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I: rassegna stampa: NEL PIATTO BISTECCHE DOPATE
- Subject: I: rassegna stampa: NEL PIATTO BISTECCHE DOPATE
- From: "Altragricoltura" <altragrico@italytrading.com>
- Date: Fri, 19 Mar 2004 16:59:24 +0100
a cura di Altragricoltura Nord Est
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tratto da "Green Planet del 14/3/04
NEL PIATTO BISTECCHE DOPATE
Vitelli (e non solo) "drogati". Le bistecche gonfiate minacciano la nostra
salute: ginecomastia nei maschietti, forme precoci di pubertà nelle bimbe,
aumento del rischio di tumore al seno, all'utero e alla prostata anche in
seguito a un'assunzione minima di ormoni.
Formule sempre nuove per trarre in inganno chi deve operare i controlli;
"trucchi" nella somministrazione delle sostanze proibite. Bovini, ma anche
polli e pesce, sono "gonfiati" con le stesse tecniche sofisticate usate per
dopare gli atleti. Gli animali - e gli allevatori fraudolenti - ingrassano
e noi ci ritroviamo alle prese con bistecche agli ormoni e carni varie
all'antibiotico. L'impiego fraudolento, negli allevamenti, di sostanze
dopanti non è soltanto una truffa commerciale: è una reale minaccia per la
nostra salute. Si va da disturbi dell'apparato sessuale alla depressione
del sistema immunitario, dai problemi cardiaci al rischio di cancro. Le
indagini Che i vitelli, e non solo, i vitelli dopati rappresentino un reale
problema lo confermano a chiare lettere i Nas,' come ha dichiarato, nel
corso di una conferenza promossa da Assocami, il colonnello Gianfranco
Dainese: «Il doping finalizzato a gonfiare gli animali è una piaga
difficile da estirpare». Per avere un'idea ancora più chiara della
situazione, basti dire che a metà febbraio 1 Nas di Bologna, su indicazione
della Procura di Rimini, hanno neutralizzato, dopo indagini durate 18 mesi,
un'organizzazione criminale intemazionale, specializzata nella fornitura di
medicinali e sostanze dopanti, vietate e cancerogene, agli allevamenti.
L'indagine ha portato a 25 ordinanze di custodia cautelare in carcere, 29
arresti domiciliari e 148 perquisizioni. L'organizzazione, con base a
Rimini, agiva in 31 province italiane, in cinque Paesi europei (oltre che
in Italia, in Spagna, Olanda, Svizzera, Germania) e aveva un collegamento
con la Cina. In totale sono state individuate 19 imprese che commerciavano
sostanze anabolizzanti (derivate da ormoni, come testosterone e
progesterone) destinate a velocizzare la crescita e l'ingrasso di polli e
conigli, bovini, suini, pesci e selvaggina. Nel corso dell'inchiesta sono
stati sequestrati 1100 confezioni di medicinali per un valore di 60 mila
euro, 6750 chili di principi attivi per un valore di 120 mila euro, 690
litri di altre sostanze dopanti, 3 litri di ormoni come il Boldenone per un
valore di 70 mila euro. Sequestrati anche 5000 animali tra vitelloni e
conigli. Le analisi hanno evidenziato la cancerogenicità e la capacità di
indurre farmacoresistenza di almeno cinque degli oltre 40 principi attivi
rintracciati. Per la prima volta in Europa sono state, poi, sequestrate
quantità rilevanti di 17 beta-boldenone e di boldione. E questo è un
elemento molto importante, vediamo perché. Gli allevatori europei hanno
sempre sostenuto che si tratta di un ormone prodotto dagli animali in modo
naturale, per cui la sua presenza, riscontrata durante i controlli di
routine, non poteva essere considerata una prova di illecito. Secondo gli
allevatori non avrebbe quindi senso la denuncia dei veterinari lombardi
che, nel 2002, segnalavano la positività al test per rilevare il boldenone
dell'8,4% dei vitelli analizzati (non va dimenticato che il 25% della carne
di vitello italiana arriva dalla Lombardia). La UE, nel settembre 2003 ha,
in un certo senso, accolto la tesi dell'origine naturale di questa
sostanza; con una circolare ha infatti fissato un limite di presenza
