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(Cleanclothes) Fine del presidio, ma la cooperativa resiste - Clean Clothes Campaign
- Subject: (Cleanclothes) Fine del presidio, ma la cooperativa resiste - Clean Clothes Campaign
- From: "Ersilia Monti" <ersilia.monti at mclink.it>
- Date: Sat, 8 Feb 2003 20:10:33 +0100
FINE DEL PRESIDIO, MA LA COOPERATIVA RESISTE - Bed and Bath - Thailandia - Clean Clothes Campaign Ci scrive Junya Lek Yimprasert, coordinatrice della Thai Labour Campaign, che e' stata in questi mesi sostegno e megafono della lotta dei lavoratori della Bed and Bath, per informarci che il presidio al ministero del lavoro thailandese si e' concluso venerdi' 31 gennaio. Da oltre tre mesi i lavoratori della Bed and Bath protestavano contro la fuga dei titolari della fabbrica, subfornitrice di Nike, Adidas, Levi's e altre marche, che li aveva lasciati senza lavoro, arretrati degli stipendi e liquidazioni. Non riuscendo piu' a mantenersi, molti lavoratori hanno via via abbandonato la lotta; gli ultimi 171 hanno accettato alla fine l'offerta del ministero del lavoro che ha stanziato a titolo di risarcimento 450 dollari a persona. Il risultato pratico e' questo: il 30% dei lavoratori impiegati alla Bed and Bath ha ricevuto l'80% del dovuto (quelli con una minore anzianita' di servizio), il 50% ha ricevuto il 30%, il 20% ha ricevuto il 10% (quelli con molti anni di servizio). Questo non significa comunque che la lotta e' terminata: alcuni ex dipendenti hanno avuto incarico di tenere alta l'attenzione del governo sul loro caso con l' obiettivo di trascinare gli ex datori di lavoro in tribunale (forse si trovano negli Stati Uniti). Intanto, 60 ex lavoratori della Bed and Bath hanno affittato dei locali per dare concreto avvio al progetto di una cooperativa di confezioni di abbigliamento che produrra' con il marchio "Made in unity". Sono in corso contatti sia a livello locale sia a livello internazionale per cercare i clienti giusti (possibilmente circuiti del commercio equo e sindacati). Il ministero del lavoro fornira' un prestito e altri soldi dovrebbero entrare sotto forma di sussidi personali. La Thai Labour Campaign continuera' ad assistere i lavoratori anche in questo progetto (al link "workers' alternatives" nel sito www.thailabour.org si possono vedere alcune proposte per il campionario). "Abbiamo deciso di costituire la cooperativa perche' non vogliamo piu' lavorare sotto padrone in un'altra fabbrica. Non cambierebbe niente, saremmo sfruttati di nuovo", dice Sujanthra, una delle animatrici della lotta alla Bed and Bath. La sera in cui il presidio e' stato sciolto un grosso applauso e' stato rivolto alle numerose organizzazioni che da un capo all'altro del mondo hanno fatto sentire la loro solidarieta' rendendo possibile la conclusione del caso: Clean Clothes Campaign, Nike Watch Campaign, UNITE, Campaign for Labour Rights, Maquilla Solidarity Network, Worker's Rights Consortium, Fair Labour Association, ITGLWF, numerosi sindacalisti e singole persone di tutto il mondo. Secondo Lek, pur non avendo conseguito una vittoria completa, i risultati ottenuti possono dirsi soddisfacenti. Il ministero del lavoro ha dovuto aumentare il risarcimento da 30 giorni di salario arretrato a 60 giorni e il pagamento delle liquidazioni da un mese a due mesi per i lavoratori con oltre 6 anni di anzianita'. Se i lavoratori non avessero resistito come hanno fatto, non avrebbero ricevuto neppure un soldo. In questo senso la lotta dei lavoratori della Bed and Bath ha costituito un precedente per tutti i lavoratori thailandesi. Ora comincia una nuova fase: la cooperativa e la ricerca degli ex datori di lavoro. Riporto una breve traduzione con commenti delle risposte che chi ha partecipato alla campagna ha ricevuto da Adidas, Nike e Levi's. RISPOSTA DI ADIDAS Abbiamo svolto delle indagini a Bangkok da cui risulta che la Bed and Bath, poco prima della chiusura dello stabilimento, aveva ricevuto una quantita' limitata di commesse da un agente locale che operava per