo 6.
L'organo di controllo, come previsto dagli articoli 7 e 8, è l'apposito
osservatorio per la valutazione e il monitoraggio della coesistenza tra
colture transgeniche, convenzionali e biologiche: organizzazione e strutture
sono definite d'intesa con le regioni.

Il sì della Coldiretti
"L'approvazione del decreto legge sulla gestione in Italia delle colture
Ogm - secondo il segretario generale della Coldiretti Franco Pasquali - è un
atto necessario per tutelare i primati qualitativi delle produzioni agricole
e alimentari nazionali". Non bisogna solo "tutelare il diritto degli
imprenditori agricoli a produrre in un ambiente protetto dai rischi di
contaminazioni da biotech ma occorre anche dare rilievo giuridico alle
scelte fatte dalle Istituzioni regionali e territoriali che, anche grazie
alla campagna promossa dalla Coldiretti Liberi da Ogm hanno adottato
delibere per proibire la diffusione del transgenico".


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"Il Consiglio dei Ministri è convocato venerdì 8 ottobre 2004, alle ore 9,30
a Palazzo Chigi, per l’esame del seguente ordine del giorno:
- decreto-legge concernente disposizioni urgenti in materia di coesistenza
tra le colture transgeniche, convenzionali e biologiche"

Settimana più, settimana meno, ci siamo arrivati.
Sembra che le Regioni  non condividano le sanzioni in materia di
etichettatura, sostenendo che sono eccessive.
Staremo a vedere...

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L’Italia si preparare a varare il decreto legge che stabilisce le regole di
coesistenza tra colture tradizionali e transgeniche.
Lo ha annunciato ieri il ministro delle Politiche agricole Gianni Alemanno
dalla tribuna di un convegno organizzato dall’Istituto nazionale di ricerca
per gli alimenti e la nutrizione (Inran).
Un convegno che ha sottolineato come troppi siano ancora i punti oscuri nel
biotech.
«Il decreto che presenteremo venerdì in Consiglio dei ministri - ha
anticipato Alemanno - sarà molto rigido perché tiene presente la particolare
situazione dell’Italia, Paese leader nella produzione agricola di qualità».
Ma quel decreto, ha assicurato il ministro, sarà in linea con le indicazioni
dell’Ue che pure si muove «in maniera molto semplicistica in materia di
ogm», ignorando in particolare il problema delle contaminazioni.
«Nessuna posizione ideologica - ha continuato il ministro - ma la prudenza è
dovuta all’esigenza di evitare che situazioni di contaminazione possano
diventare irreversibili».

Corriere della sera
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''Il nostro decreto si muove per far in modo che non ci sia contaminazione
diffusa da Ogm nella nostra agricoltura e nella nostra terra''.
Cosi' il ministro delle Politiche agricole Gianni Alemanno descrive il
contenuto del decreto in discussione venerdi' al Consiglio dei ministri.
''E' l'Ue che spinge verso la liberalizzazione. Il nostro -precisa
Alemanno - e' un decreto legge sulla coesistenza, ispirato alla massima
prudenza''.
''Siamo consapevoli che esistono posizioni diverse nel governo per cui non
vorremmo che il decreto fosse solamente una presa di posizione che rimane
agli atti, per questo pensiamo che occorra nei fatti (l'approvazione da
parte del Consiglio dei Ministri) affermare le vere volonta'''afferma
Francesco Baldarelli, responsabile agricoltura della Direzione nazionale dei
Ds.
Da una ricerca condotta da Observa, dal 2001 al 2003 emerge che la
'resistenza' italiana all'ogm e' cresciuta in maniera esponenziale,
raggiungendo il 68% nell'anno scorso, rispetto al 49% del 2001.
Gli italiani, insomma, si fidano sempre meno del 'cibo di Frankenstein'.
E si tratta di un giudizio ''consapevole'', secondo Observa, visto invece
l'apertura verso la sperimentazione della biotecnologia ad uso medico.
''Prendiamo atto con soddisfazione degli impegni del ministro Alemanno per
una nuova politica sugli ogm, ma siamo stupiti per l'annuncio di un decreto
legge sulla coesistenza'' e' il commento di Confagricoltura, che pero'
avvisa: ''Il varo di un decreto legge entro la settimana, viene meno al
principio di concertazione che dovrebbe guidare le scelte
dell'Amministrazione su temi così delicati''.
Secondo il presidente della Coldiretti, Paolo Bedoni, per gli ogm non c'e'
spazio.
Già 1112 i comuni italiani hanno adottato delibere che vietano la diffusione
sul proprio territorio di organismi geneticamente modificati. E solo un
italiano su dieci e' disponibile a consumare alimenti biotech.
''Ben 12 regioni, alle quali si aggiungerà a breve l'Emilia Romagna, hanno
adottato provvedimenti per difendere il proprio territorio dalle
contaminazioni degli Ogm''.
Adnkronos


CONFAGRICOLTURA: “PERPLESSITA’ E STUPORE PER L’ANNUNCIO DEL DECRETO LEGGE
SULLA COESISTENZA”

