Movimento di Cunegonda - Newsletter n.4



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Newsletter n.4, 30 giugno 2002




"La gente ha cominciato a manifestare sensibilità in proposito e le aziende produttrici si sono adeguate. Tutti continueremmo a essere ottimi consumatori, tranne che saremmo consumatori selettivi; il che è indice di maturità e motore di sviluppo economico.
A nuove forme di governo, nuove forme di risposta politica. Questa sì che sarebbe opposizione.
Vediamo quanti italiani si sentono di farla. Altrimenti la smettano di lamentarsi, e si tengano il monopolio dell'informazione."

Umbero Eco, <http://www.repubblica.it/online/politica/econsumo/econsumo/econsumo.html> Lo sciopero dei consumatori della pasta Cunegonda, La repubblica, 20 aprile 2002.

Insieme ce la faremo!
L'iniziativa di comunicazione indirizzata alla sensibilizzazione delle redazioni dei principali quotidiani e settimanali ha dato il suo primo risultato. Il settimanale "Diario" del 14 giugno, con il titolo Cunegonda che adesione!, ha pubblicato nella rubrica della corrispondenza dei lettori la lettera di adesione al Movimento di Cunegonda che molti di voi (più di 250) hanno inviato alla redazione del settimanale. La nostra visibilità sta aumentando e gli iscritti a questa mailing list sono in costante crescita (ci stiamo avvicinando al traguardo dei 2000 iscritti). Grazie di cuore per il vostro aiuto che si traduce nella viva speranza che questa Italia ospiti ancora chi crede nella democrazia e nella libertà di espressione. Nel frattempo il panorama dell'informazione che si prepara per il prossimo autunno si prospetta già ora come uno dei più conformi al potere degli ultimi decenni: via ! Biagi, via Santoro e quanti come loro facevano, o tentavano di fare, domande scomode. Per questi motivi il Movimento di Cunegonda vi da appuntamento in autunno per altre e più incisive iniziative di comunicazione che mantengano viva l'attenzione dei media e del mondo politico sul problema del monopolio dell'informazione televisiva che si configura in Italia come una vera e propria emergenza costituzionale.

Questa è infatti l'ultima newsletter prima della pausa estiva, la prossima sarà quella di settembre. Nel frattempo chi di voi volesse contribuire fattivamente alle attività del Movimento, anche solo con proposte e suggerimenti, può contattare uno dei comitati Cunegonda locali (Milano, Roma, Bologna, Genova, Modena, Reggio Emilia, Napoli, Torino, Varese, Cosenza, Catania, Palermo, Positano, Firenze, Pordenone). Siamo inoltre sempre lieti di accogliere proposte per la costituzione di nuovi comitati cittadini.

Vi ringraziamo ancora e Vi auguriamo una felice estate.

Megachip per la libera informazione
Da un'idea di Giulietto Chiesa nasce MegaChip, un progetto di controinformazione aperto a tutte le intelligenze disponibili a lavorare per una informazione libera e indipendente. Pubblichiamo qui di seguito una parte del manifesto di presentazione dell'iniziativa.

