rassegna stampa: LA MENZOGNA DEL "GOLDEN RICE"



Vi proponiamo ancora un testo per fare chiarezza sul tentativo delle
multinazionali delle biotenologie di introdurre il Golden Rice OGM come soe
al deficit alimentare dei paesi che presentano problemi sanitari dovuti alla
denutrizione.

a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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tratto da "Peace", 08 giugno
LA MENZOGNA DEL "GOLDEN RICE"
Pericoloso nella sua diffusione incontrollata e obbligata. "Non risolve il
problema della denutrizione: non si soffre di  carenza di vitamina A perché
il riso standard ne contiene troppo poca, ma perchè si mangia solo riso (e
poco)."
I tentativi delle multinazionali del biotech di propinare il loro "cibo
migliorato" ormai non conoscono sosta.
L'inganno in atto è spacciato come sempre per il "bene dell'umanità" e
veicolato da una propaganda che reinterpreta e manipola la verità.
Nessuna eccezione per la drammatica crisi alimentare del Terzo mondo, dove
lo sfruttamento ottuso e ipocrita di un così grave e complesso problema,
rinnova la solita formula, tanto semplice quanto esiziale, ormai mandata a
memoria dal coro martellante dei suoi partigiani più radicali:di alternative
non ce ne sono.

In pratica da noi si rileva, con sprezzo e cinismo, quanto sia inutile per
questi paesi, dove si muore di fame, anche solo disquisire se importare o
meno Organismi geneticamente modificati. Questi miracolosi prodotti dell'
ingegno tecno-scientifico occidentale devono essere accettati e basta.
D'altronde si parla di regioni dove la malnutrizione uccide ancora circa 24
mila persone al giorno o rende ciechi, solo in Asia, centinaia di migliaia
di bambini.
E poi chi sta per morire di fame non può scegliere, a differenza nostra
invece, che possiamo non solo scegliere, ma anche imporre.

Imporre ad esempio l'ultima panacea biotech: il riso ingegnerizzato alla
vitamina A, il cosidetto "golden rice", il riso dorato, sviluppato
recentemente, ma non ancora in commercio. Riso sperimentale ricco di
betacarotene, nutriente importante con il quale, a detta delle
transnazionali della genetica, la sua assunzione potrà prevenire la cecità
di due milioni di bambini del Sud del Mondo.

Ma è davvero questa la soluzione al problema ? Così semplicistica come le
multinazionali biotech ci dicono ? Assolutamente no.

La carenza di Vitamina A: "E' un segnale - scrive infatti Miguel A. Altieri,
agroecologista della University of California, Berkeley - di inadeguatezze
più gravi, associate sia alla povertà che al passaggio da un' agricoltura
diversificata alle monoculture di riso, promosse dalla Rivoluzione Verde.
Le persone non soffrono di una carenza di vitamina A perché il riso ne
contiene troppo poca, ma piuttosto perché la loro dieta si riduce a riso e a
poco altro."
Popolazioni infatti che sono vittime di molte altre malattie, la cui causa è
da imputare a insufficienze alimentari che con il betacarotene non
potrebbero esser comunque risolte, ma che potrebbero invece essere evitate,
così come la deficienza di vitamina A, solo differenziando la dieta.

Il riso ingegnerizzato è dunque una soluzione che passa attraverso la
storica imposizione delle monoculture della Rivoluzione Verde, in nome di
una produttività e di un modello alimentare che ha generato impoverimento,
distruzione del tessuto sociale e isterilimento dell'ambiente.
Così oggi "E' improbabile che una soluzione del tipo "bacchetta magica", che
attribuisce una maggiore quantità di betacarotene al riso, ma
contemporaneamente lascia irrisolti i problemi legati alla povertà, all'
insufficienza alimentare, alle monoculture estensive, offra un contributo
durevole alla qualità della vita. Quando gli ortaggi vengono reintrodotti
nella dieta dei poveri, apportano sia il betacarotene che le vitamine e i
micronutrienti mancanti, fornendo un supporto significativo all'
alimentazione e alla sussistenza dei contadini. Esistono moltissime verdure
ricche di nutrienti, sia selvatiche che coltivate, che crescono all'interno
e lungo il perimetro degli appezzamenti piantati a riso, la maggior parte
delle quali viene eliminata quando i produttori adottano le monoculture e
conseguentemente impiegano gli erbicidi".Ma c'è dell'altro: " Anche se il
riso dorato dovesse finire nelle ciotole asiatiche, non c'è alcuna garanzia
che sarebbe di qualche utilità a quanti non possono permettersi cibi ricchi
di grassi e di olio. Infatti il betacarotene è una sostanza liposolubile,
per cui la capacità dell'intestino di assimilarlo dipende dai grassi e dall'
olio assunti con il cibo. Le persone che soffrono di malnutrizione a causa
di carenze di proteine e non assumono abbastanza grassi, non sono in grado
di metabolizzare la vitamina A nel fegato, né di trasferirla agli altri
tessuti che ne hanno bisogno.
Inoltre data la bassa concentrazione di betacarotene nel riso del miracolo
(circa 1.5 mg/gr per peso essiccato, occorrerebbe mangiarne più di un
chilogrammo al giorno per assumere la dose giornaliera raccomandata di
vitamina A".

Ancora una volta le multinazionali del transgenico stanno cercando di
imporre un nuovo prodotto di dubbia utilità, pericoloso nella sua diffusione
incontrollata e spesso obbligata.
Per il solo fatto di averlo pensato, progettato e sperimentato, avere
investito molto denaro, non resta che trovare al "riso dorato" un mercato. A
qualcuno dovranno pure venderlo, magari a chi è già stato sapientemente
messo in condizione di non avere scelta. Anche questa è un'altra loro
specialità.
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