Critical Wine - un primo bilancio



Terra e libertà/Critical wine
Sensibilità planetarie e agricoltura contadina
---------------------------------------------
"Fiera dei particolari", 5-6-7 dicembre 2003
C. S. Leoncavallo, Milano
----------------------------------------------

Un primo bilancio dell'iniziativa

Un entusiasmo e una partecipazione di queste dimensioni non ce le
aspettavamo neanche noi! Tra 8-9mila visitatori, 160 vignaioli e realtà
contadine presenti (altre 150 aziende in lista d'attesa per motivi di
spazio) con i propri prodotti di qualità (vino, olio, formaggi, salumi,
farine e altro); 30 relatori ai forum; 50.000 visite in 20 giorni al sito
www.criticalwine.org. Il grande successo di presenze e consensi della "Fiera
dei particolari" Terra e libertà/Critical wine, svoltasi al Centro sociale
Leoncavallo di Milano dal al 7 dicembre, merita quindi di essere registrato
e "metabolizzato".
Tre giorni di dibattiti, degustazioni, incontri con produttori agricoli di
vino ma non solo, musica, momenti di relazione e socialità che hanno saputo
coniugare la dimensione conviviale a quella conflittuale, diventando un'
occasione di incontro, confronto e iniziativa pubblica su temi d'ora in poi
centrali nelle analisi e nei percorsi politici dei movimenti. Qualcosa che
riguarda il quotidiano di noi tutte/e e strettamente correlato alle ragioni
della lotta contro il nuovo ordine mondiale.
Al Leoncavallo, Terra e libertà/Critical Wine ha dimostrato la possibilità
di costruire una difesa "pratica" della vita materiale, contro tutte le
nocività politiche, culturali, sociali, tecnologiche che svalutano l'
esperienza sensoriale, le capacità dialettiche del linguaggio, la coscienza
del vissuto individuale e dei processi storici collettivi.
Così un piacere quotidiano si trasforma nell'inizio di un percorso politico.
La compagnia di un buon bicchiere di vino ci porta a ragionare e discutere
di brevetti e di manipolazioni genetiche, di politiche agricole, di
multinazionali del settore agro-alimentare, di squilibri tra Paesi ricchi e
Paesi impoveriti, di sovranità alimentare, di una politica planetaria di
dominio che perpetua, e anzi incrementa, l'ingiustizia.
La costruzione di una sensibilità ribelle planetaria può partire anche da un
frutto della terra. Come una svolta importante potrà prodursi nel rapporto
tra produzione e consumo o, come noi preferiamo dire, nel circuito
terra-prodotto-relazioni sociali.
Il progetto "Terra e Libertà/Critical Wine-Fiera dei Particolari" per non
rimanere sospeso tra evento spettacolare e segno di trasformazione lasciato
irresponsabilmente incolto, indica, oltre alle belle parole, delle
prospettive semplici, chiare e accessibili a tutti.
Le prime - intimamente correlate tra loro - che vogliamo sottoporre fin d'
ora sono le seguenti:


Catalogo Critical wine di tracciabilità, autogestito e autocertificato dai
produttori

Il Catalogo Critical wine, autogestito e autocertificato dai produttori,
fondato sul principio della tracciabilità massima della filiera produttiva,
comprenderà tutti i produttori di vino (e di ogni altro prodotto della
terra) che vorranno aderire a principi semplici e di completa qualità.
Il principio di massima tracciabilità che intendiamo invocare si basa
sull'etica della responsabilità individuale. La cura della terra, la bontà
di un alimento, il gusto della socialità presuppongono un'idea di felicità e
di godimento che può riguardare ciascuno, ma non diviene efficace perché
oggetto d'obbligo per tutti.
Il Catalogo Critical wine, dunque, non intende fondare un altro ente
certificatore o di controllo in grado di surrogare le prescrizioni statuali.
Tutt'altro. Intende fornire ai produttori la possibilità di far conoscere la
cura, l'impegno, la correttezza, la cultura su cui si basa il loro lavoro;
promuovendo la coscienza che il circuito virtuoso in grado di coniugare la
qualità dell'ambiente alla qualità del prodotto e a quella delle relazioni
sociali sia in grado anche di assicurare loro una maggiore ricchezza.
Ricchezza non semplicemente dovuta alla crescita delle "entrate" che
deriverebbe loro da un lavoro di massima qualità e cura, ma intesa in senso
totale, nella forma dell'arricchimento della persona, delle sue relazioni,
del mondo di azioni e di sensazioni che lo pervadono e lo circondano.
In sostanza, si tratta di valorizzare il lavoro agricolo e suggerire
l'importanza di una relazione ricca e feconda con l'ambiente e con il mondo
extragricolo sempre più impoverito (anche quando possiede immani quantità di
moneta) dalla distruzione di ogni legame tra terra, cibo e uomini prodotto
dall'industria dell'agri-business. E di qualificare un rapporto di fiducia e
di scambio proficuo con i consumatori. Per questo il Catalogo Critical wine
intende diventare uno strumento importante per creare un canale diretto tra
produttori e consumatori.


