[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Critical Wine - un primo bilancio
- Subject: Critical Wine - un primo bilancio
- From: "jampa" <jampa at ecn.org>
- Date: Sat, 13 Dec 2003 07:30:15 +0100
Terra e libertà/Critical wine Sensibilità planetarie e agricoltura contadina --------------------------------------------- "Fiera dei particolari", 5-6-7 dicembre 2003 C. S. Leoncavallo, Milano ---------------------------------------------- Un primo bilancio dell'iniziativa Un entusiasmo e una partecipazione di queste dimensioni non ce le aspettavamo neanche noi! Tra 8-9mila visitatori, 160 vignaioli e realtà contadine presenti (altre 150 aziende in lista d'attesa per motivi di spazio) con i propri prodotti di qualità (vino, olio, formaggi, salumi, farine e altro); 30 relatori ai forum; 50.000 visite in 20 giorni al sito www.criticalwine.org. Il grande successo di presenze e consensi della "Fiera dei particolari" Terra e libertà/Critical wine, svoltasi al Centro sociale Leoncavallo di Milano dal al 7 dicembre, merita quindi di essere registrato e "metabolizzato". Tre giorni di dibattiti, degustazioni, incontri con produttori agricoli di vino ma non solo, musica, momenti di relazione e socialità che hanno saputo coniugare la dimensione conviviale a quella conflittuale, diventando un' occasione di incontro, confronto e iniziativa pubblica su temi d'ora in poi centrali nelle analisi e nei percorsi politici dei movimenti. Qualcosa che riguarda il quotidiano di noi tutte/e e strettamente correlato alle ragioni della lotta contro il nuovo ordine mondiale. Al Leoncavallo, Terra e libertà/Critical Wine ha dimostrato la possibilità di costruire una difesa "pratica" della vita materiale, contro tutte le nocività politiche, culturali, sociali, tecnologiche che svalutano l' esperienza sensoriale, le capacità dialettiche del linguaggio, la coscienza del vissuto individuale e dei processi storici collettivi. Così un piacere quotidiano si trasforma nell'inizio di un percorso politico. La compagnia di un buon bicchiere di vino ci porta a ragionare e discutere di brevetti e di manipolazioni genetiche, di politiche agricole, di multinazionali del settore agro-alimentare, di squilibri tra Paesi ricchi e Paesi impoveriti, di sovranità alimentare, di una politica planetaria di dominio che perpetua, e anzi incrementa, l'ingiustizia. La costruzione di una sensibilità ribelle planetaria può partire anche da un frutto della terra. Come una svolta importante potrà prodursi nel rapporto tra produzione e consumo o, come noi preferiamo dire, nel circuito terra-prodotto-relazioni sociali. Il progetto "Terra e Libertà/Critical Wine-Fiera dei Particolari" per non rimanere sospeso tra evento spettacolare e segno di trasformazione lasciato irresponsabilmente incolto, indica, oltre alle belle parole, delle prospettive semplici, chiare e accessibili a tutti. Le prime - intimamente correlate tra loro - che vogliamo sottoporre fin d' ora sono le seguenti: Catalogo Critical wine di tracciabilità, autogestito e autocertificato dai produttori Il Catalogo Critical wine, autogestito e autocertificato dai produttori, fondato sul principio della tracciabilità massima della filiera produttiva, comprenderà tutti i produttori di vino (e di ogni altro prodotto della terra) che vorranno aderire a principi semplici e di completa qualità. Il principio di massima tracciabilità che intendiamo invocare si basa sull'etica della responsabilità individuale. La cura della terra, la bontà di un alimento, il gusto della socialità presuppongono un'idea di felicità e di godimento che può riguardare ciascuno, ma non diviene efficace perché oggetto d'obbligo per tutti. Il Catalogo Critical wine, dunque, non intende fondare un altro ente certificatore o di controllo in grado di surrogare le prescrizioni statuali. Tutt'altro. Intende fornire ai produttori la possibilità di far conoscere la cura, l'impegno, la correttezza, la cultura su cui si basa il loro lavoro; promuovendo la coscienza che il circuito virtuoso in grado di coniugare la qualità dell'ambiente alla qualità del prodotto e a quella delle relazioni sociali sia in grado anche di assicurare loro una maggiore ricchezza. Ricchezza non semplicemente dovuta alla crescita delle "entrate" che deriverebbe loro da un lavoro di massima qualità e cura, ma intesa in senso totale, nella forma dell'arricchimento della persona, delle sue relazioni, del mondo di azioni e di sensazioni che lo pervadono e lo circondano. In sostanza, si tratta di valorizzare il lavoro agricolo e suggerire l'importanza di una relazione ricca e feconda con l'ambiente e con il mondo extragricolo sempre più impoverito (anche quando possiede immani quantità di moneta) dalla distruzione di ogni legame tra terra, cibo e uomini prodotto dall'industria dell'agri-business. E di qualificare un rapporto di fiducia e di scambio proficuo con i consumatori. Per questo il Catalogo Critical wine intende diventare uno strumento importante per creare un canale diretto tra produttori e consumatori. Il Prezzo sorgente A nessuno sfugge lo scarso rilievo, di riconoscimento socio-culturale e di risorse economiche, offerto dal mercato ai produttori. I consumatori, dall' altra parte, devono sopportare il peso di prodotti di dubbia qualità, a prezzi enormemente superiori a quelli pagati ai produttori. Questo principio economico, secondo cui la ricchezza si concentra sulla filiera distributiva-commerciale, in realtà nelle