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I: IMPORTANTE 2° conferenza comuni antitransgenici (http://www.comuniantitransgenici.org)
- Subject: I: IMPORTANTE 2° conferenza comuni antitransgenici (http://www.comuniantitransgenici.org)
- From: "Beatrice Bardelli" <reginadelmare@tiscali.it>
- Date: Thu, 8 Apr 2004 11:52:47 +0200
Era il 24 aprile del 2001 ed il nostro messaggio iniziava così:
"Si terrà a Firenze il 4 maggio la prima conferenza delle Amministrazioni
che hanno emesso ordinanze o delibere in merito alle
disseminazioni nell'ambiente di Organismi Geneticamente Modificati...
Sono oltre 83 i Comuni, Province, Regioni, Parchi Nazionali, che si sono
aggregati alla Campagna per un Comune Antitransgenico..."
Ci pareva già un sogno.
La campagna per un Comune Antitransgenico lanciata nel 1999, in occasione
dell'arrivo in Europa della "carovana degli indiani", la
storica ICC99, realizzava il suo primo evento pubblico, di condivisione tra
chi aveva creduto che tra i modi per opporsi alla
introduzione degli OGM in agricoltura ci fosse anche questa sorta di
"disubbedienza civile" praticata dagli amministratori locali.
Sapevamo anche, nella pratica, che sarebbe servita a ben poco, quella
dichiarazione.
Invece è servita. E' servita a far discutere del problema, a far emergere
le contraddizioni, ad evidenziare gli effetti perniciosi di questa logica
di "conquista", invasiva del territorio, indifferente alle esigenze dello
sviluppo locale e dell'opinione dei consumatori, da parte dei sementieri
OGM.
E' servita di stimolo ai politici che da allora si sono succeduti al
governo, in particolare ai ministri dell'agricoltura, l'on. Pecoraro Scanio
prima, e l'on. Alemanno dopo, oltre che ai Governatori regionali che hanno
dovuto prendere atto della volontà delle Amministrazioni locali.
E' servita anche da stimolo a tantissime iniziative parallele e
indipendenti, locali, nazionali, europee ed extraeuropee.
Sì, perchè in questi anni di diffusione della campagna, nel sito internet
www.rfb.it (unico reale veicolo di diffusione della campagna), sono state
visitate oltre 2,5 milioni di pagine! Avete letto bene: duemilioniemmezzo
di pagine.
Oggi le delibere, ordinanze, leggi, in tutta Italia sono oltre 430! e siamo
persuasi di non essere riusciti a catalogarle tutte!!
Ora vi chiediamo ancora una volta un ulteriore contributo nella diffusione
di questo lavoro: andiamo lenti, ma siamo implacabili.
La 2a Conferenza Nazionale dei Comuni Antitransgenici riusciremo a
svolgerla ad ASTI il 16 e 17 aprile prossimi, grazie anche alla
lungimirante disponibilità di un vecchio amico della nostra campagna,
l'assessore all'agricoltura e ambiente del Comune di Asti, Giovanni
Pensabene (il nome dice tutto...)
I dati sono questi: ad oggi le amministrazioni comunali, provinciali,
regionali, comunità montane, ecc. che hanno emesso delibere od ordinanze a
protezione dei loro territori dagli OGM coprono quasi il 70% del territorio
nazionale!
Non basta. Abbiamo suscitato anche attenzione oltreoceano in quanto
personaggi come Percy Schmeiser, Marc Loiselle (dal Canada) e Flavia
Londres (dal Brasile), Philippe Noisette (dalla Francia), Helmut Meyer
(Germania), hanno accettato di venire a condividere le loro esperienze con
noi e voi ed unire gli sforzi per il rash finale sulla battaglia CONTRO la
"COESISTENZA".
Contrari a questa follia si stanno sgolando eminenti scienziati di tutto il
mondo (che non hanno nulla da "promuovere") e che hanno già prodotto
importanti studi e ricerche in merito. Parteciperanno, tra gli altri
italiani, alcuni tra i più lucidi protagonisti di questa epica ed impari
lotta contro l'arroganza e lo strapotere delle corporazioni che a tutti i
costi vogliono imporre ai governi la loro merce indesiderata: Giorgio
Celli, Claudio Malagoli, Mario Valpreda, Ivan Verga, Luca Colombo, oltre ai
protagonisti silenziosi che con la loro assunzione di responsabilità a
livello amministrativo, i Sindaci che hanno avallato le istanze di
cittadini ed i consiglieri comunali che chiedevano una scelta di libertà.
E' con questo slogan appunto, "LA LIBERTA' VA COLTIVATA" che la nostra
campagna si è diffusa in maniera trasversale.
Pochi partiti sono rimasti indenni da questo virtuoso inquinamento. Questa,
per fortuna, non è diventata una campagna di schieramento politico, ma di
grande buonsenso, di rispetto verso il territorio e verso i cittadini.
