rassegna stampa: Sparite metà delle api : pesticidi sott 'accusa.



a cura di AltrAgricoltura Nord Est
------------------------------------------------------------------
tratto da "Il mattino di Padova" -  30/07/08

Sparite metà delle api:  pesticidi sott'accusa.
(di Valentina Della Seta) 

 ROMA. L'associazione apicoltori lancia l'allarme: il 40 per cento delle
api italiane sta morendo e la causa sono i pesticidi. Dal 1994 in tutto il
mondo è aumentata la mortalità. Si sono fatte numerose ipotesi, tra cui
l'inquinamento elettromagnetico, le modificazioni del clima e l'uso in
agricoltura di una classe di insetticidi immessa sul mercato negli anni
Novanta: «I principali killer delle api - sostiene Francesco Panella,
presidente dell'Unione degli apicoltori - sono i cosiddetti neonicotinoidi.
Sono sostanze autorizzate irresponsabilmente da poteri pubblici sempre più
subalterni agli interessi dell'industria chimica». Un allarme respinto da
Futuragra che evidenzia come il nesso tra la «moria delle api e le sostanze
insetticide, usate nella concia dei sementi, sia una relazione tutta da
dimostrare». Per l'associazione, quindi la ventilata messa al bando dei
neonicotinoidi sarebbe «un colpo per la nostra agricoltura, che potrebbe
provocare - rileva il presidente Duilio Campagnolo - perdite per centinaia
di euro per ettaro». Mentre la Federazione apicoltori italiani (Fai), pur
condividendo la necessita' di vietare gli insetticidi, invita a cercare le
cause di questa moria anche altrove.  
La morte delle api ha significato per l'industria del miele una perdita di
250 milioni di euro. Ma le api sono molto di più. La loro mancanza mette a
rischio anche l'agricoltura, che dipende per oltre un terzo da coltivazioni
impollinate attraverso il lavoro delle api. La Coldiretti sottolinea come
il decremento della popolazione di questi insetti metta in discussione
l'equilibrio naturale globale: «Prodotti come mele, pere, mandorle, agrumi,
pesche, kiwi, castagne, ciliegie, albicocche, susine, meloni, cocomeri,
pomodori, zucchine, soia, girasole e colza - afferma la Coldiretti -
dipendono completamente o in parte dalle api per la produzione dei frutti.
Ma le api sono utili anche per la produzione di carne, con l'azione
impollinatrice che svolgono nei confronti delle colture foraggere da seme».
 Le regioni prevalentemente colpite dalla moria di api sono Piemonte e
Lombardia, ma forti segnali si registrano anche in Veneto, Emilia Romagna,
Toscana. «L'Italia è il Paese che distribuisce nelle sue campagne oltre il
33% degli insetticidi usati in tutta Europa - continua Francesco Panella -
e le api sono fragilissime. Perlustrano quotidianamente immensi territori,
spariscono e muoiono invece di produrre miele in abbondanza. Sono un
magnifico indicatore di eco-tossicità e ciò che oggi ci segnalano dovrebbe
essere colto con grande preoccupazione per la sopravvivenza delle
generazioni future». Secondo l'etologo Giorgio Celli, docente all'Istituto
di Entomologia all'Università di Bologna «se le api dovessero davvero
estinguersi l'umanità rischierebbe una carestia a livello mondiale».

Contadini impollinatori
  ROMA. «Se le api scompaiono saremmo costretti ad impollinare a mano molte
coltivazioni, come già accade in certe zone della Cina in cui le api sono
estinte - afferma l'entomologo Giorgio Celli -. Ogni giorno migliaia di
braccianti agricoli si armano di pennelli e salgono sugli alberi per fare
il lavoro delle api. La conseguenza sarebbe un'impennata dei prezzi di
frutta e verdura: una mela così prodotta potrebbe costare anche 50 euro».
----------------------------------------------------------------------------------------


N. B.: se volete essere cancellati da questa lista scrivete a

altragricoltura at altragricolturanordest.it