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Movimento di Cunegonda - Newsletter n.3
- Subject: Movimento di Cunegonda - Newsletter n.3
- From: Il Movimentio Cunegonda <movimento_cunegonda at hotmail.com>
- Date: Thu, 30 May 2002 18:59:51 +0200
http://web.cheapnet.it/cunegonda http://www.cunegondaitalia.too.it/ http://www.cunegondaroma.too.it/ Newsletter n.3, 30 maggio 2002 "La gente ha cominciato a manifestare sensibilità in proposito e le aziende produttrici si sono adeguate. Tutti continueremmo a essere ottimi consumatori, tranne che saremmo consumatori selettivi; il che è indice di maturità e motore di sviluppo economico. A nuove forme di governo, nuove forme di risposta politica. Questa sì che sarebbe opposizione. Vediamo quanti italiani si sentono di farla. Altrimenti la smettano di lamentarsi, e si tengano il monopolio dell'informazione." Umbero Eco, <http://www.repubblica.it/online/politica/econsumo/econsumo/econsumo.html> Lo sciopero dei consumatori della pasta Cunegonda, La repubblica, 20 aprile 2002. Grazie! Era il 20 aprile e Umberto Eco scriveva il suo articolo appello su Repubblica, e il Movimento di Cunegonda compie oggi un mese di vita. Ma cosa è successo in questo mese? Molte cose - potremmo rispondere -, così tante che è impossibile ricordarle tutte. Vediamone alcune, le più importanti: 1. La gente ha incominciato a organizzarsi e a fondare comitati spontanei di adesione e di sostegno al Movimento. A tutt'oggi esistono e sono direttamente contattabili i seguenti gruppi: Milano, Padova, Roma, Bologna, Reggio Emilia, Torino, Cosenza, Genova, Catania, Napoli, Palermo, Positano, Firenze, Treviso, Venezia, Modena, Perugia e Foligno. 2. Abbiamo ricevuto il sostegno e l'appoggio fattivo di gruppi di italiani all'estero (Regno Unito, Germania, Benelux, Francia). 3. Radio Popolare ha trasmesso un'intervista su Cunegonda andata in onda sul network nazionale. 4. Sylvie Coyaud su Radio Rai 3 ha trasmesso un'intervista a una docente di macroeconomia riguardante il nostro Movimento e le sue possibili implicazioni economiche. 5. Le telecamere di Sciuscià (Michele Santoro) hanno incontrato il nostro comitato di Bologna per la puntata andata in onda il 17 maggio. Ma la cosa più importante è che tante persone si stanno unendo in questa protesta, consapevoli che la strada è ancora lunga e impervia, ma siamo decisi a fare qualcosa per salvaguardare la libertà di espressione, e per mantenere viva l'attenzione dei media sull'emergenza costituzionale che grava oggi sulla nostra cara Italia. Per tutto questo vi diciamo Grazie! Conflitto d'interessi ROMA - Si risolleva più accesa che mai la polemica sul caso Biagi in viale Mazzini. Il giornalista, intervistato oggi da alcuni quotidiani, ha raccontato di come la sua trasmissione sia stata cancellata dal palinsesto improvvisamente e di come il direttore di rete, Del Noce, non solo non lo abbia informato ma continui a tenerne in sospeso le sorti. "Io so solo che non siamo più nei palinsesti, anche se ufficialmente non sappiamo niente - ha detto Biagi - e ho parlato con uno che si chiama Del Noce il quale continua a dire che sta studiando. Io qui studio da 41 anni - ha aggiunto - e mi pare di aver completato il corso, almeno tanto da capire che si tratta di scuse che si usano con una persona non gradita". Secondo il giornalista, anche l'ipotesi di spostare d'orario la "striscia" quotidiana sarebbe un errore. "Ci sono degli orari - ha dichiarato alla Stampa - per ogni tipo di programma: 'Il Fatto' è legato al telegiornale, è la spiegazione di un fatto che è stato raccontato poco prima. Solo un cretino può pensare di toglierlo da quella collocazione. Spostarlo sarebbe come mettere un articolo di fondo in mezzo agli annunci economici. Tutto qui". Baldassarre e Saccà hanno affidato a un comunicato congiunto la risposta per Enzo Biagi i