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OGM, L'AMMINISTRAZIONE BUSH INAUGURA LA CAMPAGNA D'AFRICA
- Subject: OGM, L'AMMINISTRAZIONE BUSH INAUGURA LA CAMPAGNA D'AFRICA
- From: "Francesco Castracane" <fra.castracane at libero.it>
- Date: Mon, 26 Jul 2004 00:06:48 +0200
OGM, L'AMMINISTRAZIONE BUSH INAUGURA LA CAMPAGNA D'AFRICA "Il controllo della scienza e della tecnologia per aumentare la produttività agricola: prospettive nell'Africa Occidentale" è l'annuncio ufficiale del meeting progettato dal governo USA per presentare i "vantaggi" degli OGM Quindici paesi dell'Africa Occidentale partecipano dal 21 al 23 giugno a Uagadugu a una conferenza internazionale progettata dal governo USA per presentare i "vantaggi" delle biotecnologie e degli Organismi Geneticamente Modificati. "Il controllo della scienza e della tecnologia per aumentare la produttività agricola: prospettive nell'Africa Occidentale" reclamizza l'annuncio ufficiale di questo meeting che riunirà dai tre ai quattrocento delegati, inclusi quattro capi di Stato. Si evita con prudente cautela di evocare esplicitamente il termine OGM per timore di polemiche. Ma lo scopo di questa conferenza, avviata dagli Stati Uniti, grandi utilizzatori e promotori delle colture transgeniche, che saranno rappresentati dal vice-ministro dell'Agricoltura è quello di "colmare il deficit di informazione e di combattere i pregiudizi sulle biotecnologie, con particolare riferimento agli OGM" ha spiegato uno degli organizzatori locali. Nonostante debbano confrontarsi con la scarsità di cereali e la crisi dei raccolti provocata dalle incertezze climatiche, i 15 paesi membri della Comunità economica dell'Africa dell'ovest (CEDEAO) restano tuttavia sempre diffidenti di fronte agli OGM e ai loro rischi potenziali per l'ambiente e per la salute umana. "Oggetto di tutti i dibattiti, dagli OGM non si potrà prescindere in questa conferenza." - ha affermato Marie-Noëlle Koraya, rappresentante della FAO in Burkina Faso - "E' in questo genere di incontri che si arriva a un compromesso; se ciascuno si attesta sulle proprie posizioni si può finire per chiudersi a quella che può essere una soluzione nella lotta contro la fame." Il Burkina Faso, uno dei pochi paesi della CEDEAO ad aver intrapreso con la multinazionale americana Monsanto delle sperimentazioni di OGM nell'ambito del cotone, va annoverato fra i sostenitori di questa nuova tecnologia. "Sarebbe un errore monumentale non partecipare allo sviluppo biotecnologico, abbiamo interesse a prendere il treno in corsa anche se non c'è posto in prima classe" ha recentemente dichiarato in un comunicato stampa Salif Diallo, ministro dell'Agricoltura del Burkina Faso. Una delle tre giornate di questa conferenza sarà dedicata alla consacrazione delle biotecnologie, con l'allestimento di esposizioni e l'illustrazione di "colture sul campo, lotta contro le malattie vegetali e resistenza alla siccità", nonché [e questo dovrebbe interessarci particolarmente come ecologisti] "al quadro regolamentare e istituzionale per il trasferimento delle tecnologie". Il programma ufficiale prevede anche una tavola rotonda sulle potenzialità della scienza e della tecnologia per accrescere i rendimenti agricoli, e un' altra sulle tecniche di conservazione dell'acqua nell'Africa Occidentale. Da anni la FAO lancia l'allarme sull'urgenza per l'Africa di migliorare la sua produttività cerealicola, tre volte minore rispetto all'Asia e due volte minore rispetto all'America del Sud. Secondo le stime di questa organizzazione dell'ONU la "rivoluzione genetica" potrebbe risolvere alcuni problemi nei paesi poveri. "La controversia sulle colture transgeniche non dovrebbe distogliere l'attenzione dal potenziale offerto da altre applicazioni biotecnologiche" ha scritto la FAO nel suo rapporto annuale sulla sicurezza alimentare. "La sottoalimentazione nell'Africa subsahariana è retrocessa solo dal 36 al 33% negli ultimi 20 anni, in questo territorio il numero dei sottoalimentati è destinato ad attestarsi intorno ai 205 milioni nel 2015" precisa la FAO. (AFP). Non può sfuggire a nessuno che la leva della fame usata come punto d' appoggio per risollevare le sorti declinanti della produzione OGM ha ben poco a che fare col libero mercato. Così come appare abbastanza evidente che l'amministrazione Bush è fautrice dell'estraneità dello Stato alle dinamiche economiche solo per quanto riguarda le implicazioni sociali dei conflitti che da esse discendono. Molto meno liberista si configura invece la sua attività di promozione e sostegno degli interessi dei produttori nei confronti di mercati poco inclini a compiacerli. Allarmante è la deriva della FAO sempre più piegata al consolidamento della penetrazione illegittima delle multinazionali nei gangli vitali del già devastato tessuto economico dei paesi del Sud del mondo. Si profila un rischio ulteriore, oltre quello già pesantissimo dell' asservimento della produzione agricola del terzo mondo: i prodotti transgenici giustamente rifiutati nei paesi occidentali come prodotti immondizia vengono dirottati, come avvenne a suo tempo per i rifiuti tossici, verso i mercati in cui la preordinata mancanza di alternative e la denutrizione ne impongono il consumo obbligato. (M.P.) (www.ecquologia.it, 20 giugno 2004)
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