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Fwd: Re: [res] Impresa responsabile



giro qui una mail che arriva dalla lista "reti di economia solidale" 
res@liste.retelilliput.org che probabilmente molti di voi conoscono.
vi e' una proposta di lavoro su peacelink.
nic

----------  Messaggio inoltrato  ----------

Subject: Re: [res] Impresa responsabile
Date: Thu, 18 Sep 2003 15:26:05 +0000
From: Nicoletta Landi <nicoletta@chiodofisso.org>
To: res@liste.retelilliput.org

cara adriana, posso dirti che nessuno ha dato una risposta a largo raggio
 come la tua.
avevo messo la mia mail tonta di ricerca sia in questa lista che nella lista
di consumo critico di peacelink, e piano  piano sta uscendo un po' di
materiale, ma la cosa piu' interessante e' che molti mi hanno scritto
qualcosa del tipo "piacerebbe saperlo anche a me".

cosi' mi e' nata un'idea che adesso faro' girare anche nella lista di
peacelink.

c'e' la possibilita' di aprire l'area di consumo critico nel sito di
peacelink, per ora non ho avuto tempo di curarla, ma mi riprometto sempre
appena ho del materiale di cominciare.

che ne dite se facessimo un piccolo gruppo di lavoro dove proviamo a radunare
il materiale raccolto, e tanto altro che verra' fuori e cominciamo a fare
un'area li' sopra?

sicuramente vi sono molti altri siti che gia' se ne occupano, pero' in
peacelink posso scrivere direttamente ed e' un luogo dove c'e' l'idea di
favorire la raccolta del lavoro dalla gente; anziche' essere centralizzato,
come sito di informazione su varie tematiche, lo scopo e il desiderio e'
quello di favorire la partecipazione e la raccolta di materiale, allargando
la lista redazione.

riunendo la lista del GLT lente alle imprese della rete di Lilliput, questa
lista, e quella del consumo critico, penso si possa far qualcosa.

un altro posto dove poter concentrare materiale potrebbe essere il sito di
altreconomia? al momento non mi pare faccia anche un servizio di questo tipo

sono un po' di idee buttate in liberta', senza impegnarmi in qualcosa di
organico che almeno per un altro mese non avrei tempo di impostare.

diciamo che mi piacerebbe capire se l'idea puo' andare, o se e' ridondante, e
se c'e' qualcuno che ha voglia di aggregarsi. giro la mail anche nelle due
liste che vi ho indicato.

un saluto
nicoletta

Alle 11:00, giovedì 18 settembre 2003, adri ha scritto:
> ciao nicoletta, sono adriana.
> sicuramente ci sarà qualcuno che potrà meglio di me dare una risposta alle
> tue domande, comunque io sto seguendo un Master intitolato "Responsabilità
> Sociale di Impresa" (promosso da Università di Verona, facoltà di Economia
> e Giurisprudenza) e posso dare intanto alcune indicazioni.
>
> Per fare un'impresa "responsabile" sicuramente la prima via da seguire sono
> appunto, come minimo, normative e certificazioni. Per dare un quadro molto
> generale queste riguardano: sicurezza sul lavoro; qualità "del processo"
> nella creazione di un prodotto (dallo sfruttamento delle materie prime al
> suo smaltimento); qualità "del prodotto" (in sè stesso); rapporti con
> dipendenti, comunità locale e tutti gli "stakeholder" (i
> portatori di interesse) che sono in relazione con l'attività dell'impresa
> (fornitori, azionisti, ecc..). Per qualità si intende soprattutto l'impatto
> che un'attività o un prodotto
> hanno sulla società e sull'ambiente (a livello micro/macro); il livello di
> impatto economico è implicito nel comportamento rispetto a questi due
> livelli.
> Le certificazioni VOLONTARIE si distinguono dalle
> normative che invece sono OBBLIGATORIE e diverse in ogni singolo Paese.
> Infatti quando parliamo di certificazioni parliamo di STANDARDS (a livello
> internazionale) e di MARCHI (creati anche a livello locale come ad esempio
> il Marchio di Qualità Sociale Regionale della Regione Emilia Romagna),
> ovvero
> indicazioni che vengono date  all'impresa (o quant'altra attività, come ad
> esempio un Comune o una scuola) la quale vuole adeguarsi VOLONTARIAMENTE al
> di là della legge vigente nel proprio Paese. Infatti sono "normative" che
> non prevedono sanzioni applicative, quindi questa volontarietà fà di
> un'impresa, un'impresa responsabile. Gli standards sono ad esempio i
> sistemi di certificazione UNI EN ISO, EMAS, SA 8000.
> Ma un'impresa "responsabile" è sia quella che aderisce a questi marchi e
> standards, sia l'impresa che decide di andare al di là degli obblighi di
> legge (AZIONI POSITIVE), ad esempio assumendo politiche che incentivano
> l'assunzione di donne
> in caso di prevalenza del lavoro maschile, oppure incentivando la
> "formazione" dei dipendenti (per l'applicazione di alcune normative
> esistono anche degli incentivi finanziari). Di questo fanno parte ad
> esempio gli enti pubblici di cui parlavi, che promuovono appalti
> incentivando le imprese che aderiscono a principi più "responsabili".
> Infine adesso è il momento dei "bilanci sociali" che mi sembra stiano
> andando di gran moda, ma forse è un giudizio un pò azzardato.
>
> Forse questo veloce escursus è abbastanza scontato per chi lavora da tempo
> nell'economia solidale?
>
> Organizzazioni che fanno consulenza sulla responsabilità sociale ce ne sono
> molte, tra cui ad esempio "Avanzi" di Milano (che è insieme all'università
> partner promotore del master che sto seguendo) o "SCS Azioninnova" di
> Bologna. Puoi cercare l'annuario della RSI
> (esiste, ma non saprei dirti come trovarlo). riguardo ai siti mi viene in
> mente "sodalitas.it" se non lo conosci
> già.. Molto importanti sulla RSI sono il
> Libro Verde sulla RSI della Comunità Europea (lo trovi sul sito o con
> qualche motore di ricerca) e il sito del MInistero del lavoro
> (welfare.gov.it).
> Come puoi vedere la RSI ha mille sfaccettature e gli attori interessati
> sono molti.
> Chi vuole fare un'impresa responsabile solitamente si concentra su uno
> degli aspetti della RSI, visto che le certificazioni sono specifiche per
> ogni aspetto e molto costose (l'investimento viene fatto nell'ottica del
> lungo termine...).
> I finanziamenti dipendono dall'azione positiva che si vuole attivare, e
> quindi ci si và a cercare la legge (non è cosa facile).
>
> Spero di aver fatto un pò di chiarezza e non essermi dilungata troppo.
>
> Ciao, Adriana

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O arriviamo alla meta cantando, o non arriva nessuno.

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