cui toni, secondo il presidente e il direttore della Rai, risultano oltremodo "offensivi" nei confronti di un professionista come Del Noce. "La Rai - si legge nella nota - depreca il fatto che un collaboratore autorevole dell'azienda, come Enzo Biagi, usi espressioni e toni offensivi nei confronti di un giornalista, quale Fabrizio Del Noce, stimato da sempre per la sua indiscussa attività professionale. Il presidente e il direttore generale - conclude il comunicato - esprimono solidarietà al direttore di RaiUno Fabrizio Del Noce, confermandogli la stima e la fiducia da sempre riposta in lui". [da La Repubblica, 22 maggio 2002] Ci chiediamo noi perché si metta in discussione la possibilità di dissentire, di criticare, o la possibilità di fare della satira, fosse anche la possibilità di giudicare sbagliando. La libertà di opinione non è sancita dalla Costituzione? Esiste ed è possibile una imparzialità del giornalismo? Forse un giornalismo imparziale non solo non è mai esistito, ma forse non sarebbe neanche giornalismo. L'appello a Ciampi per la libera informazione Questo è l'appello al Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, per un intervento deciso in difesa della libertà di stampa. L'iniziativa è stata promossa da alcuni giornalisti seriamente preoccupati anche per le vicende recentemente accadute nel mondo della comunicazione. http://www.fnsi.it/Appello_a_Ciampi.htm Firma l'appello anche tu! Quasi tre milioni Il 23 marzo 2002, una folla oceanica, quasi 3 milioni di persone secondo gli organizzatori della manifestazione, 700.000 secondo la questura di Roma, si è radunata a Roma da tutta Italia per manifestare pacificamente contro le modifiche dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Poco convincente appare la prestazione della questura di Roma che per la seconda volta, a distanza di pochi giorni, stima con sorprendenti cautele il numero dei manifestanti dell'Ulivo prima e della CGIL poi, riducendoli in modo consistente. Ma Francesco Totti ci corre in aiuto! Infatti, in occasione della conquista dello scudetto da parte della squadra capitolina, e principalmente durante la manifestazione dei tifosi romanisti, i quali avevano riempito il Circo Massimo, la stima della questura era stata, dati alla mano, di circa un milione e mezzo. Il 23 marzo, invece, oltre ad un Circo Massimo stracolmo, molti pullman di manifestanti arrivavano anche ! ore dopo la conclusione ufficiale della manifestazione, ma la stima è stata di 700.000. Chissà come mai, nessun organo di informazione ha messo in evidenza questa palese anomalia nei conteggi. E se quei tre milioni aderissero al Movimento di Cunegonda? Beh, per iniziare potremmo anche accontentarci di 700.000. Non è vero? Cunegonda e il sindacato Quei 700 mila potrebbero essere già orientati verso un consumo critico dalla loro stessa condizione di lavoratori dipendenti sindacalizzati. Come consumatori potrebbero interrogarsi sul ruolo della grande distribuzione commerciale nel mercato del lavoro: emarginazione del piccolo dettaglio con penalizzazione anche dei ceti sociali più deboli (anziani), politica anti-sindacale e di sfruttamento del precariato. Già in alcune zone d'Italia in occasione dell'ultimo sciopero generale il sindacato ha dato ufficialmente l'indicazione di colpire con il "consumo critico" quei supermercati che si distinguevano per la loro politica antisindacale. Ecco che il sindacato, nelle sue varie strutture centrali e periferiche, potrebbe essere uno dei naturali interlocutori di un movimento come il nostro, che vuole essere apartitico senza essere apolitico. [Andrea, Comitato Cunegonda di Varese] Cronache da un comitato Abbiamo appena terminato l'ormai tradizionale riunione settimanale del gruppo fondatore di Cunegonda Roma. Come spesso capita, ci ritroviamo in un pub e davanti ad una birra pianifichiamo