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FIERA DEI PARTICOLARI DELLA VALTIBERINA - Terra e Libertà/Critical wine
- Subject: FIERA DEI PARTICOLARI DELLA VALTIBERINA - Terra e Libertà/Critical wine
- From: Simona <sap145 at yahoo.it>
- Date: Mon, 27 Sep 2004 17:49:16 +0200 (CEST)
9 e 10 ottobre FORO BOARIO Sansepolcro (AR) sabato 9 ottobre • ore 10.30 apertura stand espositivi con i prodotti dei poeti della T/terra e laboratori di degustazione di prodotti del territorio (pane, formaggi, carne chianina, miele…) e vini da vitigni autoctoni • dalle ore 16 alle ore 18 PERFORMANCES TEATRALI “L’uomo proiettile” di e con Mirko Olivieri “Generoso il vin si versi” di e con Mirko Revoyera • dalle ore 19.00 CONCERTI Esibizione gruppi locali • ore 21.30 concerto dei “Marta sui Tubi” Dalla Sicilia la band rivelazione dell’anno. Folk suburbano fatto di mattoni che si stagliano sul prato arso dai tubi di scappamento. Sguardi tesi sullo strappo del reale. Marta sui Tubi sono un'entità, una cellula temporale con un proprio tempo e un proprio spazio: “un incrocio tra Nick Drake con le borchie, Syd Barrett appena disintossicato e Piero Ciampi che passa la canna a Domenico Modugno”. domenica 10 ottobre • ore 10.30 apertura stand espositivi con i prodotti dei poeti della T/terra e laboratori di degustazione di prodotti del territorio (pane, formaggi, carne chianina, miele…) e vini da vitigni autoctoni • ore 11.00 CONVEGNO “Risvolti economici, sociali e culturali del progetto Terra e libertà/Critical wine” intervento di Luigi Veronelli e Maurizio “Muro” Murari ed “esperienze a confronto” tra i produttori locali INGRESSO GRATUITO - POSSIBILITÀ A PRANZO E CENA DI PASTI A PREZZI POPOLARI come arrivare autostrada A1 uscita Arezzo, SS 73; da Cesena e Perugia E45 uscita Sansepolcro; dopo la rotonda posta all’altezza uscita E45 troverete segnali di indicazione per Critical wine, Foro boario per INFO: Gianpaolo Cecere, Via Sant’Antonio 5, 52037 Sansepolcro (AR); tel.338/3934826; 0575/749376 Sono molte le considerazioni e i motivi che ci hanno spinto a pensare questo progetto, tutti, comunque, riconducibili alla volontà ed alla necessità di valorizzare, ridefinire e ricostruire una identità ( non identitaria, ma intesa come pratica sociale della creatività, della critica e della fantasia) del luogo, delle persone che lo abitano e lo vivono, delle relazioni sociali che vi si sviluppano, della cultura materiale che sottende i rapporti fra le persone e fra queste e l’ambiente e il territorio. La comprensione del senso di questo progetto non è prescindibile da un minimo di analisi, sebbene approssimativa e schematica in questa sede, di ciò che è accaduto negli ultimi anni, e sta accadendo ora, in un mondo che si vuole globalizzato, sulla base di un pensiero unico, di unicità di comportamenti, di omologazione della interpretazione della vita e delle relazioni. Il deus ex machina che ha sovrinteso e si vuole che sovrintenda alla riorganizzazione del mondo, è stato una concezione metafisica del “mercato”, come unico regolatore delle relazioni economiche e sociali a livello planetario, sempre “buono in sé” e tutore del bene comune e a cui non sono attribuibili i disastri della pratica di tale filosofia, in quanto ritenuti effetto della cattiva applicazione del “Principio”. Naturalmente questa concezione deve trascurare il fatto che non esistono principi astratti che possano avere efficacia nelle relazioni umane, svincolati dalla concretezza dei rapporti reali e, come è successo spesso nella storia degli uomini, utilizza l’astrazione per mascherare la concretissima protezione di interessi particolari. Tutto può e deve essere utilizzato per incrementare i profitti ed il potere delle concentrazioni economiche e finanziarie del mercato globale, a prescindere dai costi umani e ambientali, procedendo alla sistematica distruzione di culture, conoscenze, civiltà, patrimoni di socialità, di vita e di relazioni con i luoghi del mondo, o alla loro considerazione