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Produzione di abbigliamento in Lesotho - Clean Clothes Campaign
- Subject: Produzione di abbigliamento in Lesotho - Clean Clothes Campaign
- From: "Monti Ersilia" <ersilia.monti at mclink.it>
- Date: Mon, 1 Apr 2002 10:41:59 +0200
PRODUZIONE DI ABBIGLIAMENTO IN LESOTHO - IL CASO HUDSON BAY COMPANY - Clean Clothes Campaign Anche l'Africa e' un grande produttore di abbigliamento per l'esportazione. Pensiamo a paesi come la Tunisia, il Marocco, l'isola Maurizio (Mauritius), il Madagascar. Meno conosciuto ai consumatori italiani e' il Lesotho, piccolo paese di poco piu' di 2 milioni di abitanti che produce quasi esclusivamente per il Nordamerica in condizioni di lavoro fra le peggiori al mondo. (richiesta di azione urgente pervenuta da Maquila Solidarity Network, Canada - email: info at maquilasolidarity.org) Il Lesotho costituisce un'enclave all'interno del Sudafrica, non possiede risorse minerarie, meta' della sua popolazione vive al di sotto della soglia di poverta', ma l'esenzione dal sistema di quote e di dazi all'importazione in vigore negli Stati Uniti continua ad attrarre un gran numero di investitori stranieri desiderosi di aggirare le quote imposte ai propri paesi o a quelli in cui operano. Negli ultimi trent'anni, il Lesotho National Development Corporation, ente parastatale per lo sviluppo industriale, ha facilitato gli investimenti di decine di imprese straniere nei settori produttivi piu' disparati, dalla fabbricazione di ombrelli, mattoni e componenti di automobili, alla produzione di farmaci e abbigliamento. Nel periodo dell'apartheid erano le imprese sudafricane a dominare l'economia del Lesotho nel tentativo di sfuggire alle sanzioni economiche imposte al loro paese. Negli anni Novanta, sono cresciuti notevolmente gli investimenti nell'industria dell'abbigliamento con la comparsa sulla scena di imprenditori taiwanesi interessati a insediarsi in paesi con bassi costi di produzione. Da questo punto di vista il Lesotho esercita sicuramente un forte potere di attrazione. Fra i vantaggi, oltre alle esportazioni non contingentate, alcuni imprenditori indicano il basso costo di una manodopera ben addestrata e istruita, l'assenza di un sindacato forte, leggi del lavoro che favoriscono gli investitori e un sistema politico-sociale sufficientemente stabile. Nel 2001 sono state condotte due indagini sulle condizioni di lavoro nell' industria dell'abbigliamento per l'esportazione del Lesotho. La prima realizzata da SOMO, autorevole centro di ricerca olandese sul comportamento delle imprese multinazionali, e dal South African Trade Union Research Project (TURP), programma di ricerca afferente al Dipartimento di sociologia dell'Universita' di Natal in Sudafrica (vedi www.cleanclothes.org); la seconda realizzata dal Dipartimento del lavoro del governo del Lesotho e dal Lesotho Clothing and Allied Workers Union (LECAWU), sindacato nazionale. Da queste indagini emergono numerose violazione dei diritti dei lavoratori; per esempio, quote di produzione individuali eccessive, obbligo a svolgere straordinari spesso non pagati il fine settimana, retribuzioni insufficienti o al di sotto dei minimi legali, repressione sindacale, uscite di sicurezza chiuse a chiave, nessuna protezione contro gli infortuni, divieto per le donne incinte di lavorare sedute, umilianti perquisizioni corporali, tribunali del lavoro compiacenti verso gli investitori stranieri. IL CASO HUDSON BAY COMPANY Nell'ottobre 2001, l'Ethical Trading Action Group (ETAG), coordinamento canadese di gruppi di base e associazioni, ha sottoposto i risultati delle due indagini alla piu' grande catena di distribuzione del Canada, la Hudson Bay Company (HBC) che si rifornisce dalla Sun Textiles, una delle fabbriche analizzate dai ricercatori. Qui, agli abusi gia' citati si aggiunge il licenziamento di una decina di lavoratori per avere contravvenuto al divieto di indossare berretti con la sigla del sindacato. La Hudson Bay accetta di far svolgere un'ispezione ma rifiuta di tener fede alla promessa di informare ETAG dei risultati e degli interventi correttivi programmati. Ci sono inoltre fondati motivi per ritenere che la catena di distribuzione voglia semplicemente disfarsi del suo scomodo fornitore. Agli inizi di marzo ETAG rende pubblici i risultati di una terza indagine che ha commissionato a TURP con riferimento alle condizioni di lavoro alla Sun Textiles e a due altri fornitori della Hudson Bay Company in Lesotho (vedi www.maquilasolidarity.org) che confermano cio' che era gia' emerso dalle due indagini precedenti. PARTECIPIAMO ALLA CAMPAGNA INTERNAZIONALE INVIANDO IL SEGUENTE FAX / EMAIL A HUDSON BAY COMPANY (con copia a The Maquila Solidarity Network - info at maquilasolidarity.org) David Crisp, Senior Vice President Human Resources Hudson's Bay Company #500 - 401 Bay St. Toronto, ON M5H 2Y4 Fax: (416) 861-4720 Email: david.crisp at hbc.com Dear Mr. Crisp: I am writing in response to reports of sweatshop abuses at three of