Lo stato dell'informazione-comunicazione, in Italia e nel mondo, è decisamente preoccupante. Il pluralismo dell'informazione è ormai più apparente che sostanziale. La tendenza è al peggioramento. Ciò che milioni e milioni di persone ascoltano, leggono, e soprattutto vedono, ogni giorno, è definito da gruppi ristretti, che decidono ciò che il grande pubblico deve sapere e ciò che non deve sapere.
Quasi dovunque il cosiddetto "quarto potere" è ormai così strettamente intrecciato al potere politico e dipendente da interessi privati, detentori e controllori dei media, da avere rinunciato quasi del tutto a funzioni di controllo e di critica. La soverchiante maggioranza dei flussi di comunicazione è ormai prodotta o controllata da un pugno di colossi mondiali, un vero e proprio oligopolio mediatico, tra cui spiccano conglomerati impressionanti per dimensione e potenza, come America on Line-Time Warner, Vivendi International, Sky News, Bertellsman ecc. Basti pensare che la capitalizzazione dell'industria della comunicazione ha superato a livello mondiale quella dell'intera industria automobilistica.
Nessuno stupore, dunque, se si riscontra che la comunicazione è un prodotto quasi esclusivamente a firma dell'Occidente sviluppato, e se esso interpreta le idee dominanti in quel mondo. Paesi e popoli del resto del pianeta sono esclusi da questo mercato, nel quale trovano vietato l'accesso perché strutturalmente non concorrenziali; sono ridotti a spettatori, sottoposti a un martellamento di notizie, idee, stili di vita e di consumo a loro estranei. Con ciò esposti a processi di omologazione non solo dolorosi per coloro che li subiscono, ma distruttivi di lingue, culture, civilizzazioni.
L'Occidente propone ovunque i propri standard di vita e di giudizio come gli unici possibili. L'agenda del mondo reale è occultata e sostituita dai criteri totalizzanti dei conglomerati del potere globale, principale dei quali è l'imperativo assoluto del mercato, in cui tutto (informazione, intrattenimento, pubblicità) è parte integrante, sinergica, del processo di creazione dei bisogni, che a loro volta stimolano una produzione forzosa, artificiale, di merci e d'intrattenimento. Ne consegue che diventa del tutto indifferente - comunque secondario - che vi sia un rapporto tra la realtà e ciò che viene riprodotto e diffuso.
Poiché è sempre più evidente che anche l'informazione, i processi culturali di massa, l'intrattenimento, sono ormai essenzialmente merci, essi diventano luoghi di creazione del profitto e, al tempo stesso, luoghi di condizionamento del consumatore. Il sistema mediatico diventa in questo modo strumento centrale dell'organizzazione del dominio. L'informazione che vi transita è filtrata, incanalata, controllata in funzione di quegl'interessi. Dunque è tutto fuorché libera e onesta.
[Per saperne di più: http://www.megachip.info]



Notizie che non piacciono
 (ANSA) - BARI, 10 OTT - Un difetto di produzione su alcuni modelli di automobili del gruppo Fiat provocherebbe l'insorgenza del cancro al rene: lo afferma il Codacons di Bari sulla scorta di una denuncia presentata da un cittadino barese affetto da carcinoma renale il quale aveva utilizzato, quale funzionario Fiat Lancia, oltre 14 autovetture del gruppo. Secondo l'associazione dei consumatori, il difetto consisterebbe nella infiltrazione di gas di scarico all'interno dell'abitacolo: i vapori inalati dalle persone provocherebbero l'insorgenza del cancro. Le vetture ''incriminate'' sono quelle degli anni '80 e inizio anni '90, che utilizzano lo stesso telaio nel gruppo Fiat: Uno, Tipo, Ritmo, Regata, Tempra, Prisma, Delta e Dedra. Il cittadino barese ora affetto da cancro ai reni ha presentato una denuncia alla procura di Bari perché accerti - riferisce il Codacons - ogni eventuale responsabilità conseguente ad eventuali difetti di produ! zione su alcune vetture. Lo stesso ex funzionario Fiat conferma la vicenda e rivela che, in una circolare riservata interna al gruppo, già nel '91 veniva paventato il rischio che alcune vetture presentassero questo difetto e che era quindi opportuno porvi rimedio nel caso in cui gli utenti si fossero rivolti alle officine autorizzate. ''Io intanto - dice - in quanto funzionario Fiat ero tenuto ad usare l'auto aziendale, e per motivi di lavoro lo facevo pressoché ogni giorno, per tre quattro ore al giorno''. I primi problemi l'ex funzionario (all'epoca capo area Lancia) li avvertì diversi anni fa, e cominciarono con l'insorgenza di forme d'asma. Poi seguirono altri disturbi, finché non gli fu diagnosticato il cancro al rene. Nel '94 gliene fu asportato uno, ma poi il male si diffuse al secondo e quindi a un polmone, anch'esso parzialmente asportato. ''Quando ebbi sentore delle cause della malattia - racconta - mi rivolsi nel febbraio 2000 al prof. ! Cesare Maltoni, direttore del centro Ramazzini di Bologna, particolarmente attrezzat¿
C'è un rischio oggettivo per la salute di migliaia di persone, ma questa notizia ai telegiornali proprio non è piaciuta e non è stata divulgata con particolare accuratezza, chissà perché?
[con il contributo di Luisa]