“Prendiamo atto con soddisfazione degli impegni del ministro Alemanno per
una nuova politica della ricerca sugli OGM, ma siamo stupiti per l’annuncio
di un decreto legge sulla coesistenza”.
Così la Confagricoltura commenta l’intervento del ministro Alemanno al
convegno odierno dell’INRAN sugli OGM.
"Il varo di un decreto legge entro la settimana, viene meno al principio di
concertazione che dovrebbe guidare le scelte dell’Amministrazione su temi
così delicati – si legge in un comunicato stampa dell’Organizzazione
agricola -. Al riguardo, non si è tenuto alcun incontro sull’argomento". L’
organizzazione degli imprenditori agricoli è anche assai perplessa sulla
decretazione d’urgenza, in quanto solo due Paesi della Ue hanno sinora
disciplinato la coesistenza. "E in tal modo l’Italia viola il principio
comunitario di notifica preventiva, affermato dalla raccomandazione dell’
Unione europea del 23 luglio 2003”.
Al riguardo, Confagricoltura ricorda il precedente della Germania, le cui
norme sulla coesistenza sono attualmente oggetto di un duro contenzioso con
i servizi comunitari.
“Gli agricoltori italiani – dice la Confagricoltura - si attendono
indicazioni chiare ed univoche, dagli Organi comunitari, nazionali e
regionali; e se venisse confermata la scelta di vietare le coltivazioni OGM
in Italia, adombrata dal ministro, questa dovrebbe essere accompagnata da
una seria politica nazionale di promozione delle filiere garantite non Ogm,
con particolare riguardo alla produzione di seme”.
Quanto alla ricerca presentata oggi, pur prendendo atto dell’importanza del
lavoro di approfondimento e verifica compiuto dall’INRAN, Confagricoltura
ritiene necessario affiancare, come annunciato dal ministro, un progetto
interdisciplinare aperto e ambizioso per lo sviluppo di innovazioni
biotecnologiche che possano essere adatte all’ambiente ed alle esigenze
della struttura produttiva
Adnkronos

AIAB, ASPETTIAMO CON FIDUCIA

06/10/2004 ''Aspettiamo con fiducia che l'annuncio fatto oggi dal ministro
Alemanno diventi prestissimo una realta'''.
E' questo il commento di Andrea Ferrante, vice presidente dell' Associazione
nazionale agricoltura biologica, all'annuncio dato oggi dal ministro delle
Politiche agricole sul decreto sulla coesistenza Ogm che andra' venerdi' al
Consiglio dei ministri. ''E' diventato ormai improcrastinabile e
ineludibile - ha proseguito Ferrante - che il decreto sulla coesistenza
diventi operativo, dal momento che e' l'unico strumento per garantire la
scelta di agricoltura di qualita' operata dal nostro paese e in particolare
per tutelare l'agricoltura biologica, fiore all'occhiello dell' Italia che
ancora oggi vanta il primato europeo in questo settore''.
Da una prima lettura, secondo l'Aiab, il decreto sulla coesistenza ''sembra
essere uno strumento adeguato, contenente quanto indicato dall' Ue e allo
stesso tempo utile a impedire una semina incontrollata di sementi Ogm, che
sin dalla prossima primavera si potrebbe avere nel nostro Paese; ragione in
piu' per ribadire l'estrema urgenza per l'approvazione del decreto''.

De Petris “Agricoltori e consumatori in lotta se Governo non approva legge”

“E’ la terza volta nel corso dell’ultimo anno che il Ministro Alemanno
annuncia il varo di un provvedimento governativo per la tutela delle
coltivazioni convenzionali e biologiche dal rischio OGM. Ci auguriamo che il
Consiglio dei Ministri di venerdì prossimo approvi il decreto, altrimenti
chiameremo le organizzazioni agricole, ambientaliste e dei consumatori alla
mobilitazione generale per la salvaguardia della qualità e della sicurezza
del sistema agroalimentare del Paese”.

Loredana De Petris, senatrice dei Verdi e capogruppo in Commissione
Agricoltura, commenta le dichiarazioni del Ministro delle politiche agricole
Gianni Alemanno, rilasciate questa mattina a Roma nel corso del convegno
dell’INRAN “Ricerche sugli OGM in agricoltura: lavori in corso”.
“Dopo l’iscrizione al registro europeo delle sementi delle 17 varietà di
mais OGM – prosegue la senatrice – è evidente che già la prossima stagione
di semina potrebbe presentare problemi per le filiere biologiche e
convenzionali.
Anche le ricerche presentate questa mattina al convegno dell’INRAN
confermano, del resto, la concretezza del rischio di inquinamento genetico
per il suolo e la flora spontanea, le informazioni insufficienti sulla
tossicità e allergenicità degli alimenti OGM, il potenziale danno per l’
immagine e la diffusione dei nostri prodotti tipici e biologici”.
“Non è più tempo di annunci nei convegni – conclude De Petris. “E’ urgente
un provvedimento che confermi l’orientamento di massima cautela che hanno
già assunto la maggioranza delle Regioni e che definisca con chiarezza la
responsabilità civile e penale in caso di contaminazione”.
Avvenire