Il Prezzo sorgente

A nessuno sfugge lo scarso rilievo, di riconoscimento socio-culturale e di
risorse economiche, offerto dal mercato ai produttori. I consumatori, dall'
altra parte, devono sopportare il peso di prodotti di dubbia qualità, a
prezzi enormemente superiori a quelli pagati ai produttori. Questo principio
economico, secondo cui la ricchezza si concentra sulla filiera
distributiva-commerciale, in realtà nelle mani di pochi poteri forti, sembra
oramai una legge di natura. Critical wine intende contestare radicalmente
questo principio proponendo, accanto alla tracciabilità del prodotto, anche
la tracciabilità del prezzo. Il primo e decisivo passo è l'indicazione del
Prezzo sorgente, ovvero:
- è il prezzo medio al quale il produttore vende i suoi vini (o qualsiasi
altro prodotto) e al quale è disponibile a venderli al consumo diretto;
- se inserito nell'etichetta, è il primo passo per rendere possibile la
tracciabilità del prezzo oltre a quella del prodotto;
- evidenzia con una semplice informazione i rapporti di produzione e le
appropriazioni di ricchezza che avvengono nella filiera della circolazione
dei prodotti;
- può permettere la riduzione della distanza alimentare e la diminuzione
della catena produzione-consumo;
- permette un maggior investimento di fiducia tra consumatori e produttori;
Come il protocollo di qualità, il Prezzo sorgente non deve essere imposto
dall'alto, ma deciso autonomamente e volontariamente da ogni produttore; e
soprattutto non intende creare un ulteriore regime di controllo, ma
relazioni basate sull'etica della responsabilità e della cooperazione
sociale.


Infine

Se l'economia neoliberista si basa su un modello di produzione volto alla
massimizzazione dei profitti, fondato sullo sfruttamento globale delle
risorse, umane e naturali, essa può realizzarsi solo imponendo anche un
modello di consumo esasperato, poco consapevole, forgiato dai messaggi
mediatici e dalla pubblicità. E se le nostre analisi e iniziative politiche
fino a oggi si sono centrate più sul versante della produzione e del lavoro,
in un contesto mutato rispetto a quello della fabbrica fordista, determinato
da delocalizzazioni, decentramento produttivo, decostruzione del senso di
appartenenza alla classe lavoratrice attraverso la disarticolazione del
rapporto di lavoro in molteplici figure deprivate di tutele e diritti, è
oggi necessario un ampliamento della prospettiva, che faccia anche dell'
analisi e dell'intervento politico sulle modalità di vita e di consumo gli
strumenti per mettere in crisi il modello neoliberista.
Crediamo che Terra e libertà/Critical wine, possa segnare un cambiamento
nella sensibilità del movimento riguardo ai temi dell'ambiente, dell'
agricoltura, dell'alimentazione, ma non solo. Dai tre forum della
manifestazione milanese è venuto un contributo significativo all'analisi
delle politiche planetarie di dominio e alla definizione di una più efficace
strategia di lotte. Negli anni passati sono nate esperienze significative,
ma settoriali (a volte deboli): dai gruppi di boicottaggio dei marchi
multinazionali, a quelli di acquisto solidale (che danno importanza al
potere e alla coscienza dei consumatori, che hanno allargato l'attenzione
verso un modo non consumista di avvicinarsi al cibo), dal commercio equo e
solidale (quale pratica responsabile di rifiuto dello sfruttamento dei paesi
del Sud del mondo), al movimento ecologista (che, nelle posizioni più
radicali, ha contribuito ad allargare il "sentire" la T/terra). Negli anni
passati è nato anche un movimento internazionale (e organizzato) dei
contadini, raccolto essenzialmente attorno al coordinamento di Via
Campesina, che comprende dai Sem Terra brasiliani, alla Conféderation
Paysanne francese al Foro contadino italiano.
Terra e libertà/Critical wine aggiunge idee e pratiche a queste esperienze.
Con la sua radicalità e dimensione più politica, nata da esperienze di
autogestione nelle città come nelle campagne, vuole mettere in relazione
produzione e comunicazione sollecitando anche un circuito virtuoso con le
esperienze mediattiviste (radio e siti di movimento, telestreet).
Obiettivi: per un'agricoltura dal basso; per l'agricoltura contadina; per
pensare le relazioni tra movimento dei movimenti, terra e agricoltura; per
organizzare il rifiuto del modello neoliberista che vuole l'agricoltura
industriale e monocolturale delle multinazionali e della Ue, da una parte, e
un'elitaria produzione dei cosiddetti prodotti tipici, dall'altra; per
pensare a un nuovo rapporto con la terra/Terra che lasci spazio a
produzioni, consumi, piaceri più sobriamente felici; per il prezzo sorgente;
per il catalogo di tracciabilità autogestito e autocertificato dai
produttori
"La terra è la sola anima", ci suggerisce Luigi Veronelli, teorico della
contadinità responsabile e garante della tre giorni, "riruralizzare il
 mondo", ci propone Mariarosa Dalla Costa (relatrice in uno dei forum della
manifestazione), partendo da una nuova sensibilità che ci fa percepire la
T/terra come casa propria, contro l'attaccamento conservatore e l'invenzione
localista delle radici, contro il rapporto razzista sangue-suolo di infausta
memoria, oseremmo dire - con un ossimoro concettuale - per un'agricoltura
nomade, per un rapporto nomade con la Terra: sentirsi a casa propria in ogni
luogo della Terra, su ogni zolla di terra.
Un'idea che viene da lontano. Forse qualcuno ricorda ancora quel canto
proletario dell'800: "nostra patria è il mondo intero, nostra idea la
libertà.". Per un futuro di gioia, creatività, intelligenza.

Centro Sociale Leoncavallo, DeriveApprodi, Radio Onda d'Urto