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Movimento di Cunegonda - Newsletter n.3



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Newsletter n.3, 30 maggio 2002




"La gente ha cominciato a manifestare sensibilità in proposito e le aziende
produttrici si sono adeguate. Tutti continueremmo a essere ottimi
consumatori, tranne che saremmo consumatori selettivi; il che è indice di
maturità e motore di sviluppo economico.
A nuove forme di governo, nuove forme di risposta politica. Questa sì che
sarebbe opposizione.
Vediamo quanti italiani si sentono di farla. Altrimenti la smettano di
lamentarsi, e si tengano il monopolio dell'informazione."

Umbero Eco,
<http://www.repubblica.it/online/politica/econsumo/econsumo/econsumo.html>
Lo sciopero dei consumatori della pasta Cunegonda, La repubblica, 20 aprile
2002.

Grazie!
Era il 20 aprile e Umberto Eco scriveva il suo articolo appello su
Repubblica, e il Movimento di Cunegonda compie oggi un mese di vita. Ma
cosa è successo in questo mese? Molte cose - potremmo rispondere -, così
tante che è impossibile ricordarle tutte. Vediamone alcune, le più
importanti:

1. La gente ha incominciato a organizzarsi e a fondare comitati spontanei
di adesione e di sostegno al Movimento. A tutt'oggi esistono e sono
direttamente contattabili i seguenti gruppi: Milano, Padova, Roma, Bologna,
Reggio Emilia, Torino, Cosenza, Genova, Catania, Napoli, Palermo, Positano,
Firenze, Treviso, Venezia, Modena, Perugia e Foligno.

2. Abbiamo ricevuto il sostegno e l'appoggio fattivo di gruppi di italiani
all'estero (Regno Unito, Germania, Benelux, Francia).

3. Radio Popolare ha trasmesso un'intervista su Cunegonda andata in onda
sul network nazionale.

4. Sylvie Coyaud su Radio Rai 3 ha trasmesso un'intervista a una docente di
macroeconomia riguardante il nostro Movimento e le sue possibili
implicazioni economiche.

5. Le telecamere di Sciuscià (Michele Santoro) hanno incontrato il nostro
comitato di Bologna per la puntata andata in onda il 17 maggio.

Ma la cosa più importante è che tante persone si stanno unendo in questa
protesta, consapevoli che la strada è ancora lunga e impervia, ma siamo
decisi a fare qualcosa per salvaguardare la libertà di espressione, e per
mantenere viva l'attenzione dei media sull'emergenza costituzionale che
grava oggi sulla nostra cara Italia.
Per tutto questo vi diciamo Grazie!

Conflitto d'interessi
 ROMA - Si risolleva più accesa che mai la polemica sul caso Biagi in viale
Mazzini. Il giornalista, intervistato oggi da alcuni quotidiani, ha
raccontato di come la sua trasmissione sia stata cancellata dal palinsesto
improvvisamente e di come il direttore di rete, Del Noce, non solo non lo
abbia informato ma continui a tenerne in sospeso le sorti. "Io so solo che
non siamo più nei palinsesti, anche se ufficialmente non sappiamo niente -
ha detto Biagi - e ho parlato con uno che si chiama Del Noce il quale
continua a dire che sta studiando. Io qui studio da 41 anni - ha aggiunto -
e mi pare di aver completato il corso, almeno tanto da capire che si tratta
di scuse che si usano con una persona non gradita".
Secondo il giornalista, anche l'ipotesi di spostare d'orario la "striscia"
quotidiana sarebbe un errore. "Ci sono degli orari - ha dichiarato alla
Stampa - per ogni tipo di programma: 'Il Fatto' è legato al telegiornale, è
la spiegazione di un fatto che è stato raccontato poco prima. Solo un
cretino può pensare di toglierlo da quella collocazione. Spostarlo sarebbe
come mettere un articolo di fondo in mezzo agli annunci economici. Tutto
qui".
Baldassarre e Saccà hanno affidato a un comunicato congiunto la risposta
per Enzo Biagi i cui toni, secondo il presidente e il direttore della Rai,
risultano oltremodo "offensivi" nei confronti di un professionista come Del
Noce. "La Rai - si legge nella nota - depreca il fatto che un collaboratore
autorevole dell'azienda, come Enzo Biagi, usi espressioni e toni offensivi
nei confronti di un giornalista, quale Fabrizio Del Noce, stimato da sempre
per la sua indiscussa attività professionale. Il presidente e il direttore
generale - conclude il comunicato - esprimono solidarietà al direttore di
RaiUno Fabrizio Del Noce, confermandogli la stima e la fiducia da sempre
riposta in lui". [da La Repubblica, 22 maggio 2002]

