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Una piccola storia.... informatica



Mi permetto di inviarvi questo articolo spero che vi piaccia sopratutto per la 
morale finale.
Scusate la lunghezza.

Davide Fiore.

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Firefox: la bestia è tornata

Il tradizionale uovo di pasqua celato nel browser più cool del momento racconta 
una storia. Il 
crescente successo della volpe dimostra che il capitalismo squalesco di zio 
Bill non è l'unico 
modello economico vincente.
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"E così alla fine la Bestia cadde ed i miscredenti esultarono. Ma non tutto era 
perduto, giacché 
dalle ceneri sorse un mitico uccello. L'uccello guardò giù verso i blasfemi, ed 
invocò il fuoco ed 
il fulmine su di loro. Poiché la Bestia era risorta con rinnovata forza, ed i 
seguaci di Mammona si 
fecero piccoli dall'orrore. (dal Libro di Mozilla, 7:15)"

Sono le parole che potete leggere se digitate "about:mozilla" nella barra degli 
indirizzi del 
browser più innovativo, più smart, più trendy, più cool: Firefox. Si tratta di 
un classico easter 
egg, una sorpresa scherzosa che un anonimo programmatore ha inserito nel 
programma.

Queste frasi, ironicamente pompose, nascondono tutto il pathos che ha 
accompagnato la nascita, 
l'ascesa, la caduta e infine la rinascita (ma questa volta sotto le bandiere 
del Free Software) del 
più importante software per surfare la rete che sia mai esistito. Mosaic, 
Netscape, Mozilla, Phoenix,
 Firebird e Firefox sono alcuni dei nomi che ha assunto nella sua carriera di 
organismo mutante e 
ricombinante. Quella carriera che gli ha consentito di dominare prima, 
resistere poi, e ora di 
erodere un concorrente come la Microsoft (Mammona).

Una storia movimentata, dalla nascita nel 1993 di Mosaic, della NCSA, il primo 
web browser di 
portata globale. Ovviamente trascuriamo il primissimo programma, dal nome 
WorldWideWeb (1991), 
importante solo per i libri di storia. Vera e propria Ford "T" dell'Internet, 
Mosaic fu il primo 
browser grafico ad essere ospitato in ambiente Unix, Mac e Dos. Il padre di 
Mosaic, Marc Andreesen, 
fondò una compagnia propria e sviluppò il Netscape Navigator.

1994: fu un successo enorme. A parte il fatto che era supportato su uno 
sterminio di piattaforme 
software e hardware, fu il primo programma di una certa importanza (nel 1998 si 
contarono un 
milione e mezzo di righe di codice) a essere distribuito gratuitamente. 
Rispetto alla concorrenza, 
poi, era anni luce avanti. Per esempio, rendeva disponibili i pacchetti 
arrivati a destinazione 
mentre scaricava gli altri. In pratica, mostrava il testo prima che le immagini 
arrivassero: questo,
 quando si ha un modem a 2400 bps, può essere un grosso vantaggio.

Nel frattempo, con Windows 95, la Microsoft iniziava la conquista dei sistemi 
operativi. Bill Gates 
vedeva con enorme preoccupazione la superiorità tecnica di Netscape, che poteva 
mettere a 
repentaglio il suo monopolio (a metà degli anni novanta la quota di Netscape si 
aggirava sul 90%).

Iniziò la guerra dei browser. Zio Bill acquistò il sorgente di Mosaic e lo 
incorporò nel suo 
Explorer. In pochi anni riuscì a recuperare quasi tutto il gap tecnologico 
rispetto a Netscape, il 
resto lo fece la sua squalesca strategia commerciale.

Prima di tutto, introdusse Internet Explorer nel sistema operativo precaricato, 
operazione che gener
ò il grandioso processo antitrust, da cui Microsoft è uscita per un pelo grazie 
a ingegnosi cavilli 
legali. Inoltre, rese il suo software molto più brandabile In altre parole, gli 
ISP che offrivano 
i loro pacchetti di collegamento potevano con facilità apporre su IE i loro 
loghi dinamici, per cui 
molti di loro preferirono installare il browser di Mammona.

Dove nemmeno il marketing poteva arrivare, ci volle la forza finanziaria: nel 
1997 Redmond acquistò 
una quota di Apple e ottenne così l'installazione di IE sui Mac. Per il vecchio 
Netscape tutte 
queste furono mazzate, l'azienda andò sull'orlo del fallimento e fu acquistata 
da AOL nel 1999.

Messa alle strette, Netscape stupì il mondo rilasciando nel 1998 il proprio 
codice con una licenza 
GPL compatibile. Con questo, rinunciò a tutti i suoi diritti di copyright e si 
affidò completamente 
alla comunità dei programmatori free per lo sviluppo del software. Non era una 
mossa di marketing 
di facciata.

Fu un'operazione grandiosa e costosissima. Aprire il codice significava 
convincere tutti i titolari 
dei diritti (anche quelli esterni all'azienda) a cederli, rimuovendo le parti 
di chi non accettava, 
ripulire il testo dai commenti, creare una licenza: ne furono fatte addirittura 
due: la NPL (a uso 
e consumo di Netscape Corporation) e la MPL.

Ci volle molto per produrre una versione stabile e usabile, mentre Internet 
Explorer impazzava, 
ormai indisturbato. La versione 1.0 di Mozilla datata maggio 2002, e l'omologa 
versione di Netscape,
 nel frattempo divenuta proprietà del gigante del Nasdaq AOL / Time Warner, 
appare poco più che una 
personalizzazione del browser del dinosauro. Nel frattempo IE acquisiva quote 
di utilizzo bulgare.

Novembre 2004: proprio in concomitanza con l'uscita della versione alleggerita 
del browser, Firefox,
 circolano dati sempre più insistenti secondo cui IE sta perdendo terreno, 
proprio nei confronti 
del binomio Mozilla/Firefox. La bestia è rinata.

Il software libero ha salvato Mozilla e l'ha reso patrimonio dell'umanità. Ma 
c'è anche una morale: 
quello del capitalismo squalesco, del tipo mors tua vita mea, tanto caro a zio 
Bill, ma anche a 
qualche suo clone nostrano, non è l'unico mondo possibile. Dall'estremizzazione 
della violenza 
economica nasce un modello di sviluppo basato sulla cooperazione. Ora, se sia 
una questione solo 
relegata al software, o se potrà essere un modus economico per la guida del 
mondo, da qui è 
difficile dirlo. 

Michele Bottari - Quelli di Zeus

Tratto da ZEUS News - www.zeusnews.it - Editoriale, 05-12-2004