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Re: R: Comunicato stampa - esito incontro con ditta Angelini




Vorrei fare 2 precisazioni che ritengo importanti alla lettera di Beatrice 
Bardelli
(debbo dire intanto che il paragone con Berlusconi mi preoccupa e mi 
inquieta...).

Per prima cosa, il termine 'etico' o 'critico' fa riferimento non alla 
quantita' di prodotti a cui si rivolge l'attenzione, ma al fatto che 
vogliamo essere coerenti nei nostri atti di consumo con i valori etici in 
cui crediamo, per cui ad es. sono campagne di consumo critico quelle 
riguardanti imprese che sfruttano i lavoratori del Sud del mondo perche' e' 
incoerente proclamare il rispetto dell'uomo e poi comprare prodotti di 
ditte che li sfruttano.

Soprattutto pero' ci tengo a precisare una cosa: questa inziativa non e' 
legata a un particolare credo religioso.
Non stiamo facendo una campagna contro una ditta perche' non espone i 
crocefissi all'interno (ci mancherebbe!...).
Non c'e' nulla nel manifesto della Campagna che ne limiti l'adesione a 
persone di una certa confessione, o che giustifichi la campagna in base a 
motivazioni religiose.
Questa campagna nasce dal fatto che in base a quello che dice la scienza 
medica, o almeno una parte molto autorevole di essa (basti pensare al 
parere del Comitato nazionale di Bioetica, a livello italiano, ma la 
letteratura al riguardo a livello internazionale e' enorme), qui c'e' in 
gioco una vita umana.
Quindi questa e' una campagna a cui uno sceglie di aderire in quanto uomo, 
a sostegno dei diritti di suoi simili, non in quanto appartenente a un dato 
credo.

Poi io personalmente aderisco a questa campagna perche' la mia fede di 
catolico mi dice di lottare contro le ingiustizie, dovunque esse siano. E 
come promuovo il commercio equo e cerco di aderire alle varie campagne di 
consumo critico (vi giuro che aderire a quest'ultima sulla Coca-Cola non e' 
semplice!...), da quelle degli ananas a quelle delle scarpe sportive, 
proprio perche' non e' giusto che le multinazionali sfruttino l'uomo a 
motivo unicamente del profitto, mi impegno in questa campagna contro una 
ditta che vende prodotti che causano la morte di tanti esseri umani: non e' 
anche questa una grande ingiustizia?

Cordialmente
Andrea Mazzi

At 13.10 04/11/03 +0100, you wrote:
>Egregio Andrea Mazzi,
>
>il suo ragionamento non fa una piega. Come certi ragionamenti di Berlusconi
>che sono costruiti con il meccano a tavolino e stanno sempre in piedi,
>confondendo gli interlocutori con il cervello un pò annebbiato dai nonsense
>televisivi.
>Anche il suo ragionamento è un nonsense. E glielo spiego.
>Lei parla di consumo etico.
>Bene. Partiamo dal concetto di <consumo>.
>Quando si parla di consumo si intende l'atto del consumare, che
>comprende la scelta di un prodotto tra tanti (mele stark, granny smith,
>gold, renette ecc.), l'acquisto in uno dei tanti luoghi dove la merce viene
>venduta (negozio, supermercato, mercatino all'aperto ecc.) ed il
>conseguente consumo
>personale per soddisfare un bisogno. Un atto che può essere fatto da tutti,
>uomini e donne, senza distinzione di età, sesso, religione o altro, e che
>può essere reiterato ovvero si può ripetere nell'arco della giornata, della
>settimana, del mese, dell'anno. Come può essere il mangiare della frutta
>con o senza pesticidi, bere dell'acqua in bottiglia o di sorgente,
>indossare un abito colorato con sostanze tossiche o innocue ecc. ecc.
>Lei pretende ed intende identificare come <prodotto di consumo> un prodotto
>farmaceutico che per sua stessa natura può essere assunto ESCLUSIVAMENTE in
>casi
>eccezionali  ed UNICAMENTE da donne che hanno DECISO (espressione di una
>volontà personale) di rivolgersi ad un MEDICO (unico referente abilitato a
>prescrivere il farmaco) perché PRESCRIVA loro una RICETTA (senza ricetta il
>farmaco non può essere venduto) da consegnare in FARMACIA (unico referente
>che può vendere il farmaco) per ritirare il <prodotto> da lei messo sotto
>accusa.
>I farmaci, lei mi insegna, non sono considerabili certo <prodotti di
>consumo> a meno che lei non creda che le donne siano, per la loro specifica
>natura sessuale, farmacodipendenti. Con o senza quell'anima che la Chiesa
>ha riconosciuto alle donne solo da qualche secolo.
>E passiamo all'etico.
>Il suo ragionamento non è etico perché nega un
>presupposto fondamentale dell'etica in senso etimologico ovvero che sia un
>fatto di costume (da ethos, costume). L'eccezionalità del caso che porta
>una donna a rivolgersi  ad un medico per poter acquistare il prodotto
>farmaceutico messo da lei sotto accusa fa sì che  tale scelta non possa
>essere considerata come un <fatto di costume>  ma come un <fatto raro>.
>Basta chiedere ad una qualsiasi farmacia (come ho fatto io) per sapere che
>di quel farmaco vengono vendute pochissime confezioni non al giorno ma
>addirittura al mese. Ora lei pretende di impedire questa scelta ergendosi
>ad unico giudice delle libere scelte di donne che, credo lei lo sappia,
>possono essere cattoliche, cristiane, musulmane, atee, agnostiche ecc. Ma
>credo che lei intenda boicottatore questo farmaco pensando che tutte le
>donne siano cattoliche e che tutte le donne credano nella esistenza
>dell'anima in un <feto> appena concepito. Le assicuro che non è così. La
>libertà di pensiero, di espressione e di religione è costituzionalmente
>garantita, almeno, e per ora, in Italia. Anche per le donne. Ma lei
>pretende di sostituirsi alla libertà di espressione, anche religiosa, delle
>stesse donne cattoliche le quali, se credono che assumere quel farmaco,
>comporti l'uccisione del <feto> appena concepito hanno la GRANDE LIBERTA'
>di non ricorrere al medico per farsi prescrivere la ricetta per quel
>prodotto che lei vuole boicottare. Ma forse lei considera le DONNE
>CATTOLICHE delle ribelli disobbedienti o peggio dei soggetti deboli che
>hanno bisogno di TUTELA, ovvero
>di non trovare quel farmaco in farmacia. Ma se lei si è arrogato il diritto
>di ergersi a paladino delle donne cattoliche vorrei sapere con quale
>diritto
>lei ha deciso di ergersi a paladino di donne che non sono cattoliche
>praticanti e che
>non le riconoscono questo ruolo? Come a <pigliatutto> lei non fa
>distinzione e per la sua ERRATA  concezione della LIBERTA' di SCELTA delle
>DONNE lei pretende di imporre il suo punto di vista a tutte le donne. Come
>nei paesi a dittatura totalitaria.
>Ma non in Italia,
>
>cordialmente,
>
>Beatrice Bardelli
>libera cittadina italiana