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LASCIATI SENZA LAVORO, PROGETTANO UNA COOPERATIVA - Thailandia -Clean Clothes Campaign



Ersilia Monti
(Coordinamento lombardo nord/sud del mondo - Rete di Lilliput Nodo di Milano)
P.le Governo Provvvisorio 6
20127 Milano
tel.02-26140345
email: ersilia.monti@mclink.it
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LASCIATI SENZA LAVORO, PROGETTANO UNA COOPERATIVA - Thailandia - Clean
Clothes Campaign
Da tre mesi in presidio permanente nei locali del ministero del lavoro di
Bangkok, dopo che i titolari si sono eclissati lasciandoli senza mezzi, i
lavoratori della Bed and Bath Prestige mettono in atto una strategia di
resistenza che ha dello straordinario. Intanto, sette macchine da cucire
sfornano capi da vendere per sostenere la lotta. Ce la faranno? Dipende
anche da noi.

(il caso, i volti, i racconti dei lavoratori della Bed and Bath sul sito
della Thai Labour Campaign: www.thailabour.org)

Da quasi dieci anni, la Bed and Bath Prestige di Prapadaeng,  proprietà di
una coppia che controlla altre cinque aziende di confezioni, produce capi
di abbigliamento sportivo e per bambini per conto dei maggiori marchi del
settore, fra cui Nike, Levi's, Adidas, Reebok,  in misura minore Fila e
Umbro, e almeno 40 altre case committenti della Haddad Apparel, una delle
piu' grandi aziende licenziatarie di vestiario per bambini.

Gli affari, per i coniugi Photikamjorn, sembravano andare a gonfie vele: in
poco meno di dieci anni, i dipendenti della Bed and Bath erano passati da
20 a 900, e il giro d'affari era cresciuto in modo costante. Ma il 5
ottobre 2002, recandosi al lavoro come ogni giorno, gli operai trovano i
cancelli dello stabilimento serrati e, fra alterne vicende, il 21 ottobre
l'attivita' viene dichiarata chiusa; contro i proprietari, resisi
irreperibili, viene spiccato un mandato d'arresto. Per i dipendenti, alcuni
con lunghi anni di lavoro alle spalle,  e' un duro colpo. Sono rimasti
improvvisamente senza lavoro e senza interlocutori per poter esigere il
pagamento dei salari arretrati e della liquidazione maturata. Resta
l'amarezza e la rabbia per i duri anni di servizio trascorsi alla Bed and
Bath: per i maltrattamenti, gli straordinari forzati, le multe illegali, le
assenze per malattia e maternita' calpestate, e per l'inutile cartellino
appeso al collo con il codice di condotta plastificato della Nike.
Reclamano piu' di tutti giustizia i lavoratori del reparto spedizioni,
costretti normalmente a lavorare fino a notte fonda, e fino alle 5 del
mattino nei periodi di punta, per riprendere puntualmente il turno 3 ore
dopo. Quando serviva, per togliere il sonno e aumentare il rendimento, era
abitudine del titolare somministrare acqua da bere con l'aggiunta di
anfetamine (sull'allucinante pratica del doping in fabbrica arrivano
denunce anche dal Centroamerica).

LE INIZIATIVE DI  LOTTA
I lavoratori della Bed and Bath non si danno per vinti, si accampano nei
locali del ministero del lavoro e cominciano a mettere in atto forme di
resistenza. Vogliono cio' che gli spetta per legge, e che intanto a pagare
siano il ministero e i committenti. Accusano i funzionari del ministero di
scarso interesse al loro caso, smossi dall'apatia solo sotto il pungolo di
una forte solidarieta' internazionale,  e il governo di non fare sul serio
nella ricerca degli ex datori di lavoro. Nel frattempo 400 lavoratori con
meno di un anno di servizio accettano l'offerta del ministero del lavoro:
arretrati per un solo mese e niente liquidazione. Gli altri rifiuteranno a
gennaio la proposta definitiva: due mesi di arretrati e uno di liquidazione.

