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Benetton ecc... PERSECUZIONI CONTRO IL POPOLO MAPUCHE



       BiellaSocialForum199/2002: PERSECUZIONI CONTRO IL POPOLO MAPUCHE

riceviamo da Grazia (1) [gpaga@hotmail.com] e Alessandro (2) [alce75@libero.it]

1. Benetton contro famiglia del popolo Mapuche

La compagnia Italiana Benetton ha denunciato la famiglia Curiñanco - Rúa
Nahuelquir per occupazione illegale di un terreno appartenente alla
suddetta multinazionale. In data 30 Agosto 2002 il gestore capo della
estancia Leleque, Ronald Macdonald, ha intrapreso un'azione giudiziaria
contro la famiglia Curiñanco - Rúa Nahuelquir. L' estancias sono le
fattorie tipiche della Patagonia, ognuna di queste generalmente fa capo a
migliaia di ettari di territorio patagonico. L'estancia di Leleque
comprende più di 600mila ettari e fu acquisita dalla Compañía de Tierras
del Sud Argentino, costituitasi a Londra nel 1896 con capitale
esclusivamente inglese. Il territorio patagonico si presta al pascolo di
pecore e da sempre é oggetto dello sfruttamento delle compagnie che
commerciano la lana. Per questo Benetton, che possiede circa un milione di
ettari distribuiti nella regione australe della Patagonia, ha comprato
anche questa estancia, con modalitá che ancora oggi si ignorano. La storia
che vi stiamo per raccontare sembrerebbe paradossale se non fosse che vede
contrapposto il gigante Benetton a una sola famiglia appartenente al popolo
Mapuche.

In data 23 Agosto il signor Curiñanco e la signora Rosa Rúa Nahuelquir si
sono recati presso le autoritá competenti della città di Esquel nella
provincia del Chubut chiedendo se un lotto di terra, conosciuto con il nome
di Santa Rosa, fosse appartenente al demanio pubblico. Le autorità dopo
aver dichiarato il territorio di Santa Rosa di possesso demaniale hanno
autorizzato la famiglia Curiñanco - Rúa Nahuelquir a occupare la terra. La
famiglia Mapuche dopo questa autorizzazione ha informato il commissariato
della città dell'imminente occupazione con la finalità di costituire una
piccola fattoria per il sostentamento della famiglia. A fine Agosto la
famiglia ha occupato la terra e per un mese ha lavorato intensamente
costruendo una vivienda e apportando molte migliorie alla terra. Sono stati
piantati alberi da frutta, pini, e ancora patate, fagioli, grano, mais e
diversi altri ortaggi. In poco tempo é stata dissodata una buona parte del
terreno e creati canali di irrigazione per i campi. In più la famiglia ha
creato spazi per alcune galline e vacche. Il giorno 2 Ottobre 2002 in
seguito ad una denuncia del vassallo dei Benetton, il signor Ronald
Macdonald, si sono presentati nella piccola fattoria di Santa Rosa 12
poliziotti insieme allo stesso Macdonald. Gli scagnozzi di Benetton hanno
sgomberato dal terreno la famiglia e ne hanno sequestrato tutti i beni. La
famiglia Curiñanco - Rúa Nahuelquir si è vista costretta ad affidarsi ad
avvocati difensori dovendo ricorrere ad ulteriori oneri che compromettono
seriamente le sue poche risorse di sostentamento. Questa situazione è
frutto dell'arrogante e prepotente atteggiamento della Benetton, che come
le altre multinazionali in Patagonia fanno il bello e il cattivo tempo. Pur
esistendo legislazioni che difendono la vita dei popoli indigeni Mapuche e
Tehuelche, di fatto la burocrazia e la polizia rispondono direttamente
(come dovunque) ai veri padroni di queste terre le multinazionali, in
questo caso la Benetton.

La Holding Benetton solo in Patagonia possiede quasi un milione di ettari
di terreno.
I Curiñanco un'auto, una casa nel barrio Vepam e lo stipendio di un operaio.

E' iniziato il processo di rafforzamento della identità come mapuche, in
questa parte della Wallmapu (madre terra), e i mapuche sono disposti a
supportare ogni situazione di recupero delle terre in maniera collettiva.
Non rinunceranno al diritto di seguire a sviluppare la loro cultura nella
propria mapu (terra); nonostante le complicità esistenti tra gruppi di
imprenditori, politici di turno e forze di sicurezza.

Per Giustizia, Territorio e Autodeterminazione. Marici Weu!!!
Dieci volte vinceremo!!!

Per dirigere il vostro appoggio alla famiglia Curiñanco, in ripudio a
questa situazione: José Luis Lizurume Governatore della Provincia di Chubut
(Argentina) tel/fax 0054 2965 482266 Juzagado de Instrucción
Circunscripción Noroeste del Chubut Avenida Alvear 505 9200 Esquel (Chubut)
Argentina
telefax 0054 2945 451236 e.mail jcolabelli@juschubut.gov.ar Sig.ra Marcela
Colombini Defensora del Pueblo de la Provincia de Chubut e.mail
defpueblo@legischubut.gov.ar Sig. Jorge Pereda Presidente del Instituto
Nacional de Asuntos Indígenas (INAI) e.mail indigena@medioambiente.gov.ar
Per contattare la Organización Mapuche-Tehuelche 11 de Octubre e.mail
puelmapu@terra.com.ar tel. 0054 2945 451611

Per ulteriori info:
italy.indymedia.org/news/2002/10/90063.php
www.redindigena.org/noticias/boletines/1489.html
www.soc.uu.se/mapuche/mapu/MapuTehu020910.html
www.tmcrew.org/csa/l38/multi/benetton/


2. Carabineros assassini!
Alex Lemun aveva soli 17 anni, ma già da tempo lottava assieme ai suoi
fratelli per il recupero del proprio territorio.
Il 7 novembre lui ed altri membri della comunità Montuti Mapu occupano il
fondo Santa Alicia, recuperando in tal modo una parte del territorio
mapuche in mano alla multinazionale Mininco, che lucra sullo sfruttamento
del legname.
Su istanza della magistratura locale, i Carabineros si recano nella zona
per intimare lo sgombero. Appena giunti iniziano a sparare all'impazzata,
ferendo gravemente il giovane mapuche. In un successivo comunicato tentano
di giustificarsi, dicendo d'aver reagito alla vista di persone con il volto
coperto e con le pietre in mano.
Ovviamente, nel loro stile, gli sbirri lasciano Alex agonizzante. Sarà
trasportato in ospedale dagli altri mapuches.
Dopo 5 giorni di coma per trauma cranico aperto da ferita d'arma da fuoco,
Alex muore il 12 novembre in un ospedale della città di Temuco (Cile).
A caldo suo padre afferma: "Io continuerò a lottare per la terra. Mio
figlio è un eroe nella lotta per la difesa del nostro sangue"; la madre
aggiunge: "Voglio che sia fatta giustizia; ma rifiuto l'aiuto dello Stato,
che lo ha ammazzato".
Spontaneamente parte un corteo di circa 150 mapuches che portano la bara di
Alex per le vie di Temuco, bloccando le strade. Nello stesso momento
scoppiano incidenti nella città di Concepción, con 4 arresti.
Siamo certi che questo è solo l'inizio della risposta dei mapuches
all'assassinio di Alex da parte dello Stato cileno.
Questa la dichiarazione di un'organizzazione mapuche alla morte di Alex:
"Siamo convinti che il sangue sparso nella lotta per il recupero del nostro
territorio ancestrale sia la dignità che emerge da questi spiriti generosi
e ribelli."
Fuori le multinazionali dal territorio mapuche!