mani di pochi poteri forti, sembra oramai una legge di natura. Critical wine intende contestare radicalmente questo principio proponendo, accanto alla tracciabilità del prodotto, anche la tracciabilità del prezzo. Il primo e decisivo passo è l'indicazione del Prezzo sorgente, ovvero: - è il prezzo medio al quale il produttore vende i suoi vini (o qualsiasi altro prodotto) e al quale è disponibile a venderli al consumo diretto; - se inserito nell'etichetta, è il primo passo per rendere possibile la tracciabilità del prezzo oltre a quella del prodotto; - evidenzia con una semplice informazione i rapporti di produzione e le appropriazioni di ricchezza che avvengono nella filiera della circolazione dei prodotti; - può permettere la riduzione della distanza alimentare e la diminuzione della catena produzione-consumo; - permette un maggior investimento di fiducia tra consumatori e produttori; Come il protocollo di qualità, il Prezzo sorgente non deve essere imposto dall'alto, ma deciso autonomamente e volontariamente da ogni produttore; e soprattutto non intende creare un ulteriore regime di controllo, ma relazioni basate sull'etica della responsabilità e della cooperazione sociale. Infine Se l'economia neoliberista si basa su un modello di produzione volto alla massimizzazione dei profitti, fondato sullo sfruttamento globale delle risorse, umane e naturali, essa può realizzarsi solo imponendo anche un modello di consumo esasperato, poco consapevole, forgiato dai messaggi mediatici e dalla pubblicità. E se le nostre analisi e iniziative politiche fino a oggi si sono centrate più sul versante della produzione e del lavoro, in un contesto mutato rispetto a quello della fabbrica fordista, determinato da delocalizzazioni, decentramento produttivo, decostruzione del senso di appartenenza alla classe lavoratrice attraverso la disarticolazione del rapporto di lavoro in molteplici figure deprivate di tutele e diritti, è oggi necessario un ampliamento della prospettiva, che faccia anche dell' analisi e dell'intervento politico sulle modalità di vita e di consumo gli strumenti per mettere in crisi il modello neoliberista. Crediamo che Terra e libertà/Critical wine, possa segnare un cambiamento nella sensibilità del movimento riguardo ai temi dell'ambiente, dell' agricoltura, dell'alimentazione, ma non solo. Dai tre forum della manifestazione milanese è venuto un contributo significativo all'analisi delle politiche planetarie di dominio e alla definizione di una più efficace strategia di lotte. Negli anni passati sono nate esperienze significative, ma settoriali (a volte deboli): dai gruppi di boicottaggio dei marchi multinazionali, a quelli di acquisto solidale (che danno importanza al potere e alla coscienza dei consumatori, che hanno allargato l'attenzione verso un modo non consumista di avvicinarsi al cibo), dal commercio equo e solidale (quale pratica responsabile di rifiuto dello sfruttamento dei paesi del Sud del mondo), al movimento ecologista (che, nelle posizioni più radicali, ha contribuito ad allargare il "sentire" la T/terra). Negli anni passati è nato anche un movimento internazionale (e organizzato) dei contadini, raccolto essenzialmente attorno al coordinamento di Via Campesina, che comprende dai Sem Terra brasiliani, alla Conféderation Paysanne francese al Foro contadino italiano. Terra e libertà/Critical wine aggiunge idee e pratiche a queste esperienze. Con la sua radicalità e dimensione più politica, nata da esperienze di autogestione nelle città come nelle campagne, vuole mettere in relazione produzione e comunicazione sollecitando anche un circuito virtuoso con le esperienze mediattiviste (radio e siti di movimento, telestreet). Obiettivi: per un'agricoltura dal basso; per l'agricoltura contadina; per pensare le relazioni tra movimento dei movimenti, terra e agricoltura; per organizzare il rifiuto del modello neoliberista che vuole l'agricoltura industriale e monocolturale delle multinazionali e della Ue, da una parte, e un'elitaria produzione dei cosiddetti prodotti tipici, dall'altra; per pensare a un nuovo rapporto con la terra/Terra che lasci spazio a produzioni, consumi, piaceri più sobriamente felici; per il prezzo sorgente; per il catalogo di tracciabilità autogestito e autocertificato dai produttori "La terra è la sola anima", ci suggerisce Luigi Veronelli, teorico della contadinità responsabile e garante della tre giorni, "riruralizzare il mondo", ci propone Mariarosa Dalla Costa (relatrice in uno dei forum della manifestazione), partendo da una nuova sensibilità che ci fa percepire la T/terra come casa propria, contro l'attaccamento conservatore e l'invenzione localista delle radici, contro il rapporto razzista sangue-suolo di infausta memoria, oseremmo dire - con un ossimoro concettuale - per un'agricoltura nomade, per un rapporto nomade con la Terra: sentirsi a casa propria in ogni luogo della Terra, su ogni zolla di terra. Un'idea che viene da lontano. Forse qualcuno ricorda ancora quel canto proletario dell'800: "nostra patria è il mondo intero, nostra idea la libertà.". Per un futuro di gioia, creatività, intelligenza. Centro Sociale Leoncavallo, DeriveApprodi, Radio Onda d'Urto
- Prev by Date: Comunicato stampa per Bottegasolidale.com
- Next by Date: scatola natalizia bio e equosolidale di Mondovero
- Previous by thread: Comunicato stampa per Bottegasolidale.com
- Next by thread: scatola natalizia bio e equosolidale di Mondovero
- Indice: