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Triumph: traduzione della risposta - Clean clothes campaign
Chi ha partecipato alla campagna di lettere nei confronti di Triumph
International, multinazionale della biancheria intima, per convincerla ad
abbandonare la Birmania, paese sottoposto a una feroce dittatura militare,
avra' ricevuto una lettera di risposta in tedesco. Ve la traduco. Il testo
si commenta da se'. Nei prossimi giorni (spero) faro' circolare
aggiornamenti sul caso Nike in Messico e su altri casi passati.
Ciao.
Ersilia Monti
…..
"In relazione alla sua lettera avente per oggetto la nostra produzione in
Birmania, le comunichiamo quanto segue:
La Clean clothes campaign ci ha chiesto di chiarire se intendiamo ritirarci
da Myanmar, ex
Birmania. La chiusura della nostra fabbrica comporterebbe necessariamente il
licenziamento di
mille dipendenti e la perdita di reddito per le loro famiglie, senza contare
che nel paese e' pressoche' impossibile trovare posti di lavoro che offrano
condizioni paragonabili alle nostre.
Nella nostra fabbrica in Birmania garantiamo salari, prestazioni sociali e
condizioni di lavoro al di sopra della media nazionale. In conformita' con
gli orientamenti del nostro gruppo, che si rifanno alle convenzioni
fondamentali in materia, non tolleriamo anche nel caso specifico ne' lavoro
minorile ne' lavoro forzato.
L'invito al boicottaggio o alle sanzioni nei confronti di Myanmar viene
citato frequentemente con leggerezza senza conoscere il contenuto dei
relativi provvedimenti politici. Per esempio:
"Il parlamento svizzero ha approvato il 2 ottobre 2000 l'applicazione di
sanzioni nei confronti di Myanmar, in linea con la decisione dell'Unione
europea del 22 maggio 2000. Le stesse riguardano i seguenti punti:
- Divieto di fornire armi e mezzi destinati alla repressione
- Congelamento dei beni appartenenti a membri del regime birmano
- Divieto di fornire finanziamenti ai membri del regime birmano
- Divieto di ingresso o transito ai membri del regime e alle loro famiglie
Gli istituti finanziari svizzeri sono tenuti a comunicare i numeri di conto
sottoposti a sanzioni. Il provvedimento resta in vigore fino al 3.10.2002".
Nessuno di questi punti ci riguarda! Quella della Clean clothes campaign e'
quindi una rivendicazione di carattere puramente politico che ha preso a
obiettivo un'impresa privata. Viene inoltre affermato che avremmo impiantato
una joint-venture "con i militari". Cio' e' falso. Abbiamo affittato i
terreni da un'azienda statale.
In compagnia di un crescente numero di eminenti personalita', siamo
dell'opinione che i cambiamenti nella linee politiche e nei comportamenti di
un governo non si ottengono con le sanzioni economiche, ma con il dialogo.
L'ha affermato con chiarezza anche il nuovo segretario di stato americano,
Colin Powell (responsabile delle operazioni militari in Iraq nel 1990,
n.d.t.). In un'audizione davanti a una commissione parlamentare, Powell si
e' detto disponibile a discutere della sospensione della maggior parte delle
sanzioni economiche in vigore nei confronti di stati terzi da parte degli
Stati Uniti (Herald Tribune, 23 gennaio 2001). Anche parti dell'opposizione
politica birmana sono contrarie ai boicottaggi. "Le sanzioni danneggiano
solo il popolo", cosi' si e' espresso l'ex parlamentare e oppositore
politico Tin Htun Maung (Facts, 4 maggio 2000).
Siamo solidali con tutte le iniziative promosse da organismi riconosciuti
che contribuiscono a mettere in luce e a migliorare le condizioni inadeguate
di vita e di lavoro in paesi economicamente poco sviluppati. Proprio in
questi giorni l'Organizzazione internazionale del lavoro ha reso noto che
mancano nel mondo 500 milioni di posti di lavoro, in special modo nei paesi
in via di sviluppo; da cio' traiamo la consapevolezza della nostra
responsabilita' sociale, dato il nostro ruolo di imprenditori presenti in
diversi di questi paesi, e vogliamo comportarci di conseguenza.
Per questi motivi Triumph respinge l'invito alla chiusura della sua fabbrica
in Birmania. Non
vogliamo e non possiamo assumerci la responsabilita' del licenziamento di
mille persone, per
motivi puramente politici, con le conseguenze che ne deriverebbero anche
per le loro famiglie. Al
contrario siamo disponibili a intavolare un dialogo con tutte le istituzioni
autorevoli che si
occupano di migliorare le condizioni di vita in Birmania per vedere se e in
che forma, oltre ad assicurare il mantenimento di posti di lavoro, Triumph
puo' contribuire al raggiungimento di questo obiettivo. Siamo disponibili a
dialogare, oltre che con il sindacato europeo, anche con la Clean clothes
campaign.
Speriamo con questa lettera di avervi chiarito il nostro punto di vista.
Cordiali saluti.
Triumph International
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Chi vuole essere escluso dalla lista o vuole ricevere informazioni sulla
Clean Clothes Campaign, puo’ inviare un messaggio a : ermont@tin.it
Ersilia Monti (Coordinamento lombardo nord/sud del mondo)
P.le Governo Provvvisorio 6
20127 Milano
tel.02-26140345
email: ermont@tin.it
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