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FAO: il riscaldamento globale potrebbe colpire la produzione di cibo
10 Aprile 2001 Fonte: REUTERS http://www.reuters.com
Traduzione a cura di Fabio Quattrocchi mailto:FABIOCCHI@Genie.it

Secondo un rapporto della FAO, i cambiamenti climatici potrebbero avere
forti ripercussioni sulla produzione agricola mondiale, che potrebbe
aumetare nei paesi ricchi con un clima temperato, ma diminuire nei paesi
tropicali poveri. Il documento aggiunge che il riscaldamento globale
aumentera' gli spostamenti in massa delle popolazioni umane, accrescendo in
tal modo il numero dei rifugiati ambientali; inoltre il cambiamento
ambientale e climatico degli ecosistemi costringera' gli animali e i vari
tipi di coltivazioni a 'migrare' nelle zone in cui si sono create le
condizioni adatte a loro, abbandonando quelle in cui attualmente si trovano,
perche' non piu' buone a soddisfare i loro bisogni. Il risultato di tutto
cio' non puo' che essere una forte perdita di biodiversita'.

Le perdite di produzione associate alle condizioni generali del clima
saranno molto piu' gravi di quelle associate a eventi straordinari e
localizzati come cicloni e inondazioni.

L'agenzia per l'agricoltura non fa alcun commento sulla decisione degli USA
di abbandonare il protocollo di Kyoto per combattere i cambiamenti
climatici.

Il rapporto e' stato scritto dalla commissione agricoltura della FAO che
comprende i paesi membri dell'ONU. La commissione ha evidenziato che nei
prossimi 100 anni la temperatura media mondiale aumentera' del 2%. A cio'
corrisponde uno spostamento latitudinale dei climi verdo i Poli di almeno
200 Km. Le precipitazioni medie mondiali cresceranno del 5% nei prossimi 100
anni e il ciclo dell'acqua nell'atmosfera si intensifichera' per le alte
temperature. Sempre nel prossimo secolo il livello medio dei mari salira' di
circa 50 cm.

L'agricoltura e' responsabile del cambiamento climatico per il 30%.
Il 25% della CO2 proviene da fonti agricole, soprattutto deforestazione e la
combustione di biomassa.

Buona parte del metano in atmosfera viene prodotto dai batteri intestinali
dei ruminanti, dagli incendi forestali, dalla coltivazione di riso e dai
rifiuti, mentre le coltivazioni convenzionali e l'uso di fertilizzanti sono
responsabili del 70% delle emissioni di NOx (ossidi di azoto).

Il rapporto e' disponibile a questo URL:
http://www.fao.org/DOCREP/MEETING/003/X9177e.HTM

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                  Giuseppe Ricciardi
                  Capo d'Orlando (Messina)
                  e-mail: velarossa@tiscalinet.it
                                        nickname: cau