il lavoro dei prossimi giorni. La serata si era aperta con una lunga intervista in diretta su Radio BBS. Altre due emittenti romane ci hanno già ospitato all'interno delle loro programmazioni: Radio Rock e Radio Città Futura. Quella delle radio locali, in questo primo mese di attività, è stata la strada che abbiamo battuto con maggiore insistenza, con l'obiettivo di farci conoscere e di spiegare le motivazioni e la filosofia del Movimento di Cunegonda. Anche se non abbiamo certo dimenticato il caro vecchio volantinaggio, svolto in occasione del Primo Maggio, dell'Information Day dell'Ulivo, e di una maratona teatrale sull'art.21 organizzata al Teatro Vascello. Ed ora abbiamo in programma un'azione di comunicazione all'interno dell'Università. Abbiamo lanciato un appello ai nostri iscritti chiedendo loro la disponibilità per aiutarci in questa iniziativa a cui abbiamo dato il significativo nome di "Tappezziamo l'Università" (ogni commento è superfluo...). Abbiamo anche deciso di riorganizzare il sito Internet che ora comincia a contenere molti documenti e testi. La settimana cunegondiana è appena iniziata! Forza e coraggio! [Massimo, Comitato Cunegonda di Roma] Euroconvertitore Tra dicembre 2001 e febbraio 2002 abbiamo tutti ricevuto l'euroconvertitore accompagnato da una lettera del Presidente del Consiglio in busta intestata della presidenza del consiglio. A questo proposito segnaliamo l'azione del deputato PierLuigi Mantini che sta cercando di capire perché non è stata celebrata una gara così come prescrivono le direttive europee per le forniture pubbliche di importo superiore ai 200.000 euro. Per l'operazione "euroconvertitore" si parla di un costo di 9 milioni di euro. Le interrogazioni parlamentari del deputato volte a chiarire perché non si è fatta la gara sono tuttora senza risposta a più di quattro mesi dalla loro presentazione. Qualche telegiornale ne ha forse parlato? In paesi come l'Inghilterra, la Francia o gli Stati Uniti, per casi simili a questo, potrebbero cadere dei governi. [con il contributo di Silian] Feltrinelli. Sospeso il nuovo libro di Travaglio La casa editrice di Carlo Feltrinelli, ereditata dal padre Giangiacomo, aveva in previsione per il 17 febbraio la pubblicazione di C'era una volta Mani pulite, nuovo libro di Marco Travaglio (autore del bestseller L'odore dei soldi), di Peter Gomez e Gianni Barbacetto. Del libro però non si è più parlato per un po', pareva scomparso. L'autore avrebbe sdrammatizzato, parlando semplicemente di un rinvio: il libro a Carlo Feltrinelli non è piaciuto, né poco né punto. E ha deciso che non avrebbe raggiunto i banconi delle librerie. Liberi i tre giornalisti di cercarsi un nuovo editore. E come recitava un andante governativo: Fatto! Il libro è stato presentato alla Fiera del Libro di Torino (presenti gli autori, con Gian Carlo Caselli, Pier Camillo Davigo e Paolo Flores d'Arcais) e uscirà a giorni per i tipi della Editori Riuniti: 720 pagine di storia dettagliata di dieci ann! i processuali dal '92 ad oggi "Abbiamo lavorato duro alla ricerca della verità", ha detto Barbagetto. "Andate a comprarlo - ha detto Flores d'Arcais presentandolo - perché sarà difficile che venga presentato da Vespa o da Santoro". "Non credete quando vi dicono che Mani Pulite non è servita - ha detto Travaglio - ci sono stati ben 1300 processi e i magistrati stanno lavorando ancora con vigore". Anche l'attuale governo è nel mirino: "Ci sono in Parlamento - ha detto Travaglio - 90 inquisiti; se la polizia dovesse veramente pattugliare le zone a rischio forse dovrebbe andare in Parlamento dove un italiano su dieci è indagato. Questi sono i nostri rappresentanti". "Altro che toghe rosse - ha incalzato Giancarlo Caselli - o blu o verdi, si tratta solo di toghe, di gente che lavora per creare giustizia. E poi cosa vuol dire giustizialismo che odora