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La Rete italiana boicottaggio Nestlé apre una vertenza con Coop.
- Subject: La Rete italiana boicottaggio Nestlé apre una vertenza con Coop.
- From: Daniele Barbieri - Carta <pkdick at fastmail.it>
- Date: Thu, 5 Sep 2002 10:03:03 +0200
La Rete italiana boicottaggio Nestlé apre una vertenza con Coop. L'iniziativa di pressione sulla Coop per ottenere il rispetto del Codice internazionale, cioè vendere i sostituti del latte materno (formule iniziali, formule di proseguimento, formule speciali, latti di crescita, omogeneizzati, cereali e farine, biscotti, camomille e tisane, succhi di frutta, ecc.) e gli altri prodotti coperti dal Codice (biberon, tettarelle, succhiotti) senza alcun tipo di promozione commerciale (sconti, offerte speciali, vendite abbinate, regali, esposizioni che mettano in evidenza i prodotti, ecc.), rifiutando ovviamente richieste o pressioni in tal senso da parte dei produttori, è stata allargata a Conad, Esselunga e Giesse. Come enunciato nella lettera che la Rete ha inviato ai presidenti di tali imprese, tale richiesta è infatti rivolta a Coop, Conad, Esselunga, Giesse per ben precisi motivi. ECCO IL TESTO: In primo luogo perché crediamo che non siano imprese che pensano solo al profitto. I principi della giustizia, della solidarietà e dell'etica nel commercio sono iscritti nello statuto della Coop e sono enunciati nella presentazione di Esselunga al pubblico. Vi sono poi esempi recenti di apertura al commercio equo e solidale (prodotti TransFair e CTM sui vostri scaffali) e di sensibilità per le condizioni di lavoro nei paesi a basso reddito (la vicenda dei diritti sindacali dei lavoratori della Del Monte in Kenya). In realtà basterebbe che manteneste fede a questi principi per accettare la nostra richiesta, mirata alla sopravvivenza ed al benessere di milioni di bambini in Italia e, soprattutto, nei paesi a basso reddito. In secondo luogo perché crediamo che possano fornire esempi di marketing etico e responsabile. Il Codice infatti protegge dalla dura legge della concorrenza un prodotto, il latte materno, che non può essere inscatolato, promosso e venduto. Se il marketing dei suoi sostituti avesse sopravvento, rinunceremmo in misura più o meno grande al liquido biologico che ha permesso la sopravvivenza della nostra specie e che a tale scopo la natura ha fornito di caratteristiche ineguagliabili; prima fra tutte la specificità del latte materno di una madre per "quel" bambino, in tutte le fasi della sua crescita ed in qualsiasi condizione di salute. Infine, per un motivo di carattere strategico che abbisogna di qualche spiegazione. Come è possibile notare leggendo "Il Codice Violato" che i produttori di sostituti del latte materno, che pure hanno sottoscritto il Codice, continuano a violarlo. Lo fanno perché privilegiano il profitto rispetto alla responsabilità sociale. Lo fanno perché, forti del loro potere multinazionale (sono pochissime le imprese del settore a carattere nazionale), possono infischiarsene di leggi, regolamenti, codici di condotta, pressioni popolari, campagne di stampa, manifestazioni e boicottaggi. Lo fanno perché hanno a disposizione per il marketing bilanci di gran lunga superiori a quelli dell'OMS e dell'UNICEF. Noi pensiamo che sia necessario seguire una strategia diversa: obbligare i produttori a rispettare il Codice facendolo rispettare in primo luogo dai distributori, cioè da coloro che stanno in più stretto rapporto con i consumatori. Info: Rete italiana boicottaggio Nestlè, c/o Casale Podere Rosa, via Diego Fabbri angolo via De Stefani 00137 Roma, Fax: 06-8270876, sito web: www.ribn.it, ccp. n. 82336009 int. a Roberta Fucilli, via Carlo Dossi 35 00137 Roma
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