04/05 Padova: Tutto sul cacao dolce - amaro



Tutto sul cacao dolce - amaro  

"Molti piccoli produttori vivono in condizioni precarie, senza accesso ai
servizi di base, come le strade, le scuole, l'acqua potabile, i centri di
salute. Con il nostro cacao possiamo porre le condizioni perché i nostri
figli abbiano questi servizi, che sono diritto di ogni essere umano".
Con questa dichiarazione che fa parte di un documento stilato durante
l'assemblea internazionale dei produttori di cacao del maggio 2000, le
organizzazioni dell'Africa e del Sud America, hanno ribadito la necessità
di estendere il mercato dei prodotti equo solidali garantiti. E' proprio
per sensibilizzare i consumatori sui perversi meccanismi che si celano
dietro uno dei prodotti più amati dagli italiani, il cacao appunto, che
Tatjana Bassanese di TransFair Italia ha scritto questo libro che Emi
pubblica e presenta nel corso di Civitas con un convegno. Il libro dal
titolo "Cacao. Così dolce, così amaro", si muove affrontando con
completezza tutte le sfumature e gli aspetti legati alla produzione e alla
commercializzazione di questa materia prima: dalla sua importazione in
Europa, alla sua diffusione, che ha portato il cacao e i suoi prodotti ad
essere uno dei più grandi mercati dei Paesi occidentali. Con questa
espansione, entrano in gioco sempre più prepotentemente le multinazionali e
i meccanismi distorti del mercato mondiale che fanno dell'alimento più
dolce del mondo il più amaro per i piccoli contadini che lo coltivano e lo
lavorano: e che al cacao pensano non solo come fonte di sostentamento ma
anche come pianta che abbisogna, proprio perché fondamentale alla vita, del
più assoluto rispetto.Tutto il contrario della logica che ha portato
all'apporvazione nell'Unione Europea della normativa sul 5%, che ha reso
possibile introdurre nella produzione della cioccolata materie prime
differenti dal cacao: un danno enorme sia per i produttori sia i
consumatori che si trovano a rinunciare senza saperlo alla qualità di
quello che non si può più chiamare cioccolato; un beneficio enorme per le
multinazionali del settore che possono aumentare la produzione senza dover
aumentare anche l'acquisto della materia prima e non hanno nemmeno
l'obbligo di indicare sulle confezioni dei prodotti di che cosa sia fatto
quel 5%: se di prodotti di sintesi o altri surrogati vegetali del burro di
cacao.
Ma il libro offre anche una completa panoramica delle alternative: la
cioccolata del commercio equo, distribuita nei supermercati o nelle
Botteghe del Mondo offre davvero un cammino diverso, da percorrere con più
forza, per sottrarre i produttori del Sud dal peso dello sfruttamento. Ecco
perché il libretto racconta un pò la "quintessenza" della storia del
commercio equo e soprattutto delle esperienze percorse attraverso la voce
dei produttori di cacao e di chi ha voluto accompagnare il loro cammino.
Come quella di Mcch, secondo esportatore nazionale di cacao dell'Ecuador,
che dalla sua fondazione ha curato la formazione e la presa di coscienza
dei centinaia di coltivatori di cacao del Paese, agendo da stabilizzatore
anche per il mercato locale; o quella di Canacado, in Ghana, che ha puntato
tutte le sue risorse sulla coltivazione biologica e all'assistenza tecnica
e al credito ai piccoli agricoltori.


Il libro "Cacao così dolce così amaro" sarà presentato a
Padova Fiere: "Civitas", il 4 maggio alle 16,30
nel corso di una tavola rotonda con
Adriano Poletti di TransFair Italia,
Pino Bonato della cooperativa Spes,
padre Ottavio Raimondo della Emi,
Sabina Siniscalchi di Mani Tese.
Il dibattito sarà coordinato da Sandra Cangemi, giornalista
 
 
CACAO COSI' DOLCE COSI' AMARO
di Tatjana Bassanese
pp. 160 - Lire 17.000
Editrice Missionaria Italiana
via di Corticella 181 - 40128 Bologna
tel. 051/326027 - fax 051/327552 - ordini at emi.it
 