Ultime sull'euroconvertitore
Una interrogazione parlamentare del Deputato P. Mantini (Margherita), che risale ormai al 14 gennaio 2002, poneva quattro (4) semplici domande sull'invio dell'euroconvertitore che Berlusconi "regalava" agli italiani.
1) Chi aveva pagato l'operazione;
2) Se era stata effettuata una gara pubblica per acquistare i 18,5 milioni di euroconvertitori;
3) Chi aveva vinto la gara;
4) Quanto aveva pagato la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Lo staff di Berlusconi dopo soli 4 mesi e mezzo di tempo per pensarci, e precisamente il 23 maggio 2002, rispondeva prontamente a ben DUE dei quattro quesiti. Intanto scordatevi di voler sapere quanto siano costati gli euroconvertitori acquistati, e poi non si saprà mai chi li ha prodotti. Mistero! Invece ci è consentito sapere due cose. La prima, che tutta l'operazione è stata gestita dalle poste (servizio pubblico) e soprattutto, la seconda, che non ha dato luogo a nessuna gara d'appalto, e questo in barba alle leggi e ai regolamenti europei.
Riepilogando: SPESE A CARICO DEI CITTADINI, NESSUNA GARA, SCARSA TRASPARENZA. Questa è l'Italia che ha in mente il cavaliere, e questi sono i suoi "REGALI".
[Con il contributo di Mario, fonte: l'Espresso n° 25 del 20/06/2002]

Saramago al centro commerciale
 La storia di una vasaio che improvvisamente si vede rifiutare il consueto ordine da parte di un grande centro commerciale, o forse qualcosa di più. La Caverna, ultimo libro di José Saramago pubblicato in Italia da Einaudi, è un romanzo che mette in scena i meccanismi del consumo e della globalizzazione. Ma tutto questo viene affrontato a partire da una piccola storia, quella di un padre vedovo e del suo rapporto con la figlia e il futuro genero. Infine, testimone mite e misterioso di tutta la vicenda, un cane di nome Trovato. Il panorama materiale del romanzo è invece dominato da un grande centro commerciale, avveniristica struttura e proiezione iperbolica degli ipermercati che assediano le periferie delle nostre città. Al suo interno vi è la metafora, la sterilizzazione plastificata del mondo, una metaforizzazione che si incarna nel nuovo e inutile prodotto che i responsabili marketing del centro ord! inano al vasaio protagonista della storia. Tutto nel centro è apparenza e Saramago trasforma questo rapporto di verosimiglianza tra mondo vendibile e mondo reale in una suggestiva rivisitazione del mito platonico della caverna. Popoli, culture, panorami, tribù indigene, cascate e palmizi, tutto nel centro è posticcio, è solo lo scenario artefatto e rassicurante nel quale imprigionare il consumatore. Il mondo sembra chiudersi su se stesso e implodere nella logica del centro commerciale che tende a prevaricare la realtà rendendo oggettivabili le culture, le tradizioni, gli stessi esseri umani. La caverna è anche un romanzo che testualizza un simbolismo letterario relativo all'idea di un'entità dominante lontana e irraggiungibile. Un romanzo per molti versi legato alle premonizioni kafkiane: il Centro è il "castello", presenza totalizzante che incombe su tutto, la sua logica è profonda e spietata quanto qu! ella del "processo". Ma come non pensare anche al monolite di 2001 Odissea nello Spazio dopo aver letto la descrizione che l'autore fa del Centro? Infine, la disuma¿
Non comprate quelle pietre!
Sembra una storia uscita dal romanzo La caverna di Saramago, ma purtroppo è vera. Il Salento è una terra ricca di storia e tradizioni, ed è una terra dove la presenza dell'uomo e del suo lavoro è testimoniata da innumerevoli masserie abbandonate adagiate su un tessuto di muretti a secco che un tempo avevano la funzione di delimitare le proprietà e le aree adibite al pascolo. Le pietre tufacee scavate dal tempo e ricoperte dai licheni, dal colore chiaro o a volte rossastro, sono il paesaggio stesso del Salento. Un paesaggio unico in Italia. Da un po' di tempo i camion arrivano di notte, si fermano in prossimità delle masserie e dei muretti, le pietre vengono smontate, violentate, deportate nel Centro e nel Norditalia perché quelle pietre lì da secoli ora sono diventate un business, vendute negli ipermercati come elementi decorativi per i giardini di ville e condomini. Nessuno f! a e dice nulla, poche e isolate le voci di protesta. I centri commerciali hanno trovato un nuovo articolo che rende bene e tanto basta per accettare il quotidiano scempio di un paesaggio e di una tradizione. Con loro se ne sta andando una eredità ricca di testimonianze e di cultura, immolata sull'altare delle leggi assurde del consumo. Ora quelle pietre, strappate alla terra in tempi remoti e poste per secoli a difesa della stessa terra affinché questa potesse dare sostentamento a intere generazioni, stanno sopra qualche scaffale in Brianza con un codice a barre appiccicato sopra e vendute a peso, giacciono, insulse, tra fioriere di plastica e nani da giardino.