solo se ed in quanto utili al “grande fine” dell’incremento dei profitti. Si sta procedendo, in maniera accelerata, ad una vera e propria mutazione antropologica, espellendo dall’orizzonte della vita degli uomini e delle donne tutto ciò che non è riconducibile a profitto, a relazioni mercantili, a consumo di beni con contenuti sociali distruttivi, scelti sulla base di una scala di valori dettata da decisioni esterne alla maturazione storica dei bisogni da parte dei soggetti individuali e collettivi. L’enorme carico di sofferenza esistenziale, sociale e materiale che tutto ciò ha comportato per miliardi di persone nel mondo, ha condotto allo sviluppo delle migliaia di forme di resistenza, messe in atto da quelli che non sono disponibili a rinunciare alla loro umanità, alla ricchezza ed alla complessità della loro determinazione storica, al loro protagonismo verso la definizione e la gestione della propria condizione umana, per essere ridotti a puri, acritici organismi consumatori nel mondo della semplificazione e dell’omologazione o essere condannati all’espulsione dalla storia. Il nostro progetto vuole essere una delle forme possibili di resistenza ai processi in corso, tentando di costruire, in opposizione ad essi, un’alternativa sul piano economico, sociale e culturale. Naturalmente ci rendiamo conto delle difficoltà e della complessità dell’impresa, in particolare se ci si propone, come noi ci proponiamo, di rivolgersi ad una intera comunità e non solo a settori ristretti, in qualche modo già privilegiati e sensibili a tematiche che toccano la loro vita più reale. In pratica non ci interessa realizzare una vetrina per produzioni e consumi di nicchia, ma arrivare a costruire la possibilità di stili di vita che si basino sulla più vasta consapevolezza e conoscenza del territorio, delle sue specificità, delle sue potenzialità, della sua storia, della sua cultura. Vorremmo fare in modo che gli elementi di questa consapevolezza e questa conoscenza non siano oggetto di osservazione, gelosa tutela nei luoghi della memoria e ,magari, di nostalgia impotente, mentre ci si adagia passivamente sul corso degli eventi. No, la nostra identità non può essere un simulacro che vive nella memoria, perdendo sempre più senso nella vita quotidiana, sommersa e trascinata dall’onda dell’omologazione. Essa deve vivere e costruirsi nei comportamenti reali e quotidiani che, partendo dal prezioso patrimonio del passato, sappiano essere indicativi di una nostra lettura del mondo, della nostra vita in esso, della nostra capacità e volontà di essere protagonisti maturi della nostra esistenza, scegliendo criticamente, fra quelli che ci portiamo in eredità e fra quelli che si impongono oggi, i valori che vogliamo improntino la nostra pratica di vita sociale. Ma proprio la dimensione ridotta, per il numero di abitanti e per la vastità degli aggregati urbani, della Valtiberina, rende possibile un progetto che richiede diffuso controllo sociale e ottimale utilizzo di risorse, capacità ed intelligenze. Inoltre si parte da una condizione del territorio che vede, per la prevalenza netta di collina, alta collina e montagna, la limitazione delle coltivazioni intensive al solo, ridotto fondovalle e, anche qui, con circa 800 ettari di terreno coltivato a erbe officinali con criteri biologici. Articolazione del progetto 1) Valorizzazione delle tipicità : formaggi, olio, farine agriqualità, pani, mieli, castagne, farine di castagne non industriali e relative preparazioni alimentari, carne di chianina, guado, erbe officinali, pasta, tartufi. 2) Ricerca storica e scientifica sulle tipicità da valorizzare e di cui incentivare la produzione. 3) Incentivazione di una diversa cultura alimentare e del gusto. 4) Laboratorio permanente del gusto 5) Denominazioni Comunale o di vallata ___________________________________ Scopri Mister Yahoo! - il fantatorneo sul calcio di Yahoo! Sport http://it.seriea.fantasysports.yahoo.com/
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