Ci chiediamo noi perché si metta in discussione la possibilità di
dissentire, di criticare, o la possibilità di fare della satira, fosse
anche la possibilità di giudicare sbagliando. La libertà di opinione non è
sancita dalla Costituzione? Esiste ed è possibile una imparzialità del
giornalismo? Forse un giornalismo imparziale non solo non è mai esistito,
ma forse non sarebbe neanche giornalismo.

L'appello a Ciampi per la libera informazione
Questo è l'appello al Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi,
per un intervento deciso in difesa della libertà di stampa. L'iniziativa è
stata promossa da alcuni giornalisti seriamente preoccupati anche per le
vicende recentemente accadute nel mondo della comunicazione.
http://www.fnsi.it/Appello_a_Ciampi.htm
Firma l'appello anche tu!

Quasi tre milioni
 Il 23 marzo 2002, una folla oceanica, quasi 3 milioni di persone secondo
gli organizzatori della manifestazione, 700.000 secondo la questura di
Roma, si è radunata a Roma da tutta Italia per manifestare pacificamente
contro le modifiche dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Poco
convincente appare la prestazione della questura di Roma che per la seconda
volta, a distanza di pochi giorni, stima con sorprendenti cautele il numero
dei manifestanti dell'Ulivo prima e della CGIL poi, riducendoli in modo
consistente. Ma Francesco Totti ci corre in aiuto! Infatti, in occasione
della conquista dello scudetto da parte della squadra capitolina, e
principalmente durante la manifestazione dei tifosi romanisti, i quali
avevano riempito il Circo Massimo, la stima della questura era stata, dati
alla mano, di circa un milione e mezzo. Il 23 marzo, invece, oltre ad un
Circo Massimo stracolmo, molti pullman di manifestanti arrivavano anche !
ore dopo la conclusione ufficiale della manifestazione, ma la stima è stata
di 700.000. Chissà come mai, nessun organo di informazione ha messo in
evidenza questa palese anomalia nei conteggi. E se quei tre milioni
aderissero al Movimento di Cunegonda? Beh, per iniziare potremmo anche
accontentarci di 700.000. Non è vero?

Cunegonda e il sindacato
Quei 700 mila potrebbero essere già orientati verso un consumo critico
dalla loro stessa condizione di lavoratori dipendenti sindacalizzati. Come
consumatori potrebbero interrogarsi sul ruolo della grande distribuzione
commerciale nel mercato del lavoro: emarginazione del piccolo dettaglio con
penalizzazione anche dei ceti sociali più deboli (anziani), politica
anti-sindacale e di sfruttamento del precariato. Già in alcune zone
d'Italia in occasione dell'ultimo sciopero generale il sindacato ha dato
ufficialmente l'indicazione di colpire con il "consumo critico" quei
supermercati che si distinguevano per la loro politica antisindacale. Ecco
che il sindacato, nelle sue varie strutture centrali e periferiche,
potrebbe essere uno dei naturali interlocutori di un movimento come il
nostro, che vuole essere apartitico senza essere apolitico.
[Andrea, Comitato Cunegonda di Varese]

