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Una piccola storia.... informatica
- Subject: Una piccola storia.... informatica
- From: <ff_feurio at libero.it>
- Date: Sun, 5 Dec 2004 22:23:13 +0100
Mi permetto di inviarvi questo articolo spero che vi piaccia sopratutto per la
morale finale.
Scusate la lunghezza.
Davide Fiore.
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Firefox: la bestia è tornata
Il tradizionale uovo di pasqua celato nel browser più cool del momento racconta
una storia. Il
crescente successo della volpe dimostra che il capitalismo squalesco di zio
Bill non è l'unico
modello economico vincente.
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"E così alla fine la Bestia cadde ed i miscredenti esultarono. Ma non tutto era
perduto, giacché
dalle ceneri sorse un mitico uccello. L'uccello guardò giù verso i blasfemi, ed
invocò il fuoco ed
il fulmine su di loro. Poiché la Bestia era risorta con rinnovata forza, ed i
seguaci di Mammona si
fecero piccoli dall'orrore. (dal Libro di Mozilla, 7:15)"
Sono le parole che potete leggere se digitate "about:mozilla" nella barra degli
indirizzi del
browser più innovativo, più smart, più trendy, più cool: Firefox. Si tratta di
un classico easter
egg, una sorpresa scherzosa che un anonimo programmatore ha inserito nel
programma.
Queste frasi, ironicamente pompose, nascondono tutto il pathos che ha
accompagnato la nascita,
l'ascesa, la caduta e infine la rinascita (ma questa volta sotto le bandiere
del Free Software) del
più importante software per surfare la rete che sia mai esistito. Mosaic,
Netscape, Mozilla, Phoenix,
Firebird e Firefox sono alcuni dei nomi che ha assunto nella sua carriera di
organismo mutante e
ricombinante. Quella carriera che gli ha consentito di dominare prima,
resistere poi, e ora di
erodere un concorrente come la Microsoft (Mammona).
Una storia movimentata, dalla nascita nel 1993 di Mosaic, della NCSA, il primo
web browser di
portata globale. Ovviamente trascuriamo il primissimo programma, dal nome
WorldWideWeb (1991),
importante solo per i libri di storia. Vera e propria Ford "T" dell'Internet,
Mosaic fu il primo
browser grafico ad essere ospitato in ambiente Unix, Mac e Dos. Il padre di
Mosaic, Marc Andreesen,
fondò una compagnia propria e sviluppò il Netscape Navigator.
1994: fu un successo enorme. A parte il fatto che era supportato su uno
sterminio di piattaforme
software e hardware, fu il primo programma di una certa importanza (nel 1998 si
contarono un
milione e mezzo di righe di codice) a essere distribuito gratuitamente.
Rispetto alla concorrenza,
poi, era anni luce avanti. Per esempio, rendeva disponibili i pacchetti
arrivati a destinazione
mentre scaricava gli altri. In pratica, mostrava il testo prima che le immagini
arrivassero: questo,
quando si ha un modem a 2400 bps, può essere un grosso vantaggio.
Nel frattempo, con Windows 95, la Microsoft iniziava la conquista dei sistemi
operativi. Bill Gates
vedeva con enorme preoccupazione la superiorità tecnica di Netscape, che poteva
mettere a
repentaglio il suo monopolio (a metà degli anni novanta la quota di Netscape si
aggirava sul 90%).
Iniziò la guerra dei browser. Zio Bill acquistò il sorgente di Mosaic e lo
incorporò nel suo
Explorer. In pochi anni riuscì a recuperare quasi tutto il gap tecnologico
rispetto a Netscape, il
resto lo fece la sua squalesca strategia commerciale.
Prima di tutto, introdusse Internet Explorer nel sistema operativo precaricato,
operazione che gener
ò il grandioso processo antitrust, da cui Microsoft è uscita per un pelo grazie
a ingegnosi cavilli
legali. Inoltre, rese il suo software molto più brandabile In altre parole, gli
ISP che offrivano
i loro pacchetti di collegamento potevano con facilità apporre su IE i loro
loghi dinamici, per cui
molti di loro preferirono installare il browser di Mammona.
Dove nemmeno il marketing poteva arrivare, ci volle la forza finanziaria: nel
1997 Redmond acquistò
una quota di Apple e ottenne così l'installazione di IE sui Mac. Per il vecchio
Netscape tutte
queste furono mazzate, l'azienda andò sull'orlo del fallimento e fu acquistata
da AOL nel 1999.
Messa alle strette, Netscape stupì il mondo rilasciando nel 1998 il proprio
codice con una licenza
GPL compatibile. Con questo, rinunciò a tutti i suoi diritti di copyright e si
affidò completamente
alla comunità dei programmatori free per lo sviluppo del software. Non era una
mossa di marketing
di facciata.
Fu un'operazione grandiosa e costosissima. Aprire il codice significava
convincere tutti i titolari
dei diritti (anche quelli esterni all'azienda) a cederli, rimuovendo le parti
di chi non accettava,
ripulire il testo dai commenti, creare una licenza: ne furono fatte addirittura
due: la NPL (a uso
e consumo di Netscape Corporation) e la MPL.
Ci volle molto per produrre una versione stabile e usabile, mentre Internet
Explorer impazzava,
ormai indisturbato. La versione 1.0 di Mozilla datata maggio 2002, e l'omologa
versione di Netscape,
nel frattempo divenuta proprietà del gigante del Nasdaq AOL / Time Warner,
appare poco più che una
personalizzazione del browser del dinosauro. Nel frattempo IE acquisiva quote
di utilizzo bulgare.
Novembre 2004: proprio in concomitanza con l'uscita della versione alleggerita
del browser, Firefox,
circolano dati sempre più insistenti secondo cui IE sta perdendo terreno,
proprio nei confronti
del binomio Mozilla/Firefox. La bestia è rinata.
Il software libero ha salvato Mozilla e l'ha reso patrimonio dell'umanità. Ma
c'è anche una morale:
quello del capitalismo squalesco, del tipo mors tua vita mea, tanto caro a zio
Bill, ma anche a
qualche suo clone nostrano, non è l'unico mondo possibile. Dall'estremizzazione
della violenza
economica nasce un modello di sviluppo basato sulla cooperazione. Ora, se sia
una questione solo
relegata al software, o se potrà essere un modus economico per la guida del
mondo, da qui è
difficile dirlo.
Michele Bottari - Quelli di Zeus
Tratto da ZEUS News - www.zeusnews.it - Editoriale, 05-12-2004