PUMA - Aggiornamenti - Clean Clothes Campaign



PUMA IN MESSICO  - AGGIORNAMENTI - Clean Clothes Campaign

Il 13 gennaio scorso 190 lavoratori/lavoratrici della Matamoros,
subfornitrice di Puma nello stato messicano del Puebla, sono scesi in
sciopero spontaneo contro il mancato pagamento dei salari, lo straordinario
forzato, l'imposizione di un sindacato sgradito. Denunciavano inoltre di
essere tenuti chiusi a chiave nella fabbrica. E' stato costituito un
sindacato indipendente con il nome di Sindicato Independiente de
Trabajadores de la Impresa Matamoros Garment (SITEMAG). Puma, contattata
dalla Clean Clothes Campaign tedesca, ha assicurato il 17 gennaio che
avrebbe mandato qualcuno sul posto per accertamenti ma non prima di due
settimane. Quello stesso giorno, la direzione della Matamoros comunicava ai
dipendenti che Puma stava togliendo le commesse e che insistere con il
sindacato avrebbe finito per fargli perdere il posto. Il 18 gennaio
informava infine che Puma si era portata via tutto il lavoro. Nel frattempo
centinaia di organizzazioni e singoli consumatori europei e nordamericani si
mobilitavano in iniziative di pressione nei confronti di Puma, fra queste la
Federazione internazionale dei lavoratori dell'abbigliamento e cuoio
(ITGLWF) e la sua affiliata europea ETUC/TLC. Il 28 gennaio Puma rilasciava
una dichiarazione secondo cui avrebbe svolto un'ispezione alla Matamoros all
'inizio di settembre 2002 senza rilevare irregolarità e che l'8 ottobre
sarebbe arrivata alla decisione di cessare i suoi rapporti con il fornitore
a causa di ritardi nelle consegne. Per inciso, Puma ha chiuso il bilancio il
31 gennaio con un utile netto di 84,9 milioni di euro (il 114 per cento in
piu' rispetto all'anno precedente).
In risposta alle pressioni pubbliche, Reiner Hengstmann, responsabile del
settore affari sociali e ambientali della multinazionale tedesca, ha svolto
un sopralluogo alla Matamoros all'inizio di febbraio. Stando alle prime
notizie, non avrebbe riscontrato assenza di liberta' sindacale (dato che in
fabbrica c'e' gia' un sindacato, quello di comodo.). I lavoratori sarebbero
stati ripresi da una telecamera mentre venivano intervistate dagli
ispettori. E' atteso a breve un resoconto del CAT. Dal 20 al 26 febbraio
sara' in Germania una delegazione dal Messico che terra' una conferenza
stampa il 25 febbraio.

Questa mattina ho ricevuto la risposta della Puma all'appello inviato per
e-mail. Dato che contiene nuovi elementi, mi pare superato il testo che la
Clean Clothes Campaign suggeriva qualche giorno fa  di inviare a rincalzo
del precedente.Attenderei i risultati della conferenza stampa e nuove
istruzioni.

