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Il Venezuela dice NO agli OGM







Il Venezuela dice NO agli OGM

di Jason Tockman - Venezuelanalysis.com





CARACAS, 21 Aprile 2004.



Il presidente del Venezuela, Hugo Chavez Frias, ha annunciato che le sementi

transgeniche saranno vietate in Venezuela, stabilendo così la più netta
interdizione delle

culture OGM dell'emisfero occidentale. Pur non avendo precisato le modalità
di attuazione

di questa politica, la decisione di Chavez ha già provocato la rescissione
del contratto che

il Venezuela aveva appena negoziato con la multinazionale americana
Monsanto.

Di fronte a un parterre di sostenitori e simpatizzanti internazionali
riuniti recentemente a

Caracas, Chavez aveva già condannato gli OGM, in quanto contrari agli
interessi e ai

bisogni degli agricoltori e dei lavoratori rurali del Venezuela. Ora ha
annullato i piani della

Monsanto per la coltivazione di 150.000 ettari di soia transgenica nel
paese.

"Ho disposto la fine di questo contratto nel momento in cui ho appreso che
si sarebbero

utilizzate sementi transgeniche" ha detto Chavez " Il progetto è chiuso".

Chavez ha sottolineato l'importanza della sovranità alimentare e della
sicurezza - previste

dalla Costituzione bolivariana -  come fattori alla base della sua decisone.
Anziché

permettere a Monsanto di sviluppare le sementi transgeniche, queste terre
verranno

utilizzate per la produzione di manioca, un prodotto locale, ha spiegato
Chavez. Ha inoltre

annunciato la creazione di una grande banca per la conservazione dei semi
delle piante

locali che permetterà di rifornirsi ai movimenti contadini e indigeni di
tutto il mondo.

Via Campesina, l'organizzazione di contadini e agricoltori che rappresenta
più di 60 milioni

di lavoratori della terra, aveva richiamato l'attenzione
dell'amministrazione Chavez,

allorché era stata informata del contratto che si stava per stipulare con
Monsanto.

Secondo Rafael Alegria, segretario generale di Via Campesina, Monsanto e
Cargill

cercavano autorizzazioni per produrre soia transgenica in Venezuela.

"Questo accordo si opponeva ai principi di sovranità alimentare che guidano
la politica

agricola del Venezuela" ha dichiarato Alegria una volta informato della
decisione del

presidente "Si tratta di una questione di fondamentale importanza per i
contadini e le

popolazioni indigene dell'America Latina e del mondo intero"

Alegria aveva ottime ragioni per stare in guardia. Monsanto ha una lunga
storia di

contraddittori con i movimenti sociali e ambientali: si è fatta conoscere
molto velocemente

producendo Agent Orange, il defoliante utilizzato durante la guerra in
Vietnam che ha

causato aborti, disturbi nervosi, perdita di memoria tra i milioni di
persone che vi sono

state esposte. Più di recente, la multinazionale è stata criticata per gli
effetti negativi che le

sementi transgeniche e gli ormoni della crescita utilizzati nell'allevamento
dei bovini

(rBGH) possono avere sulla salute umana e sull'ambiente. Per rimanere più
prossimi al

Venezuela, Monsanto vende alla vicina Colombia l'erbicida glifosato, che è
utilizzato dal

governo di questo paese per l'aggressivo "Plan Colombia" contro la
produzione di cocaina

e contro i gruppi rivoluzionari. La Colombia tratta per diffusione aerea
migliaia di ettari di

foresta tropicale, distruggendo produzioni agricole legali e riserve
naturali come la foresta

di Putumayo, compiendo un diretto attentato alla salute delle popolazioni,
comprese le

comunità indigene.

"Se vogliamo raggiungere la sovranità alimentare, non possiamo appoggiarci a

multinazionali come Monsanto "ha dichiarato Maximilien Arvelaiz, consigliere
del

presidente Chavez "Dobbiamo rafforzare le produzioni locali, nel pieno
rispetto della

nostra tradizione e della biodiversità"

Alegria spera che la decisione del Venezuela possa servire da modello per
altre nazioni su

come trattare la questione OGM "li incoraggi a seguire l'esempio del
Venezuela, territorio

libero da coltivazioni transgeniche"