In questi tre mesi gli ex dipendenti della Bed and Bath hanno tentato di
tutto. Hanno scritto petizioni al primo ministro, ai leader politici
asiatici, ai committenti, all'OIL, all'ONU, all'ambasciatore USA; sono
andati in corteo, esibendo maschere e vistosi body painting, ovunque fosse
possibile: parlamento, ministeri, ambasciata USA, la filiale della Nike ai
cui rappresentanti hanno consegnato una lettera. Hanno organizzato serate
di solidarietà, partecipato a incontri pubblici, sono stati presenti a
tutti gli eventi cittadini piu' importanti per raccontare la loro storia.
Vendono fiori per finanziare la loro lotta e mangiano soltanto due volte al
giorno. Chi non ha nessuno a cui affidare i figli, li ha portati con se' al
presidio; l'ultimo arrivato e' un bimbo nato a dicembre. Il 9 gennaio i
lavoratori hanno attuato una nuova forma di protesta. Sette di loro si sono
fatti rasare a zero, ciocca per ciocca, dai loro compagni. E' una forma di
protesta forte per la cultura thailandese. Spiega un lavoratore: "I capelli
sono parte inscindibile della vita che i genitori ci hanno donato.
Tagliarli e' come recidere la vita stessa".

LA COLLEZIONE 'MADE IN UNITY'
In realta' i lavoratori nutrono la speranza. Un mese e mezzo fa hanno
avviato una linea di produzione sperimentale di abbigliamento, t-shirt e
camicie, per la collezione "MADE IN UNITY". Sette macchine da cucire sono
state portate al presidio e altre potrebbero aggiungersi. I capi sono
venduti per finanziare le iniziative di lotta, ma l'intenzione dei
lavoratori va oltre. Racconta Lek, la combattiva e instancabile
coordinatrice della Thai Labour Campaign, ong tailandese affiliata alla
Clean Clothes Campaign, che assiste i lavoratori della Bed and Bath:
"Stiamo discutendo con i lavoratori l'ipotesi di costituire una cooperativa
dopo che il caso sara' risolto. Le liquidazioni serviranno a finanziarla.
Avremo bisogno di  molto aiuto per convincere Nike, Levi's, Adidas o Reebok
ad assegnare commesse alla cooperativa, ma questa volta nel rispetto dei
principi dettati dai loro codici di condotta. Potrebbe uscirne un progetto
pilota sull'applicazione dei codici. Penso pero' anche di contattare
organizzazioni di commercio equo, come Oxfam, per trovare un canale verso i
consumatori che cercano abbigliamento pulito dal punto di vista della
dignita' del lavoro." Aggiunge Lek: "Il mio posto in questo momento e' a
fianco dei lavoratori. Voglio aiutarli nelle scelte stilistiche, nella
ricerca dei tessuti, nella commercializzazione. E' un'iniziativa
straordinaria, ho imparato tantissimo dalla lotta dei lavoratori della Bed
and Bath".

Per vedere le foto dei primi capi in produzione: www.thailabour.org
<http://www.thailabour.org/>  al link 'Workers' alternative'

CHE COSA POSSIAMO FARE
In sostegno alla lotta dei lavoratori della Bed and Bath e' partita una
campagna internazionale. I lavoratori ci chiedono di:

1.	scrivere alle grandi imprese committenti: Nike, Adidas, Levi's
(Reebok non ha piu' rinnovato il contratto di licenza alla Haddad, che dava
lavoro alla Bed and Bath, un anno fa) per invitarle a contribuire a un
fondo di risarcimento in proporzione agli ordini assegnati e a esercitare
pressioni sul governo affinche' faccia altrettanto  (Adidas rispondera' che
si serviva presso un'altra fabbrica dei coniugi Photikamjorn. Non vi
preoccupate, scrivete lo stesso, questo sta solo a indicare falle nei
sistemi di monitoraggio delle imprese che non sono in grado di controllare
dove, di subfornitura in subfornitura, finisce la produzione). In questo
momento non vi invito a scrivere a Fila in quanto stiamo tentando dei
contatti preliminari.
2.	scrivere al primo ministro thailandese  per sollecitarlo a
 intervenire in favore dei lavoratori della Bed and Bath assicurando loro
cio' che gli spetta di diritto e avvertendo che la loro lotta pacifica e la
solidarieta' internazionale continueranno fino a che non sara' fatta
giustizia.