Cronache da un comitato
 Abbiamo appena terminato l'ormai tradizionale riunione settimanale del
gruppo fondatore di Cunegonda Roma. Come spesso capita, ci ritroviamo in un
pub e davanti ad una birra pianifichiamo il lavoro dei prossimi giorni. La
serata si era aperta con una lunga intervista in diretta su Radio BBS.
Altre due emittenti romane ci hanno già ospitato all'interno delle loro
programmazioni: Radio Rock e Radio Città Futura. Quella delle radio locali,
in questo primo mese di attività, è stata la strada che abbiamo battuto con
maggiore insistenza, con l'obiettivo di farci conoscere e di spiegare le
motivazioni e la filosofia del Movimento di Cunegonda. Anche se non abbiamo
certo dimenticato il caro vecchio volantinaggio, svolto in occasione del
Primo Maggio, dell'Information Day dell'Ulivo, e di una maratona teatrale
sull'art.21 organizzata al Teatro Vascello. Ed ora abbiamo in programma
un'azione di comunicazione all'interno dell'Università. Abbiamo lanciato un
appello ai nostri iscritti chiedendo loro la disponibilità per aiutarci in
questa iniziativa a cui abbiamo dato il significativo nome di "Tappezziamo
l'Università" (ogni commento è superfluo...). Abbiamo anche deciso di
riorganizzare il sito Internet che ora comincia a contenere molti documenti
e testi. La settimana cunegondiana è appena iniziata! Forza e coraggio!
[Massimo, Comitato Cunegonda di Roma]

Euroconvertitore
Tra dicembre 2001 e febbraio 2002 abbiamo tutti ricevuto l'euroconvertitore
accompagnato da una lettera del Presidente del Consiglio in busta intestata
della presidenza del consiglio. A questo proposito segnaliamo l'azione del
deputato PierLuigi Mantini che sta cercando di capire perché non è stata
celebrata una gara così come prescrivono le direttive europee per le
forniture pubbliche di importo superiore ai 200.000 euro. Per l'operazione
"euroconvertitore" si parla di un costo di 9 milioni di euro. Le
interrogazioni parlamentari del deputato volte a chiarire perché non si è
fatta la gara sono tuttora senza risposta a più di quattro mesi dalla loro
presentazione. Qualche telegiornale ne ha forse parlato? In paesi come
l'Inghilterra, la Francia o gli Stati Uniti, per casi simili a questo,
potrebbero cadere dei governi.
[con il contributo di Silian]

Feltrinelli. Sospeso il nuovo libro di Travaglio
 La casa editrice di Carlo Feltrinelli, ereditata dal padre Giangiacomo,
aveva in previsione per il 17 febbraio la pubblicazione di C'era una volta
Mani pulite, nuovo libro di Marco Travaglio (autore del bestseller L'odore
dei soldi), di Peter Gomez e Gianni Barbacetto. Del libro però non si è più
parlato per un po', pareva scomparso. L'autore avrebbe sdrammatizzato,
parlando semplicemente di un rinvio: il libro a Carlo Feltrinelli non è
piaciuto, né poco né punto. E ha deciso che non avrebbe raggiunto i banconi
delle librerie. Liberi i tre giornalisti di cercarsi un nuovo editore. E
come recitava un andante governativo: Fatto! Il libro è stato presentato
alla Fiera del Libro di Torino (presenti gli autori, con Gian Carlo
Caselli, Pier Camillo Davigo e Paolo Flores d'Arcais) e uscirà a giorni per
i tipi della Editori Riuniti: 720 pagine di storia dettagliata di dieci
ann! i processuali dal '92 ad oggi "Abbiamo lavorato duro alla ricerca
della verità", ha detto Barbagetto. "Andate a comprarlo - ha detto Flores
d'Arcais presentandolo - perché sarà difficile che venga presentato da
Vespa o da Santoro". "Non credete quando vi dicono che Mani Pulite non è
servita - ha detto Travaglio - ci sono stati ben 1300 processi e i
magistrati stanno lavorando ancora con vigore".
Anche l'attuale governo è nel mirino: "Ci sono in Parlamento - ha detto
Travaglio - 90 inquisiti; se la polizia dovesse veramente pattugliare le
zone a rischio forse dovrebbe andare in Parlamento dove un italiano su
dieci è indagato. Questi sono i nostri rappresentanti".
"Altro che toghe rosse - ha incalzato Giancarlo Caselli - o blu o verdi, si
tratta solo di toghe, di gente che lavora per creare giustizia. E poi cosa
vuol dire giustizialismo che odora tanto di peronismo e roba del genere? Si
tratta solo di un bombardamento mediatico per delegittimare una
magistratura che sta facendo un lavoro difficilissimo. Combattere la
corruzione è ancora più difficile che combattere il terrorismo perché si
tratta di 'faccende di cui sarebbe meglio non parlare e che in tutti i modi
cercano di mettere a tacere, cercano di convincere la gente che queste sono
vicende complesse da capire e dalle quali ci si può tranquillamente tenere
lontani".
"Ma non temete - dice Pier Camillo Davigo - questa magistratura ha
dimostrato di saper tenere duro. Lottare contro la corruzione significa
lottare contro l'arretratezza di un paese. Perché non è vero che la
corruzione unge le ruote ma è vero il contrario, mina il sistema economico,
i diritti e i poteri democratici dei cittadini".