RISPOSTA DI PUMA (Reiner Hengstmann) AGLI APPELLI E-MAIL

Le denunce diffuse in relazione all'attivita' della Matamoros Garment ci
hanno profondamente colpito. Di concerto con il nostro centro acquisti World
Cat America (WCA) abbiamo disposto un'ispezione sul posto. Tre persone sono
incaricate di accertare i fatti, raccogliere informazioni ed effettuare
riprese. Desidero ricapitolare lo stato dei rapporti fra Puma e Matamoros
Garment.
Puma commercializza e distribuisce abbigliamento e scarpe sportive su scala
mondiale. Non produce direttamente, ma opera sulla base di contratti di
commessa in circa 28 paesi. Il 29 luglio 2002 Puma e WCA, attraverso un
agente commerciale statunitense, hanno sottoscritto un contratto di
fornitura con la Matamoros Garment per quantitativi limitati. Nel rispetto
degli standard Puma, che sono in linea con le procedure di auditing SA8000 e
le convenzioni internazionali, nello stabilimento e' stata svolta un'
ispezione. I risultati sono stati giudicati soddisfacenti. All'inizio di
ottobre a WCA e' giunta notizia che il maggiore cliente di Matamoros aveva
aperto una procedura di fallimento. Contatti con il titolare confermavano
che Matamoros non era piu' in grado di rispettare le consegne a causa delle
difficolta' economiche insorte. Di comune accordo Puma rinunciava ad
assegnare nuovi ordini. Dalla meta' di ottobre 2002 e per tutto gennaio
2003, l'agente commerciale americano di Puma continuava ad effettuare
pagamenti alla Matamoros, al di la' degli obblighi contrattuali, per un
totale di 15 mila dollari a settimana, per contribuire alla copertura dei
costi della manodopera necessaria al completamento dei lotti di produzione
gia' avviati. Abbiamo agito in buona fede, ma un ritardo nel versamento dei
salari, dovuto alle precarie condizioni della Matamoros,  associato ad altre
rivendicazioni,  ha scatenato le proteste di una parte dei dipendenti che,
senza conoscere i fatti, hanno addossato a noi ogni responsabilita'. Siamo
stati oggetto di accuse infondate di ogni tipo che desideriamo smentire.
- I lavoratori sostengono di essere in arretrato di 3 settimane e mezzo di
salario. Ci risulta che siano stati retribuiti per intero con una settimana
di ritardo. C'e' la testimonianza della Junta de Conciliacion (il tribunale
del lavoro messicano). I dati a comprova si trovano sul sito
www.matamorosgarment.com/payment. Il Centro de Apoyo al Trabajador ha
ritirato la sua accusa in questo senso.
- Pessime condizioni igieniche nella mensa: c'e' stato un allagamento
causato dall'irrigazione dei campi agricoli circostanti. Il problema e'
stato risolto con l'installazione di apposite barriere e, comunque, anche
quando si e' verificato il danno, la mensa era stata resa agibile prima di
essere utilizzata.
- Straordinari forzati: i lavoratori che abbiamo intervistato il 3-4
febbraio scorsi hanno negato di essere mai stati costretti a svolgere ore
straordinarie nel periodo di durata del contratto con Puma.
- Chiusura a chiave della fabbrica: i 22 intervistati hanno negato di essere
mai stati chiusi a chiave. Chiedendo un permesso alla direzione o ai
controllori, potevano lasciare i locali in qualsiasi momento. L'
autorizzazione era necessaria a mantenere la cadenza produttiva prevista.
- Liberta' di associazione: tutti gli intervistati hanno dichiarato di
essere iscritti, o di non ricevere impedimenti all'iscrizione al Sindicato
Francisco Villa de la Industria Textil y Conexos Miembro de la C.T.M. Questo
e' il sindacato riconosciuto in fabbrica dal novembre 1999. Due dei tre
membri del Centro de Apoyo al Trabajador intervistati hanno confermato che i
lavoratori godono del diritto alla liberta' di associazione e hanno
presentato domanda per il riconoscimento legale di una loro sigla sindacale.
- Maltrattamenti fisici e verbali: gli intervistati hanno negato che si
siano mai verificati casi di abuso. Puma ritiene che l'abuso verbale e' un
concetto che si presta a interpretazioni soggettive.
- Mancanza di mezzi di trasporto: Matamoros ha sempre fornito servizi di
trasporto gratuiti. La crisi economica recente ha imposto ristrutturazioni
del servizio in termini di frequenza e di tragitto.

Siamo consapevoli che i lavoratori hanno pagato le conseguenze di una
situazione difficile, ma da parte nostra abbiamo fatto il possibile per
alleviarne gli effetti. Anche il Centro de Apoyo al Trabjador e' giunto alla
conclusione che Puma si e' trovata nell'occhio del ciclone non per sua colpa
o negligenza, ma per via del suo nome capace di attrarre l'attenzione
pubblica. Il Centro de Apoyo ci ha informato che intende pertanto ritirare
ufficialmente le sue accuse. Puma e' disposta a riprendere i rapporti
commerciali con la Matamoros non appena le difficolta' di varia natura che
sono insorte saranno appianate nel reciproco interesse.