tanto di peronismo e roba del genere? Si tratta solo di un bombardamento mediatico per delegittimare una magistratura che sta facendo un lavoro difficilissimo. Combattere la corruzione è ancora più difficile che combattere il terrorismo perché si tratta di 'faccende di cui sarebbe meglio non parlare e che in tutti i modi cercano di mettere a tacere, cercano di convincere la gente che queste sono vicende complesse da capire e dalle quali ci si può tranquillamente tenere lontani". "Ma non temete - dice Pier Camillo Davigo - questa magistratura ha dimostrato di saper tenere duro. Lottare contro la corruzione significa lottare contro l'arretratezza di un paese. Perché non è vero che la corruzione unge le ruote ma è vero il contrario, mina il sistema economico, i diritti e i poteri democratici dei cittadini". Libertà di stampa Comunicato della direzione della rivista Micromega, datato 29 aprile 2002. La direzione di MicroMega comunica che il 25 aprile e' stata impedita la vendita della rivista a Roma, in concomitanza con la manifestazione commemorativa della Liberazione. Il giovane che vendeva la rivista nella piazza del Campidoglio e' stato costretto da un vigile a spostarsi. Malgrado fosse andato a vendere la rivista sulla scalinata, due altri vigili gli hanno sequestrato tutte le copie e spiccato un verbale di multa di 5100 euro. La legge 416 del 1981, all'art.14, comma 11, lettera C, stabilisce in modo inequivocabile che per le testate giornalistiche quotidiane o periodiche non e' necessaria autorizzazione alcuna per la vendita porta a porta o ambulante. Il decreto legislativo del 24 aprile 2001, n. 170, reitera in modo altrettanto inequivocabile che il regime di autorizzazioni e restrizioni per la vendita porta a porta e ambulante, di cui alla legge 114 del 1998 (cosiddetta legge Bersani sul commercio) non si applica alle testate giornalistiche quotidiane o periodiche. La legge è dunque inequivocabile. MicroMega e' una testata giornalistica, un periodico registrato al tribunale di Roma nel 1986 (n. 117). Il sequestro di MicroMega e' dunque un atto illegale, che colpisce un diritto inestricabilmente connesso a quello della libertà! ; di stampa, costituzionalmente tutelato. Questo atto illegale è, se possibile, ancor più preoccupante perché colpisce un numero della rivista dedicato a quei nuovi movimenti della società civile contro cui il governo Berlusconi aveva lanciato una inqualificabile campagna di criminalizzazione e di caccia alle streghe. MicroMega, malgrado le oltre 130 mila copie vendute del suo ultimo numero (dedicato a Mani Pulite) resta una piccola rivista. L'atto illegale di sequestro resta dunque, sul piano quantitativo, una piccola prevaricazione. Ma una piccola prevaricazione contro la libertà di stampa, se subita senza reagire, prepara più grandi prevaricazioni contro questo diritto fondamentale che già non gode in Italia di splendida salute. E' dunque augurabile che tutte le grandi testate giornalistiche, scritte e radiotelevisive, non lascino passare senza la più netta protesta e informazione quanto avvenuto. 27 aprile 2002. Alternative alla Pasta Cunegonda A Varese c'è chi la pasta Cunegonda non la mangia da oltre dieci anni: sono gli oltre mille e cento soci della C.O.P.A.C., la Cooperativa Popolare Alternativa del Consumatore, senza fini di lucro, che costituisce per tutta la provincia una proposta consolidata di consumo di prodotti garantiti dal marchio del biologico e della qualità tipica della nostra migliore tradizione alimentare. Per loro nessuna nostalgia della pasta Barilla e degli altri prodotti del "paniere Cunegonda" reclamizzati dalle reti Mediaset: qualsiasi alternativa è garantita in ogni settore alimentare (e non) con prezzi che, considerando la qualità garantita rispetto alle merci dei centri commerciali, sono spesso e volentieri concorrenziali