Libertà di stampa
 Comunicato della direzione della rivista Micromega, datato 29 aprile 2002.
La direzione di MicroMega comunica che il 25 aprile e' stata impedita la
vendita della rivista a Roma, in concomitanza con la manifestazione
commemorativa della Liberazione. Il giovane che vendeva la rivista nella
piazza del Campidoglio e' stato costretto da un vigile a spostarsi.
Malgrado fosse andato a vendere la rivista sulla scalinata, due altri
vigili gli hanno sequestrato tutte le copie e spiccato un verbale di multa
di 5100 euro. La legge 416 del 1981, all'art.14, comma 11, lettera C,
stabilisce in modo inequivocabile che per le testate giornalistiche
quotidiane o periodiche non e' necessaria autorizzazione alcuna per la
vendita porta a porta o ambulante. Il decreto legislativo del 24 aprile
2001, n. 170, reitera in modo altrettanto inequivocabile che il regime di
autorizzazioni e restrizioni per la vendita porta a porta e ambulante, di
cui alla legge 114 del 1998 (cosiddetta legge Bersani sul commercio) non si
applica alle testate giornalistiche quotidiane o periodiche. La legge è
dunque inequivocabile. MicroMega e' una testata giornalistica, un periodico
registrato al tribunale di Roma nel 1986 (n. 117). Il sequestro di
MicroMega e' dunque un atto illegale, che colpisce un diritto
inestricabilmente connesso a quello della libertà! ; di stampa,
costituzionalmente tutelato.
Questo atto illegale è, se possibile, ancor più preoccupante perché
colpisce un numero della rivista dedicato a quei nuovi movimenti della
società civile contro cui il governo Berlusconi aveva lanciato una
inqualificabile campagna di criminalizzazione e di caccia alle streghe.
MicroMega, malgrado le oltre 130 mila copie vendute del suo ultimo numero
(dedicato a Mani Pulite) resta una piccola rivista.
L'atto illegale di sequestro resta dunque, sul piano quantitativo, una
piccola prevaricazione. Ma una piccola prevaricazione contro la libertà di
stampa, se subita senza reagire, prepara più grandi prevaricazioni contro
questo diritto fondamentale che già non gode in Italia di splendida salute.
E' dunque augurabile che tutte le grandi testate giornalistiche, scritte e
radiotelevisive, non lascino passare senza la più netta protesta e
informazione quanto avvenuto. 27 aprile 2002.

Alternative alla Pasta Cunegonda
A Varese c'è chi la pasta Cunegonda non la mangia da oltre dieci anni: sono
gli oltre mille e cento soci della C.O.P.A.C., la Cooperativa Popolare
Alternativa del Consumatore, senza fini di lucro, che costituisce per tutta
la provincia una proposta consolidata di consumo di prodotti garantiti dal
marchio del biologico e della qualità tipica della nostra migliore
tradizione alimentare. Per loro nessuna nostalgia della pasta Barilla e
degli altri prodotti del "paniere Cunegonda" reclamizzati dalle reti
Mediaset: qualsiasi alternativa è garantita in ogni settore alimentare (e
non) con prezzi che, considerando la qualità garantita rispetto alle merci
dei centri commerciali, sono spesso e volentieri concorrenziali e a portata
di tutti i portafogli. Un'altra realtà importante, condivisa con tutta
Italia, è quelle del commercio equo e solidale con l'economia di
sussistenza delle nazioni del Terzo Mondo. ! Entrambe le realtà di consumo
sono un naturale sbocco di confronto sul problema del "consumo critico" per
la libertà di informazione. I primi passi avviati sono molto confortanti in
questo senso: il messaggio fa molto meno fatica ad essererecepito, rispetto
a consumatori "distratti" dalla normale catena commerciale della grande
distribuzione. Non che siano rose e fiori anche qui: ma tanto vale
cominciare dove il terreno è già stato arato, non vi pare ?
[Andrea, Comitato Cunegonda di Varese]