Un'altra iniziativa di massa critica
 Il singolo ciclista, soffocato, sopraffatto e angariato dalle automobili, diventa massa critica quando tanti velocipedi si accalcano e allargano gli spazi cui hanno diritto e che lo strapotere inquinante dei motori sottrae.
Così avviene in Cina negli enormi attraversamenti di Pechino, così da una decina d'anni si sviluppa un movimento mondiale di affermazione della dignità della bicicletta a partire da san Francisco, passando per Londra e Varsavia, fino a Milano, dove ormai sono centinaia i partecipanti alle passeggiate comuni di ciclisti che si riprendono la strada a scapito degli automobilisti.
A Torino, Roma, Bologna e in altre città si sono costituiti dei primi nuclei spontanei, senza capi né prassi consolidate: chiunque disponga di una bici e abbia a cuore la propria libertà di usarla in città, può partecipare, mettersi alla testa del gruppo e suggerire un percorso, affiancare o confondersi allegramente con gli altri pedalatori, discutendo, facendo conoscenza, passeggiando, cuccando... Tutto questo a cadenza quindicinale, di giovedì, alla sera.
Evidentemente è una prassi politica nel senso più alto del termine visto che concerne la polis e le modalità di viverla e di fruirla, in totale assenza di organizzazioni politiche, che come le automobili soffocano, sopraffanno e angariano l'individuo ciclista, che diventa massa critica insieme agli altri singoli ciclisti.
[Per saperne di più: http://www.inventati.org/criticalmass/]