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Per essere esclusi dalla lista o ricevere informazioni sulla Clean Clothes
Campaign, inviate un messaggio a :
ersilia.monti at mclink.it

Ersilia Monti
(Coordinamento lombardo nord/sud del mondo - Rete di Lilliput Nodo di
Milano)
P.le Governo Provvvisorio 6
20127 Milano
tel.02-26140345
email:
ersilia.monti at mclink.it
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>
> -----Messaggio originale-----
> Da:
owner-cleanclothes at xs4all.nl [mailto:owner-cleanclothes at xs4all.nl]
> Inviato: giovedì 6 febbraio 2003 14.21
> Oggetto: [cleanclothes] Update on Matamoros garment case
>
>
> Two weeks ago the CCC sent out an appeal asking for support in the case of
> workers at a Mexican factory producing for German sportswear company Puma,
> following their one-day walkout on January 13th. Find below an update on
> the first results. These workers still need your support! Please see the
> action request at the end of this message and send Puma an email today.
>
> Case summary
> On January 16 the German CCC contacted Puma regarding a labor dispute at
> Matamoros Garment in Puebla, Mexico. 190 workers had gone out on a one-day
> strike because they had not been paid in three weeks. There were also
> complaints of forced overtime, workers being locked in the factory, and
> denial of freedom of association (via a deal made with the FROC-CROC
> union). The workers formed an independent union -- the Sindicato
> Independiente de Trabajadores de la Empresa Matamoros Garment (SITEMAG) to
> press their demands. For more background information on this case, please
> see the CCC website
http://www.cleanclothes.org/urgent/03-01-22.htm.
>
> On January 17 Puma informed the CCC that they were looking into the
matter,
> but that it would be a couple weeks before they would be able to send
> anyone to the factory to investigate. That same day, Matamoros management
> called together a group of employees and threatened that they would lose
> their jobs if they did not renounce the union, claiming that Puma was
> cutting off orders because of their decision to organize.
>
> On January 18, Matamaros management reports that Puma removes all their
> labels from the facility.
>
> In the meantime, hundreds of organizations and individual consumers in
> Europe and North America contacted Puma to express their concern about the
> labor dispute and reports that Puma had cancelled its contract with the
> factory because the workers had organized to demand their rights. Union
> organizations ranging from FNV Bondgenoten in the Netherlands, the
> Brotherhood of Asian Trade Unionists (BATU-WCL), to the International
> Garment and Leather Workers Federation ITGLWF and its European Regional
> Organization ETUC/TCL have all contacted Puma to express their concerns.
>
> On January 28 Puma released a statement that they had audited Matamoros
> Garment in early Sept. 2002 and did not find any problems at the facility,
> but on October 8, they decided to terminate their contract with the
> facility due to production delays. To view Puma's full statement, please
> see the CCC website.
>
> On January 31 Puma posted a net profit of 84.9 million euros, up 114% from
> the year before.
>
> Due in large part to the huge amount of public pressure, this past weekend
> Mr. Reiner Hengstmann, Global Head of Environmental and Social Affairs of
> Puma, made a visit to Mataramos and scheduled meetings with CAT, the
> workers and of course the owner and his staff. The investigation is
> presently continuing and we can expect a statement from CAT about the
> results next week. In the meantime the CAT thanks everyone for their
> support and informs us that it is essential that we keep the pressure up!!
>
> If Puma truly supports freedom of association they must communicate this
> clearly to management and workers at Matamoros and all their contract
> facilities. Severing their ties with facilities where workers stand up for
> their rights punishes the very workers who are attempting to enforce their
> rights (which are outlined in Mexican labor law and the Puma code of
> conduct).
>
> Action Request
>
> Puma should resume production at this facility and ensure that their code
> and internationally recognized labour standards are respected. A system
for
> indepently verifying compliance with these standards needs to be set up
> which includes workers and their organizations, such as CAT.  The fact
that
> the audit of September found no violations at this facility is a clear
> indication of the failure of Puma's internal monitoring system. Please
send
> a message to Reiner Hengstmann, global head of environmental and social
> affairs at Puma, today based on these demands.
>
> Dr. Reiner Hengstmann
> Global Head Environmental & Social Affairs
> Puma AG
> Germany
> Fax: 011-49-9132-81-2246
> e-mail:
reiner.hengstmann at puma.com
>
>
>
>
>
>
> Clean Clothes Campaign
> PO Box 11584
> 1001 GN Amsterdam
> The Netherlands
> tel: + 31 20 4122785
> fax: + 31 20 4122786
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> posted by all subscribers to the list. Therefore the messages posted on
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