SCRIVI UNA MAIL A NIKE, ADIDAS E LEVI'S:
(oggetto: Bed and Bath Prestige Company - Thailand)
VP Corporate Responsibility
Nike, Inc.
e-mail: Maria.Eitel@nike.com

Frank Henke
Head of Environmental Affairs
Adidas-Salomon
e-mail: Frank.Henke@adidas.de

Patrick Neyts
Head of Environment, Health and Safety/Code of Conduct
Levi Strauss & Co.
e-mail: PNeyts@levi.com

c.c.: Thai Labour Campaign (campaign@thailabour.org)

Dear representative of Nike, Levi's, Adidas,

I am writing to bring your attention to the situation facing workers at the
Bed and Bath factory in Thailand.
These workers produced clothes for your company under conditions that
contravened both Thai Laws and your company codes of conduct. According to
a research conducted by the Thai Labour Campaign,  workers were forced to
work extensive overtime. In some cases they worked through the night,
finishing at 5 a.m. and starting the next shift at 8 a.m. Workers claim
that the factory owner put amphetamines in their drinking water so they
could work through the night. In October, the factory closed its doors and
the factory owner Mr. Chaiyapat Phothikamjorn and Ms. Uayporn
Songpornprasert have disappeared, owing Bed and Bath workers back wages and
severance pay. The workers, some of whom have young children, are in a
desperate economic situation.

I call upon you to write to the Thai government urging to pay workers what
they are owed. I believe that your company too can play a role in seeing
that these workers receive the financial compensation that they are owed.
Based on the percentage of production carried out for your company at Bed
and Bath, your company should pay a percentage of what is owed to the
workers who produced your goods.

Your companies profited from the exploitation of these workers, your
responsibility toward them should not end now that the factory has closed.

Sincerely,
(nome, cognome, eventuale organizzazione di appartenenza)

SCRIVI UNA MAIL AL PRIMO MINISTRO THAILANDESE
(oggetto: Bed and Bath Prestige Company - Thailand)
public@thairakthai.or.th
fax (662) 282-8587, 282-8631

Dear Prime Minister Thaksin,
This is a call for you to personally intervene in ending the suffering of
the Bed and Bath (Prestige) Company workers in Bangkok. Bed and Bath
Prestige Co, Ltd. was until very recently a very profitable factory based
in Bangkok specializing in the manufacturing of children's apparel for such
corporate giants as Nike, Reebok, Adidas, Levi's and others.
The company was managed by Mr. Chaiyaphat Photikamjorn with other members
of the Photikamjorn family acting as directors and shareholders. The
workers' plight began in early October when Bed and Bath was suddenly and
without explanation shut down. There was no notice and in violation of the
law of Thailand the workers were not given any compensation. Moreover, the
wages that were earned towards the end of the company's existence have not
been paid. An arrest warrant has been issued for Mr. Photikamjorn and his
principle partner Ms Uayporn Songpornprasert. However, the deadline for
apprehending these two people has come and gone and authorities of your
Government are no closer than they were a month ago to securing the wages
and compensation for these poor workers. This is unjust and to the watching
world, unacceptable.
The workers are only asking for their rights as required under Thai law.
Namely, that they be paid their compensation and back wages. Bed and Bath
became very wealthy through a systematic mistreatment of these poor
workers. There is currently much documented evidence of this. One of the
most egregious examples involved forcing the workers drink Amphetamine
laced water in the workplace and "fining" them if they insisted on drinking
some other beverage. This behavior along with the non payment of
compensation and back wages is totally illegal and makes a mockery of your
Government's 'White Factories Program'.
The workers have made it clear that they cannot and will not give up. They
will continue to protest PEACEFULLY at the Ministry of Labour until justice
is done. As this letter demonstrates, with each day knowledge of and
support for the workers of Bed and Bath are growing both in Thailand and
internationally. In all of Thailand you Mr. Prime Minister are in the best
position to see that justice is done for the workers. This is a call for
you to resolve this situation and put an end to these sorts of labour
practices that so damage Thailand's reputation in the eyes of the world.
Like the workers of Bed and Bath their growing legion of supporters cannot
and will not give up. This is a call on you to do what is right and legal.
It is a call on you and your Government to ensure that the Bed and Bath
workers receive their compensation and outstanding back wages as prescribed
by Thai law.
Sincerely,
(nome, cognome, eventuale organizzazione di appartenenza)

Ersilia Monti
(Coordinamento lombardo nord/sud del mondo - Rete di Lilliput Nodo di Milano)
P.le Governo Provvvisorio 6
20127 Milano
tel.02-26140345
email: ersilia.monti@mclink.it