Traffico rifiuti Venezia-Rieti




(ANSA) - VENEZIA, 8 MAR - Un'imponente operazione contro lo
smaltimento di rifiuti pericolosi e' in corso da parte dei
carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Venezia e del
reparto carabinieri Tutela Ambiente di Roma che stanno eseguendo
undici ordinanze di custodia cautelare in varie citta' italiane.
   Nel blitz, scattato nelle prime ore di stamane e coordinato
dalla Procura di Venezia, risultano indagate oltre un centinaio
di persone. L'accusa per i soggetti raggiunti dal provvedimento
restrittivo e' di associazione per delinquere finalizzata al
traffico illecito di rifiuti, falso ideologico materiale,
immissione nell'aria di polveri e fumi inquinanti.
   L'indagine e' partita nel 2001 con il sequestro a Rieti di
una cava utilizzata per smaltire illecitamente rifiuti
pericolosi. Ma, secondo quanto accertato dai carabinieri del
Noe, sono numerosi in tutta Italia i siti destinati dai
criminali ambientali per eliminare rifiuti pericolosi. Oltre
alle cave che sarebbero utilizzate per la ricomposizione
ambientale, figurano anche terreni agricoli e laghi naturali
dove finivano rifiuti speciali pericolosi composti soprattutto
da fanghi industriali, scorie e polveri prodotte da impianti
siderurgici. In passato sono stati intercettati anche 300 fusti
di pentasolfuro di fosforo (sostanza cancerogena altamente
pericolosa per l'uomo e l'ambiente). Oltre agli arresti i
carabinieri stanno eseguendo decine di perquisizioni e
altrettanti sequestri di aree, tra cui i due piu' grandi
depositi italiani di stoccaggio. (ANSA).

     CS/IAT


(ANSA) - VENEZIA, 8 MAR - L'operazione e' denominata
''Houdini'' per l'abilita' degli indagati nel trasformare
apparentemente i rifiuti pericolosi in non pericolosi o
addirittura in materiale inerte.
   Dopo due anni di indagini, il Noe dei carabinieri ha
individuato e disarticolato un'organizzazione di ecoþcriminali,
''altamente specializzati'' con base strategica nella provincia
di Venezia. L' organizzazione, attraverso la falsificazione di
documenti di trasporto, certificati di analisi e la simulazione
di operazioni di recupero, per anni avrebbe illecitamente
smaltito centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti speciali
pericolosi presso siti non autorizzati dell' intero territorio
nazionale, con gravissimo danno all'ambiente.
   Fulcro del traffico sarebbero state le societa' Nuova Esa Srl
di Marcon (Venezia), uno dei piu' grandi impianti di gestione
rifiuti d'Italia, gia' coinvolta in passate indagini, e Servizi
Costieri Srl di Porto Marghera (Venezia), le quali, secondo gli
investigatori, hanno organizzato a livello nazionale l'illecito
traffico avvalendosi di una fitta rete di collusioni, che ha
interessato intermediari, trasportatori, titolari di centri di
stoccaggio, recupero e smaltimento, laboratori di analisi, tutti
saldamente inseriti nel contesto criminale. In comune il ''modus
operandi'', finalizzato di fatto a far ''scomparire''
determinate tipologie di rifiuti speciali pericolosi (terre di
bonifica, scorie e polveri di fonderia, fanghi industriali)
mediante operazioni di miscelazione indiscriminata; il materiale
veniva avviato poi allo smaltimento in discariche non idonee
oppure utilizzato per ripristini ambientali, formazione di
rilevati e sottofondi stradali, attivita' per produzione di
ammendanti e fertilizzanti (compost).
   A conclusione dell'inchiesta, il Gip veneziano Licia Marino,
su richiesta del pm Giorgio Gava, ha emesso 7 ordinanze custodia
cautelare in carcere e 4 ordinanze di custodia cautelare arresti
domiciliari. L'operazione, anche con l'esecuzione di
numerosissime perquisizioni locali in varie regioni d' Italia,
sta impegnando circa 200 militari del Comando Carabinieri per la
Tutela dell'Ambiente e dei reparti territoriali
dell'Arma.(ANSA).

     CS