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Ogm coesistenza impossibile, ma non per multinazionali
- Subject: Ogm coesistenza impossibile, ma non per multinazionali
- From: "Francesco Castracane" <fra.castracane at libero.it>
- Date: Wed, 12 May 2004 14:11:24 +0200
(ANSA) - ROMA, 6 MAG - Gli organismi geneticamente modificati viaggiano con il polline. Le coltivazioni transgeniche sono in grado di contaminare i campi tradizionali vicini e anche nelle condizioni climatiche piu' sfavorevoli alla diffusione accidentale del polline, per esempio durante la siccita' estiva, le contaminazioni si riscontrano fino a 25 metri. Per evitarle, sono quindi necessarie barriere e distanze di sicurezza. E' quanto emerge -secondo un comunicato diffuso a Roma- da una ricerca 'sul campo' avviata da Coop Italia in collaborazione con il Consorzio interuniversitario nazionale per le scienze ambientale (Cinsa) sulla contaminazione genetica nell'agricoltura italiana e sulla coesistenza tra le diverse pratiche agricole, di cui oggi sono stati presentati i risultati preliminari nel coro di un incontro a Gariga di Podenzano (Piacenza), presso l'azienda agricola sperimentale ''Tadini''. Per questo, spiega la ricerca, per evitare contaminazioni fra coltivazioni tradizionali e transgeniche devono essere definite ''fasce di rispetto cautelative ed ogni altro accorgimento che possa contrastare la diffusione del polline''. Inoltre, sottolinea lo studio, nel primo anno di indagini, avviate nel 2002, e' emersa una situazione di contaminazione genetica con valori molto eterogenei (da tracce infinitesimali fino allo 0.23% massimo per la soia e 0.12% massimo per il mais) ma comunque diffusa nelle sementi esaminate. In particolare, il progetto, finalizzato alla ''Valutazione dei parametri di tracciabilita' ambientale di Ogm e alla individuazione dei criteri minimi di coesistenza tra diversi tipi di agricoltura'', ha coinvolto una ventina di ricercatori provenienti da tre delle dieci universita' che fanno capo al Cinsa (Parma per gli aspetti ambientali, Firenze per gli aspetti genetici e Bologna per la valutazioni di tipo economico). Uno studio del flusso genico e' stato condotto in aziende sperimentali del Nord e Centro Italia allo scopo di 'simulare' i potenziali rischi di contaminazione tra colture Ogm e colture Ogm-free, utilizzando come tracciante un innocuo e naturale mais rosso-blu. Il campo coltivato con il mais colorato e' stato circondato da semine di mais giallo e si e' misurata la distanza raggiunta dal polline, verificando la colorazione indotta sulle pannocchie di mais giallo circostante. Sulla base dei risultati ottenuti, sottolinea lo studio, '#trova conferma che, per non avere contaminazioni, sono necessarie distanze di sicurezza: in una situazione di condizioni climatiche sfavorevoli alla diffusione del polline (estate siccitosa) si sono riscontrate comunque contaminazioni fino a 25 metri''. La semina si ripetera' quest'anno (con sementi inquinate allo 0,5% di mais colorato, la possibile soglia legale in discussione a livello Ue) per confrontare gli ulteriori risultati con i dati di sperimentazioni effettuate all'estero che hanno riscontrato contaminazioni a distanze superiori ai 50 metri. Alla presentazione dei risultati, ha fatto seguito una visita 'in campo' per assistere alla semina sperimentale, programmata per il 2004, che ha l'obiettivo di proseguire le misurazione del flusso genico nel mais e comprendere, tra le altre cose, quale potra' essere l'impatto di una possibile autorizzazione alla coltivazione di Ogm in Italia, cosa comporterebbe la contaminazione da Ogm attraverso l'impollinazione accidentale tra specie diverse, con la conseguente analisi economica. Coop, conclude, sin dal 1998 ha assunto ''una linea di massima prudenza'' nei confronti degli Ogm.(ANSA). KSG (ANSA) - ROMA, 6 MAG - ''La coesistenza tra coltivazioni tradizionali e geneticamente modificate e' praticamente impossibile nel nostro Paese, se non ad altissimi costi per il sistema''. Cosi' Mario Capanna, presidente del Consiglio diritti genetici (Cdg), ha commentato i risultati della sperimentazione empirica avviata con la ricerca Coop-Cinsa, secondo quanto riferisce una nota. ''Quella dell'inquinamento genico - ha aggiunto Capanna - puo' rivelarsi la forma di inquinamento piu' insidiosa e incontrollabile che potremmo trovarci ad affrontare nel prossimo futuro''. Per Maurizio Zucchi, di Coop Italia, ''occorre definire delle regole precise per la coesistenza, nelle campagne di tutta Europa, di agricoltura tradizionale, biologica e geneticamente modificata. Per fare questo, serve la ricerca''. (ANSA). COM-KSG (ANSA) - ROMA, 6 MAG - La coesistenza tra colture di mais tradizionale, biologico e biotecnologico nel nostro paese e' possibile. A confermarlo - rende noto il Centro Documentazione Agrobiotecnologie (Cedab) - e' la ricerca presentata oggi da CINSA-COOP Italia, secondo cui le distanze minime di 25 metri sono pienamente compatibili con l'agricoltura italiana e con le dimensioni medie delle aziende agricole. La possibilita' di far coesistere le diverse colture - precisa il Cedab - e' per altro un fatto gia' recepito dall'Unione europea che ha piu' volte ribadito che le regole sulla coesistenza devono rispettare 3 principi: la liberta' di scelta dell'agricoltore, la trasparenza e la proporzionalita' delle misure da adottare. La ricerca CINSA-COOP conferma inoltre ''la necessita' imprescindibile di riaprire l'attivita' di ricerca sugli organismi geneticamente migliorati in campo aperto, non soltanto per valutare la questione della co-esistenza ma per evidenziare i benefici agronomici e i miglioramenti qualitativi dei raccolti di mais''.(ANSA). KQU
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