Monopolio Microsoft? No grazie!
 Occupiamoci di un altro monopolio: quello informatico. Molto di quello che noi utenti di computer facciamo è microsoft-centrico. Per far funzionare il computer usiamo Microsoft Windows; per scrivere o per elaborare dei fogli di calcolo e semplici database usiamo Microsoft Office; per navigare in Internet usiamo Microsoft Internet Explorer; per leggere la posta usiamo Microsoft Outlook Express; per ascoltare musica Windows Media Player. Peggio: siamo talmente assuefatti ai programmi Microsoft da non sapere usare nient'altro. Ogni volta che usiamo un altro programma con le stesse funzionalità di Microsoft Office, iniziamo a "non trovare più le cose", provando un senso frustrante di disorientamento. Inoltre i programmi di Microsoft hanno diversi difetti: sono "blindati" (nessuno può vedere come sono fatti dentro), costano molto, non funzionano bene (ricordate le schermate blu di Windows?), mettono a risch! io i vostri dati personali, e Microsoft stessa negli Stati Uniti e in Europa è accusata di monopolio. Molto spesso ci piace pensare che non esistano alternative ai programmi di Microsoft e non li cerchiamo. Invece esistono delle valide alternative a Microsoft, e anche gratuite. E spesso si tratta di programmi migliori (perché più stabili e sicuri) di quelli di Microsoft. Sarebbe bello che incominciassimo ad usarli. O meglio ancora: sarebbe bello che li usassero le pubbliche amministrazioni per prime, facendo risparmiare soldi a noi contribuenti.
Qui sotto ve ne forniamo una lista, che non è completa (perché sarebbe troppo lunga), ma che va bene per chi vuole cominciare a cercare delle alternative. Sono tutti programmi gratuiti ("freeware"). Alcuni di loro sono anche "open source": vuol dire che non solo sono gratuiti, ma che il loro codice a disposizione di tutta la comunità degli sviluppatori ("open source" è dunque meglio del semplice "gratuito"). Alcuni di questi programmi pesano parecchio ed è praticamente impossibile scaricarli con un modem da 56 Kb. Molti di questi programmi, però, li potete trovare anche in edicola con le riviste di informatica (basta cercali); in molti casi esiste anche una versione italiana del programma. Basta provare.

Per navigare in internet (alternative a Microsoft Internet Explorer)
Mozilla 1.0 (open source) - Mb 9.8
http://www.mozilla.org/releases/stable.html
oppure direttamente da:
http://ftp.mozilla.org/pub/mozilla/releases/mozilla1.0/mozilla-win32-1.0-installer.exe

Opera 6.01 (freeware con pubblicità) - Mb 10.8
http://www.opera.com/download/get.pl?opsys=Windows&lang=it&version=6.01&uilang=en&opt=Java&pack=EXE

Per leggere la posta (alternative a Microsoft Outlook Express)
Un bel programma di posta lo potete trovare insieme a Mozilla. In alternativa potete usare Eudora. Almeno non rischiate di prendervi virus che partono in automatico (come con Outlook Express):
Eudora 5.1 (freeware con pubblicità) - Mb 6.4
http://www.eudora.com/products/eudora/download/

Pacchetto da ufficio (alternative a Microsoft Office)
A differenza di Microsoft Office, Open Office non costa niente. Potete trovare alternative a Word, Excel, PowerPoint, Front Page e un programma per il disegno. Non c'è un database come Access.
Open Office 1.0 (open source) - Mb 49
http://www.openoffice.org/dev_docs/source/1.0.0/index.html#it
Prima di installare Open Office, avete però bisogno della "virtual machine" della Sun (in grado di interpretare il codice Java). Potete scaricarla da qui:
http://java.sun.com/getjava/download.html
Un'altra valida alternativa gratuita è Software 602. Nel pacchetto potete trovare un alternativa a Word ed Excel, un programma per il ritocco delle immagini fotografiche e un "foto-album":
602 Pro Pc Suite
http://www.software602.com/download/

Insomma, per combattere i monopoli, qualsiasi essi siano, bisogna portare avanti prima di tutto delle battaglie di informazione. E Cunegonda è qui per questo!
[con il contributo di Wolfgang]

Par condicio
 La campagna elettorale. Berlusconi contro Rutelli. Cosa abbiamo fatto per meritarci questo? Come siamo arrivati ad avere questi due idioti megalomani come candidati alla Presidenza del Consiglio?

Siamo passati da De Gasperi a Berlusconi. Da Togliatti a Rutelli. Se questa è l'evoluzione politica, per il 2008 credo voteremo per delle piante.

