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FIERA DEI PARTICOLARI DELLA VALTIBERINA - Terra e Libertà/Critical wine



9 e 10 ottobre FORO BOARIO Sansepolcro (AR)

sabato 9 ottobre

• ore 10.30 apertura stand espositivi con i prodotti
dei poeti della T/terra e laboratori di degustazione
di prodotti del territorio (pane, formaggi, carne
chianina, miele…) e vini da vitigni autoctoni
• dalle ore 16 alle ore 18 PERFORMANCES TEATRALI
“L’uomo proiettile” di e con Mirko Olivieri
“Generoso il vin si versi” di e con Mirko Revoyera
• dalle ore 19.00 CONCERTI
Esibizione gruppi locali
• ore 21.30 concerto dei “Marta sui Tubi” 
Dalla Sicilia la band rivelazione dell’anno. Folk
suburbano fatto di mattoni che si stagliano sul prato
arso dai tubi di scappamento. Sguardi tesi sullo
strappo del reale. Marta sui Tubi sono un'entità, una
cellula temporale con un proprio tempo e un proprio
spazio: “un incrocio tra Nick Drake con le borchie,
Syd Barrett appena disintossicato e Piero Ciampi che
passa la canna a Domenico Modugno”.


domenica 10 ottobre

• ore 10.30 apertura stand espositivi con i prodotti
dei poeti della T/terra e laboratori di degustazione
di prodotti del territorio (pane, formaggi, carne
chianina, miele…) e vini da vitigni autoctoni

• ore 11.00 CONVEGNO 
“Risvolti economici, sociali e culturali del progetto
Terra e libertà/Critical wine” intervento di Luigi
Veronelli e Maurizio “Muro” Murari ed “esperienze a
confronto” tra i produttori locali

INGRESSO GRATUITO - POSSIBILITÀ A PRANZO E CENA DI
PASTI A PREZZI POPOLARI


come arrivare
autostrada A1 uscita Arezzo, SS 73;
da Cesena e Perugia E45 uscita Sansepolcro; 
dopo la rotonda posta all’altezza uscita E45 troverete
segnali di indicazione per Critical wine, Foro boario


per INFO: Gianpaolo Cecere, Via Sant’Antonio 5, 52037
Sansepolcro (AR); tel.338/3934826; 0575/749376

