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cambio indirizzo
- Subject: cambio indirizzo
- From: "ps\.neri\@libero\.it" <ps.neri at libero.it>
- Date: Sun, 16 Nov 2003 11:41:34 +0100
Vi pregheri di sostituire al'attuale indirizzo il nuovo: pasqualeneri at virgilio.it Grazie ---------- Initial Header ----------- From : consumocritico-request at peacelink.it To : consumocritico at peacelink.it,news at peacelink.it Cc : Date : Fri, 14 Nov 2003 15:07:57 +0100 Subject : Conf. ministri Welfare Ue Venezia - La proposta del governo italiano sulla responsabilità sociale delle imprese: un'altra occasione persa, secondo la campagna "Meno beneficenza, più diritti" > Gent.mi tutti, > > vi trasmettiamo il comunicato stampa della Sezione Italiana di Amnesty > International: > > > La proposta del governo italiano sulla responsabilità sociale delle > imprese: > un'altra occasione persa, secondo la campagna "Meno beneficenza, più > diritti" > > > > Grazie per la cortese attenzione > > Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste: > Amnesty International Ufficio Stampa > Tel. 06 44.90.224 cell. 348-6974361 e-mail: press at amnesty.it > > > (See attached file: 031114_des_campagna3.rtf) > > > > *************************************************************************** > Paola Nigrelli > Ufficio Stampa > Amnesty International - Sezione Italiana > Via G.B. de Rossi, 10 - 00161 ROMA > Tel. 06 44.90.224 fax 06 44.90.222 > cell. 348-6974361 e-mail: press at amnesty.it > Internet. www.amnesty.it > > IO NON DISCRIMINO. Sostieni la campagna di Amnesty > contro la discriminazione su www.amnesty.it > ************************************************************************** > > > Meno beneficenza, più diritti > > Campagna italiana sulla responsabilità sociale delle imprese > > > COMUNICATO STAMPA > > LA PROPOSTA DEL GOVERNO ITALIANO SULLA RESPONSABILITÀ SOCIALE DELLE > IMPRESE: UN'ALTRA OCCASIONE PERSA, SECONDO LA CAMPAGNA "MENO BENEFICIENZA, > PIÙ DIRITTI" > > La proposta illustrata oggi dal governo italiano sulla responsabilità > sociale delle imprese presenta numerosi elementi di incertezza e configura > meccanismi decisionali che la rendono largamente inaccettabile. È quanto > afferma la Campagna "Meno beneficenza, più diritti", promossa da 14 > associazioni italiane, in rappresentanza di circa tre milioni di iscritti. > > Nella proposta del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Roberto > Maroni, viene considerato come quadro di riferimento il Libro Verde della > Commissione Europea, trascurando volutamente le numerose prese di posizione > del Parlamento Europeo e le recenti Norme delle Nazioni Unite sulla > responsabilità delle imprese nei confronti dei diritti umani. La Campagna > "Meno beneficenza, più diritti" ribadisce a questo proposito che la > responsabilità sociale consiste nell'assunzione, da parte delle imprese, di > tutte le conseguenze della propria attività sia sul piano economico che su > quello ambientale e sociale, lungo l'intera catena di creazione del valore, > tanto nel loro paese quanto all'estero. > > Il Progetto italiano, al contrario, limita il concetto di responsabilità > sociale delle imprese ai ristretti confini nazionali, escludendo centinaia > di milioni di persone e intere grandi comunità che lavorano per imprese > italiane ed europee e che spesso subiscono gravi abusi dei loro diritti, in > favore di una visione miope e utilitaristica, in cui la beneficenza viene > confusa con la responsabilità e dove la sola convenienza economica sembra > essere la molla che dovrebbe spingere le imprese ad assumere comportamenti > meno discutibili. > > Il documento presentato questa mattina sottolinea, a pagina 34, come il > Progetto sia frutto "di un'ampia riflessione avviata all'inizio del 2002" e > si proponga "di avviare un nuovo confronto esteso a tutti gli stakeholder > interessati a livello nazionale ed europeo". La Campagna "Meno beneficenza, > più diritti" osserva che la "ampia riflessione" di cui parla il governo ha > completamente trascurato la consultazione di associazioni, enti e anche > gruppi di imprese, che avrebbero potuto dare un importante contributo > all'elaborazione del Progetto. Dopo aver rifiutato questo confronto, sembra > quanto meno paradossale che venga ora presentato un Progetto definito nei > minimi termini e su questo si auspichi un confronto, che è stato negato > nella prima e più importante fase. > > L'autocertificazione effettuata dalle imprese attraverso