e a portata di tutti i portafogli. Un'altra realtà importante, condivisa con tutta Italia, è quelle del commercio equo e solidale con l'economia di sussistenza delle nazioni del Terzo Mondo. ! Entrambe le realtà di consumo sono un naturale sbocco di confronto sul problema del "consumo critico" per la libertà di informazione. I primi passi avviati sono molto confortanti in questo senso: il messaggio fa molto meno fatica ad essererecepito, rispetto a consumatori "distratti" dalla normale catena commerciale della grande distribuzione. Non che siano rose e fiori anche qui: ma tanto vale cominciare dove il terreno è già stato arato, non vi pare ? [Andrea, Comitato Cunegonda di Varese] Cunegonda vivrebbe a Monsano Monsano, per chi non lo sapesse, è un piccolo paese di circa 2700 anime. Situato nelle Marche, poco lontano da Jesi, ha intrapreso, con il sostegno di Jacopo Fo e del suo bravo sindaco, un progetto di pianificazione e gestione dei consumi che critichi in primo luogo il nostro rapporto con il sud del mondo e la salvaguardia dell'ambiente. Il progetto assomiglia molto al progetto di Cunegonda: si tratta di un vero e proprio progetto di critica del consumo su scala comunale. Ecco allora che i suoi abitanti hanno incominciato a fare "strane cose": hanno consociato i loro acquisti per poterli concentrare su prodotti a carattere equo-solidale, hanno installato un distributore di biodiesel (ovvero olio di colza, che può sostituire il gasolio da autotrazione e che inquina di meno) e, ultimamente, hanno deciso per l'installazione di pannelli solari su tutti i tetti del comune. Oltre al dato materiale, peraltro molto positivo, l'esperienza di Monsano ci insegna che un'altra politica è possibile: una politica che si occupi veramente di ambiente, che infranga i meccanismi delle multinazionali a favore delle produzioni equo-solidali, che rifletta seriamente sulle future politiche energetiche. Infine, questa ci pare una politica che riguadagni la consapevolezza che una partecipazione della gente alle decisioni su questioni cruciali non si fermi lasciando cadere una scheda elettorale in uno scatolone. Eco boicotta i prodotti padani? Noi boicottiamo la Coop Se Umberto Eco vuol boicottare la pasta Cunegonda perché non boicottiamo le Coop che sono centri di raccolta per finanziare i rossi? B. Brunner Sciuscià, questa è l'obiettività, che ci insegna la sinistra Trasmissioni come Sciuscià di venerdì 19 aprile sono la rappresentazione dell'obiettività e della libertà di informazione? Caro Santoro hai proprio toccato il fondo!! Spero proprio che tu abbia preparato le valigie finalmente. [Paolo. R., Nerviano, lettera alla Padania, originale in grammatica e punteggiatura. La puntata di Sciuscià a cui si fa riferimento è quella del 17 maggio e non del 19 aprile, come scritto (sic!)] La mafia non è più un problema? Nel panorama dell'informazione televisiva non si parla quasi più di mafia. Perché? Sia la destra che la sinistra, nell'ultima campagna elettorale, non hanno coinvolto i loro possibili elettori in una proposta politica che comprendesse il tema della lotta alla criminalità organizzata e alle tante mafie che gravano sulla vita quotidiana di milioni di Italiani. Berlusconi ha pensato bene di inserire fra i suoi famosi cartelloni elettorali uno che annunciava "adozioni più facili, un bambino per ogni famiglia", ma neanche uno di quei cartelloni dal sapore orwelliano predicava "un'Italia senza mafia per tutti". Stranamente, la bassa fertilità delle famiglie italiane è stata considerata un problema prioritario rispetto a quello della presenza in molte aree della nostra penisola di un vero e proprio anti-Stato. La sinistra non ha fatto di meglio, riuscendo solo a balbettare che le promesse di Berlusconi non sarebbero s! tate mantenute. A noi sembra che, al di là delle dichiarazioni individuali, la