your company's supply factories in Lesotho. I understand that on October 23, 2001 your company promised the Ethical Trading Action Group (ETAG) that you would verify whether labour rights violations were taking place at the Sun Textiles factory and report back promptly on the steps you would be taking to help improve conditions. I am appalled to learn that after more than four months, your company has still not shared that report with ETAG, and that you are now giving indications that you might cut and run from the factory rather than work with the supplier and the Lesotho garment workers union to fix the problem. Cutting and running will certainly not benefit the workers at Sun Textiles, many of whom participated in an Hudson's Bay-sponsored audit of factory conditions. Those workers who were brave enough to tell the truth about factory conditions should not be further punished for doing so. Now that sweatshop abuses have also been identified at two additional HBC supply factories in Lesotho, I would hope that your company would take a very different approach to dealing with those violations. A more effective approach would include consultation with ETAG and the garment workers union in Lesotho on problems identified in the factories and how to most effectively intervene to improve conditions. It would also include public reports on progress made in achieving compliance with local labour laws andthe HBC code of conduct. I would strongly urge your company to make every effort to work with these three suppliers to eliminate worker rights violations, to consult with the Ethical Trading Action Group and the Lesotho Clothing and Allied Workers Union on possible steps to improve conditions at the factory, and to provide regular progress reports to stakeholders, shareholders, the affected workers, their union, and the public. I look forward to receiving your prompt reply to my letter, includinginformation on the steps your company is taking to address these serious allegations of worker rights abuses, in a manner that does not cause further harm to the workers whose rights are already being violated. Yours truly, (NOME, COGNOME ED EVENTUALE ORGANISMO DI RIFERIMENTO) TRADUZIONE SINTETICA DEL TESTO DA INVIARE Scrivo in merito ai risultati degli studi sulle condizioni di lavoro effettuati presso tre dei vostri fornitori in Lesotho. Vi eravate impegnati con l'Ethical Trading Action Group a verificare le contestazioni sollevate e a rendere noti i risultati e le misure correttive da adottare. Apprendo ora che dopo oltre quattro mesi cio' non e' avvenuto e vi sono indicazioni da parte vostra dell'intenzione di togliere le commesse alla Sun Textiles anziche' ricercare delle soluzioni con il vostro fornitore e il sindacato dei lavoratori. Una simile decisione avrebbe l'unico risultato di danneggiare i lavoratori della Sun Textiles, molti dei quali hanno collaborato con fiducia con i vostri ispettori. Poiche' sono stati accertati abusi anche presso altri due vostri fornitori, mi auguro che vogliate finalmente affrontare il problema in modo serio coinvolgendo ETAG, il sindacato del Lesotho e i vostri fornitori nella ricerca delle soluzioni piu ' adegute e rendendo pubblici i passi intrapresi. Attendo vostre notizie nel breve periodo. -------------------- Per essere esclusi dalla lista o ricevere informazioni sulla Clean Clothes Campaign, inviate un messaggio a : ersilia.monti at mclink.it Ersilia Monti (Coordinamento lombardo nord/sud del mondo - Rete di Lilliput Nodo di Milano) P.le Governo Provvvisorio 6 20127 Milano tel.02-26140345 email: ersilia.monti at mclink.it ------------------- -----Messaggio originale----- Da: owner-cleanclothes at xs4all.nl [mailto:owner-cleanclothes at xs4all.nl] Inviato: mercoledì 13 marzo 2002 10.03 Oggetto: [cleanclothes] urgent action on Hudson Bay company Tell Canada's Hudson's Bay Company: DON'T CUT AND RUN; HELP ELIMINATE SWEATSHOP ABUSES IN LESOTHO The following Urgent Action Alert is being distributed by the CCC at the request of Canada's Maquila Solidarity Network with the question to write a letter to Hudson bay Company: On October 23, 2001, Canada's anti-sweatshop coalition, the Ethical Trading Action Group (ETAG), presented Canada's oldest and largest department store chain, the Hudson's Bay Company (HBC), with two reports documenting serious worker rights abuses at Sun Textiles, an HBC supply factory in the Southern African country of Lesotho. The first report was based on a joint study by SOMO and the South African Trade Union Research Project (TURP). The second report was based on a joint investigation by two departments of the Lesotho government and the Lesotho Clothing and Allied Workers Union (LECAWU). The Hudson's Bay promised to investigate the situation and report back to ETAG on actions it was taking to correct the problems. Over four months later, the HBC is refusing to give ETAG a report on its findings or on how it is addressing the worker rights violations. Instead, the HBC sent ETAG a