Legambiente: “Occasione da non perdere per tutelare il patrimonio
agroalimentare italiano”

05/10/2004 - “Il decreto legge sulla gestione in Italia delle colture Ogm e
la loro coesistenza con quelle tradizionali è uno strumento indispensabile
per consentire al nostro Paese di continuare a produrre gli alimenti di
qualità e le specialità tradizionali che lo hanno reso famoso nel mondo
consentendo, nel frattempo, di rispettare le scelte legittime di quelle
regioni e dei singoli coltivatori che non hanno intenzione di coltivare
piante geneticamente modificate o di subirne la contaminazione”.
Questo il commento di Roberto Della Seta, Presidente nazionale di
Legambiente all’annunciata presentazione in CdM del decreto legge del
ministro Alemanno.
“Ci auguriamo che il decreto legge - continua Della Seta – possa finalmente
definire, rigidamente, norme e limitazioni utili a tutelare le forme di
agricoltura biologica e convenzionale di qualità che caratterizzano il
paesaggio italiano. Speriamo poi che questa sia l’occasione in cui tutte le
forze di Governo s’impegnino per la rapida approvazione di un decreto che
possa eleggere l’Italia quale capofila della sicurezza alimentare in Europa”
.
E Giovedì 7 ottobre il ministro Alemanno interverrà al convegno di
Legambiente sull’agricoltura di qualità che si terrà a Roma.

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Ogm, un decreto di Alemanno per vietarli

Dopo un anno, e una mezza dozzina di tentativi, il ministro nero verde per
le politiche agricole Gianni Alemanno è arrivato al dunque.
Venerdì prossimo porterà in consiglio dei ministri il decreto legge sulla
coesistenza tra le coltivazioni convenzionali e biologiche e quelle con
organismi geneticamente modificati (OGM).
Si conferma così la singolarità del caso italiano, essendo il nostro il
primo parlamento in Europa a recepire uno strumento normativo che dovrebbe
garantire una scelta OGM-free. L'ultima parola però spetterà al consiglio
dei ministri, ma a questo punto, dopo un estenuante lavoro di mediazione, è
improbabile che il lavoro del ministero dell'agricoltura venga respinto dal
governo Berlusconi.
Alemanno, nel corso di un convegno organizzato a Roma dal ministero, ieri è
stato molto esplicito.
«Il decreto - ha spiegato - è un provvedimento necessario dopo
l'autorizzazione dell'Unione europea all'ingresso di sementi ogm che in
teoria possono essere utilizzate su tutto il territorio europeo. Il decreto
impedisce la contaminazione diffusa dalle coltivazioni ogm su tutto il
territorio nazionale».
Alemanno ha annunciato «regole molto rigide», ha criticato l'Europa che «si
muove in materia molto semplicistica in materia di ogm» e in sostanza ha
detto che il testo recepirà le scelte delle dodici regioni che si sono già
dichiarate ogm-free.

In sostanza, dicono voci ben informate, il decreto in linea teorica afferma
la possibilità di cosistenza, ma di fatto nega la possibilità di coltivare
organismi geneticamente modificati; perché sarà molto complicato individuare
aree adatte alla coltivazione di OGM, e perché comunque verrà messo nero su
bianco il principio che chi inquina paga, un deterrente per scoraggiare gli
agricoltori e spaventare le multinazionali.

Federica Ferrario, di Greenpeace, preferisce non sbilanciarsi. «Ben venga
una norma - spiega - a patto che sia la più restrittiva possibile. È
comunque positivo che alle regioni venga data la possibilità di decidere le
aree omogenee, visto che la maggioranza si è già espressa contro gli ogm».
Per Ivan Verga, vicepresidente di Verdi Ambiente e Società (Vas), con il
decreto l'Italia sarà ogm-free, «un'occasione unica per riaffermare la
leadership produttiva e culturale del nostro paese a livello
internazionale».
Per Roberto della Seta, presidente di Legambiente, è «un'occasione da non
perdere».
Ha pochi dubbi anche Paolo Bedoni, presidente di Coldiretti, l'associazione
che ha lanciato la campagna Liberi da Ogm. «Sono già 1112 - spiega - i
comuni italiani che hanno adottato delibere contro la diffusione sul proprio
territorio di ogm». Francesco Baldarelli, responsabile agricoltura dei Ds,
apprezza il decreto ma vuole toccare con mano, perché «esistono posizioni
diverse nel governo per cui non vorremmo che il decreto fosse solamente una
presa di posizione che rimane agli atti».
il Manifesto




Corriere della sera, 6 ottobre 2004
Adnkronos, 5 ottobre 2004
Avvenire, 5 ottobre 2004
Legambiente, 5 ottobre 2004
il manifesto, 6 ottobre 2004
Aiab, 6 ottobre 2004
TGcom, 7 ottobre 2004



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