Ue: brevetti sul software più vicini



Da Il Granello di Sabbia


6 - UE, brevetti sul software più vicini
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di Puntoinformatico

Il gruppo Proprietà Intellettuale di ATTAC rilancia la battaglia per
impedire che la UE si doti delle nuove forme di brevetto all'americana,
accusate di ostacolare la libertà di sviluppo. Il quadro e la mobilitazione

16/03/04 - News - Roma - Il Consiglio della UE ha ribaltato le norme con
cui
lo scorso settembre il Parlamento europeo aveva dato il suo ok a forme
limitate di brevetto sul software, un via libera che aveva alimentato nuove
speranze per i sostenitori delle libertà digitali. Sulla scelta del
Consiglio, ora, l'associazione internazionale ATTAC rilancia la battaglia,
per impedire che la UE in adotti via definitiva una forma di brevetto
illimitato sulle "invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici".
La scelta del Consiglio, secondo ATTAC, forma e consolida i monopoli nel
settore dell'informatica oltre a tradire la volontà espressa dal Parlamento
di Strasburgo. In una lettera trasmessa ai parlamentari europei,
l'associazione ricorda come "i programmi informatici sono oggetti
finalizzati ad elaborare, manipolare in forme logico-ordinative specifiche
unità d'informazione: i bit, per poi tradurle in nessi e sistemi
intelligibili ed uti-lizzabili, per questo si possono assimilare agli
algoritmi matematici come anche ai codici linguistici e musicali. Coerenza
logica vuole che, come non sono brevettabili gli algoritmi matematici e
i
codici linguistici e musicali, altrettanto non lo debbano essere quelli
informatici, quale che sia il loro impiego. Se al tempo dell'introduzione
della scrittura fonetica fosse esistita la legislazione dei brevetti,
l'inventore/i avrebbe potuto brevettarla; ma allora quale sarebbe stato
lo
sviluppo della cultura, della filosofia, dell'arte e della scienza
occidentali?".
"La domanda è retorica - continua ATTAC - ma aiuta a mettere a fuoco il
tema
centrale. I programmi informatici sono degli algoritmi, potenti e flessibili
per la formazione e lo sviluppo di tutti i settori della cultura; il loro
valore ed impatto sulla civiltà è imprescindibile ed universale, brevettarli
sarebbe di ostacolo al libero sviluppo della cultura e della civiltà".
ATTAC sottolinea anche l'importante effetto che avrebbe l'estensione del
brevetto sul software su tutti gli sviluppatori indipendenti e le piccole
aziende del settore, impossibilitati a competere con le grandi
multinazionali e destinati a dover dare conto di soluzioni informatiche
nella programmazione oggi di uso comune e libere.
Contro questa estensione dei brevetti che, come detto, sembrava superata
dal
voto parlamentare in prima lettura, a cui ora seguirà un altro voto basato
però sul testo come uscito dal Consiglio, si sono nei mesi scorsi
pronunciati in tanti, anche in Italia. Una mobilitazione internazionale
che
prosegue sul sito della Foundation for a Free Information Infrastructure.
Secondo ATTAC, il problema è anche capire perché il Consiglio della UE ha
deciso di trasformare radicalmente il senso del voto del Parlamento
"lasciando adito al sospetto di collusioni non confessabili".
L'associazione ricorda anche come tutto questo accade in uno scenario nel
quale è appena stata approvata dal Parlamento europeo la contestatissima
direttiva sulla protezione della proprietà Intellettuale e nel quale la
UE
ha richiamato ufficialmente l'Italia per la non applicazione della direttiva
che spazza via il prestito gratuito dei libri da parte delle biblioteche,
"una disposizione oscurantista - commenta ATTAC - che esaspera il conflitto
tra poteri economici e società e che deve trovare la più ferma e larga
opposizione".
Un quadro dettato, conclude l'associazione, da una "deriva della UE verso
la
mercificazione dell'intelligenza umana".


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