massima nelle urine, entro il quale la sostanza si può considerare prodotta
dall'animale naturalmente. Ora la situazione è cambiata. Il sequestro di
ingenti quantitativi di sostanza in forma pura, dimostra che il boldenone
non è un prodotto esclusivamente naturale, ma viene utilizzato in modo
fraudolento. Il bluff degli allevatori è così evidente che i veterinari
lombardi nel primi 9 mesi del 2003 non hanno trovato più traccia della
sostanza. E' però lecito sospettare che il racket dei produttori di
"doping" abbia nel frattempo modificato le sue "ricette", proponendo altre
sostanze. Che cosa fare contro frodi sempre più sofisticate? Risponde Rosa
Draisci, responsabile del Laboratorio residui di anabolizzanti negli
alimenti di origine animale, dell'Istituto Superiore di Sanità: «La ricerca
in laboratorio di residui di anabolizzanti, ormoni e altri farmaci,
utilizzati negli allevamenti, ha fatto molti passi avanti. Se prima si
individuavano residui di anabolizzanti solo se presenti in quantità
superiore a 100 ppb (parti per miliardo), adesso si riescono a individuare
quantità 1000 volte inferiori. Ma anche gli allevatori scorretti sono
diventati più furbi e interrompono per tempo i trattamenti con sostanze
proibite, in modo da fame scomparire ogni traccia al momento della
macellazione. Per contrastare questo "trucco" abbiamo escogitato nuovi
sistemi: per esempio, esaminando il pelo dell'animale si riesce a
verificare se sono stati somministrati, anche un mese prima della
macellazione, anabolizzanti e promotori di crescita vietati. Molti tarmaci
vengono però somministrati costantemente, ma a basse dosi e questo rende
difficile la ricerca dei residui nelle carni, e nei pesci: per contrastare
questa strategia una parte dei prelievi eseguiti dal veterinari vengono
quindi fatti direttamente in stalla» Acquisti avveduti Il consiglio che
possiamo dare ai consumatori è quello di orientarsi verso le carni
sottoposte a controlli più rigorosi. In genere, si riconoscono perché le
macellerie mettono bene in evidenza queste caratteristiche e la carne
proviene da consorzi. Al supermercato, invece, si possono comprare carne e
pesci provenienti da filiere controllate e certificate. Anche in questo
caso, sui cartelli è evidenziato il ricorso a controlli specifici e il
costo lievita dal 20 al 50 per cento. ------------- I PERICOLI PER L'UOMO
Ma quali sono i reali pericoli per l'uomo riconducibili all'ingestione, in
particolare, di ormoni come estrogeni, androgeni e progestinici, i cui
effetti negativi sulla salute sono in discussione da lungo tempo? Risponde
Carlo Nebbia, ordinario di Tossicologia dei residui negli alimenti al
Dipartimento di Patologia Animale dell'Università di Torino: «Che i
pericoli ci siano, e siano seri, è stato ribadito anche in un rapporto
dello Stearing Committee Veterinary Public Health nel 2002 (Comitato
scientifico veterinario europeo)». «Il rapporto pone l'accento sulla
comprovata sensibilità dei soggetti impuberi - continua. Callo Nebbia - che
producono una quantità di ormoni sessuali assolutamente trascurabile e per
i quali anche i pochi residui presenti nella carne trattata possono
costituire un potenziale pericolo per la salute, anche a medio o lungo
termine». Uno dei problemi che vengono attribuiti, con buone probabilità
d'essere nel giusto, all'ingestione di sostanze anabolizzanti presenti
nella carne, è la ginecomastia nei maschietti e forme precoci di pubertà
nelle bimbe. Il rapporto del Comitato evidenzia poi l'aumento, per la
donna, del rischio di tumore al seno e all'utero e, per l'uomo, alla
prostata anche in seguito ad un'assunzione minima di ormoni , «Tutte queste
motivazioni - conclude Nebbia - hanno determinato il divieto di importare
carni bovine dagli USA, dove la somministrazione di queste sostanze è
parzialmente ammessa». Roberto La Pira
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