Cunegonda vivrebbe a Monsano
 Monsano, per chi non lo sapesse, è un piccolo paese di circa 2700 anime.
Situato nelle Marche, poco lontano da Jesi, ha intrapreso, con il sostegno
di Jacopo Fo e del suo bravo sindaco, un progetto di pianificazione e
gestione dei consumi che critichi in primo luogo il nostro rapporto con il
sud del mondo e la salvaguardia dell'ambiente. Il progetto assomiglia molto
al progetto di Cunegonda: si tratta di un vero e proprio progetto di
critica del consumo su scala comunale. Ecco allora che i suoi abitanti
hanno incominciato a fare "strane cose": hanno consociato i loro acquisti
per poterli concentrare su prodotti a carattere equo-solidale, hanno
installato un distributore di biodiesel (ovvero olio di colza, che può
sostituire il gasolio da autotrazione e che inquina di meno) e,
ultimamente, hanno deciso per l'installazione di pannelli solari su tutti i
tetti del comune. Oltre al dato materiale, peraltro molto positivo,
l'esperienza di Monsano ci insegna che un'altra politica è possibile: una
politica che si occupi veramente di ambiente, che infranga i meccanismi
delle multinazionali a favore delle produzioni equo-solidali, che rifletta
seriamente sulle future politiche energetiche. Infine, questa ci pare una
politica che riguadagni la consapevolezza che una partecipazione della
gente alle decisioni su questioni cruciali non si fermi lasciando cadere
una scheda elettorale in uno scatolone.

Eco boicotta i prodotti padani?
Noi boicottiamo la Coop
Se Umberto Eco vuol boicottare la pasta Cunegonda perché non boicottiamo le
Coop che sono centri di raccolta per finanziare i rossi? B. Brunner
Sciuscià, questa è l'obiettività, che ci insegna la sinistra Trasmissioni
come Sciuscià di venerdì 19 aprile sono la rappresentazione
dell'obiettività e della libertà di informazione? Caro Santoro hai proprio
toccato il fondo!! Spero proprio che tu abbia preparato le valigie
finalmente.
[Paolo. R., Nerviano, lettera alla Padania, originale in grammatica e
punteggiatura. La puntata di Sciuscià a cui si fa riferimento è quella del
17 maggio e non del 19 aprile, come scritto (sic!)]

La mafia non è più un problema?
 Nel panorama dell'informazione televisiva non si parla quasi più di mafia.
Perché? Sia la destra che la sinistra, nell'ultima campagna elettorale, non
hanno coinvolto i loro possibili elettori in una proposta politica che
comprendesse il tema della lotta alla criminalità organizzata e alle tante
mafie che gravano sulla vita quotidiana di milioni di Italiani. Berlusconi
ha pensato bene di inserire fra i suoi famosi cartelloni elettorali uno che
annunciava "adozioni più facili, un bambino per ogni famiglia", ma neanche
uno di quei cartelloni dal sapore orwelliano predicava "un'Italia senza
mafia per tutti". Stranamente, la bassa fertilità delle famiglie italiane è
stata considerata un problema prioritario rispetto a quello della presenza
in molte aree della nostra penisola di un vero e proprio anti-Stato. La
sinistra non ha fatto di meglio, riuscendo solo a balbettare che le
promesse di Berlusconi non sarebbero s! tate mantenute. A noi sembra che,
al di là delle dichiarazioni individuali, la nostra classe politica abbia
imparato da anni a convivere con il problema di ordine pubblico più
scandaloso d'Europa. La credibilità internazionale si costruisca anche a
partire da questi grandi battaglie di legalità. Nel decennale della morte
di Giovanni Falcone, appare ancora più triste e disarmante assistere alle
polemiche dei politici pronti a innalzare, solo ora, l'icona tutelare del
giudice assassinato.

