un saluto






Saluto cordialmente i presenti in Lista ConsumoCritico.

Sono lieto, e ve ne ringrazio, del vostro interessamento per gli spunti che pubblico sulla questione demografica.

Quale che sia la nostra attuale posizione in proposito, in effetti, ciò che conta è che cominciamo a discutere, amabilmente e serenamente, sul tema.

Perché, se di consumi critici, responsabili, ci si trova a parlare, e se siamo al punto da considerare i consumi col bilancino, non possiamo non iniziare a considerare anche i consumi del pargolino :)


Iniziamo allora col considerare criticamente il famoso detto del: "20% degli umani che consumano l'80% delle risorse".

Certamente è così, anche se nel frattempo essendo trascorso molto tempo dalla prima volta che qualcuno ha pronunciato queste parole qualcosa di sicuro è cambiato.

Ora, nell'ultimo intervento postato (e quanti allora?) riportavo dei dati (che vi prego di controllare di persona, perché errare è umano) che mostrano come, pur idealmente ripartendo le risorse tra l'intera popolazione mondiale, disporremmo comunque tutti di un livello di vita piuttosto in basso nella scala del cosiddetto sviluppo sociale.

Si parla di condizioni, economiche, igieniche, culturali, sanitarie, etc. in cui, anche immaginando di migliorare un po' la nostra tecnologia, non credo vorreste davvero far vivere i vostri figli.


Perché è vero, sì, che consumiamo troppo (e male), ma è anche vero che siamo cresciuti troppo di numero.


Ed a questo proposito c'è una considerazione decisiva, chiarificatrice, per giunta traibile proprio da casa nostra, l'Italia.

Noi italiani, se dovessimo limitarci alle risorse disponibili sul nostro territorio, vivremmo nè più nè meno al livello di vita del Bangladesh (vedi sempre articolo di cui sopra).

Questo significa che l'Italia, un Paese da sempre imperialista (fin dai tempi dell'antica Roma) conserva tutt'oggi, magari senza rendercene conto, questo suo approccio accaparratore (sul tipo: vai, prendi e porta a casa): noi per vivere al livello attuale dobbiamo prendere le risorse di altri territori e popoli.

Ed anche se volessimo letteralmente dimezzare il nostro livello di vita, ci troveremmo a dover ricorrere alle risorse di altri territori e popoli.

Potremmo vivere in modo non imperialista, non accaparratore, solo accettando di vivere al livello del Bangladesh.


Scegliendo invece di giungere ad un compromesso tra popolazione e risorse: contemporaneamente consumando di meno e riducendoci di numero, potremmo almeno garantirci un minimo di dignità di vita.


Questo è quanto. Se noi diciamo: "facciamo figli senza se e senza ma", in pratica ci comportiamo come imperialisti. Perché si è tali sia che si voglia consumare troppo, sia che si voglia figliare troppo. Il risultato è lo stesso: si sarà sempre invasivi, e le guerre non finiranno mai.


Comprendo perfettamente che la questione demografica, prima di Internet, era un taboo totale, essendolo tutt'ora al di fuori della grande rete. Capisco dunque le perplessità che possono nascere, perché a meno che non si sia dedicato un tempo sufficiente, quindi parecchio, ad una ricerca personale, è chiaro che non si può non incorrere in una grossa lacuna.

Ma oggi Internet è qui, ed ognuno di noi può accertarsi da solo di quello che sta succedendo.



I migliori saluti, a presto, danilo