Sono molte le considerazioni e i motivi che ci hanno
spinto a pensare questo progetto, tutti, comunque,
riconducibili alla volontà ed alla necessità di
valorizzare, ridefinire e ricostruire una identità (
non identitaria, ma intesa come pratica sociale della
creatività, della critica e della fantasia) del luogo,
delle persone che lo abitano e lo vivono, delle
relazioni sociali che vi si sviluppano, della cultura
materiale che sottende i rapporti fra le persone e fra
queste e l’ambiente e il territorio.
La comprensione del senso di questo progetto non è
prescindibile da un minimo di analisi, sebbene
approssimativa e schematica in questa sede, di ciò che
è accaduto negli ultimi anni, e sta accadendo ora, in
un mondo che si vuole globalizzato, sulla base di un
pensiero unico, di unicità di comportamenti, di
omologazione della interpretazione della vita e delle
relazioni.
Il deus ex machina che ha sovrinteso e si vuole che
sovrintenda alla riorganizzazione del mondo, è stato
una concezione metafisica del “mercato”, come unico
regolatore delle relazioni economiche e sociali a
livello planetario, sempre “buono in sé” e tutore del
bene comune e a cui non sono attribuibili i disastri
della pratica di tale filosofia, in quanto ritenuti
effetto della cattiva applicazione del “Principio”.
Naturalmente questa concezione deve trascurare il
fatto che non esistono principi astratti che possano
avere efficacia nelle relazioni umane, svincolati
dalla concretezza dei rapporti reali e, come è
successo spesso nella storia degli uomini, utilizza
l’astrazione per mascherare la concretissima
protezione di interessi particolari.
Tutto può e deve essere utilizzato per incrementare i
profitti ed il potere delle concentrazioni economiche
e finanziarie del mercato globale, a prescindere dai
costi umani e ambientali, procedendo alla sistematica
distruzione di culture, conoscenze, civiltà, patrimoni
di socialità, di vita e di relazioni con i luoghi del
mondo, o alla loro considerazione solo se ed in quanto
utili al “grande fine” dell’incremento dei profitti.
Si sta procedendo, in maniera accelerata, ad una vera
e propria mutazione antropologica, espellendo
dall’orizzonte della vita degli uomini e delle donne
tutto ciò che non è riconducibile a profitto, a
relazioni mercantili, a consumo di beni con contenuti
sociali distruttivi, scelti sulla base di una scala di
valori dettata da decisioni esterne alla maturazione
storica dei bisogni da parte dei soggetti individuali
e collettivi.
L’enorme carico di sofferenza esistenziale, sociale e
materiale che tutto ciò ha comportato per miliardi di
persone nel mondo, ha condotto allo sviluppo delle
migliaia di forme di resistenza, messe in atto da
quelli che non sono disponibili a rinunciare alla loro
umanità, alla ricchezza ed alla complessità della loro
determinazione storica, al loro protagonismo verso la
definizione e la gestione della propria condizione
umana, per essere ridotti a puri, acritici organismi
consumatori nel mondo della semplificazione e
dell’omologazione o essere condannati all’espulsione
dalla storia.
Il nostro progetto vuole essere una delle forme
possibili di resistenza ai processi in corso, tentando
di costruire, in opposizione ad essi, un’alternativa
sul piano economico, sociale e culturale.
Naturalmente ci rendiamo conto delle difficoltà e
della complessità dell’impresa, in particolare se ci
si propone, come noi ci proponiamo, di rivolgersi ad
una intera comunità e non solo a settori ristretti, in
qualche modo già privilegiati e sensibili a tematiche
che toccano la loro vita più reale. In pratica non ci
interessa realizzare una vetrina per produzioni e
consumi di nicchia, ma arrivare a costruire la
possibilità di stili di vita che si basino sulla più
vasta consapevolezza e conoscenza del territorio,
delle sue specificità, delle sue potenzialità, della
sua storia, della sua cultura.
Vorremmo fare in modo che gli elementi di questa
consapevolezza e questa conoscenza non siano oggetto
di osservazione, gelosa tutela nei luoghi della
memoria e ,magari, di nostalgia impotente, mentre ci
si adagia passivamente sul corso degli eventi. No, la
nostra identità non può essere un simulacro che vive
nella memoria, perdendo sempre più senso nella vita
quotidiana, sommersa e trascinata dall’onda
dell’omologazione. Essa deve vivere e costruirsi nei
comportamenti reali e quotidiani che, partendo dal
prezioso patrimonio del passato, sappiano essere
indicativi di una nostra lettura del mondo, della
nostra vita in esso, della nostra capacità e volontà
di essere protagonisti maturi della nostra esistenza,
scegliendo criticamente, fra quelli che ci portiamo in
eredità e fra quelli che si impongono oggi, i valori
che vogliamo improntino la nostra pratica di vita
sociale.
Ma proprio la dimensione ridotta, per il numero di
abitanti e per la vastità degli aggregati urbani,
della Valtiberina, rende possibile un progetto che
richiede diffuso controllo sociale e ottimale utilizzo
di risorse, capacità ed intelligenze.
Inoltre si parte da una condizione del territorio che
vede, per la prevalenza netta di collina, alta collina
e montagna, la limitazione delle coltivazioni
intensive al solo, ridotto fondovalle e, anche qui,
con circa 800 ettari di terreno coltivato a erbe
officinali con criteri biologici.

Articolazione del progetto

1) Valorizzazione delle tipicità : formaggi, olio,
farine agriqualità, pani, mieli, castagne, farine di
castagne non industriali e relative preparazioni
alimentari, carne di chianina, guado, erbe officinali,
pasta, tartufi.
2) Ricerca storica e scientifica sulle tipicità da
valorizzare e di cui incentivare la produzione.
3) Incentivazione di una diversa cultura alimentare e
del gusto.
4) Laboratorio permanente del gusto
5) Denominazioni Comunale o di vallata

 


                
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