conto di un nostro licenziatario (inizialmente Adidas sosteneva di non aver rapporti commerciali con Bed and Bath, ndt). I nostri licenziatari sono tenuti per obbligo contrattuale a comunicare alla Adidas Salomon i nomi di tutti i loro agenti e subfornitori. Nel caso specifico della Bed and Bath, cio' non e' avvenuto, pertanto l'azienda non era autorizzata a produrre per nostro conto, e questo spiega perche' non sia stata ispezionata dal nostro personale del Dipartimento affari sociali e ambientali preposto alla verifica di conformita' delle fabbriche con i nostri standard prima che queste ultime siano inserite fra i fornitori ufficiali (come vedete, nel sistema basato sulla subfornitura e' alta la probabilita' che l'ultimo anello della catena produttiva sfugga ai controlli, ndt). Siamo addolorati per i lavoratori che hanno perso il posto, sappiamo pero' che meta' di loro sta ricevendo assistenza temporanea da parte del governo thailandese sotto forma di sussidi mensili. Stiamo verificando come sia possibile fornire ulteriore assistenza in collaborazione con gli altri committenti e con il ministero del lavoro thailandese (gli esiti del caso dicono che a pagare e' stato alla fine solo il ministero del lavoro, ndt). RISPOSTA DI NIKE Non appena siamo venuti a conoscenza dell'inaspettata chiusura della Bed and Bath, ci siamo mossi di concerto con le altre parti per accertare le cause dell'accaduto e per decidere come aiutare i lavoratori che hanno perso il posto. Guardiamo con preoccupazione all'eventualita' che i lavoratori siano privati dei salari arretrati e delle liquidazioni che gli sono dovuti, sappiamo pero' che il governo thailandese ha preso delle misure per risolvere la questione (come sempre accade, i grandi committenti non avvertono l'obbligo di contribuire in prima persona, ndt). Nike, Reebok, Adidas, Levi's e altri marchi hanno assegnato commesse in modo indiretto attraverso contratti di licenza con gruppi come l'Haddad Apparel Group. La quota dei prodotti Nike lavorati per conto di Haddad rappresenta il 20 per cento, o anche meno, dell'intera produzione della Bed and Bath, che e' uno degli oltre 450 fornitori di Nike a livello mondiale (notate il tentativo di ridimensionare la responsabilita' propria e degli altri committenti, ndt). Nike ha adottato i seguenti provvedimenti: 1) Abbiamo sostenuto il governo thailandese nel suo impegno ad accertare i fatti e ad imporre alle parti in causa il rispetto degli obblighi di legge; 2) Abbiamo incontrato e scambiato informazioni con i rappresentanti dei lavoratori, con rappresentanti del ministero del lavoro, dell'ambasciata americana, dell'associazione dei produttori thailandesi dell'abbigliamento, di Haddad e altri acquirenti. Nike continuera' a confrontarsi con tali soggetti e a sostenere il governo nella ricerca di una soluzione. Poiche' attribuiamo grande importanza alla responsabilita' sociale e al nostro codice di condotta, ci rammarichiamo della situazione in cui si sono venuti a trovare i lavoratori della Bed and Bath in conseguenza dell'inaspettata chiusura della loro fabbrica. Per ulteriori informazioni sul programma di responsabilita' sociale e sul codice di condotta della Nike, visitate il nostro sito. (Nike, sostanzialmente, non ha fatto proprio nulla e ha evitato anche di rispondere alle richieste dei lavoratori che la sollecitavano a contribuire allo stanziamento di un fondo di risarcimento in proporzione agli ordini assegnati. Stando al racconto della Thai Labour Campaign, pur avendo uffici di rappresentanza a Bangkok, Nike non si sarebbe mai fatta viva con i lavoratori, ndt). RISPOSTA DI LEVI'S Uno dei nostri licenziatari, la Haddad Apparel Group, aveva in essere un contratto di commessa con la Bed and Bath per la fornitura di un quantitativo limitato di prodotti a marchio Levi Strauss fra il gennaio e il settembre del 2002. La nostra quota rappresentava meno del 3 per cento dell' intera produzione di quest'azienda. Levi Strauss pretende che i suoi fornitori rispettino il suo codice di