COMUNICATO STAMPA
Per risolvere il problema dei bambini schiavi nelle piantagioni di cacao
è necessario pagare di più i lavoratori del Sud del mondo
La nave "fantasma" carica degli schiavi per lavoro ha compiuto la sua
missione: è riuscita ad attraccare sulle coste del Benin senza il suo
carico umano di duecento piccoli schiavi che aveva imbarcato tre settimane
or sono dagli stessi porti. Erano destinati alle piantagioni di cacao del
Gabon, ma dopo l'allarme lanciato dalle organizzazioni internazionali,
pronte ad accogliere il carico dei bambini lavoratori, i contrabbandieri di
schiavi hanno pensato bene di scaricare il bagaglio troppo ingombrante in
altro territorio, lontano da sguardi indiscreti e recapitarlo a bordo di
mezzi più leggeri agli illegittimi proprietari.
Dietro l'approdo dell'Etireno, c'è il problema cronico di queste zone
dell'Africa e di molte altre, dove i bambini sono venduti dalle loro
famiglie, che non hanno mezzi sufficienti per poter pensare al loro
sostentamento, a organizzazioni che lavorano proprio sul traffico di
manodopera a bassissimo costo per le piantagioni di materie prime. Pochi
puntano il dito su quella che è la causa di questo fenomeno; pochi
sottolineano come il cacao lavorato e raccolto da questi bambini di 8-10
anni viene venduto alle grandi multinazionali del cioccolato che ricavano
enormi profitti proprio da questi scambi iniqui. Pochi vogliono vedere e
sottolineare che quello è lo stesso cacao che ritroviamo come consumatori
sugli scaffali dei supermercati e che compriamo nelle tavolette
confezionate.
Tutto questo è uno dei risultati di un protocollo praticamente sconosciuto,
il Programma per un cacao sostenibile, approvato nel 1999 dal Fondo
monetario internazionale e dalla Banca mondiale: un manifesto che parlava
di aumento della produzione di cacao, di ricostituzione delle scorte, di
omogeneizzazione della qualità, di uso di concimi e disinfestanti chimici,
di diversificazione geografica dell'approvvigionamento, di sostegno alla
ricerca genetica. Un programma di sviluppo per l'industria del cacao e non
per i produttori, teso a livellare la qualità del prodotto, a non
considerare il costo sociale ed ambientale dell'applicazione, a non
garantire stabilità dei prezzi a favore dei produttori. Un gioco verso il
basso, nel momento stesso in cui il prezzo internazionale del cacao sul
mercato mondiale raggiungeva i minimi storici, per favorire l'acquisto
della materia prima a prezzi irrisori.
Ma chi ha pagato per questa politica? Naturalmente non le grandi
piantagioni che lavorano per le multinazionali che hanno semplicemente
diminuito o azzerato il costo della manodopera per aumentare i propri
margini, nonostante il crollo dei prezzi. E quale manodopera costa meno dei
bambini, comprati a 600 mila lire l'uno dai mercanti di schiavi per sparire
dentro il fitto delle piantagioni a lavorare senza essere pagati?
Il retroscena della vicenda Etireno è quindi complesso e coinvolge tutti
gli attori, dai meccanismi del commercio internazionale, ai mercati, dalle
politiche dei governi a noi consumatori che non possiamo più non vedere: i
poveri del sud del mondo continuano ad essere poveri e a vendere i propri
figli per sopravvivere, perché non sono pagati il giusto prezzo per il loro
lavoro: pagando di più gli adulti, essi non sarebbero costretti a cedere i
bambini per sottrarsi alla fame.
E' questo il tentativo che, attraverso una rete internazionale, sta
cercando di attuare TransFair Italia e l'esperienza del commercio equo in
Europa, Stati Uniti, Canada, Giappone. Negli stessi posti in cui lavorano i
bambini schiavi non solo in Benin ma anche in Costa d'Avorio, Camerun,
Ghana, e in altri Stati produttori del Centro America, esistono cooperative
di produttori che lavorano non solo per sopravvivere ma per vivere con
dignità e garantire assistenza sociale e sanitaria alla propria comunità e
alla propria famiglia. Il frutto del loro lavoro viene venduto attraverso
una rete europea, senza intermediazioni speculative, direttamente nelle
Botteghe del Mondo (negozi specializzati nella vendita di prodotti del
Commercio Equo e Solidale), oppure sono commercializzati da aziende che
hanno scelto di appoggiare questa forma giusta di mercato e diventano
licenziatarie del marchio di garanzia TransFair. Le loro storie sono
contenute nel libro "Cacao così dolce così amaro", scritto da Tatjana
Bassanese, che è stato appena edito da Editrice Missionaria Italiana: un
libro che dimostra come esistano strade percorribili per risolvere il
problema del traffico di bambini e del lavoro minorile in tutto il mondo e
che svela i meccanismi perversi e le responsabilità che impediscono di
affrontarlo; che racconta la storia, le origini, i dati del commercio
mondiale di questo prodotto così amato da chi lo consuma e così odiato da
chi lo deve lavorare o deve vendere i propri figli per sopravvivere. Ma
solo quando la politica smetterà di fare gli interessi dell'economia, i
vascelli fantasma con i piccoli schiavi smetteranno di solcare le coste
dell'Africa.


TransFair Italia e Emi



CACAO COSI' DOLCE COSI' AMARO
di Tatjana Bassanese - pp. 160 - Lire 17.000
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