nostra classe politica abbia imparato da anni a convivere con il problema di ordine pubblico più scandaloso d'Europa. La credibilità internazionale si costruisca anche a partire da questi grandi battaglie di legalità. Nel decennale della morte di Giovanni Falcone, appare ancora più triste e disarmante assistere alle polemiche dei politici pronti a innalzare, solo ora, l'icona tutelare del giudice assassinato. Par condicio Berlusconi ha detto che vuol fare l'imprenditore d'Italia. È un buon motivo per non votarlo. Se vuole fare l'imprenditore e viene eletto, tutti gli italiani diventeranno automaticamente suoi dipendenti! "Che lavoro fai?" "Il genovese": "E' difficile?" "E' un po' umido..." Rutelli invece è arrivato al punto di dire che, quando parla il Papa, i politici non devono commentare. Ma è solo una mia impressione, o queste elezioni sono sempre di più come entrare in un sex-shop e chiedersi quale vibratore farà meno male? [da Satyricon, di Daniele Luttazzi] Concorso Letterario "Cunegonda" Il Movimento di Cunegonda è interessato a raccogliere e pubblicare un volume che comprenda una serie di racconti che mettano in primo piano il nostro rapporto con gli oggetti e/o i prodotti che entrano nella nostra vita attraverso l'invadente porta della pubblicità, oppure che raccontino storie che abbiano una diretta attinenza con i temi cari a Cunegonda, quali la libertà d'espressione, la libera informazione, il monopolio televisivo, la critica del consumo. Regolamento Art. 1 - Il concorso, aperto a tutti, è dedicato alla scrittura di racconti. Art. 2 - I racconti dovranno essere inediti, dovranno essere redatti in lingua italiana e dovranno avere una lunghezza massima di 10 cartelle dattiloscritte (cioè 30 righe x 60 battute per riga, misurabili dal vostro programma di videoscrittura). Art. 3 - I racconti, accompagnati da tutti i dati personali (almeno nome, cognome, luogo e data di nascita, indirizzo, mumero di telefono), potranno essere spediti via e-mail al seguente indirizzo: movimento_cunegonda at hotmail.com, entro e non oltre il 30 settembre 2002, specificando nell'oggetto il nome del concorso. Art. 4 - Si potrà partecipare con un unico racconto o con due racconti ma che non superino complessivamente le 10 cartelle. Art. 5 - La giuria, composta dalla redazione del Movimento di Cunegonda con la collaborazione e la consulenza di professionisti nel campo dell'editoria, valuterà gli scritti presentati e individuerà una selezione di 10-15 testi che saranno raccolti in un volume. Art. 6 - La partecipazione al concorso implica la totale accettazione del presente regolamento. Art. 7 - I dati personali che ci verranno comunicati verranno trattati nel pieno rispetto della corrente legge sulla privacy. La lista valida fino al 30 giugno 2002 Reparto acque Ferrarelle Levissima Panna San Benedetto Rocchetta Uliveto Reparto formaggi Galbanino Galbani Vallelata Galbani Vitasnella Danone Yogurt Danone Fruttolo Nestlé LC1 Nestlé Reparto sottozero Magnum Algida Findus surgelati Reparto dolciumi Alpenliebe Perfetti Vigorsol Perfetti Daygum Protex Perfetti Vivident Kinder Ferrero Reparto Paste Buitoni Barilla Risotti Knorr Reparto oli - alimentari Bertolli Dadi Knorr Altro Omnitel Panorama Banca Mediolanum Euronics Breil orologi Breil Stones Compaq computer Fiat Con il contributo del monitoraggio volontario Core Ringraziamo Umberto Eco, tutti coloro che ci hanno sostenuto e incoraggiato in questi giorni, e tutti quelli che ci aiuteranno a rendere la nostra cara Italia un po' più democratica e libera. Un saluto cordiale Movimento di Cunegonda Critica del consumo per la democrazia Missione attuale: la fine del monopolio dell'informazione televisiva http://web.cheapnet.it/cunegonda http://www.cunegondaitalia.too.it/ http://www.cunegondaroma.too.it/
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