condotta e le leggi locali. Abbiamo affrontato il caso della Bed and Bath con grande serieta', mossi dalla preoccupazione per l'inaspettata chiusura della fabbrica e per gli effetti che questo ha avuto sulla vita dei lavoratori. Non appena a conoscenza della situazione, abbiamo preso i seguenti provvedimenti: 1) Abbiamo preso contatto con il governo thailandese sollecitandolo ad aprire un'inchiesta sul caso e a trovare una soluzione con rapidita' ed equita'. Ci rincuora la recente decisione assunta dal governo di costituire un fondo per il risarcimento dei lavoratori; 2) Abbiamo avviato consultazioni con le altre imprese multinazionali e con la Fair Labor Association per definire possibili soluzioni; 3) Stiamo valutando la possibilita' di fornire ai lavoratori disoccupati strumenti per il ricollocamento lavorativo. Continuiamo a collaborare con il governo, le altre imprese, la Fair Labor Association e tutte le altre parti in causa, per arrivare a una soluzione nell'interesse dei lavoratori. (Nessuna delle grandi imprese che davano lavoro alla Bed and Bath ha accettato in definitiva di assumere su di se' una parte della responsabilita ' contribuendo a risarcire i lavoratori in proporzione all'entita' delle proprie commesse. L'onere del risarcimento e' caduto interamente sul governo thailandese con il parziale risultato del quale, alla fine, gli ex lavoratori della Bed and Bath si sono accontentati. La strada verso una responsabilita' sociale autentica e' ancora molto lunga, ndt). --------------------- Per essere esclusi dalla lista o ricevere informazioni sulla Clean Clothes Campaign, inviate un messaggio a : ersilia.monti at mclink.it Ersilia Monti (Coordinamento lombardo nord/sud del mondo - Rete di Lilliput Nodo di Milano) P.le Governo Provvvisorio 6 20127 Milano tel.02-26140345 email: ersilia.monti at mclink.it ------------------- > > > -----Messaggio originale----- > Da: owner-cleanclothes at xs4all.nl [mailto:owner-cleanclothes at xs4all.nl] > Inviato: venerdì 31 gennaio 2003 14.06 > Oggetto: [cleanclothes] Bed & Bath workers end picket > > > Dear all, > > Please find below the message we just received from the Thai Labour > Campaign about the partial victory gained by the Bed & Bath workers! > > Dear friends, > > Though it is 3 a.m. in the morning and I have just reached home from > cerebrating with the Bed and Bath workers but I decided to write to all of > you to report about the Bed and Bath workers' decision to stop > demonstrating at the Ministry of Labour. This doesn't mean that the > workers stop their struggle. The struggle still continue and that a group > of workers will work on their case to bring their employers who are now > hiding in the US to be on trial. > > Due to much economic pressure, the 171 remaining workers[out of 350 > workers] of Bed and Bath decided to take the package from Ministry of > Labour today for the amount of 8,900 baht each [about 180 workers have > received they back waged [about 9,900 baht] since early January and > left]. This is mean that they [171 workers] have all together received > USD 450[9,900+8,900 = 18,800]. Excluding the emergency assistance > packages, it is mean that 30% of workers received 80% of they compensation, > 50% received 30% and 20% receive10% of their legal compensation. However, > leaving the MOL doesn't mean that they have stopped their struggle, they > have appointed leaders to continue follow up on their case on behalf of all > of them to pressure the government to bring their employers to trial. > > For the mean time, they leaders have rent a house to be a coordinating > center and for the operation of their cooperative apparel factory. About > 60 workers have agreed to set up a cooperative to start their own > factory. Their logo "Made in Unity" produced by Bed and Bath workers have > been introduced both local and international friends and alliances and that > they have already starting to look for alternative customers---unions and > fair trade shop[if possible]. The MOL has agreed to