In questo ultimo periodo siamo riusciti a catalizzare gli sforzi compiuti
anche dall'Associazione Città del Vino e della Coldiretti che
hanno reso disponibile il loro lavoro di promozione sullo stesso argomento.
E proprio nell'ottica di perseverare in questa battaglia
comune che abbiamo realizzato quanto sia importante non pretendere di
"mettere il cappello" alle iniziative, ma perseguire la strada della
condivisione della conoscenza. Solo lasciando appropriarsi tutti della
conoscenza senza imporre una linea, si possono raggiungere risultati
imprevisti: se si condivide la conoscenza, si coltiva la libertà.
Quindi l'appuntamento è ad Asti per il 16/17 aprile. Tutte le info saranno
disponibili sul sito http://www.comuniantitransgenici.org
quanto prima.
Grazie per la diffusione che farete (anche stralciando) di quanto vi ho
mandato.
[questo messaggio va anche sulle liste noomc e nobiotech. Chi è iscritto ad
altre liste lo rigiri usando il comando "inoltra" che non
sporca il testo]
Renato Bologna, coordinatore.
Campagna Comune Antitransgenico
rfb@rfb.it - cell 320 8310702
http://www.comuniantitransgenici.org
http://www.rfb.it
IL ROVESCIO DELLA MEDAGLIA
(ANSA) - ROMA, 7 APR - Crescono le aziende italiane specializzate in
biotecnologie: negli ultimi quattro anni il
loro fatturato e' aumentato del 105% e nell'ultimo anno si e' registrato un
incremento del 10%, per un valore di circa 300
milioni di euro. E' quanto emerge dai dati del primo Osservatorio sulle
Biotecnologie in Italia, presentato oggi a
Roma dall'associazione italiana delle aziende biotecnologiche, Assobiotec.
''Il biotech italiano appare ancora giovane e in fase di sviluppo'', si
rileva nell'indagine, condotta dalla Deloitte in
collaborazione con l'Assobiotec. Pur essendo il sesto mercato farmaceutico
mondiale, l'Italia si colloca solo al tredicesimo
posto nel mondo per numero di aziende biotecnologiche, con un tasso di
crescita pari al 10%: paragonabile a quello di altri
Paesi industrializzati, ma lontano dalle punte di Canada e Australia,
all'avanguardia nel mondo nel settore.
Tuttavia tutti i dati italiani indicano una tendenza positiva che, oltre
al fatturato, riguarda anche le spese per la ricerca.
I dati dell'Osservatorio segnalano infatti una crescita anche negli
investimenti in ricerca fatti dalle aziende del settore:
la loro incidenza sul fatturato e' cresciuta in quattro anni di oltre il
10%, passando dal 34% del 1999 al 46% del 2002.
A testimoniare il rilievo che questo settore attribuisce alla ricerca c'e'
poi il fatto che sono ricercatori piu' della meta'
dei 1.400 addetti del settore in Italia.
Sono 86 le aziende attive nel settore delle biotecnologie individuate
nell'indagine e l'attenzione si e' concentrata sulle
38 dedicate in modo specifico allo sviluppo del settore e sugli otto parchi
scientifici presenti in Italia nel 2002.
Ad eccezione di un distretto di rilievo internazionale localizzato nella
provincia di Milano (qui si concentra il 37%
delle aziende biotech italiane), le aziende biotecnologiche sono
distribuite in 21 province. Di queste ultime, solo un terzo ha
realizzato incubatori in grado di sostenere lo sviluppo di queste giovani
aziende.
La medicina e' ancora il settore in cui si concentra la maggioranza
(58%) delle aziende biotech attive in Italia,
seguita a distanza nel settore agroalimentare (22%). Dall'indagine e'
emerso inoltre che il 57% delle aziende possiede un portafoglio progetti
prevalentemente in fase di ricerca, il 26% si trova in fase di sviluppo
precoce e il 18% ha progetti in fase di sviluppo avanzato. Ed ecco, sulla
base dei dati, le indicazioni emerse dallo studio per dare al biotech
italiano una maggiore competitivita' a livello internazionale: identificare
potenzialita' di sviluppo commerciale dei progetti di ricerca per garantire
sostegno
economico alle iniziative che dimostrano una reale sostenibilita'
economica; varare un piano strategico indirizzato
alla comunita' internazionale al fine di valorizzare il modello italiano e
favorire un maggiore afflusso di capitali; supporto
alle impresa dal punto di vista normativo, legislativo e fiscale
promuovendo, ad esempio, regole piu' semplici per l'accesso alle
sperimentazioni cliniche, supporti fiscali a favore dei ricercatori, delle
aziende e delle aree che dimostrano particolari eccellenze. (ANSA).