Par condicio
 Berlusconi ha detto che vuol fare l'imprenditore d'Italia. È un buon
motivo per non votarlo. Se vuole fare l'imprenditore e viene eletto, tutti
gli italiani diventeranno automaticamente suoi dipendenti!
"Che lavoro fai?"
"Il genovese":
"E' difficile?"
"E' un po' umido..."

Rutelli invece è arrivato al punto di dire che, quando parla il Papa, i
politici non devono commentare. Ma è solo una mia impressione, o queste
elezioni sono sempre di più come entrare in un sex-shop e chiedersi quale
vibratore farà meno male?
[da Satyricon, di Daniele Luttazzi]

Concorso Letterario "Cunegonda"
Il Movimento di Cunegonda è interessato a raccogliere e pubblicare un
volume che comprenda una serie di racconti che mettano in primo piano il
nostro rapporto con gli oggetti e/o i prodotti che entrano nella nostra
vita attraverso l'invadente porta della pubblicità, oppure che raccontino
storie che abbiano una diretta attinenza con i temi cari a Cunegonda, quali
la libertà d'espressione, la libera informazione, il monopolio televisivo,
la critica del consumo.

Regolamento

Art. 1 - Il concorso, aperto a tutti, è dedicato alla scrittura di racconti.
Art. 2 - I racconti dovranno essere inediti, dovranno essere redatti in
lingua italiana e dovranno avere una lunghezza massima di 10 cartelle
dattiloscritte (cioè 30 righe x 60 battute per riga, misurabili dal vostro
programma di videoscrittura).
Art. 3 - I racconti, accompagnati da tutti i dati personali (almeno nome,
cognome, luogo e data di nascita, indirizzo, mumero di telefono), potranno
essere spediti via e-mail al seguente indirizzo:
movimento_cunegonda@hotmail.com, entro e non oltre il 30 settembre 2002,
specificando nell'oggetto il nome del concorso.
Art. 4 - Si potrà partecipare con un unico racconto o con due racconti ma
che non superino complessivamente le 10 cartelle.
Art. 5 - La giuria, composta dalla redazione del Movimento di Cunegonda con
la collaborazione e la consulenza di professionisti nel campo
dell'editoria, valuterà gli scritti presentati e individuerà una selezione
di 10-15 testi che saranno raccolti in un volume.
Art. 6 - La partecipazione al concorso implica la totale accettazione del
presente regolamento.
Art. 7 - I dati personali che ci verranno comunicati verranno trattati nel
pieno rispetto della corrente legge sulla privacy.

La lista valida fino al 30 giugno 2002
Reparto acque
Ferrarelle
Levissima
Panna
San Benedetto
Rocchetta
Uliveto Reparto formaggi
Galbanino Galbani
Vallelata Galbani
Vitasnella Danone
Yogurt Danone
Fruttolo Nestlé
LC1 Nestlé
Reparto sottozero
Magnum Algida
Findus surgelati



Reparto dolciumi
Alpenliebe Perfetti
Vigorsol Perfetti
Daygum Protex Perfetti
Vivident
Kinder Ferrero
Reparto Paste
Buitoni
Barilla
Risotti Knorr

Reparto oli - alimentari
Bertolli
Dadi Knorr


Altro
Omnitel
Panorama
Banca Mediolanum
Euronics Breil orologi
Breil Stones
Compaq computer
Fiat
Con il contributo del monitoraggio volontario Core

Ringraziamo Umberto Eco, tutti coloro che ci hanno sostenuto e incoraggiato
in questi giorni, e tutti quelli che ci aiuteranno a rendere la nostra cara
Italia un po' più democratica e libera.

Un saluto cordiale

Movimento di Cunegonda
Critica del consumo per la democrazia
Missione attuale: la fine del monopolio dell'informazione televisiva

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