Ignaro di tutto, Rutelli ha salutato la città di Roma nel suo ultimo giorno da sindaco. Un bagno di folla. Una signora gli si è avvicinata e gli ha detto: "Rutelli, voterò per lei". E lui: "Grazie, signora. Poco fa ho incontrato anche l'altra".

Quanto a Berlusconi, l'avete visto a TV7 domenica sera? C'era un'intervista a Berlusconi. Ero nell'altra stanza, sentivo delle gran stronzate. Per un attimo ho pensato: "Cos'è, è ancora in onda il Grande Fratello?"
[da Satyricon, di Daniele Luttazzi]

Lettera alla Rai
Enzo Biagi e Michele Santoro corrono il serio rischio di essere depennati dai palinsesti televisivi pubblici della prossima stagione. Eppure le loro voci non solo hanno sempre portato livelli invidiabili di audience, ma hanno anche tenuto alto il nome e l'idea di un giornalismo non ossequioso, ma libero e forte solo della libertà e della forza intellettuale di chi vuole capire.
Perché continuare a pagare il canone di un servizio pubblico che non rispetta più quei milioni di italiani che sono sinceramente interessati alla continuazione degli spazi informativi gestiti dai suddetti giornalisti? Proviamo quindi a riflettere sull'opportunità di criticare anche il nostro finanziamento alla televisione pubblica. E se dopo tale riflessione saremo giunti alla conclusione che per noi è irrinunciabile ricevere un servizio pluralista e di qualità, facciamo sentire la nostra voce diffondendo e inviando la seguente lettera alla Rai Radiotelevisione Italiana.

Da inviare a: rai-tv at rai.it

Spettabile Rai,

Vi informo che e' mia intenzione disdire il canone nel caso in cui non sia ripristinata in RAI un minimo di informazione televisiva pluralista. Non è mia intenzione rinnovare il pagamento del canone annuale in cambio di un servizio informativo omologato e privato di due spazi di qualità quali "Il Fatto" di Enzo Biagi e "Sciuscià" di Michele Santoro. La RAI appartiene anche a 15 milioni di cittadini italiani che hanno votato per il centrosinistra e che soprattutto credono in una informazione non assoggettata ad alcun potere né politico né economico. Passerò dalle intenzioni ai fatti non appena sarà confermata l'abolizione dei programmi di Biagi e Santoro dai Vostri palinsenti autunnali.
Colgo l'occasione per augurarVi buon lavoro e per porgerVi distinti saluti.

Un aderente al Movimento di Cunegonda

Critica del consumo per la democrazia
Missione attuale: la fine del monopolio dell'informazione televisiva
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La lista valida fino al 1 settembre 2002
Reparto acque
Ferrarelle
Levissima
Panna
San Benedetto
Rocchetta
Uliveto Reparto formaggi
Galbanino Galbani
Vallelata Galbani
Vitasnella Danone
Yogurt Danone
Fruttolo Nestlé
LC1 Nestlé
Reparto sottozero
Magnum Algida
Findus surgelati



Reparto dolciumi
Alpenliebe Perfetti
Vigorsol Perfetti
Daygum Protex Perfetti
Vivident
Kinder Ferrero
Reparto Paste
Buitoni
Barilla
Risotti Knorr

Reparto oli - alimentari
Bertolli
Dadi Knorr


Altro
Omnitel
Panorama
Banca Mediolanum
Euronics Breil orologi
Breil Stones
Compaq computer
Fiat
Con il contributo del monitoraggio volontario Core

Ringraziamo Umberto Eco, tutti coloro che ci hanno sostenuto e incoraggiato in questi giorni, e tutti quelli che ci aiuteranno a rendere la nostra cara Italia un po' più democratica e libera.

Un saluto cordiale

Movimento di Cunegonda
Critica del consumo per la democrazia
Missione attuale: la fine del monopolio dell'informazione televisiva

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