un "Social > statement", viene affidata secondo la proposta governativa a un "CSR Forum" > di cui non è specificata la composizione; contemporaneamente, viene > comunicata l'avvenuta sottoscrizione di un "protocollo d'intesa" con > Unioncamere, "per la collaborazione in materia di promozione della CSR (ad > esempio per le funzioni di raccolta dei Social statement, per l'attività di > supporto e monitoraggio delle imprese)". Di fatto, quindi, funzioni > importanti di analisi e verifica vengono affidate a organismi che non > possono essere definiti neutrali. > > Con questo Progetto, le aziende (tramite la cosiddetta "seconda fase") > vengono anche invitate a effettuare dei contributi allo Stato, poiché essi > di fatto sono gestiti tramite "un Fondo SC nell'ambito del Bilancio > statale" a supporto di "priorità di intervento sociale" contenute nel Piano > di Azione Nazionale e individuate dalla Conferenza Unificata - aggiungendo > anche "Še dalle Organizzazioni Non Governative", ciò che pare alla Campagna > "Meno beneficenza, più diritti" un contentino di poco conto. > > Il Progetto fa anche riferimento a una serie di parametri, i "Social > Performance Indicators", elaborati dall'Università Bocconi su un campione > di sole 15 aziende, i quali sembrano costituire un ennesimo sistema di > riferimenti che ignora - anche se non contrasta - i sistemi già esistenti, > come i parametri del Parlamento Europeo e le Norme delle Nazioni Unite già > richiamate (SA 8000, AA 1000, GRI): aggiungere parametri a parametri non > farà altro che accrescere la confusione di imprese e consumatori in un > panorama già fortemente inquinato da interpretazioni volontaristiche di > comodo. > > La Campagna "Meno beneficenza, più diritti" esprime ancora forti > perplessità sul ruolo che il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali > intende attribuire a non meglio identificati "soggetti autorizzati a > gestire i progetti nel sociale", soggetti di cui non si conoscono le > attribuzioni e i reali poteri, così come sulla "destinazione del TFR nei > Fondi pensione, tra i quali quelli etici". Chi deciderà quali Fondi sono > veramente "etici"? > > Infine, la Campagna "Meno beneficenza, più diritti" valuta positivamente il > richiamo all'etichettatura sociale del Commercio equo e solidale, > menzionato tra gli indicatori sociali, anche se sottolinea che esso viene > associato ai soli criteri di "qualità, impatto ambientale e sicurezza dei > prodotti", escludendo quindi il forte contenuto solidaristico e di > responsabilità sociale che ha caratterizzato il Commercio equo e solidale > sin dalla propria nascita. > > La Campagna "Meno beneficenza, più diritti" esprime in conclusione la forte > insoddisfazione delle associazioni che la compongono, per un'occasione che > l'Italia ha perso per dare un contributo allo sviluppo in senso > migliorativo della discussione in corso sul tema della responsabilità > sociale delle imprese nel nostro paese, in Europa e nel mondo. > FINE DEL COMUNICATO > Roma, 14 novembre 2003 > > Per ulteriori informazioni: > Amnesty International Italia - Ufficio Stampa: Paola Nigrelli > tel. 06 44.90.224, cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it > Azione Aiuto - Ufficio Stampa: Chiara Guerzoni > tel. 02 74200244, cell. 347-0679441, e-mail chiarag at azioneaiuto.it > TransFair Italia Ufficio Stampa: Benedetta Frare > koine' comunicazione, cell. 348-8243386, e-mail: stampa at transfair.it > > La campagna "Meno beneficenza più diritti" è composta da: > > Amnesty International Coord. Lombardo nord-sud ROBA dell'altro Mondo > ARCI CTM/Altromercato Save the Children Italia > Azione Aiuto Legambiente TransFair Italia > Banca Etica Libera Unimondo > Cittadinanzattiva Mani Tese > > Le 14 associazioni chiedono un impegno del governo italiano in sede europea > per: > > … definire un codice di condotta europeo > … introdurre una base giuridica vincolante per la disciplina delle attività > delle imprese europee all'estero > … introdurre l'obbligo della presentazione di un bilancio socio-ambientale > accanto a quello finanziario > … attivare incentivi fiscali e finanziamenti per le imprese che possono > dimostrare il raggiungimento di adeguati standard > … introdurre parametri etici e ambientali vincolanti per le imprese che > operano per conto degli Stati e dell'Unione Europea. > > La Campagna "Meno beneficenza, più diritti" è on line su www.piudiritti.it. > > >
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