NUOVE EVIDENZE
SUI POSSIBILI RISCHI DERIVANTI DALL'IMPORTAZIONE NELL'UNIONE EUROPEA DELLA
SOIA GENETICAMENTE INGEGNERIZZATA PRODOTTA DALLA MONSANTO (SRR: Soia
Roundup Ready)
1. Effetti sulla salute umana - presenza di residui di glifosato
(erbicida) nei semi di soia per uso alimentare
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Nel valutare i rischi della Soia Roundup Ready (SRR) la
Monsanto ha usato il principio di "sostanziale equivalenza" (vedi
Application to the UK Advisory Committee on Novel Foods and Proc e sses
for Review of the Safety of Glyphosate Tolerant Soybeans by the
Agricultural Group of Monsanto Company, July 27 1994). Questo principio è
stato sviluppato dall'OECD ed è basato sull'assunzione che gli organismi
esistenti possono essere usati come base per un confronto quando si vuole
stimare il grado di sicurezza di alimenti geneticamente ingegnerizzati.
Per definire la "sostanziale equivalenza" devono essere
considerate tutte le informazioni disponibili su:
- caratteristiche e composizione dell'organismo non
ingegnerizzato;
- caratteristiche del prodotto del gene inserito
artificialmente;
- caratteristiche e composizione del nuovo organismo
creato con l'ingegneria genetica, incluso il confronto col prodotto (o
componente) alimentare non ingegnerizzato equivalente.
Ma la valutazione su lla sicu r ezza della SRR presentata
dalla Monsanto non segue correttamente questo principio. In particolare,
la Monsanto ha omesso di valutare l'influenza sulla composizione dei semi
di soia del glifosato (il principio attivo dell'erbicida "Roundup" cui è
resistente la SRR). Infatti, dopo la richiesta all'UK Advisory Committee
on Novel Foods and Processes, nel 1994, la Monsanto ha presentato negli
USA una richiesta all'Environmental Protection Agency (EPA), perchè si
prepari un regolamento che consenta la presenza di residui di glifosato
nella soia, compresi i semi, (PP 4F4369 - Federal Register of February 8,
1995). Così, sebbene la Monsanto si aspetti che i semi della SRR
contengano residui di glifosato questo particolare è stato del tutto
taciuto all'UE, ed escluso dalla valutazione di rischio presentata nel
1994: "Per focalizzare l'analisi sugli effetti della proteina introdotta,
la soia da cui derivano i semi non è stata trattata con l'erbicida
Roundup" (pag. 10 della ri chiesta d ella Monsanto alle autorità inglesi).
Giacché ci si può aspettare che la soia SRR venga
trattata con il Roundup (prodotto dalla stessa Monsanto), la presenza di
residui di glifosato è rilevante sotto due aspetti:
- i residui stessi possono essere tossici, e questo deve
essere determinato dall'Unione Europea prima che sia consentita
l'importazione della soia geneticamente ingegnerizzata; - a parte la
presenza di residui, il glifosato può alterare la composizione della soia
in altri modi. Ad esempio, potrebbe interferire con le vie metaboliche
alterando la composizione del prodotto alimentare. Il glifosato
normalmente agisce bloccando la via dell'acido scichimico che nelle piante
è importante per la produzione degli aminoacidi aromatici. Quet'effetto è
bloccato nella SRR, ma non ci sono dati su quali altri effetti ha il
glifosato sulla pianta (che in questo caso sopravvive al trattamento ) e
su c o sa succede al glifosato entro le cellule viventi.
Fino a quando tale informazione non sia disponibile, non
è possibile dichiarare che sia stata mostrata la "sostanziale equivalenza"
della SRR con la soia normale.
2. Effetti sulla salute umana - potenzialità allergeniche
Dopo che l'UE ha deciso di permettere l'importazione nei
Paesi Membri della SRR, è stato pubblicato uno studio scientifico che
sottolinea l'inadeguatezza della valutazione di rischio presentata dalla
Monsanto in relazione alle possibili allergie causate dai prodotti
alimentari derivati dalla SRR. E' stato dimostrato che le proteine
introdotte nei semi di soia (dalla compagnia Pioneer) trasformati con un
gene dalla noce brasiliana causavano reazioni allergiche in soggetti umani
sensibili, allergici alla noce brasiliana, nonostante ciò fosse stato
escluso in precedenza (Nordlee, J A., Taylor, S L., Townsend, J A.,
Thomas, L A and Bush, R K, 1996. Identification of a brazil-nut allergen
in transgenic soybeans. The New England Journal of Medicine 334: 688-692).
La scoperta della possibilità di risposta allergica nei semi di soia
ingegnerizzati dalla Pioneer prima del suo uso come alimento per l'uomo è
stata possibile solo grazie ad una coincidenza pressocchè unica:
l'organismo donatore del gene, la noce brasiliana, è ben nota per
scatenare reazioni allergiche per cui sono disponibili campioni di siero
di soggetti sensibili per effettuare le prove necessarie. Al contrario, la
Monsanto ha molte difficoltà a definire il potenziale allergenico della
SRR perché, contrariamente alla noce brasiliana, i geni introdotti
artificialmente provengono da organismi su cui non si hanno dati in
proposito (Agrobacterium sp., Petunia hybrida). Così la Monsanto ha usato
sistemi assai meno affidabili come il confronto con altri composti
piuttosto che l'uso di dati empirici .
I nuovi dati sui semi di soia che contengono geni della
noce brasiliana implicano che la valutazione del rischio allergie della
SRR dev'essere rivista, in base ad un approccio precauzionale, prima che
la SRR sia immessa sul mercato dell'UE.
3. Impatto sull'ambiente - rischio di invasività della
SRR nel Sud Europa.
La Monsanto ha richiesto il permesso di immettere la SRR
in Inghilterra. Un aspetto importante delle sue dichiarazioni sulla
sicurezza della SRR in merito al rischio di invasività è stato che "I semi
sono molto sensibili al freddo e quindi raramente sopravvivono
all'inverno" (Summary Notification Information Format for Products
Consisting of or Containing GMOs, Part B, Nature of the GMOs contained in
the Product, 22: Information on survival and factors affecting it).
Quest'argomentazione è stata proposta per escludere ogni rischio che
potrebbe insorgere pe r la dis p ersione dei semi importati. Non è un
rischio secondario: "Poiché i semi delle colture viaggiano per migliaia di
chilometri tra i mercati dei semi, gli agricoltori e gli impianti di
lavorazione, una perdita nel trasporto è inevitabile - ed è più
preoccupante della diffusione del polline" (Crawley, M, 1996. 'The day of
the triffids' New Scientist 6 July pp 40-41). Poichè la soia è ampiamente
capace di autoimpollinarsi, e dunque non richiede la prossimità di piante
compatibili per la riproduzione, il rischio di invasività dovuto alla
dispersione dei semi durante il trasporto è ancora maggiore.
Mentre si potrebbe forse arguire che in Inghilterra e nel
nord Europa le basse temperature limiterebbero il rischio di crescita e
radicamento di SRR, non è affatto chiaro che cosa succederebbe nei climi
assai più caldi del sud Europa (ove la SRR può comunque circolare).
Prima di consentire l 'importa z ione nell'UE della SRR
devono essere pienamente accertati i rischi per gli ecosistemi del sud
Europa. |
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