copy of a letter addressed to another organization indicating it may be cutting off the Sun Textiles factory and running away from the problem. No information. No explanation. No further consultation. On March 1, ETAG released a third report documenting continuing sweatshop abuses at Sun Textiles and at two additional Hudson's Bay supply factories in Lesotho owned by Nien Hsing. The report prepared by the Trade Union Research Project (TURP), at ETAG's request, includes worker allegations of physical and verbal abuse and sexual harassment, emergency exits locked during working hours, compulsory overtime that stretches the workweek to seven days and up to 75 hours, wages lower than the prevailing industry wage of US$51 a month, child labour, pregnant women forced to stand throughout the workday, harassment and discrimination against union members, and firings of workers for wearing union caps. The three factories profiled in the report -- Sun Textiles, Nien Hsing International, and C&Y Garments -- produce private label and licensed brand clothing for Zellers, a retail chain wholly owned by the Hudson's Bay Company. The factories also reportedly produce clothes for other major retailers, including Kmart, Gap and Sears Roebuck. To view the ETAG/TURP report and background documents, visit: www.maquilasolidarity.org. REQUESTED ACTION Please write to the Hudson's Bay today. Urge them to NOT cut and run from Sun Textiles or their other supply factories in Lesotho. Tell them to work with their suppliers and the garment workers union in Lesotho to bring their suppliers into compliance with local labour law and the HBC Code of Conduct. Send faxes and e-mails to: David Crisp, Senior Vice President Human Resources Fax: (416) 861-4720, e-mail: david.crisp at hbc.com SAMPLE LETTER (Please write your own, and send copy to the Maquila Solidarity Network: info at maquilasolidarity.org) David Crisp, Senior Vice President Human Resources Hudson's Bay Company #500 - 401 Bay St. Toronto, ON M5H 2Y4 Fax: (416) 861-4720 Dear Mr. Crisp: I am writing in response to reports of sweatshop abuses at three of your company's supply factories in Lesotho. I understand that on October 23, 2001 your company promised the Ethical Trading Action Group (ETAG) that you would verify whether labour rights violations were taking place at the Sun Textiles factory and report back promptly on the steps you would be taking to help improve conditions. I am appalled to learn that after more than four months, your company has still not shared that report with ETAG, and that you are now giving indications that you might cut and run from the factory rather than work with the supplier and the Lesotho garment workers union to fix the problem. Cutting and running will certainly not benefit the workers at Sun Textiles, many of whom participated in an Hudson's Bay-sponsored audit of factory conditions. Those workers who were brave enough to tell the truth about factory conditions should not be further punished for doing so. Now that sweatshop abuses have also been identified at two additional HBC supply factories in Lesotho, I would hope that your company would take a very different approach to dealing with those violations. A more effective approach would include consultation with ETAG and the garment workers union in Lesotho on problems identified in the factories and how to most effectively intervene to improve conditions. It would also include public reports on progress made in achieving compliance with local labour laws and the HBC code of conduct. I would strongly urge your company to make every effort to work with these three suppliers to eliminate worker rights violations, to consult with the Ethical Trading Action Group and the Lesotho Clothing and Allied Workers Union on possible steps to improve conditions at the factory, and to provide regular progress reports to stakeholders, shareholders, the affected workers, their union, and the public. I look forward to receiving your prompt reply to my letter, including information on the steps your company is taking to address these serious allegations of worker rights abuses, in a manner that does not cause further harm to the workers whose rights are already being violated. Yours truly, Clean Clothes Campaign PO Box 11584 1001 GN Amsterdam The Netherlands tel: + 31 20 4122785 fax: + 31 20 4122786 e-mail:ccc at xs4all.nl ++++++++ This is the cleanclothes mailinglist. Messages posted to this list will be received by all the subscribers of the list. Messages can also be posted by all subscribers to the list. Therefore the messages posted on this list are not necessarily reflecting the opinion of the Clean Clothes Campaign. To respond to one subscriber of the list you have to mail the message to the mailing adress of the subscriber, not to the mailinglist. Messages only directed to the clean clothes campaign in the Netherlands, for example, should be mailed to ccc at xs4all.nl ++++++
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