guarantee the loan and > grant some loan for the workers to start the cooperative. Also their is > some subsidy money that would be grant to each worker involve in the > cooperative as well. Thai Labour Campaign will help to publicize and > continue to support the workers in this process. Please see some of their > sample at workers' alternative column at www.thailabour.org > > "We decide to set up cooperative because we don't want to work in the > factory anymore, it is all the same and that we will be exploited again, it > has never end". Sujanthra, a woman leader has told us of the reason why > they would want to set up the cooperative. > > The workers realize that without support from local trade unions, TLC and > international pressure from many groups like the Clean Clothes Campaign, > Nike Watch Campaign, UNITE, Campaign for Labour Rights, Marquila Solidarity > Network, the Workers Rights Consortium, the Fair Labour > Association, ITGLWF, and many labour organizations in Asia, Europe and > America, plus numerous trade unionists and individuals from around the > world that help to pressure their customers -- Nike, Adidas, Haddad, Reebok > and Levi's-- it would have been impossible for them to be able to carry on > their fight for this long. They have given a long applaud to all the name > of supporters mentioned to them tonight. I promised them that I would > convey they thanks to all of you who have been support and follow up on > their struggle. THANK YOU! > > I think that we can say that,at certain level, they have achieved > satisfaction victory, though they haven't get full compensation yet. This > is because of their struggle, we manage to get the MOL to increase the > payment for back wages to Thai workers from 30 day of minimum wage to 60 > days of minimum wage level and compensation money from one month to two > months for those workers with over 6 years of employment. Thai Labour > movement have benefited from the Bed and Bath struggle. For the Bed and > Bath, they know very well that without struggle, they would have received > no money at all. > > Most important, most of their reflecting tonight confirm to us that they > regard their struggle as a valuable learning experiences for them to > understand Thai bureaucracy, labour laws, and to realize that the workers > have to struggle to enforce the law. > > The workers still continue their struggle thought it is going to be in a > difference way, but their courage and determination to take their employers > to trial is still very strong. > > Tonight is going to be a long and sleepless night for all the Bed and Bath > workers who were still very much singing, dancing and having their first > beer for the first time after three months of their struggle, when I left > them at 2 am. Tomorrow early morning they all have to leave the MOL > building so they all want to spend last night together before their > separation. > > We will keep you inform of the second phase of the Bed and Bath > struggle. For the mean time, THANK YOU VERY MUCH for all your solidarity > support to the Bed and Bath workers. > > In solidarity, > > > Junya Lek Yimprasert > Coordinator, Thai Labour Campaign > > Clean Clothes Campaign > PO Box 11584 > 1001 GN Amsterdam > The Netherlands > tel: + 31 20 4122785 > fax: + 31 20 4122786 > e-mail:ccc at xs4all.nl > http://www.cleanclothes.org > > > ++++++++ This is the cleanclothes mailinglist. Messages posted to this list > will be received by all the subscribers of the list. Messages can also be > posted by all subscribers to the list. Therefore the messages posted on this > list are not necessarily reflecting the opinion of the Clean Clothes > Campaign. To respond to one subscriber of the list you have to mail the > message to the mailing adress of the subscriber, not to the mailinglist. > Messages only directed to the clean clothes campaign in the Netherlands, for > example, should be mailed to ccc at xs4all.nl ++++++ > > |
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